Nell'ottobre del 2008 'L'espresso' aveva raccontato per primo in Italia le relazioni pericolose e il sistema di potere del sottosegretario all'Economia. Allora pochissimi, anche a sinistra, gli chiesero un passo indietro. Ora sono arrivate le dimissioni
Una rete dove affari e politica si confondono, con l'ombra dominante della mafia campana. L'espresso rivelò come nasceva il potere di Nicola Cosentino con una copertina dell'ottobre 2008. Un titolo inequivocabile: "La camorra nel governo". Ma ci sono voluti i nastri dell'ultima indagine per costringere l'uomo di Casal di Principe a dimettersi dalla carica di sottosegretario all'Economia.
All'epoca l'inchiesta del nostro giornale rivelò che cinque pentiti avevano accusato il parlamentare casertano, descrivendone lunghi rapporti con il clan dei casalesi. E la magistratura napoletana poi ha raccolto altre rivelazioni, fino a ordinare l'arresto di Cosentino con un provvedimento confermato anche dalla Cassazione. Eppure alla Camera un anno fa persino molti esponenti del Pd hanno votato contro le dimissioni. Finchè le intercettazioni sulla sua attività per delegittimare gli avversari nella stessa Pdl costruendo dossier al veleno hanno reso la sua posizione insostenibile. Era ora. Ma c'è da chiedersi perché per quasi due anni sia stata tollerata la sua presenza nel governo nonostante una lunga serie di documenti che dimostravano come in Campania la questione morale fosse diventata una questione criminale. Trovando nella gestione dell'emergenza rifiuti la grande torta per alimentare un intreccio perverso di appalti e complicità.
LA CAMORRA. Ecco cosa scriveva il giudice nel mandato di arresto: «Cosentino contribuiva con continuità e stabilità, sin dagli anni '90, a rafforzare vertici e attività del gruppo camorrista che faceva capo alle famiglie Bidognetti e Schiavone, dal quale sodalizio riceveva puntuale sostegno elettorale». Il suo ruolo nell'affaire rifiuti è di primo piano: «creando e co-gestendo monopoli d'impresa in attività controllate dalle famiglie mafiose, quali l'Eco4 SpA, e nella quale Cosentino esercitava il reale potere direttivo e di gestione, consentendo lo stabile reimpiego dei proventi illeciti, sfruttando dette attività di impresa per scopi elettorali».
Come sintetizza Gaetano Vassallo, l'inventore del traffico camorrista di scorie: «Cosentino spiegò che l'Eco4 era una sua creatura, dicendo testualmente che quella società "song'io"». I magistrati mettono a nudo un triangolo perverso: un patto tra camorristi, imprenditori e pubblici funzionari. Un sistema antico che - secondo le accuse - sarebbe stato perfezionato proprio da Cosentino all'inizio del millennio. Ma a comandare sono soprattutto i padrini, che impongono la loro volontà utilizzando ogni strumento: la corruzione, la violenza, il controllo dei voti. Quando non bastano nemmeno ricatti, mazzette e minacce allora anche i rifiuti si trasformano in arma: si sobilla la protesta popolare o si scatena la burocrazia per bloccare camion e discariche.
I SISTEMI: L'abitudine a giocare sporco - come accaduto nel dossier contro il suo rivale politico Caldoro - era già esplicita nell'atto d'accusa: «Cosentino con il senatore Gennaro Coronella (anche lui di Casal di Principe, ndr) incisero sul sindaco di Santa Maria La Fossa, il quale
fece delle manifestazioni contro il termovalorizzatore». In quei giorni Sergio Orsi, dirigente della Eco4, viene intercettato mentre spiega: «Cosentino ha riunito tutti i consiglieri regionali, tutti quanti questi nel dire che si deve bloccare Santa Maria La Fossa, perché si sente pigliato in giro».
Fa una certa impressione leggere le accuse messe a verbale da Michele Orsi, crivellato dai killer il primo maggio 2008, pochi giorni dopo la nomina di Cosentino a sottosegretario. Il commando era guidato da Giuseppe Setola, il più feroce capo militare casalese. Uno dei sicari che lo accompagnava nelle esecuzioni ha raccontato: «Setola vedendo alla televisione il politico Cosentino disse che era un "amico di Cicciotto", facendo riferimento a Francesco Bidognetti. Diceva che, testualmente, era una persona "acconcia", ossia "a posto"».
A DISPOSIZIONE: Ancora Dario De Simone, killer che ha preso parte a una decina di omicidi: «Durante la mia latitanza molto spesso mi sono incontrato con l'onorevole Nicola Cosentino. Egli stesso esplicitamente ci aveva detto di essere a nostra disposizione... L'onorevole aveva avuto espressamente il nostro aiuto per le sue elezioni, era a disposizione per qualunque cosa noi gli avessimo potuto domandare.
Se gli avessimo chiesto un certo tipo di lavoro pubblico, non esisteva che potesse rifiutarsi». De Simone registra questa deposizione il 13 settembre 1996, all'epoca Cosentino era appena riuscito a entrare in parlamento. Poi il deputato viene indicato nel 1998 da Domenico Frascogna come
postino insospettabile dei messaggi del capo dei capi, Francesco "Sandokan" Schiavone; da Carmine Schiavone, cugino di Sandokan, come candidato della famiglia nelle elezioni comunali e provinciali. Nel febbraio 2008 da Michele Froncillo come il contatto per vincere le gare pubbliche. Infine
Gaetano Vassallo, l'imprenditore di camorra che per un ventennio ha inondato la Campania di scorie tossiche, descrive il suo ruolo negli appalti per consorzi rifiuti e termovalorizzatori. Ultimo Raffaele Piccolo che collabora con i magistrati nell'autunno 2009 e descrive il sottosegretario come riciclatore degli assegni del clan. (l'Espresso online del 14 Luglio) I posts del Tafanus che si sono occupati di Cosentino
(23/11/2007: su Mario Landolfi, AN, e soci)
(12/09/2008: sulle perquisizioni all'Espresso)
(22/10/2008: Lettera aperta di Silvia Palombi a Roberto Saviano)
(10/11/2009: chiesta la custodia cautelare per Cosentino)
(03/03/2010: tutti i corrotti, i collusi, i rinviati a giudizio per canmorra)
(15/03/2010: La puntata di Annozero su Cosentino, e i tentativi di Berlusconi di farla fermare)
(17/03/2010: Napoli: finito il miracolo di Berlusconi & Bertolaso)
(19/04/2010: Marina, Marina, Marina... ma cosa ci stai a raccontar...)
(08/07/2010: La "Banda Larga" - Tutti gli uomini del Presidente)
(11/07/2010: Chi ci governa: Loris Verdini e i manovali della P3)
(14/07/2010: Cosentino si è dimesso da sottosegretario)
Buona lettura. Tafanus
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