22 aprile 1977 - da Francesco Cossiga, Relazione al Parlamento: "...deve finire il tempo dei figli dei contadini meridionali uccisi dai figli della borghesia romana..."
12 maggio 1977 - Giorgiana Masi uccisa a diciannove anni durante una manifestazione di piazza. Appartenente a famiglia di media condizione sociale - il padre era parrucchiere e la madre casalinga - Giorgiana Masi abitava con i genitori e la sorella maggiore in un appartamento di via Trionfale a Roma, nei pressi dell'ospedale San Filippo Neri, e frequentava il quinto anno del Liceo Scientifico Statale "Louis Pasteur". Nel tardo pomeriggio di quel giovedì 12 maggio 1977 si trovava, in compagnia del fidanzato ventunenne Gianfranco Papini, nel centro storico della capitale, dove imperversavano violenti scontri tra dimostranti e forze dell'ordine. Alle ore 19,55 i due erano in piazza Giuseppe Gioacchino Belli, quando un proiettile calibro 22 colpì Giorgiana all'addome. Subito soccorsa, venne trasportata in ospedale, dove i medici non poterono fare altro che constatarne il decesso. Nel 1998, in seguito alla riapertura delle indagini, da anni sollecitate da più parti, ed affidate al Pm Giovanni Salvi della procura di Roma, venne riesaminata la pista che riguardava la pistola. Per l'ex presidente della commissione stragi Giovanni Pellegrino, le parole di Cossiga pronunciate sull'accaduto confermerebbero come "quel giorno ci possa essere stato un atto di strategia della tensione, un omicidio deliberato per far precipitare una situazione e determinare una soluzione involutiva dell'ordine democratico, quasi un tentativo di anticipare un risultato al quale per via completamente diversa si arrivò nel 1992-1993".
Il 24 ottobre 2008, a seguito ad un'intervista rilasciata dal senatore a vita Francesco Cossiga al Quotidiano Nazionale, nella quale suggeriva l'uso della violenza nei confronti dei manifestanti, la senatrice Radicale (eletta nelle file del PD) Donatella Poretti ha deciso di depositare un disegno di legge per l'istituzione d'una commissione d'inchiesta sull'omicidio politico di Giorgiana Masi:
"In una intervista sul Quotidiano Nazionale del 23 ottobre, il Presidente emerito Francesco Cossiga, ha consigliato al Ministro degli Interni di gestire le manifestazioni e le occupazioni delle scuole in corso in questi giorni infiltrando provocatori che suscitino violenza sì da giustificare l’uso contro di loro della forza pubblica. A maggior ragione ho quindi ritenuto necessario presentare al Senato un disegno di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti che determinarono, il 12 maggio 1977, la morte della allora diciannovenne Giorgiana Masi..." [...]
...l'agente Santone, in borghese, pistola in pugno... A capo del Viminale allora c’era proprio Francesco Cossiga, che negò in modo categorico che il proiettile vagante potesse essere stato sparato dalla Polizia, nonostante numerose foto e testimonianze inequivocabili abbiano successivamente portato all’identificazione di un poliziotto con tanto di nome e cognome, e immortalato mentre in borghese, vestito con una maglia a strisce, si era infiltrato nella manifestazione per fomentare i disordini. Il disegno di legge per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta su questi fatti ha ricevuto anche l’adesione dei Senatori Marco Perduca, Felice Casson e Gianrico Carofiglio"
(fonte: Wikipedia)
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