Beata ingenuità. Davvero il PD pensava di riuscire, insieme ai pagliacci di AN, di cavare qualcosa di significativo dal buco nero della legge-bavaglio? Se mai questa legge si farà, si farà esattamente come la vuole il Cavaliere, e come serve alla sua Cricca, con qualche imbellettamento di facciata. Per imbrogliare i nostri gonzi, e per permettere a Fini di dire di aver portato a casa il risultato. Nel frattempo Berlusconi "chiagne 'e fotte": incamera in commissione il risultato che cercava, ma si lamenta in TV - col concorso dello scarafaggio del TgUno - che si premura di dare alle lamentazioni del Cav. "Chiagne 'e Fotte" non solo il titolo ed il servizio d'apertura, ma persino - cosa mai vista neanche nel paese di Ceausescu - ampie anteprime diffuse a pioggia durante il giorno. E' vero: i giornali potranno pubblicare le intercettazioni rilevanti. Il piccolo problema è che di intercettazioni da pubblicare non ce ne saranno più. Già nell'accordo preliminare approvato dal PD, veniva riconosciuto questo diritto. E veniva regolamentato, persino, alla cazzo di cane. E nessuno, fra i grandi giuristi del PD, che abbia visto le trappole:
-1) La decisione su ciò che sia rilevante e ciò che non lo sia dev'essere presa dal GIP, insieme all'avvocato dell'accusa e della difesa. Niente viene detto circa "entro quanto tempo" ;
-2) niente viene detto circa il fatto se la decisione debba essere presa all'unanimità o a maggioranza;
-3) niente viene detto sul caso, non regolamentato, di parità (un si, un no e un astenuto).
In sostanza, nel caso in cui il procedimento finisse in mano ad un GIP amico (stile "porto delle nebbie"), basterebbe il si dell'accusa, il no della difesa e del GIP amico, per etichettare tutto o quasi come irrilevante.più difficile ascoltare i corrotti
Ora, in commissione giustizia, con un blitz, i banditi del PdL hanno provveduto a rimettere le cose "a posto" secondo le proprie sentite esigenze (Fini, Bossi, dov'erano i vostri uomini, e cosa e come hanno votato?). Ecco il resoconto ripreso da brani dell'articolo di Liana Milella su Repubblica di oggi:
Intercettazioni, l'ultimo blitz: più difficile ascoltare i corrotti: salta la legge Falcone che consentiva una corsia più rapida per le investigazioni sulle associazioni criminali. Per un gruppo come quello sotto inchiesta in questi giorni i magistrati avranno bisogno di "gravi indizi" di reato per far scattare gli ascolti. Frattini: l'ok prima delle ferie. Pd all'attacco: proporrà il voto segreto
(di Diana Milella - Repubblica.it)
Intercettazioni più difficili per i gruppi criminali che, tra i loro obiettivi, possono inseguire corruzione, concussione, peculato, truffa, bancarotta, usura. Associazioni a delinquere, come la P3 tanto per fare un esempio, che perseguono un obiettivo delittuoso e deviato. Per loro, nel ddl sugli "ascolti", scatta una protezione. Una tutela. Per mettere sotto controllo i telefoni degli adepti al gruppo non basteranno i "sufficienti indizi di reato", come per la mafia e il terrorismo, ma ci vorranno i "gravi indizi" e tutti i numerosi paletti imposti dalla riforma.
Per realizzare questo obiettivo, che il Pd critica aspramente, per confermare la norme salva-casta, è bastato solo respingere, in commissione Giustizia, l'emendamento dei Democratici che chiedevano di non eliminare l'articolo 13 della legge Falcone datata 1991. Norma strategica, difesa dal procuratore antimafia Piero Grasso, per cui ogni associazione criminale, sia essa mafiosa o non mafiosa, italiana o straniera, può essere investigata con una corsia straordinaria e senza lacciuoli. Ma la maggioranza non ha voluto ascoltare e ha soppresso l'articolo 13.
È l'ennesimo coup de théatre nella storia di una riforma che assomiglia sempre di più a un pozzo nero, in cui è possibile trovare nuovi e pericolosi veleni. L'ultimo è stato messo in luce in commissione Giustizia alla Camera dove è finito l'esame degli emendamenti. Passate tutte le proposte migliorative della presidente e relatrice Giulia Bongiorno, compresa quella sulla responsabilità giuridica degli editori, che è stata cancellata. Ma anche il ripristino della possibilità di intercettare gli ignoti e di mettere microspie. Approvate anche le migliorie della stessa maggioranza, come quelle del capogruppo Pdl Enrico Costa sulla durata (75 giorni prorogabili di 15 in 15). Grazie a una modifica Pd-Udc ci sarà un'udienza-filtro per escludere le intercettazioni "irrilevanti". L'Udc smonta un'ulteriore protezione per i parlamentari introdotta al Senato, l'obbligo di chiedere l'autorizzazione pure per un deputato o senatore intercettato sull'utenza di una terza persona. Su questo votano tutti a favore.
Ma poi esplode la grana della norma Falcone, fuori della commissione la capogruppo Pd Donatella Ferranti si scontra con il sottosegretario Giacomo Caliendo (...l'ennesimo vice-ministro berlusconiano inquisito, che resta al suo posto, con la stessa faccia di bronzo che caratterizza i suoi padroni. NdR). La prima contesta di aver smontato "una norma basilare nella lotta al crimine" voluta da Falcone; il secondo difende le scelte del governo, le "sue" scelte, e sostiene che i reati gravi, con il riferimento alla lista dell'articolo 407 del codice di procedura, sono comunque intercettabili. Lei replica: "Sai bene che non è vero perché li sono indicati solo quelli per cui c'è l'arresto in flagranza". Lui brontola, ma alla fine è costretto ad ammettere che da quella lista "qualcosa resta fuori". Ma che non ha rilievo.
Il Pd sfida il governo. Proporrà il voto segreto nella settimana di fuoco d'agosto in cui si voterà in aula. Un voto che ormai pare scontato. Insistono il Guardasigilli Alfano e il ministero della Difesa. Frattini. "Si metta un punto definitivo" dice il primo. E il secondo: "Dobbiamo votare il ddl prima della pausa". Berlusconi già si attrezza per mettere una nuova fiducia, in linea con quella già messe alla Camera e al Senato. I troppi voti segreti preoccupano il Cavaliere. A partire da quello sulle pregiudiziali di costituzionalità su cui proprio i berluscones più scontenti potrebbero impallinare la legge. (...qualcuno, cortesemente, potrebbe spiegarmi cosa cazzo c'entrino La Russa e Frattini - Difesa ed Esteri - con una faccenda che riguarda i ladroni di casa nostra, e segnatamente quelli "più vicini" ad Arcore? NdR)
Sulla quale, per ora, sono le opposizioni a fare schermaglie. Il Pd e l'Udc lavorano alla "riduzione del danno". E incassano risultati. Soddisfatta la Ferranti per l'udienza-filtro. Altrettanto il centrista Roberto Rao per aver abolito l'ulteriore tutela per i parlamentari ("È un colpo alla casta"). Che fa dire a Berlusconi: "È un disastro, alla fine è meglio la legge che già c'è". Ma Antonio Di Pietro spara a zero in quanto il ddl resta "una schifezza all'ennesima potenza, accelerata "perché i soliti noti ne hanno bisogno". La Ferranti replica con l'elenco delle migliorie, che però non sanano i punti neri (tribunale collegiale "irragionevole", comunque la stretta su ambientali e tabulati).
Per finire con una nuova sorpresa, l'obbligo di depositare le intercettazioni se, solo su queste, si basa un sequestro, un'ispezione, una perquisizione. (...se invece tutto ciò si dovesse basare sulle intercettazioni come elementoi di prova e/o verifica, a anche su altro, non ci sarebbe più l0bbligo di deposito delle intercettazioni, e quindi la possibilità legale di pubblicarle? Ci facciano capire meglio. NdR)
Blog. Nel ddl intercettazioni resta la norma che obbliga anche i blog a pubblicare entro 48 ore le rettifiche. "Per i siti informatici compresi i giornali e i periodici diffusi per via telematica le rettifiche sono pubblicate entro 48 ore dalla richiesta con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono". "Si tratta - commenta la democratica Donatella Ferranti - di un ingiustificato ostacolo ai nuovi strumenti di comunicazione. Si rischia così di paralizzare il blog".
Anche qui: di cosa stiamo parlando? Perchè se si tratta di rettificare una notizia errata data su un blog, con analogo spazio sullo stesso blog, nulla quaestio; se invece una notizia data su un blog da 2500 accessi dovesse essere rettificata su testate nazionali dal costo di Repubblica e del Corsera, e dalla diffusione di 700.000 copie e due milioni di lettori ciascuna, allora significherebbe la morte dei blogs o, molto più probabilmente, la loro migrazione su providers esteri, con l'uso di benevoli prestanome. O forse non sarebbe necessario neanche questo trucco, perchè se un blog dichiara (e dimostra) di non avere una periodicità predeterminata negli aggiornamenti, non può essere assimilato a "testata periodica". Censori, ma cretini.
Infine il caso Caliendo: inquisito nell'affaire P3, continua a seguire i lavori sul ddl intercettazioni in commissione giustizia: le chiavi del pollaio in mano alla volpe. Alla cacciata di Caliendo (su cui pende una mozione di sfiducia individuale dell'IdV), si è opposto, compatto come un sol uomo, tutto il centro-destra. Incluso quel valet che risponde al nome di Gianfranco Fini, dietro al quale buona parte dell'opposizione - PD incluso - marcia giuliva, osservandone le mosse con sguardo amorevole, e masturbandosi in gruppo. Senza capire che Fini è, oggi come per tutto il "sedicennio", un piccolo servo che abbaia ma poi si adegua. Mi sfugge quali siano, ad oggi, le leggi-porcata sulle quali Fini, dopo aver abbaiato, non abbia votato a favore, scodinzolando e tornando a cuccia, sempre più patetico, sempre più impotente. Tafanus
P.S.: su segnalazione di Macchia che ringrazio, invito a leggere [Il post di Alessandro Gilioli] su "Piovono Rane"
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