Se non si ritorna allo "sdoganamento" di Fini dell'autunno '93, non si può capire come abbia fatto costui a resistere alle umiliazioni di 16 anni di vassallaggio a Berlusconi. A quel tempo, Fini guidava un partito fascista che arrancava fra il 4 e il 5%. Poi arrivò il padrone delle TV, e spiegò che alle amministrative romane avrebbe votato Fini, e cambiò la storia d'Italia. Quando, come faccio spesso, parlo di un Fini che senza le TV del cavaliere sarebbe rimasto a vita nel ghetto del 5%, non invento niente. E' lo stesso Fini a confessarlo. Ce lo ricorda Marcello Sorgi sulla Stampa:
"...poco più d’un anno fa Fini, il 30 giugno, alla vigilia del G8 dell’Aquila, aveva ammesso che quel voto «cambiò la storia d’Italia. Ero il candidato di un partito che aveva il quattro-cinque per cento, persi con il 47 e tutto cambiò». A ben vedere, l’equivoco su quel passaggio storico è rimasto irrisolto. Perché Fini è sempre stato convinto che, dato a Berlusconi quel che è di Berlusconi, non gli sia rimasto più alcun debito da pagare, e il suo ruolo nella vicenda del centrodestra sia stato, semmai, sottovalutato: come se appunto la sua leadership e la storia della destra italiana, che lui ha trasformato, da partito nostalgico e postfascista a membro di diritto del club delle moderne destre mondiali, non faccia ancora pienamente parte di diritto di quella del centrodestra italiano. Berlusconi al contrario pensa che senza il suo scatto del 24 novembre ’93 Fini sarebbe rimasto dov’era, nel suo ghetto di fascista che doveva ancora «uscire dalle fogne». Ci voleva coraggio, occorre riconoscerlo, nell’Italia di Tangentopoli che si avviava a consegnare tutte le metropoli italiane alla sinistra, a uscirsene come se ne uscì quel pomeriggio il Cavaliere..."
La chiave per comprendere il rapporto controverso di oltre tre lustri fra padrone e liberto è tutta qui. Fini ha abbozzato sempre e comunque a tutto. Non già per riconoscenza per lo sdoganamento, ma - come vado scrivendo da anni - perchè Fini sapeva e sa che, messo sotto schiaffo da tre TV controllate per via proprietaria, e due per via politica, in un paese di analfabeti, sarebbe "tornato nel ghetto" del 5%. E' esattamente ciò che sta succedendo. Oggi per Fini sarà un grande successo se riuscirà a fare dei gruppi parlamentari di 34 deputati (il 5,3% dell'emiciclo), e di 14 senatori (il 4,3% dell'emiciclo). Siamo bel lontani dai tempi belli quando il partito fascista, diventato AN dopo un rapido bagnetto a Fiuggi, era arrivato a "valere" il 14%, pari a quasi 90 deputati, e a quasi 45 senatori...
Fini, negli ultimi giorni, ha fatto patetici tentativi di retromarcia (voleva "resettare", ma ha ricevuto un calcio in culo dal Cav. il quale, proprio perchè sa di aver conquistato l'Italia in pochi mesi dalla "scesa in campo" grazie a tre TV e ad una calza di nylon davanti ad un obiettivo, non si faceva una ragione di come Fini, ingrato, potesse disconoscere il valore enorme della "grazia ricevuta").
Tutti i beneficiati da Berlusconi sanno bene quanto debbano essergli grati, tranne Fini, che lo ha sempre capito solo a metà. Abbiamo visto di tutto, grazie a Berlusconi. Un autista di sciaraballi diventare Governatore del Lazio. Sculettatrici e vice missitalie diventare ministre. Una autista di escorts che faceva la spola fra l'aeroporto di Oblia e Villa Certosa promossa europarlamentare. Un ragazzotto che doveva uscire tutte le mattine di casa alle 5 per andare a leggere i titoli dei giornali su Radio Radicale a 800 euri al mese diventato parlamentare e presidente di Commissione, con contorno di auto blu. Un bombarolo fascista diventato Primo Cittadino di Roma. Gasparri senatore e capogruppo. Bondi passato da assessore comunista di Fivizzano a Ministro della Qultura. Una tizia che parla "dei carceri minorili" (sic) e dice "sotto l'egìda" (sic), rifugiata culturale a Reggio Calabria dalla natia Padania per raccattare un'abilitazione, diventata ministra della Pubblica Istruzione. Mafiosi in SPE ancora in Parlamento. Protettori Civili alla cui ombra sono nate e pasciute cricche di imbroglioni e di famigli.
Abbiamo visto la signora Daniela Di Sotto in Fini sfilare, vestita da vice-regina, per le vie di Londra, su una carrozza reale, impettita come un gallinaccio. Infine, abbiamo visto Fini (quello che "Mussolini è stato il più grande statista del XX secolo") ricevere in regalo la terza carica dello Stato. Abbiamo visto Brancher Ministro del Nulla.
Ma davvero Fini pensava che tutto questo fosse gratis? In politica i pasti gratis non esistono. Fini aveva dei prezzi da pagare, e lo sapeva: difesa ad oltranza dei privilegi del principe (si chiamino conflitti d'interesse, o impunità, o conservazione del monopolio mediatico). E' arrivato a convogliare al Nord i suoi voti sull'odiato nemico-alleato patano. Ordine del Principe. Io ti do un Cota a te, tu mi dai una Polverini a me. Ha finto aperture legislative verso gli immigrati - solo per irritare i patani - salvo poi firmare insieme a questi la legge razzista Bossi-Fini; ha straparlato di una proposta di voto amministrativo agli immigrati regolari, che non è mai pervenuta nei luoghi istituzionali.Ci ricorda ancora Marcello Sorgi:
"...la vicenda psicologico-politica del matrimonio freddo tra i due cofondatori conosce uno scompenso, destinato ad allungare i suoi effetti fino ad oggi. Mentre infatti Fini cerca di comportarsi con Berlusconi da alleato, facendo la campagna elettorale nell’interesse della coalizione oltre che del suo partito, Bossi non perde occasione per attaccare il candidato premier e il suo alleato meridionale, definendoli, senza mezzi termini, «imbroglioni» e «porci fascisti», apostrofando il Cavaliere come «Berluscone e Berluskaz», definendolo «il Garibaldo di Fini» o più semplicemente «povero pirla», e promettendogli che «la Lega glielo ficcherà in quel posto».
Si dirà, e Berlusconi lo ha detto tante volte, acqua passata. Ma siccome a quelle ingiurie pronunciate in campagna elettorale, senza che il leader della coalizione trovasse modo di replicare efficacemente, Bossi fece seguire il famoso «ribaltone» di fine ’94, che riportò Fini e il Cavaliere all’opposizione per sette lunghi anni, è comprensibile che il leader di An i due pesi e due misure di Berlusconi nei confronti dell’alleato-concorrente nordista se li sia legati al dito..."
Oggi, tutti felici (a cominciare da me) della caduta in stato pre-comatoso della maggioranza, tendiamo - commettendo l'ennesimo errore - a scambiare Fini per un eroe positivo, una specie di Charles Bronson de noantri, scordandoci troppo alla svelta del fatto che Fini ha contribuito a far passare TUTTE, ma proprio TUTTE le porcherie volute ed imposte da Berlusconi.
Voglio solo ricordare, in chiusura: il regalo del SIC (sistema integrato della Comunicazione); la legge Frattini sul conflitto d'interessi (quella della "mera proprietà); le decine di voti contrari alla concessione di autorizzazioni a procedere a carico dei 60 ladroni parlamentari; il digitale terrestre e i decoder del "fratello Paolo". I "lodi" Schifani, Cirami, Cirielli, Alfano, tutti allegramente votati da Fini e dai suoi cari; la legge elettorale porcata.
Quindi Fini ci faccia, e si faccia un piacere: non vada via dalla presidenza della Camera (nessuno è autorizzato a chiederglielo), ma passi il resto della legislatura - breve o lungo che sia - a mettersi di traverso, sia come istituzione (calendarizzazione dei lavori della Camera, interpretazioni regolamentari), sia sul piano politico, a tutte le future porcate già programmate: dalla manovra economica - che già perde i pezzi grazie al TAR - alla legge-bavaglio, ai vari legittimi impedimenti. Solo così potrà tentare (ma il risultato non è garantito...) di recuperare una parvenza di dignità politica. Tafanus
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