Devo constatare, ancora una volta, che nella coalizione di centro-sinistra c'è una insuperabile capacità di farsi del male. Ogni volta che il nano di Arcore cerca di scavarsi la fossa, facendo cazzate a ripetizione, arriva il "Soccorso Rosso", sotto forma di autorevoli esponenti della coalizione, che producono un contrappeso di cazzate ancora più grandi ed incomprensibili.
Prendiamo l'affaire Napolitano: due autorevoli esponenti del PD (il costituzionalista Stefano Ceccanti, e l'ex magistrato Felice Casson, quindi non due passanti), hanno la buona idea di firmare un emendamento al Lodo Alfano che offra a Napolitano (che non lo ha chiesto) uno "scudo totale, anche penale, per tutto il settennato. Licenza di uccidere, rubare, guidare contromano in autostrada. Non si sa se questo emendamento sia il frutto della calura di questi giorni. Certo è che il "Fatto", che è, come molti sanno, un giornale, pubblica la notizia. NOTIZIA, non gossip o diffamazione. Notizia di un emendamento presentato e firmato da due anime belle che, una volta finita la notizia sul Fatto, si affrettano a ritirare questa porcheria, e a dire: "è stato un errore". In che senso, scusate? Questo lo screen-shot dell'articolo del "Fatto":
Ecco le parti salienti dell'articolo del [Fatto Quotidiano del 6 Luglio]:
Perché mai i senatori del Pd vogliono dotare il presidente della Repubblica di uno scudo quale non si è mai visto, sottraendolo, durante il suo mandato, a qualsiasi legge penale? La risposta che ci hanno dato lascia di stucco: per evitare che l’attuale maggioranza servendosi di “magistrati politicizzati” possa mettere fuori gioco il capo dello Stato. Al Quirinale dicono di essere all’oscuro dell’iniziativa. Non abbiamo dubbi che sia così. Sarebbe incredibile che oltre a trovarsi accanto a Berlusconi nell’imbarazzante lodo Alfano, Napolitano chiedesse per sé una superprotezione.
Si torna quindi alla domanda iniziale: di cosa hanno avuto sentore i senatori Pd che possa minacciare l’inquilino del Colle? Per carità, in questa Italia torbida dove i ministri cadono uno dopo l’altro travolti dagli scandali, nulla si può escludere. Tanto meno un complotto per indebolire le massime istituzioni onde lasciare mano libera al Caimano. E chi sarebbero poi questi “magistrati politicizzati” azzurri e non rossi, espressione pericolosamente identica a quella cara ai berluscones? Infine, ci si rende conto che lo scudo oggi costruito per Napolitano potrebbe, domani, dare a un mister B. assiso al Quirinale la sempiterna immunità? Oppure i Pasticcioni Democratici ne hanno combinata un’altra delle loro?
Naturalmente la cosa non finisce qui, perchè sull'episodio si fionda, come prevedibile, il Geniale della famigghia, con un articolo a firma di Rigor Mortis Sallusti che, mentre finge di difendere il Quirinale, di fatto amplifica la minchiata del PD, e la rivolta in modo da cucirci addosso una difesa del lodo Alfano, che di fatto è stato pensato e progettato ESCLUSIVAMENTE per difendere il suo padrone. Ma tant'è... sembra che ormai, a sinistra, abbiamo totalmente perso la capacità di prevedere i risvolti mediatici di ogni nostra azione. Ecco lo screen-shot dell'articolo del Geniale della Famigghia:
Ecco le parti salienti anche per [l'articolo del "Geniale" del 7 Luglio]
Ma che ha combinato Napolitano? - di Alessandro Sallusti
Il Pd propone di dare al Presidente l’impunità totale: un voltafaccia clamoroso. E ora ci si chiede quale sia l’inconfessabile segreto che va protetto anche al prezzo di una simile figuracciaChe cosa avrà mai combinato di così grave e inconfessabile il presidente Giorgio Napolitano? A nostro avviso, nulla. Secondo il Pd, invece, l'inquilino del Colle potrebbe presto incappare in qualche problema giudiziario, tanto da chiedere una legge che lo protegga in modo tombale. Ecco il testo proposto: «Il presidente della Repubblica, durante il suo mandato, non può essere perseguito per violazione alla legge penale». Lo ha rivelato, nell'edizione di ieri, il quotidiano Il Fatto lasciando di stucco il mondo della politica. Tanto che i firmatari della proposta di legge si sono affrettati a ritirarla, spiegando che si è trattato di un errore. Altro che errore. Secondo la sinistra Napolitano non dovrebbe essere perseguibile anche se, impazzito, scendesse il Colle sparando su turisti e passanti.
La cosa sarebbe da liquidare con una risata se a firmare la proposta non fosse un gruppo di senatori, tra i quali Stefano Ceccanti, autorevole costituzionalista del Pd, e l'ex magistrato Felice Casson, entrambi impegnati in prima linea nel cercare di impedire l'introduzione di scudi giudiziari (assai più modesti di quello in questione) a tutela del premier e dei ministri. E qui già si svela una prima ipocrisia. Per la sinistra quello che vale per Berlusconi (deve essere processato in presenza di ipotesi di reato) non deve valere per Napolitano.
Si deduce quindi che la battaglia contro il lodo Alfano non è a difesa della Costituzione e della legalità, come ci vogliono far credere, ma semplicemente per consegnare Berlusconi nelle mani dei giudici e farlo quindi cadere per via giudiziaria. La seconda ipocrisia emerge dalle parole dello stesso Ceccanti, che spiega così la sua proposta: «Se un magistrato politicizzato decidesse di mettere sotto inchiesta Napolitano...». Ma come? Allora non è vero che non esistono magistrati politicizzati, anzi ci sono e sono pure pericolosi, soprattutto se invece che indagare strumentalmente su Berlusconi mettessero nel mirino Napolitano, che oltre a essere Presidente è pure una bandiera storica della sinistra [...]
Oggi arriva infine una secca nota del Quirinale, che spiega come Napolitano non abbia alcun bisogno di scudi di alcun genere, e di non averli mai chiesti. Il Cav. si scusa con Napolitano per conto del Geniale (ormai è un trucchetto quotidiano: Feltri, che senza il permesso di Berlusconi non deciderebbe neanche quanto zucchero mettere nella tazzina di caffè, manda avanti Sallusti Rigor Mortis; Berlusconi si scusa per l'indecenza del geniale suo (pardon... di suo fratello). La notizia è data, amplificata, strumentalizzata. Le scuse e la rettifica spariscono nel Grande Marasma.
Ora, per un fatto di pura decenza, Ceccanti, Casson e gli altri firmatari dovrebbero almeno far finta di offrire le proprie dimissioni, magari accusando, come dicevo, la calura di questi giorni. Non lo faranno. In Italia le dimissioni non le da nessuno perchè, come diceva il grande Fortebraccio, c'è il rischio che qualcuno - magari per distrazione - possa finire con l'accettarle. Tafanus
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