Rinviato a giudizio per associazione per delinquere, peculato, concussione, corruzione, falso, abuso d'ufficio e illecito finanziamento ai partiti (Fonte: Wikipedia)
Il 7 luglio 2008 il Tribunale del riesame ha riconfermato il sequestro 500.000 € e di beni di proprietà di Angelucci per un valore di 55 milioni di euro. Il 20 aprile 2008 la Cassazione ha confermato a sua volta il sequestro dei 500.000 euro, ritenendo che il sequestro sia giustificato anche dal fondato sospetto che il reato sia stato commesso, almeno a giudicare dagli elementi attualmente disponibili.
Il 12 ottobre 2009 la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per Fitto, per Giampaolo Angelucci e per 78 dei 90 imputati dell'inchiesta "La Fiorita". Per l'accusa Fitto sarebbe colpevole di associazione per delinquere, peculato, concussione, corruzione, falso, abuso d'ufficio e illecito finanziamento ai partiti.
Il giorno 11 dicembre 2009 il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Bari ha rinviato a giudizio Fitto per i capi di imputazione relativi a: abuso d'ufficio, due episodi di corruzione, finanziamento illecito ai partiti, peculato e un altro abuso.
Il 3 febbraio 2009, Raffaele Fitto è stato rinviato a giudizio con l'accusa di concorso in turbativa d'asta e di interesse privato del curatore fallimentare per aver venduto a prezzo di favore (per sette milioni di euro, a fronte di un valore stimato di 15,5 milioni di euro) la società commerciale Cedis (fallita nel 2005) a un contraente predeterminato (la società Sviluppo Alimentare, riconducibile all'imprenditore Brizio Montinari) durante la sua presidenza della Regione Puglia. La Cedis si trovava in procedura di amministrazione straordinaria e, secondo le accuse, Fitto sarebbe stato "concorrente estraneo" in questa vicenda, giocando il ruolo di "referente politico" di alcuni fra gli indagati per i quali la procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Il processo è stato fissato dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Bari al 12 maggio 2009.
In alcune intercettazioni telefoniche riguardanti conversazioni di Gianpaolo Tarantini, al centro di un insieme di indagini denominato "Barigate" legato agli appalti sanitari nella regione Puglia, si fa cenno al coinvolgimento di Fitto (che all'epoca dei fatti ricopriva la carica di presidente della Regione) nelle attività orchestrate dallo stesso Giampi Tarantini (Fornitore di troie della Real Casa. NdR)
Il procedimento per abuso d'ufficio - Il 25 settembre 2009 si apprende che Fitto, insieme al collega ministro Angelino Alfano, risulta indagato per abuso d'ufficio. La storia è incentrata su una ispezione nei confronti della procura di Bari disposta dal ministro Alfano ed effettuata il 31 marzo 2009, nei confronti dei pubblici ministeri e del procuratore aggiunto che indagano su Fitto. L'ispezione è stata disposta in seguito all'esposto che Fitto ha presentato ad Alfano il 19 febbraio 2009.
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