Sembra una storia da "latitudini dei cavalli" dell'epoca della marineria a vela, invece è una pura e semplice storia da "mors tua, vita mea", dell'epoca della pirateria politica e sociale. Il Cipria, molto semplicemente, ha realizzato che lo stato di degrado (dei sondaggi) era ormai arrivato ad un punto tale che non si potevano più tenere i topi a bordo, perchè avrebbero rosicchiato lo scafo, ed accelerato l'affondamento della nave. Non ha buttato i ratti in mare, ma li ha pietosamente legati in una ben riparata reticella fuori bordo, continuando a nutrirli e proteggerli. Io ti tolgo la poltroncina da sottosegretario, ma ti lascio le prebende da parlamentare, e la carica di timoniere del partito in Campania. Oppure ti affido il "Ministero del Legittimo Impedimento", ma poi, sotto la bufera, te lo tolgo, ma ti tengo a galla con le immunità parlamentari di fatto.
Tira un'aria da fine di Bisanzio, e si sente, in lontananza il tintinnio delle monetine del Raphael. Né vale il discorso che i sondaggi, per ora, mostrano crepe ma non crollano. E' stato così anche con l'onda lunga di Bettino: alcuni lustri per passare dal 7/8% al 14%, e poche settimane per crollare allo zerovirgola. Condivido l'articolo di Ezio Mauro, ma sono forse più ottimista. Un giorno, quando meno il nano se lo aspetterà, il suo castello di crimini, evasioni, protezioni di malfattori, smetterà di costruire consenso, e seppellirà lui e i suoi sodali sotto un cumulo di macerie. Resterà da solo con Capezzone, Cicchitto, Bondi e Gasparri. Già stamattina il mitico Oscar Giannino, che come tutti i topi avverte il pericolo prima degli essere umani, ha iniziato a tessere l'elogio della magistratura, "che ha ottenuto grandissimi risultati coi mezzi e cogli strumenti che ha". Ma va??? Ho proprio respirato un'aria da si salvi chi può. Forse sono ottimista, ma la bellezza dei luoghi che mi circondano mi spinge all'ottimismo, che non è proprio, di norma, nel mio DNA. Ma ecco [l'editoriale di Ezio Mauro]. Tafanus
Per sopravvivere, il vascello fantasma del governo Berlusconi getta i corpi in mare. Sono i corpi dei feriti dagli scandali, politici o affaristici, consumati alla corte del Premier e spesso nel suo interesse, e sacrificati quando sale l'onda dell'opinione pubblica e della vergogna istituzionale. Prima Scajola, poi Brancher, oggi Cosentino. Due ministri e un sottosegretario. Il Cavaliere che se ne disfa, sommerso dal malaffare che lo circonda, è in realtà l'uomo che li ha scelti, li ha nominati, se n'è servito fino in fondo. Lo scandalo riguarda lui, e la sua responsabilità.
Per quindici anni, davanti ad ogni crisi, Berlusconi reagiva attaccando, cercando uno scontro e una forzatura, alzando la posta, in modo da creare nel fuoco dell'emergenza soluzioni prepotenti, da cui il suo comando uscisse rafforzato, non importa se abusivamente. Oggi deve rassegnarsi all'impotenza, incassando una sconfitta dopo l'altra e certificando così che gli scandali non sono difendibili.
In questo quadro diventa ancora più grave la vergogna delle intercettazioni. È umiliante vedere un intero governo impegnato a boicottare il controllo di legalità e la libertà di informazione quando si squaderna ogni giorno di più lo scandalo P3, che riporta a "Cesare" e ai suoi interessi, con la cupola che cerca di corrompere la Consulta per il Lodo Alfano. "Cesare" a questo punto vada in Parlamento, e parli della P3 e dei suoi uomini disseminati in quel mondo parallelo, tra Stato e affari, come all'epoca della P2. Con la differenza che allora c'era l'intercapedine della politica, oggi è saltata, e quel mondo è direttamente al potere: ma oggi come allora, "comandano per rubare, rubano per comandare".
Ezio Mauro
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