Tutti abbiamo seguito, alcuni mesi fa, la vicenda riguardante l’appartamento “regalato” al Ministro Scajola, una brutta pagina,sulla quale sembrava essere stato detto tutto. L’Onorevole Ministro, eletto per rappresentare e tutelare gli interessi dei cittadini, di tutti, ma in modo particolare dei più deboli e indifesi, aveva accettato, a sua insaputa, il pagamento della casa da affaristi senza scrupoli.
Tutti abbiamo letto le lettere di indignazione dei cittadini che faticano a pagare il proprio mutuo, e le dichiarazioni che invocavano le dimissioni. Anch'io, come tutti, avevo seguito la vicenda, culminata, appunto, con le dimissioni del Ministro. Tutto questo avveniva qualche mese fa... poi più nulla! Niente: quotidiani e Tv sembravano avere già archiviato tutto, ed il diretto interessato, politico non certo “di primo pelo,” non ha più battuto ciglio pensando, evidentemente, che quell’episodio intollerabile potesse passare nel dimenticatoio.
Qualche giorno fa ho letto, invece, che l’ex Ministro ed ex coordinatore di Forza Italia ha comunicato di essersi “pentito“ e di volere non solo vendere la casa pagata con denaro altrui, ma addirittura devolvere il ricavato in beneficenza, per poi dedicarsi alla rinascita del PDL. A corollario di questa ultima ipotesi, la notizia riferiva anche di una urgente richiamata a Roma dell’ex-Ministro, da parte di Berlusconi in persona. Dunque si tratterebbe di un raro caso di “pentimento” politico, che non ho idea se comprenda anche l’inserimento in un programma di protezione, da parte dello Stato. Se ben ricordo, però, i pentiti sono sempre stati ritenuti inaffidabili dagli esponenti del partito a cui Scajola appartiene, e solo poco tempo fa ho letto veementi dichiarazioni contro la testimonianza di un tale Spatuzza, assolutamente non attendibile in quanto preveniente, appunto, da un pentito. L’inattendibilità del pentito veniva attribuita al fatto che egli, da tale testimonianza, avrebbe tratto un beneficio (la prosecuzione delprogramma di protezione).
Ma allora i pentiti politici sono diversi dai pentiti di altra natura? Non è che anche il pentimento di Scajola sia anch’esso strumentale, per poter così ritornare, pulito (anzi pentito) come un giglio a servire Berlusconi? Sì, perché non è che dopo il pentimento l’ex-ministro sarebbe pronto ad andare ad assistere le popolazioni disastrate dall’alluvione in Pakistan. No, egli sarebbe pronto a guidare, da condottiero, la rinascita di una Forza Italia allargata!
Pensavo a questo mentre guidavo, ieri sera. Poi ho acceso la radio, la musica era quella di una vecchia canzone di Pierangelo Bertoli (Varsavia), e le parole mi hanno profondamente colpito, sembravano scritte per quanto avvenuto. Le parole sono: “…ci hanno traditi, l’hanno fatto tante volte, con cinismo e determinazione, e hanno messo un guinzaglio all’illusione … e per tutti oggi è un giorno brutto... troppe code di paglia stanno bruciando, troppa rabbia per chi vive ancora sperando in un mondo migliore ”
No, non si può fare finta di niente, in questo caso; non si può giustificare il tradimento della morale. Quanto è accaduto è semplicemente vergognoso! Adler, parlando della vergogna, l’ha giustamente definita come un prodotto del sentimento sociale: in altre parole, senza vergogna per la verità non esisterebbe neppure la società umana. La vergogna compare, infatti, quando è compromesso il valore della persona, e la sua dignità è persa. Adler conclude il suo saggio spiegando come il sentimento della vergogna abbia come effetto (da parte di chi lo prova) un allontanamento dall’ambiente. Ma allora l’ex-ministro non si vergogna? Bene. Se, per sfortuna sua, e nostra, egli non si vergogna, come sembra evidente, allora non vi sono alternative; se vogliamo uscire da quel “giorno brutto” di cui parla la canzone di Bertoli, siano gli altri politici, che sicuramente avranno - loro sì - provato vergogna (per la categoria) riguardo a quanto successo, a pretenderne l’allontanamento per sempre, per evitare la calamità.
Calamità, perché ho usato questo termine? Ho solo preso in prestito le parole di Benjamin Disraeli che, nel rispondere ad una domanda sulla differenza fra sfortuna e calamità disse: “Se Gladstone cadesse nel Tamigi, sarebbe una sfortuna. E se qualcuno lo tirasse fuori sarebbe, credo, una calamità “.
Isabella De Martini - Docente di Psicologia Medica
Tutti abbiamo letto le lettere di indignazione dei cittadini che faticano a pagare il proprio mutuo, e le dichiarazioni che invocavano le dimissioni. Anch'io, come tutti, avevo seguito la vicenda, culminata, appunto, con le dimissioni del Ministro. Tutto questo avveniva qualche mese fa... poi più nulla! Niente: quotidiani e Tv sembravano avere già archiviato tutto, ed il diretto interessato, politico non certo “di primo pelo,” non ha più battuto ciglio pensando, evidentemente, che quell’episodio intollerabile potesse passare nel dimenticatoio.
Qualche giorno fa ho letto, invece, che l’ex Ministro ed ex coordinatore di Forza Italia ha comunicato di essersi “pentito“ e di volere non solo vendere la casa pagata con denaro altrui, ma addirittura devolvere il ricavato in beneficenza, per poi dedicarsi alla rinascita del PDL. A corollario di questa ultima ipotesi, la notizia riferiva anche di una urgente richiamata a Roma dell’ex-Ministro, da parte di Berlusconi in persona. Dunque si tratterebbe di un raro caso di “pentimento” politico, che non ho idea se comprenda anche l’inserimento in un programma di protezione, da parte dello Stato. Se ben ricordo, però, i pentiti sono sempre stati ritenuti inaffidabili dagli esponenti del partito a cui Scajola appartiene, e solo poco tempo fa ho letto veementi dichiarazioni contro la testimonianza di un tale Spatuzza, assolutamente non attendibile in quanto preveniente, appunto, da un pentito. L’inattendibilità del pentito veniva attribuita al fatto che egli, da tale testimonianza, avrebbe tratto un beneficio (la prosecuzione delprogramma di protezione).
Ma allora i pentiti politici sono diversi dai pentiti di altra natura? Non è che anche il pentimento di Scajola sia anch’esso strumentale, per poter così ritornare, pulito (anzi pentito) come un giglio a servire Berlusconi? Sì, perché non è che dopo il pentimento l’ex-ministro sarebbe pronto ad andare ad assistere le popolazioni disastrate dall’alluvione in Pakistan. No, egli sarebbe pronto a guidare, da condottiero, la rinascita di una Forza Italia allargata!
Pensavo a questo mentre guidavo, ieri sera. Poi ho acceso la radio, la musica era quella di una vecchia canzone di Pierangelo Bertoli (Varsavia), e le parole mi hanno profondamente colpito, sembravano scritte per quanto avvenuto. Le parole sono: “…ci hanno traditi, l’hanno fatto tante volte, con cinismo e determinazione, e hanno messo un guinzaglio all’illusione … e per tutti oggi è un giorno brutto... troppe code di paglia stanno bruciando, troppa rabbia per chi vive ancora sperando in un mondo migliore ”
No, non si può fare finta di niente, in questo caso; non si può giustificare il tradimento della morale. Quanto è accaduto è semplicemente vergognoso! Adler, parlando della vergogna, l’ha giustamente definita come un prodotto del sentimento sociale: in altre parole, senza vergogna per la verità non esisterebbe neppure la società umana. La vergogna compare, infatti, quando è compromesso il valore della persona, e la sua dignità è persa. Adler conclude il suo saggio spiegando come il sentimento della vergogna abbia come effetto (da parte di chi lo prova) un allontanamento dall’ambiente. Ma allora l’ex-ministro non si vergogna? Bene. Se, per sfortuna sua, e nostra, egli non si vergogna, come sembra evidente, allora non vi sono alternative; se vogliamo uscire da quel “giorno brutto” di cui parla la canzone di Bertoli, siano gli altri politici, che sicuramente avranno - loro sì - provato vergogna (per la categoria) riguardo a quanto successo, a pretenderne l’allontanamento per sempre, per evitare la calamità.
Calamità, perché ho usato questo termine? Ho solo preso in prestito le parole di Benjamin Disraeli che, nel rispondere ad una domanda sulla differenza fra sfortuna e calamità disse: “Se Gladstone cadesse nel Tamigi, sarebbe una sfortuna. E se qualcuno lo tirasse fuori sarebbe, credo, una calamità “.
Isabella De Martini - Docente di Psicologia Medica
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