PARTE PRIMA: FINI E IL LATO A
Fini mostra la faccia dell'armi: ci provino a cacciarmi dal PdL! Io resto qui! La legge sulle intercettazioni deve subire profondi cambiamenti! La legge può aspettare, si voterà a settembre! La questione morale dev'essere all'ordine del giorno! Insomma, una specie di ardito della politica, pronto a scatenare le sue truppe, che nel frattempo però perdono pezzi, reparti, plotoni... Tutti in fuga per cercare di ottenere un posticino sul carro del vincitore...
D'altronde gli italiani, come diceva Montanelli, che se ne intendeva, sono abituati a non finire mai una guerra dalla stessa parte da cui l'hanno iniziata. Davvero Fini pensava che i Gasparri, i La Russa, gli Alemanno avrebbero accettato di dire addio alle prebende, alle auto blu, alle insegne da capataz? Perchè se lo pensava, dimostra di essere uno gnomo politico, più nano ancora del suo padrone; se non lo pensava, è sinceramente colpevole di essere andato alla guerra senza prevedere una dignitosa exit-strategy, in caso di necessità...PARTE SECONDA: IL PADRONE "VEDE" IL BLUFF
Berlusconi conosce Fini da 16 anni, ed ha ormai capito (qualsiasi cretino ci riuscirebbe) che Fini abbaia, finge di avere un'etica da difendere, ma alla fine abbozza, si mette a 90 gradi ed obbedisce. Fini sa bene che senza le TV del padrone ritornerebbe nel ghetto del 5%. E Berlusconi sa che Fini sa. Fini sa che se dovesse rompere col proprietario delle poltrone, una parte di AN traslocherebbe ufficialmente nell'area FI, dopo averlo già fatto palesemente ma ufficiosamente. Ma spera sempre di riuscire a conservare una quota di soldatini determinante per dettare condizioni al Cipria.
Ma il Cipria ha la coda davanti all'ufficio di gente pronta a traslocare; spera che, fuori un pezzetto di AN, riuscirà a ricomprarsi Casini e i suoi cari, ma la Lega (che conta più di Casini) si mette di traverso: "o noi o Casini"; infine, sa che le cose fra AN e Lega sono giunte ad un punto di non ritorno. Cosa ampiamente prevista, persino da noi: il partito del tricolore, Dio Patria Famiglia, Roma Caput Mundi, non può più convivere con chi vuole insegnare il dialetto locale a Pinzolo Po. E poi non coincidono gli elettorati di riferimento, ed i relativi programmi di governo: la lega vuole spostare risorse sui padroncini e gli evasori di casa propria, AN verso i burocrati del centro-sud.
PARTE TERZA: Il Padrone è stretto in una morsa
Gli piacerebbe rimandare tutti a casa e andare ad elezioni anticipate, ma è stretto fra la voglia e la paura... I sondaggi, come il pane e le albicocche, non sono più quelli di una volta... Il vantaggio del PdL sul PD si è di molto ristretto, per tutti i sondaggisti, tranne che per la ineffabile Ghisleri di Euromedia. Inoltre, chi provoca elezioni anticipate in periodi di crisi, di regola paga pegno. Quindi il Padrone minaccia elezioni anticipate, ma sa di non potersele permettere. Anche lui abbaia alla luna. Il progetto vero è quello di addomesticare il bau-bau, e se possibile di ricostruirsi un margine di sicurezza ricomprandosi il Casini. In attesa che qualcosa accada, siamo allo stallo totale. Nessuno vuole giocarsi il piatto, nessuno è in grado di farlo, e nel frattempo l'economia continua ad andare a puttane.
PARTE QUARTA: TUTTI HANNO UNA PAURA FOTTUTA
Fini ha una voglia matta di "riallacciare i rapporti", e passa dal "bau-bau" da pastore tedesco al "caì-caì" da cagnolino da lecco: vuole "resettare". Proprio così: ctrl+alt+canc, e tutto ricominci come prima. Pone cinque condizioni, che sarebbero ovvie per qualsiasi persona di moralità medio-bassa, ma non per berlusconi. Ecco come descrive la faccenda Claudio Tito su Repubblica:
"...dall'altra parte del campo, il cofondatore convoca i suoi uomini. Anche Fini si sente ad un passaggio di svolta. Ma non vuole assumersi la responsabilità di far cadere la maggioranza in un precipizio. "La colpa della rottura - ripete - non sarà mai mia". L'assalto dei giornali di destra, la minaccia dell'espulsione lo hanno reso più prudente. È convinto che il suo forcing sia efficace fin quando la frattura non è effettivamente consumata. Sui contenuti, però, non vuole fare marcia indietro. Tant'è che nel suo quartier generale fissa cinque condizioni su cui intavolare la trattativa. Questioni che vengono accennate anche nell'intervista al Foglio di Giuliano Ferrara. Punti che, per l'ex leader di An, assegnerebbero un senso proficuo alla "coabitazione". La definizione di un "Codice Etico" per il Pdl, la convocazione degli "Stati Generali dell'economia, l'azzeramento delle cariche di partito, l'aggiornamento del programma di governo e l'istituzione di una commissione interna per verificare i conti del federalismo fiscale. Proposte in grado di "modificare geneticamente" il centrodestra. Ma anche di impostare su base diverse la linea della coalizione sulla "legalità", il "ruolo" di Giulio Tremonti e l'"egemonia" della Lega di Umberto Bossi..."Con queste 5 condizioni, non si capisce se Fini intenda dimostrare di essere intelligente, o intenda dimostrare di essere totalmente scemo. Parlare di etica in casa di Berlusconi? o di economia in casa di Tremonti? o di costi del federalismo in casa di Bossi? Diciamocelo... o Fini è una persona di diabolica intelligenza, o è un emerito cretino. Non ci sono vie di mezzo.
Nel primo caso, ha lanciato questo pacchetto per farsi dire di no, su cose alle quali tutte le persone di buonsenso e di etica media dovrebbero dire di si. In questo modo, scaricherebbe i costi politici della crisi tutti sul Cipria. Nel secondo caso, ha davvero pensato di poter piegare Berlusconi verso l'accettazione dei temi etici, e la Lega verso i conti reali del federalismo (conti che sarebbero la tomba di ogni federalismo). In tal caso, Fini dovrebbe urgentemente farsi vedere da uno specialista in malattie mentali.
L'EPILOGO: da bau-bau, a caì-caì, a slurp-slurp
Triste epilogo. Fini era partito con il cannone spianato, mettendosi di traverso su tutto. Poi è passato rapidamente alla scacciacani che spara a salve; infine, si è riaccucciato sotto la tavola imbandita del padrone, il quale non solo gli ha detto NO, NO, NO, NO e NO sui suoi 5 punti, ma parla insistentemente di cacciare lui e i dissidenti dal PdL. Non è escluso che lo faccia. E' solo un problema di pallottoliere. Quanti di AN resteranno con Fini alla Camera, e quanti al Senato? E quelli che resteranno con Fini, si metteranno a votare contro, o si asterranno?. I numeri non sono bellissimi.
Alla Camera, dove l'attuale maggioranza ha 100 voti di margine, andrebbero con Fini circa una trentina di fedelissimi. Se si asterranno, il nano avrà pur sempre una maggioranza di una settantina di deputati; se passeranno al voto contrario, il nano avrà una maggioranza di una quarantina di deputati. Può farcela, ma i suoi "uomini del fare" non potranno assentarsi regolarmente per curare - come hanno sempre fatto, i loro studi da avvocati, o da architetti, o da fiscalisti, o da criccaioli.Al Senato, dove l'astensione vale come voto contrario, i fedelissimi sarebbero una quindicina. I cinquanta voti di vantaggio diventerebbero venti: un vero salasso, ma resterebbe una solidissima maggioranza rispetto a quella di cui ha sofferto Prodi (da uno a tre voti di maggioranza).
In tutto questo, c'è chi straparla nuovamente di "grande-centro": mettendo insieme Pierferdi (al netto di coloro che tornerebbero in FI), il partitino salvelox di Rutelli, Bonanni&Pezzotta, e qualche altro naufrago del "vorrei-ma-non-posso". In tutto questo, tanta sinistra si stava già masturbando all'idea di portare Fini... dove? a sinistra? ...ma per piacere... E c'era persino chi stava già straparlando di un asse Fini-Vendola. Ma quest'ultima voce deve averla messa in giro qualcuno che ha iniziato a demolire l'immagine di Vendola a sinistra, e di Fini a destra. Due piccioni con una fava. Che sia stato qualche troll brianzolo, a mettere in circolo questa leggenda metropolitana? Intanto, mentre Fini abbaiava, ha votato la fiducia ad una manovra di cui ha detto peste e corna. Niente di nuovo sotto il sole. Lo ha già fatto con la legge-porcata, e con tutte le leggi ad personam.
Un giorno forse il chiwawa si sveglierà dal lungo letargo durato sedici anni, e scoprirà di essersi addormentato giovane principino se-credente erede designato, e di essersi svegliato vecchio, imbolsito, in età da pensione. E con un grande futuro alle sue spalle. Tafanus
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