Ora i nodi stanno venendo al pettine, e ad ogni rissa che scoppia, la ricucitura diventa più difficile. Dopo la rissa di ieri fra Fini e Bondi [vedi video], oggi la rissa continua sul web, fra o siti di riferimento dei due contendenti. Ecco come descrive la rissa odierna [Repubblica]:
Insomma, questa gente ormai è "ai materassi", e spero ardentemente che a nessuno, a sinistra, venga in mente di lanciare un salvagente verso destra. Se stanno annegando, bisogna lasciarli affogare, senza pietà. Ora, o mai più. Ma ecco l'estratto del racconto di Repubblica:
''Le questioni politiche che invano Fini ha cercato di far capire a uno dei coordinatori nazionali del Pdl, non sono più ascrivibili al mero dissenso, ma sono piuttosto da far rientare nel più ampio ambito del buon senso'', scrive il direttore di Generazione Italia, Gianmario Mariniello, sul sito dell'associazione finiana interna al Pdl. Poi arriva l'attacco frontale a Bondi con tanto di rievocazione del passato comunista del ministro della Cultura: "L'Italia ha tanti problemi e far finta di non vederli non aiuta a risolverli. Abbiamo tre anni davanti: con un pizzico di buon senso si può ripartire. Solo così si può superare il dissenso. Non certo agitando il fantasma di Baffone e immaginando complotti di ogni sorta, come faceva il compagno Stalin. Tutte cose con le quali Bondi ha grande familiarità''.
Passano pochi minuti e scatta la controffensiva. Sempre su internet. Stavolta affidata al "Predellino", quotidiano online del Pdl: "Contro Bondi solo volgarità - scrive Andrea Camaiora - La volgarità con cui l'esponente bocchiniano attacca Bondi la dice lunga sulla cultura politica che taluni pretenderebbero di infondere al primo partito italiano".
Poi è la volta di 'Ffwebmagazine', della Fondazione FareFuturo presieduta da Fini, che, in un editoriale del direttore Filippo Rossi, torna a puntare il dito contro quei "berlusconiani doc hanno l'invidiabile qualità di mettere un disco rotto che, stunc stunc, ripete all'infinito lo stesso ritornello a prescindere dal contesto. Come mettere Raul Casadei in una discoteca house".
Bondi è dipinto come la "perfetta incarnazione" della "nuova ortodossia dell'adesione acritica all'uomo solo al comando e al suo rapporto diretto con il popolo", mentre Fini è "l'uomo che più di ogni altro la mette in crisi alla radice, nei fondamenti. E disegna il suo Pdl, quello che ancora non c'è. E chissà se ci sarà mai".
Controreplica del Predellino che paragona Fini ad un cartone animato: "Che peccato vedere un uomo carismatico come Fini ridotto a recitare la parte noiosa del puffo Quattrocchi, che su ogni argomento insegnava agli altri come stare al mondo e chiosava con il fastidiosissimo "Che è meglio!".
Clima rovente, dunque. Dove più che gli appelli al confronto del finiano Bocchino, ("Nel Pdl è in corso un'interlocuzione, che ora si tratta di volgere in modo positivo", trova spazio l'aggressività e i toni barricaderi: "Fini è come le vuvuzuela: emette un suono monocorde e fastidioso che finisce per distrarre dalla partita" dice il presidente dei club della Libertà Mario Valducci.
In questo contesto si inserisce oggi - tanto per gettare qualche fusto di benzina sul fuoco - quel geniale Avvocato della Real Casa che risponde al nome di Mavalà Ghedini (quello che passerà alla storia per la minchiata dell'utilizzatore finale), con un attacco, tanto becero quanto inutile, a Napolitano, al quale manda a dire, in pratica, di farsi i cazzi suoi, mostrando di non aver ancora capito - unico in Italia - che lo stravolgimento dell'Art. 21 della Costituzione sono esattamante cazzi di Napolitano. La rissa è già scoppiata, ma è facile prevedere che i toni si incendieranno nelle prossime ore. Dunque, in [una intervista al Corsera], il geniale avvocato Mavalà si lascia scappare una serie di minchiate, a fronte delle quali la storia dell'utilizzatore finale assume i contorni di una botta d'intelligenza. Estraggo fior da fiore:
«...i commenti del Quirinale sono assai pregevoli, ma c'è un Parlamento: spetta a quest'ultimo decidere...».
«...la valutazione del capo dello Stato - precisa Ghedini - non è su problemi di natura tecnica. Altrimenti dovrebbe farsi eleggere. La valutazione è sulla costituzionalità. Le "criticità tecniche" esulano dalla sua competenza..." Sul [Corriere.it], non tardano ad arrivare le reazioni dell'opposizione: BERSANI: "...Superato il segno... Vedo un centrodestra sbandato in un momento delicatissimo per il paese... Un nervosismo che si sta scaricando in affermazioni poco eleganti. Ho letto con imbarazzo da italiano l'intervista di Ghedini. Nessuno può rivolgersi così al presidente della Repubblica, nemmeno uno che è avvocato e dice di capire qualcosa di politica... quelli del Pdl si mettano al fresco un attimo e riflettano perchè così non può andare. Il nervosismo della maggioranza fa sì che il governo non riesce a mettere la testa sulla manovra e correggerla come necessario. Così come non riesce a prendere atto che il ddl intercettazioni così com'è non va e non può andare perchè, come sostiene anche il procuratore Grasso, così si dà un colpo alla legalità. LEOLUCA ORLANDO, IdV: "...Ghedini, essendo il legale di un imputato, il Presidente del Consiglio Berlusconi, come il suo dante causa, è in completo delirio di onnipotenza. Oggi si è anche messo a fare il legale della maggioranza contro il Capo dello Stato. Con o senza incarico professionale, l'avvocato Ghedini straparla ignorando le norme della Costituzione, così come ha dimostrato con leggi aberranti da lui elaborate e dichiarate sistematicamente incostituzionali. CASINI: "...se la maggioranza non accetta di cambiare il ddl sulle intercettazioni vuol dire che non vuole che questa legge, che pure andrebbe fatta per tutelare la privacy e non certo per indebolire la tutela della legalità, venga approvata. La legge va profondamente cambiata: alla maggioranza diciamo "basta esibizionismo muscolare" [...] Per Casini è poi «inutile, come fa Ghedini, fare le pulci alle parole del Capo dello Stato, perchè si perde di vista la dinamica istituzionale. È una questione molto seria di cui il presidente della Repubblica, in maniera molto seria, si è sempre fatto carico. Penso che l'evocazione del "doveva essere eletto, doveva farsi eleggere", non c'entri assolutamente nulla. È un'evocazione che dimostra che Ghedini non ha capito il senso delle critiche che tutto il mondo, e non il Capo dello Stato, sta facendo a questa legge». Ora attendiamo, con una certa impazienza, i commenti di Gianfido Fini. Ci interessa capire se per una volta "Il Giovane Delfino", ormai vicino alla terza età, riuscirà a fare bau-bau, senza correre subito dopo a fare slurp-slurp. Tafanus
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