Palazzo Marino assegna 240 posti in 84 enti, per un totale di 3,5 milioni di euro da distribuire. Il caso dell'ad di Expo 2015, Stanca, non è l'unico. Assiduo in Senato il vicesindaco De Corato. Poltrone, potere e stipendi a quattro zeri - La giungla dei doppi incarichi al Comune di Milano
A parole, mentre il ministro Giulio Tremonti abbassa la scure sui costi della politica, tutti sono d’accordo. Poi si va a vedere gli elenchi degli amministratori delle società pubbliche e ci si trova decine di parlamentari, assessori e consiglieri degli enti locali. Una giungla del doppio incarico – con annesso doppio stipendio – nella quale è difficile inoltrarsi e che è ancora più arduo, se non impossibile, disboscare.
Il caso più eclatante è quello di Lucio Stanca, amministratore delegato della società Expo 2015 e parlamentare. Ma a ben spulciare si scopre che la pratica del doppio incarico è diffusissima tra i politici (di maggioranza). Assessori e consiglieri di centrodestra che il sindaco, o il partito, hanno nominato nei consigli di società controllate dallo stesso Comune o dagli altri enti locali. O anche parlamentari con posizioni di potere in enti pubblici cittadini. E non è solo una questione economica (uno scranno in Parlamento frutta migliaia di euro netti al mese, che nel caso di Stanca si aggiungono ai 300mila di stipendio più 150mila di parte variabile come manager dell’Expo).
A sollevare qualche interrogativo è anche il tempo che questi “uomini ovunque” dedicano, o dovrebbero dedicare, ai loro numerosi incarichi. Per restare a Stanca, la sua presenza a Roma si è decisamente rarefatta da quando dirige la complicata macchina di Expo 2015: dall’aprile 2009 a maggio 2010 Stanca ha partecipato solo al 19 per cento delle votazioni della Camera. Quando Repubblica ha sollevato la questione lui ha replicato infastidito: «Devo rispondere ai miei elettori e al gruppo Pdl, non certo a Repubblica». (...per usare un francesismo, una risposta del cazzo. NdR)
Riesce a gestire con dignità il doppio incarico il vicesindaco Riccardo De Corato, lunga carriera parlamentare. Ora è deputato e la sua presenza a Roma è assidua: ha partecipato al 94 per cento delle votazioni. Per questo intasca circa 10mila euro al mese in più (5mila 400 di stipendio e 4mila di diaria) e tutti si chiedono come faccia a occuparsi anche del Traffico, delega aggiunta da qualche mese a quelle di vicesindaco e assessore alla Sicurezza.
Altro caso originale è quello del pidiellino (area Cl) Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera e ospite fisso dei talk show, che fra una seduta a Montecitorio, Porta a porta e Annozero trova anche il tempo di occuparsi di Fiera Milano Congressi, la controllata di Fiera Milano di cui è presidente.
Per non parlare di Leonardo Carioni, leghista, che divide il suo tempo (e accumula i suoi redditi) tra le cariche di sindaco di Turate e quella di presidente della Provincia di Como, di consigliere di Expo 2015 e Pedemontana, e infine di presidente di Sviluppo Sistema Fiera, cassaforte immobiliare di Fiera Milano.
Sempre in Parlamento siede il senatore pidiellino Gianpiero Cantoni, amico di Silvio Berlusconi, da qualche mese anche presidente di Fondazione Fiera, ruolo delicatissimo nel momento in cui proprio la Fondazione sta trattando la cessione dei terreni dell’Expo.
Al doppio incarico, insomma, non rinuncia nessuno. I consiglieri comunali arrotondano lo stipendio (non all’altezza di quello dei colleghi del consiglio regionale) con le buste paga e i gettoni di presenza delle società che, come consiglieri, dovrebbero indirizzare e controllare. Solo il Comune gestisce 240 poltrone di 84 tra fondazioni, società ex municipalizzate e consorzi per un totale di 3,5 milioni di stipendi da distribuire.
A chi? Per esempio a Fabio Altitonante, che riesce a essere contemporaneamente assessore provinciale, presidente di Napoli Metro Engineering (una controllata di Mm) e consigliere comunale.
Oppure Giovanni Bozzetti, ex assessore di An, oggi consigliere comunale Pdl e presidente di Infrastrutture Lombarde.
Dopo il caso di Milko Pennisi, il consigliere comunale del Pdl arrestato mentre incassava una mazzetta, la questione morale del doppio incarico tenne banco per giorni. Massimo Corsaro, vicecoordinatore lombardo Pdl, disse che bisogna «togliere chi fa politica da ogni ente o società pubblica» perché il fatto che ci siano parlamentari e consiglieri con doppio incarico «è imbarazzante». Era il 16 febbraio. Da allora non è cambiato nulla.
Qualche altro esempio scelto fra i consiglieri di Palazzo Marino? Giulio Gallera è presidente di Fiera Milano Food System, Marco Osnato dirigente dell’Aler, Guido Manca presidente di Metroweb, Vincenzo Giudice (ex presidente della Zincar) presidente di una controllata di MM, Leone Talia dirigente in Provincia, Armando Vagliati dirigente delle Ferrovie Nord, Carmelo Gambitta presidente del Parco Nord. Sono nel cda della Sacbo, controllata dalla Sea, Aldo Brandirali e Francesco Triscari, mentre svolgono attività di europarlamentare oltre che di consigliere comunale, avanti e indietro tra Milano e Strasburgo, Carlo Fidanza (Pdl) e Matteo Salvini (Lega). Menzione speciale per Pietro Accame: consigliere provinciale, presidente di zona, direttore generale della Fondazione Stelline e consigliere della Fondazione Fiera. Un fenomeno d’ubiquità.
(di Teresa Monestiroli - Repubblica/Milano)
Il caso più eclatante è quello di Lucio Stanca, amministratore delegato della società Expo 2015 e parlamentare. Ma a ben spulciare si scopre che la pratica del doppio incarico è diffusissima tra i politici (di maggioranza). Assessori e consiglieri di centrodestra che il sindaco, o il partito, hanno nominato nei consigli di società controllate dallo stesso Comune o dagli altri enti locali. O anche parlamentari con posizioni di potere in enti pubblici cittadini. E non è solo una questione economica (uno scranno in Parlamento frutta migliaia di euro netti al mese, che nel caso di Stanca si aggiungono ai 300mila di stipendio più 150mila di parte variabile come manager dell’Expo).
A sollevare qualche interrogativo è anche il tempo che questi “uomini ovunque” dedicano, o dovrebbero dedicare, ai loro numerosi incarichi. Per restare a Stanca, la sua presenza a Roma si è decisamente rarefatta da quando dirige la complicata macchina di Expo 2015: dall’aprile 2009 a maggio 2010 Stanca ha partecipato solo al 19 per cento delle votazioni della Camera. Quando Repubblica ha sollevato la questione lui ha replicato infastidito: «Devo rispondere ai miei elettori e al gruppo Pdl, non certo a Repubblica». (...per usare un francesismo, una risposta del cazzo. NdR)
Riesce a gestire con dignità il doppio incarico il vicesindaco Riccardo De Corato, lunga carriera parlamentare. Ora è deputato e la sua presenza a Roma è assidua: ha partecipato al 94 per cento delle votazioni. Per questo intasca circa 10mila euro al mese in più (5mila 400 di stipendio e 4mila di diaria) e tutti si chiedono come faccia a occuparsi anche del Traffico, delega aggiunta da qualche mese a quelle di vicesindaco e assessore alla Sicurezza.
Altro caso originale è quello del pidiellino (area Cl) Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera e ospite fisso dei talk show, che fra una seduta a Montecitorio, Porta a porta e Annozero trova anche il tempo di occuparsi di Fiera Milano Congressi, la controllata di Fiera Milano di cui è presidente.
Per non parlare di Leonardo Carioni, leghista, che divide il suo tempo (e accumula i suoi redditi) tra le cariche di sindaco di Turate e quella di presidente della Provincia di Como, di consigliere di Expo 2015 e Pedemontana, e infine di presidente di Sviluppo Sistema Fiera, cassaforte immobiliare di Fiera Milano.
Sempre in Parlamento siede il senatore pidiellino Gianpiero Cantoni, amico di Silvio Berlusconi, da qualche mese anche presidente di Fondazione Fiera, ruolo delicatissimo nel momento in cui proprio la Fondazione sta trattando la cessione dei terreni dell’Expo.
Al doppio incarico, insomma, non rinuncia nessuno. I consiglieri comunali arrotondano lo stipendio (non all’altezza di quello dei colleghi del consiglio regionale) con le buste paga e i gettoni di presenza delle società che, come consiglieri, dovrebbero indirizzare e controllare. Solo il Comune gestisce 240 poltrone di 84 tra fondazioni, società ex municipalizzate e consorzi per un totale di 3,5 milioni di stipendi da distribuire.
A chi? Per esempio a Fabio Altitonante, che riesce a essere contemporaneamente assessore provinciale, presidente di Napoli Metro Engineering (una controllata di Mm) e consigliere comunale.
Oppure Giovanni Bozzetti, ex assessore di An, oggi consigliere comunale Pdl e presidente di Infrastrutture Lombarde.
Dopo il caso di Milko Pennisi, il consigliere comunale del Pdl arrestato mentre incassava una mazzetta, la questione morale del doppio incarico tenne banco per giorni. Massimo Corsaro, vicecoordinatore lombardo Pdl, disse che bisogna «togliere chi fa politica da ogni ente o società pubblica» perché il fatto che ci siano parlamentari e consiglieri con doppio incarico «è imbarazzante». Era il 16 febbraio. Da allora non è cambiato nulla.
Qualche altro esempio scelto fra i consiglieri di Palazzo Marino? Giulio Gallera è presidente di Fiera Milano Food System, Marco Osnato dirigente dell’Aler, Guido Manca presidente di Metroweb, Vincenzo Giudice (ex presidente della Zincar) presidente di una controllata di MM, Leone Talia dirigente in Provincia, Armando Vagliati dirigente delle Ferrovie Nord, Carmelo Gambitta presidente del Parco Nord. Sono nel cda della Sacbo, controllata dalla Sea, Aldo Brandirali e Francesco Triscari, mentre svolgono attività di europarlamentare oltre che di consigliere comunale, avanti e indietro tra Milano e Strasburgo, Carlo Fidanza (Pdl) e Matteo Salvini (Lega). Menzione speciale per Pietro Accame: consigliere provinciale, presidente di zona, direttore generale della Fondazione Stelline e consigliere della Fondazione Fiera. Un fenomeno d’ubiquità.
(di Teresa Monestiroli - Repubblica/Milano)
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