...perché è indubbio che qualcosa sta cambiando. E spiegare il cambiamento in atto è essenziale per fare un successivo passo avanti verso un’Italia davvero “deberlusconizzata”. Convinti come siamo che conta più il futuro del passato, il domani dello ieri, non possiamo però esimerci dal guardare indietro per interrogarsi su un percorso, quello di una destra italiana, che negli scorsi anni è stata “fedele alleata” di Silvio Berlusconi.
Partire dall’inizio può far comodo. La candidatura del ’93 di Gianfranco Fini a sindaco di Roma arrivava nel bel mezzo del crollo della prima repubblica e dopo più di dieci anni di successivi e graduali sdoganamenti della destra missina. Fini segretario del Msi arrivò al ballottaggio contro Francesco Rutelli senza aiutini e senza imprimatur. (Anzi, se aiutino c’era stato era quello di Michele Santoro con la sua Samarcanda). Quasi la metà degli abitanti della capitale scelsero un missino, un postfascista. Poi venne l’esternazione dell’uomo di Arcore. Lì per lì, una destra abituata alle fogne si convinse di guardare per la prima volta il sole. Da tanti, da troppi, uno sdoganamento conquistato con anni e anni di politica pulita fu attribuito a Silvio Berlusconi. Una bruttissima bugia, la prima delle tante. Ma una bugia che intrise di sé la parte della destra postfascista che meno si era “attardata” in analisi ed “elucubrazioni” intellettuali, la parte che meno aveva metabolizzato la policromatica tradizione novecentesca nel tentativo di attualizzarla nella modernità.
Il vulnus del rapporto tra destra e uomo di Arcore è tutto lì. In quella stupidissima e pericolosissima bugia che vuole Berlusconi unico splendido magnifico sdoganatore della destra italiana. Una bugia perfida che nasconde una semplice verità: la destra italiana si è sdoganata da sola, con mille difficoltà, con tanta sofferenza, con la politica, quella vera. E non con la declinazione aziendalista che abbiamo tutti conosciuto in questi anni. Attenzione, c’è sempre stato chi a destra non ha creduto alla favoletta del Berlusconi-principe che bacia i rospi-fascisti. Ma una classe dirigente arrivata al governo in un batter di ciglia si è arresa al flusso della storia, è diventata berlusconiana nell’anima, ha abdicato alla gran parte delle sue istanze per diventare, gradualmente ma inesorabilmente, quello che il padrone di Arcore voleva: il cane da guardia, bavoso, di una potere detenuto da altri. Quei dirigenti hanno messo il cervello all’ammasso, hanno cominciato a comprare i loro libri alla Standa. «Non è irrilevante notare a proposito – ha sottolineato Flavia Perina – che gli ex-An che hanno scelto il Cavaliere, da La Russa a Storace, da Gasparri alla Meloni, appartengono all’area della vecchia An che meno aveva metabolizzato il dibattito politico e culturale, anche ampio, svolto dal partito proprio sul tema dell’aggiornamento della destra e del suo approdo a una dimensione “europea”».
E così una destra missina polimorfa e policulturale, seppur nel suo nostalgismo, si è trasformata, forse senza rendersene nemmeno conto, in quello che si aspettava il padrone: estrema, papalina, reazionaria, xenofoba. E chi peggio ne ha peggio ne metta. Una destra legittima, intendiamoci, ma che davvero non aveva e non ha nulla a che fare con i sogni giovanili di chi pensava alla politica come sogno rivoluzionario. Insomma, «abbiamo sbagliato – scrive sempre Perina – perché dopo tante “svolte”, dopo aver tanto ragionato sulla politica post-ideologica e sulle sue nuove categorie, ci siamo cullati nell’illusione che ci servisse un “Peron italiano” per approdare al mondo nuovo, senza renderci conto che, al contrario, quello schema avrebbe bloccato il paese nell’ossessiva caccia al consenso tipica di tutti i Peron».
Questo è successo in estrema sintesi (e come tutte le sintesi, discutibile). Poi ci sono stati tanti tentativi di alzare la testa, di descrivere e percorrere una destra altra, diversa, laica, non berlusconiana. Tentativi magari azzardati, magari avventati, magari velleitari, magari acerbi e precipitosi (quello del patto con Mariotto Segni, per ricordare il più eclatante). Ma tentativi comunque tutti politici che volevano arginare lo strapotere culturale, e non solo, del berlusconismo. Certo, col senno di poi fanno quasi tenerezza. Bisogna ammetterlo. Però stanno lì a provare che non è vero quel che dicono oggi i neuroni definitivamente berlusconizzati, non è affatto vero che non è esistita una destra che (da alleata, certo: ma quali erano le alternative realistiche in quel momento storico?) ha cercato di controbilanciare, di attutire il potere dell’uomo di Arcore. Lo ha fatto anche quando l’uomo dei miracoli cercava in tutti i modi (magari consigliato da un fascistone come Cesare Previti) di ancorarla al suo nostalgismo e ad un anticomunismo di maniera e fuori tempo massimo.
Per chi non si ricorda, forse vale la pena far tornare alla memoria quel giorno nel marzo del 1998 in cui (lo ho citato anche Gianfranco Fini nel suo discorso di Mirabello) il cavaliere si presentò a un assemblea di An con il Libro nero del comunismo. Forse vale la pena ricordare il disappunto di una destra che già allora stava cercando di andare al di là di categorie morte e sepolte. Una certa destra ci provava, e Berlusconi la tirava indietro con la sua sottocultura politica di cui ha intriso tanti dimentichi di sé. Ecco, questa destra non-berlusconiana oggi ha alzato la testa definitivamente, mettendo in campo tutta la sua capacità di confronto con l’intera società italiana ed europea. Oggi questa destra ha sofferto sulla sua pelle cosa significa il berlusconismo. L’ha sofferto con più di un anno di attacchi gratuiti. L’ha sofferto con la cacciata stalinista-fascista-dittatoriale del 29 luglio. L’ha sofferto con un agosto di veleni da parte dei fogli di regime. Con il tentativo di azzerare il dissenso. Lo ha subito sulla sua pelle con l’odierna richiesta anticostituzionale di dimissione dalla presidenza della Camera dei deputati. Troppo tardi? Sicuramente sì.
Ma non corrisponde a verità il fatto che una parte della destra si sia svenduta al berlusconismo. Magari l’ha sopportato. Magari si è turata il naso. Magari si è opposta con troppo poco coraggio. O magari non era possibile fare di più. Quel di più che, invece, è oggi possibile. Come è possibile navigare in mare aperto, come spiega alla perfezione Luciano Lanna: «Altro che "ricostruzione di An", o "An in sedicesimo" come qualcuno ha insinuato: la politica che Fini ha evocato è quella che va oltre le categorie di destra, sinistra e centro; oltre i vecchi steccati, oltre le vecchie casematte».
Ecco perché quella destra, quella certa destra, oggi si trova a scegliere nuovi compagni di strada. Perché finalmente si avverano i sogni di quei giovani che volevano una politica al di fuori delle ideologie e degli schemi. Ecco, oggi che quella certa destra ha alzato la testa e può dire tutto quel che c’è da dire, oggi che ha le mani libere, oggi che si è lasciata dietro le spalle le scorie di un passato troppo pesante (o imbarazzante), può legittimamente parlare a tutti gli italiani in nome di un futuro in comune. Quella certa destra può rimanere fedele a se stessa solo tradendo se stessa e alcune scelte (sbagliate? obbligate?) fatte. Oggi è un altro giorno. E come dice Padellaro sul Fatto, conta più quel che si è di quel che si è stati. Anche perché in questa destra nuova tanti, tantissimi sono i giovani che ieri non erano nulla e che non hanno responsabilità per gli errori compiuti. Sono tanti, tantissimi quelli che vivono questa esperienza come un’avventura finalmente vera, come l’unica avventura possibile. Perché, forse qualcuno ancora non se n’è accorto, è arrivato il momento della scelta. E turarsi il naso non è più possibile. Non è più sopportabile. Non è più giustificabile. Filippo Rossi
come vede, ho pubblicato il suo articolo senza cancellare una parola, e senza cambiare una virgola. Mi ha convinto? Solo in parte. Solo nella parte in cui tenta di storicizzare (anche con sufficiente onestà) la storia della destra dallo "sdoganamento" in poi. Meno convincente la mole di omissioni e di dimenticanze. Cercherò di aiutarla a rispondere anche alle domande che non si è posto. Dimenticanza? Imbarazzo? Lo capiremo: quando avrò pubblicato questo post, l'avvertirò per email, in modo che, se lo ritiene, potrà replicare, correggere, integrare.No, Rossi, la storia del lungo idillio fra post-fascisti non si risolve con le storicizzazioni da lei fornite. Glielo dice uno che, sommerso da critiche, ha pubblicamente dichiarato che pur di mandare a casa Berlusconi, cambiare legge elettorale, e smontare il "vantaggio TV" del Cav., si alleerebbe persino con Pacciani. Figuriamoci se non si alleerebbe, su un progetto delimitato e temporaneo, con i finiani nuova versione... Però mi corre l'obbligo - proprio per evitare fraintendimenti - di fare alcune precisazioni, ed alcune domande che lei non si è fatto, in questo outing complessivamente sincero.
-a) Nel '94 avete avallato un imbroglio, pur di uscire dal ghetto delle sezioni piene di paccottiglia fascista, ed entrare nei salotti buoni della politica. Avete accettato l'imbroglio della doppia alleanza del Cammelliere (al Nord il Polo delle Libertà, fatto da Berlusconi e Lega, al sud l'Associazione del Buon Governo, formata da Berlusconi e AN); avete salvato la faccia verso i distratti, ma non l'anima. Sapevate benissimo che una volta vinte le elezioni delle due metà d'Italia, avreste dovuto, gioco forza, allearvi, voi nazionalisti, coi separatisti della Lega. E che qualcuno di voi avrebbe dovuto "abbozzare". Avete abbozzato più voi che la Lega. Questione di rapporti di forza.
-b) L'associazione del Buon Governo (sic!) è nata - cosa da voi mai detta con chiarezza, tanto è vero che non la sa nessuno - con la direzione del Prof. Carlo Pelanda, professore della mitica Georgia University, che nessuno conosce. Un bel tipino, Pelanda... lo ricordo ad un talk show tirarsi su dalla sedia per menare - letteralmente - un interlocutore che aveva il torto di non dargli ragione. E lo ricordo cinguettare, pressocchè quotidianamente, su Radio Radicale, col vostro Benedetto Della Vedova. Come cinguettavano! Facevano a gara a darsi ragione l'un l'altro.
-c) Non c'era bisogno di tanto tempo, per sapere chi fosse Berlusconi sul piano etico e politico. Lo sapevate, ma non vi è tornato comodo accettare di averlo capito. Avete accettato lo sdoganamento (e tutto ciò che questo comportava in termini di accettazione del compromesso), perchè avevate fame di poltrone, e fretta di averle. E quindi avete costruito attorno a questa fame arretrata una filosofia della politica che sta in piedi a giorni alterni.
-d) Avete fatto strada insieme per 16 anni (sedici). In questo arco di tempo persino la lega, persino i post democristiani hanno trovato modo di staccarsi, qualche volta. Voi, mai. Neanche per un momento. Avete accettato TUTTO. La legge xenofoba che non porta il nome di Legge Bossi, ma di legge "Bossi-Fini". Bossi-Fini, caro Rossi. Avete lanciato la provocazione del voto amministrativo agli immigrati regolari, ma appena qualcuno ha fatto "bau", avete nascosto la mano che aveva lanciato il sasso. Avete votato contro TUTTE le richieste di autorizzazioni a procedere che riguardavano i ladroni di una certa parte politica. Avete difeso coi denti la più brutta legge elettorale che sia mai stata prodotta nel mondo occidentale, solo perchè il Cav. e la Lega ve lo hanno imposto. Ora arriva l'ammissione - tardiva - che trattavasi di legge-porcata. Cinque anni, per capirlo???
-e) avete difeso la c.d. "legge Frattini sul conflitto d'interessi", quella che statuisce che la "mera proprietà" di una società non comporta conflitto d'interessi o incompatibilità. Questa legge dice - lei lo sa bene - che Confalonieri non può candidarsi a premier, Berlusconi si, perchè della Fininvest è "mero proprietario".
-f) avete strenuamente difeso condoni fiscali, sanatorie edilizie, leggi fiscali con progressività all'incontrario, lavanderie di capitali sporchi, spoil system della RAI e di altro, "lodi" di tutti i tipi (Cirami, Cirielli, Schifani, Alfano) senza battere ciglio, e senza vomitare. Tutto, avete approvato, pur di non mollare un solo strapuntino. Posso capirlo. Quasi mezzo secolo di digiuno, e poi, improvvisamente, l'occasione di fare la grande abbuffata. Gente che una volta si doveva difendere dalle scorze di anguria e dai pomodori, e che adesso "passa in rivista le truppe", coi "nostri regazzi" che fanno il presentat'arm, arm! Provate voi, adesso, a schiodare da sotto il culo dell'imitatore di Marcoré l'auto blu così faticosamente conquistata!.
-g) ora, cacciato Fini dal PdL (perchè è stato cacciato, vero? non è andato via lui perchè la merda aveva raggiunto il foro di troppo pieno!) avete scoperto la filosofia e la dignità della politica, ma sempre a destra, per carità! anche se destra vuol dire Berlusconi!
Mi usi una cortesia, caro Rossi: siete stati "culo e camicia" con Berlusconi per 16 anni. Mi citi, per favore, 8 leggi sulle quali vi siete dissociati da Berlusconi, ed avete votato in dissenso. Non chiedo molto. Otto leggi. Una ogni due anni di convivenza. Altrimenti devo pensare che il suo discorso abbia molto a che vedere con la favola dell'uva acerba. Non è che state rifiutando un pasto caldo che nessuno vi offre più? Detto questo (e mi scuso per la crudezza), iniziate a rifiutare i pasti caldi nei fatti. Alleatevi anche col diavolo pur di affossare le molte porcherie che avere contribuito a creare (dai lodi, ai condoni, alle leggi razziali, ai processi "istantanei" che avete ben approvato, al Senato, nell'attuale sconcia versione, al porcellum, alla "progressività all'incontrario" delle imposte, al precariato eretto a sistema di vita, e via dando di stomaco). Fatelo. Non chiediamo molto. Chiediamo di fare insieme un tratto, di strada, breve e predefinito, che ci conduca fuori dal porcaio nel quale questo paese è stato sconciato in sedici anni di berlusconismo, dal quale non potete chiamarvi fuori da un giorno all'altro, avendone tratto ampi benefici.Chiudo dicendo che mi piace scriverle queste righe oggi, 8 Settembre, anniversario molto importante per chi non ha aspettato mezzo secolo per rinnegare la paccottiglia fascista da rigattiere di paese. Cordialmente, Tafanus
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