Davvero il nanetto da giardino pensava di poter andare avanti per mesi a fare titoloni a otto colonne, tutti i giorni, sui giornali di famigghia, e al contempo di conservare intatti e funzionanti i canali che avrebbero dovuto salvare le dorate chiappe di Berlusconi con un lodo Alfano bis costituzionalizzato, varato "in tutta fretta, che la galera non aspetta"? Oggi AN ha provveduto non solo ad annullare qualsiasi incontro fra l'avv. Bongiorno ed Angelimo Alfano sull'argomento, ma ha dichiarato che la trattativa è chiusa. Angelino il lodo se lo scriva da solo, e poi lo presenti in Parlamento. Fine delle trasmissioni. A questo punto il nanetto si spaventa. Se la Corte Costituzionale, come è molto probabile, boccerà per incostituzionalità l'ennesimo lodo ad personam, un lodo "costituzionalizzato" sarebbe rimasto l'unico strumento salvachiappe per Berlusconi. Ma, si sa... la procedura di modifica della Costituzione secondo la procedura prevista dall'art. 138 è lunga e incerta. Anzi, certissima, nella fattispecie: il lodo salvachiappe avrebbe, forse, la maggioranza semplice in prima e seconda lettura, da Camera e Senato, solo su un testo concordato con FLI, e solo se la campagna acquisti del nano avrà successo, ma mai e poi mai avrebbe la maggioranza dei due terzi delle camere. Quindi dovrebbe essere sottoposto a referendum confermativo SENZA OBBLIGO DI QUORUM, e il nano sa bene che questo referendum lo perderebbe 6-0 / 6-0.
Nel frattempo, di fronte alla rottura di Fini, che accusa (con qualche fondamento, come vedremo) il nano di aver messo in moto la macchinetta dei servizi segreti e della GdF, il nano si spaventa e - seppur senza dismettere i toni arroganti e minatori - smentisce questa infame ipotesi di uso dei servizi. Questo il comunicato odierno di Palazzo Chigi:
"Le illazioni, le voci e le congetture apparse quest'oggi su alcuni quotidiani in relazione a una presunta attività di dossieraggio sono assolutamente false, diffamatorie e destituite di ogni fondamento". Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi, che prosegue: "
I Servizi nelle loro diverse articolazioni e la Guardia di Finanza hanno già provveduto a smentire, non avendo mai svolto alcuna attività, né diretta né indiretta, né in Italia né all'estero, in relazione a queste voci". La nota conclude:
"Di fronte alla gravità di queste insinuazioni la presidenza del Consiglio non può non denunciare la totale irresponsabilità di chi diffonde voci siffatte solo per ragioni di polemica politica, ben sapendo che esse non hanno il minimo fondamento".
(Comunicato AGI delle 12,36)
A questo punto - e premesso che sui comportamenti di Fini continuiamo a vedere lati oscuri e particolari non chiariti a sufficienza - la cosa diventa interessante. Lo diventa, perchè a tirare in ballo GdF e Servizi non è stato oggi 23 settembre Fini, o Il Secolo, o FareFuturo. Nossignori. E' stato, in data 17 settembre - quando si dice la cretinaggine! - il "Giornale di Famigghia"! Ecco l'incipit dell'articolo col quale il Geniale, senza far ricorso all'uso del condizionale, comunica la notizia:
I servizi segreti seguono la pista che porta ai Caraibi
(di Stefano Zurlo - Il Giornale)Tante, troppe coincidenze. Gli stessi nomi che tornano a migliaia di chilometri di distanza. E il sospetto che il pasticcio della casa di Montecarlo possa portare lontano, molto lontano gli investigatori. Così da tempo, a sentire l’agenzia il Velino, Guardia di finanza e servizi segreti hanno deciso di chiarirsi le idee sulla strana vendita dell’appartamento di Blv. Princesse Charlotte 14. E vogliono togliersi una volta per tutte il dubbio che la Printemps, la società off-shore che comprò l’immobile da An, e la sua gemella Timara oggi proprietaria dell’appartamento, non siano collegate attraverso l’ancora misteriosa proprietà ad una storia più grande.
Una storia in cui i segugi delle Fiamme gialle e gli 007 sospettano anche il riciclaggio e l’evasione fiscale sullo sfondo del gioco online. Un intreccio complesso e a tratti non ancora decifrato, ma che pone qualche domanda agli investigatori che ritrovano gli stessi personaggi da una parte all’altra del mondo (...continua...)
Ora, qualcuno potrebbe obiettare: "ma il Giornale pubblica tutto questo ambaradan facendo riferimento - timido e quasi invisibile - ad una fonte di tutto rispetto: nientemeno che l'agenzia di stampa "Il Velino". E allora, poichè la reliability delle fonti spesso riposa sulla storia, l'immagine, i precedenti delle fonti stesse, andiamo a ricordare ai distratti cosa sia, e di chi sia "Il Velino":
"...il Velino è un'agenzia di stampa italiana a carattere nazionale, fondata il 3 novembre 1998 dal giornalista Roberto Chiodi e da Stefano de Andreis. Direttore responsabile è Maurizio Marchesi. Direttore editoriale è invece
Lino Jannuzzi, che ha ricoperto tale carica anche dal 1999 al 2002. La società editrice è l'
"Impronta Srl" presieduta da Luca Simoni
(Wikipedia) Ma purtroppo a volte Wikipedia non è né precisissimo, né aggiornatissimo. Trascura infatti di dirci che Il Velino è stato di proprietà di tale Daniele Capezzone (su cui non sprecheremo molti bytes), che è politicamente un "voltagabbana", come direbbe di altri, con sprezzo del ridicolo, il nano, e tecnicamente un pregiudicato:
"Il 12 febbraio 2010 la Corte Suprema di Cassazione lo ha condannato, in via definitiva, per il reato di diffamazione a mezzo stampa. La Suprema Corte ha respinto il ricorso di Capezzone per una vicenda risalente al novembre 2002, quando ricopriva la carica di segretario dei Radicali Italiani. Attraverso una dichiarazione stampa, questi si era rivolto a Carlo La Speranza, Pubblico ministero nel processo sull'omicidio della studentessa romana Marta Russo, parlando di "comportamenti letteralmente teppistici di alcuni magistrati"
Lino Jannuzzi, feroce fustigatore di comunisti e di toghe rosse, parlamentare berlusconiano, dopo la parentesi 1999/2002, è tornato al Velino l'anno scorso... Quindi il Geniale compie la furbata di tirar dentro la GdF e i Servizi, usando l'indicativo e non il condizionale, e parandosi le chiappe con un breve inciso seminascosto che, just in case, possa scaricare la colpa sul Velino, cioè... su Forza Italia, Capezzone, Jannuzzi...Non è geniale, il Geniale?
Il Velino, più che un'agenzia, ci ricorda un covo di vipere, fatto da gente dai curricula non esaltanti (parere personale, of course...) Basta leggere alcuni passaggi in ordine sparso:
Lino Jannuzzi lascia la direzione del Velino e denuncia l'amministratore - "...l'azienda: "Si va avanti lo stesso, il senatore era solo un direttore di vetrina" - Lino Jannuzzi ha lasciato questa mattina la direzione dell'agenzia di stampa "Il Velino", da lui fondato quattro anni fa. Lo ha reso noto lo stesso Jannuzzi, aggiungendo di aver incaricato i suoi avvocati "di denunciare il signor Stefano De Andreis, che ha gestito fino ad oggi l'amministrazione del 'Velino', per truffa, estorsione, millantato credito, falso in bilancio ed evasione fiscale''. Al senatore ha duramente replicato la società editrice del "Velino". "Jannuzzi - afferma l'editore - cessa da oggi ogni forma di collaborazione con la testata di cui non è stato nè ideatore, nè fondatore, nè tantomeno dipendente, e alla quale ha assicurato soltanto una direzione di vetrina. Il Velino rimane affidato alla guida effettiva di Roberto Chiodi che, nella veste di direttore responsabile, ha garantito fin qui il successo e la crescita della agenzia...".
(giornalismoitalia.it)
Roberto Fontolan è nato nel 1956. Giornalista, ha lavorato a lungo nella carta stampata (
L'Avvenire, Il Sabato) e alla Rai. È stato direttore della televisione del gruppo Il Sole 24 Ore. È docente nel master di giornalismo dell'Università Cattolica di Milano. È direttore di
Oasis, rivista internazionale promossa dal Patriarca di Venezia Card. Angelo Scola. È responsabile del Centro Internazionale di
Comunione e Liberazione (...insomma, un ciellino a tutto tonto. Come Amicone, come Socci, come il secondo Liguori, come il primo Travaglio, come il primo Giordano...) (ilsussidiario.net) Maurizio Marchesi è stato redattore parlamentare e capo del servizio politico del settimanale
Mondadori Epoca sino all’inizio del 1997. Ha collaborato con
Maurizio Costanzo al lancio del primo telegiornale, Contatto, trasmesso su scala nazionale da una rete privata (PIN - Primarete Indipendente), e con Carlo Gregoretti, Enzo Biagi, Enzo Tortora e Pippo Baudo ai programmi originali di
Retequattro. È stato editorialista de
L'Indipendente diretto da Vittorio Feltri e de Il Giornale diretto da Maurizio Belpietro (Wikipedia) E veniamo ad altri pregiudicati: "...Lino Jannuzzi è al centro di un caso nazionale da quando, sul numero del 20 dicembre 2001 di Panorama comparve un suo articolo in cui descrisse un presunto complotto ai danni di Silvio Berlusconi. Il 14 dicembre la storia venne ripetuta in un suo articolo sul Giornale. Jannuzzi sosteneva che nella settimana precedente ci fosse stato in un albergo di Lugano un summit segreto fra: Ilda Boccassini, PM in un processo a carico di Cesare Previti e Silvio Berlusconi; Elena Paciotti, ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, all'epoca parlamentare europeo dei Democratici di sinistra, principale fautrice del mandato di cattura europeo; Carla Del Ponte, già procuratore capo del Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia, che è stata a lungo la corrispondente svizzera per le rogatorie del pool di Milano; Carlos Castresana, capo della procura anti corruzione di Madrid.
L'incontro sarebbe stato finalizzato a definire delle strategie per arrestare Berlusconi. Nel numero successivo di Panorama Jannuzzi riconobbe parzialmente le smentite, dicendo che l'unica smentita attendibile era quella di Castresana, ma scrisse che avrebbe dimostrato l'esistenza dell'incontro, e che in ogni caso esisteva una lobby antiberlusconiana. Lo stesso direttore Carlo Rossella lo difenderà in un editoriale affermando che «il problema esiste». Rossella verrà condannato a risarcire Ilda Boccassini per 12.000 euro. All'obbligo di pubblicare la sentenza relativa all'articolo di Jannuzzi su Panorama, il Cdr del giornale la fa accompagnare dal seguente comunicato:
"Una sentenza del tribunale di Napoli ha ritenuto diffamatorio nei confronti di Ilda Boccassini un articolo di Lino Jannuzzi del 20-12-2001 in cui si riferiva di un incontro a Lugano fra magistrati e politici per «trovare il modo di arrestare Berlusconi". Ci furono smentite e polemiche. In un editoriale pubblicato il 27-12-2001, Panorama scriveva: "Jannuzzi annuncia che dimostrerà che l'incontro c'è stato. Se così non sarà, diciamolo con chiarezza, chiederemo scusa". A fronte di questa sentenza i rappresentanti sindacali di Panorama si rammaricano che sulla vicenda il collega Jannuzzi non abbia fatto la promessa chiarezza, lasciando un'ombra di discredito sul nostro giornale che ha pubblicato il suo articolo". Boccassini, Del Ponte e Paciotti citarono in giudizio Jannuzzi, la Mondadori (presieduta da Marina Berlusconi) e la Società Europea di Edizioni, editrice del Giornale (di proprietà di Paolo Berlusconi).
Tutti e tre i processi si sono conclusi con condanne che riconoscevano la falsità delle parole di Jannuzzi. La Società Europea di Edizione è stata condannata a risarcimenti di oltre 100.000 euro e alla pubblicazione a proprie spese di smentite non solo sul Giornale stesso ma anche su altri quotidiani nazionali.
La Mondadori ed il direttore responsabile di Panorama sono stati condannati a risarcimenti di oltre 250.000 euro.
(Wikipedia) Cosa sia oggi il Velino ce lo dice il sito del Velino:
Impronta S.r.l. - Società editrice de Il Velino
Presidente e A.D.: Luca Simoni - Direttore editoriale: Lino Jannuzzi (ilvelino.it)
"...Lino Jannuzzi sta per tornare (...è tornato - NdR) alla direzione editoriale de ‘Il Velino’, l’agenzia di stampa che fondò oltre dieci anni fa e con la quale ha avuto in passato rapporti burrascosi. Jannuzzi, attualmente anche consigliere del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, comincerà a scrivere alcuni articoli dalla prossima settimana, ma sostituirà solo a marzo l’attuale direttore Daniele Capezzone, il quale si è reso conto dell’incompatibilità tra il suo ruolo di speaker di Forza Italia e la direzione di un’agenzia di stampa. Il posto di Jannuzzi come presidente del consiglio d’amministrazione verrà preso da Luca Simoni, insieme a Capezzone proprietario del ‘Velino’. Direttore Responsabile resta Maurizio Marchesi. (primaonline)
Ma abbandoniamo Il Velino al suo destino (ed al nostro cestino), e torniamo ai penultimi scoops odierni del Geniale e di Libbbero. E, tanto per andare su cose serie, vediamo un estratto di cosa scrive oggi Giuseppe D'Avanzo su (Repubblica) "Ecco come gli uomini del premier hanno manovrato la macchina del fango" - I finiani: "Mossi anche i Servizi"
"Fini ha qualche prova e la ragionevole certezza che le informazioni distruttive che ogni giorno vengono pubblicate da il Giornale e Libero, controllati dal presidente del Consiglio, sono fabbricate in un circuito che fa capo direttamente a Silvio Berlusconi".
Fini, nel pomeriggio di ieri, può dire ai suoi "ambasciatori" che quel che gli viene riferito, quel che gli viene mostrato, quel che ha accertato con indagini private non lascia spazio al dubbio. Gli uomini più esposti nell'aggressione riferiscono passo dopo passo del loro lavoro e delle loro mosse al Cavaliere. Che martedì, alla vigilia del titolo "Fini ha mentito, ecco le prove", ha incontrato Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti, i "sicari" del Giornale, e ieri Amedeo Laboccetta, il parlamentare del Pdl, vecchio esponente napoletano di An, capace di "muovere le cose" nei Caraibi grazie all'influenza di Francesco Corallo.
Altro nome chiave - Francesco Corallo - di questa storia. Figlio di Gaetano, detto Tanino, latitante catanese legato al boss di Cosa Nostra Nitto Santapaola, Francesco Corallo è nei Caraibi "l'imperatore di Saint Maarten", dove gestisce con attività collegate a Santo Domingo alberghi, un giornale, quattro casinò con l'Atlantis World, multinazionale off-shore, partner dei nostri Monopoli di Stato nel business (complessivamente 4 miliardi di euro) delle slot machines ufficiali. Le mani che s'intravedono nella "macchina del fango" che muove contro Fini da mesi sono di Berlusconi, Feltri, Angelucci (editore di Libero), Laboccetta (Corallo), dicono senza cautela gli uomini del presidente della Camera.
"Non è più il tempo della prudenza. Abbiamo sufficienti informazioni per poter ricostruire che cosa è accaduto e per responsabilità di chi". Gli uomini di Fini hanno isolato otto questioni "decisive per capire" e Flavia Perina, direttora del Secolo d'Italia, le ha ordinate come se fossero domande.

-1) "È vero, come ha scritto Libero che c'è un rapporto personale tra l'ex primo ministro di Santa Lucia e Silvio Berlusconi che "deve far tremare Fini" (nell'isola di Santa Lucia è registrata la società proprietaria dell'appartamento di Montecarlo affittato dal cognato di Fini, ndr)?
-2) È vero, come ha scritto il Giornale il 17 settembre scorso che sono stati inviati a Santa Lucia agenti dei Servizi e della Guardia di finanza, e chi li ha mandati?
-3) È vero che a Santa Lucia ci sono, e da tempo, inviati della testata di Paolo Berlusconi, il Giornale e del mondadoriano Panorama?
-4) E' vero che la lettera di Rudolph Francis, con la dicitura "riservata e confidenziale" è stata fatta filtrare alla stampa estera attraverso un sito di Santo Domingo, località di residenza - guarda caso - di Luciano Gaucci?
-5) E' solo una coincidenza che Gaucci sia la "mina vagante" della stagione dei talk show, indicato negli scorsi giorni come possibile ospite eccellente di Matrix, l'Ultima Parola e persino Quelli che il calcio?
-6) Cosa significa l'ambigua nota in coda alla lettera di Francis "le nostre indagini restano in corso in una prospettiva di una determinazione finale"?
-7) E ancora, come è immaginabile che il ministro di un paradiso fiscale giudichi "pubblicità negativa" la segretezza delle società off-shore, posto che essa è il principale motivo per cui il suo Paese sta in piedi?
-8) Dice niente a nessuno il fatto che l'attuale editore di El National, Ramon Baez Figueroa, sia anche proprietario di diverse reti televisive come Telecanal e Supercanal?" [...]
L'ex Ministro della Giustizia di Santa Lucia: una amico personale di Berlusconi - Uomini dei servizi segreti o della Guardia di finanza raggiungono Santa Lucia (la notizia è del Giornale). Devono soltanto sovrintendere che "le cose vadano nel verso giusto", che quel ministro di Giustizia dica quel che deve o fornisca le lettere con intestazione originale che necessitano. E' stato lo stesso Silvio Berlusconi a predisporre le cose potendo contare sul "rapporto personale tra l'ex ministro di Santa Lucia e il nostro presidente del Consiglio". Un legame (notizia di Libero) che "deve far tremare Fini". Bene, viene confezionato il falso. Ora deve arrivare in Italia senza l'impronta digitale del mandante. Bisogna seguire le frecce sul foglio dinanzi a Gianfranco Fini. Da Santa Lucia la lettera farlocca (o ambigua) arriva su un sito e poi nelle redazioni di due giornali di Santo Domingo.
Dagospia, Bisignani, la P2, L'Eni, l'Enel, Gianni Letta... Da qui afferrata come per una pesca miracolosa dal sito Dagospia. Ora - gli uomini di Fini chiedono - chi ispira Dagospia? Credono di saperlo. Anzi, dicono di saperlo con certezza:
"Dagospia, sostenuto dai finanziamenti di Eni ed Enel, è governato nelle informazioni più sensibili da Luigi Bisignani, il piduista, l'uomo delle nomine delicate, braccio destro operativo di Gianni Letta". Da Dagospia l'informazione manipolata slitterà sulle prime pagine di Giornale e Libero. Che potranno dire: abbiamo rilanciato soltanto una notizia pubblicata dalla stampa internazionale.
Le conclusioni di D'Avanzo - Una menzogna che tace e copre e manipola quanto ormai è chiaro a tutti dal character assassination di Veronica Lario, Dino Boffo, Raimondo Mesiano, Piero Marrazzo e ancora prima di Piero Fassino. Il giornalismo, diventato tecnica sovietica di disinformazione, alterato in calunnia, non ha nulla a che fare con queste pratiche che non sono altro che un sistema di dominio, un dispositivo di potere. Uno stesso soggetto, Silvio Berlusconi, ordina la raccolta del fango, quando non lo costruisce. Dispone, per la bisogna, di risorse finanziarie illimitate; di direzioni e redazioni; di collaboratori e strutture private; di funzionari disinvolti nelle burocrazie della sicurezza, magari di "paesi amici e non alleati".
Non ha bisogno di convincere nessuno a pubblicare quella robaccia. Se la pubblica da sé, sui suoi media, e ne dispone la priorità su quelli che influenza per posizione politica. È questa la "meccanica" che abbiano sotto gli occhi da più di un anno e bisogna scorgere - della "macchina" - la spaventosa pericolosità e l'assoluta anomalia che va oltre lo stupefacente e noto conflitto d'interessi. Quel che ci viene svelato in queste ore ancora una volta, con l'"assassinio" di Gianfranco Fini, è un sistema di dominio, una tecnica di intimidazione che minaccia l'indipendenza delle persone, l'autonomia del loro pensiero e delle loro parole. Il presidente della Camera sembra determinato a spezzare il gioco e, saltato il tavolo della non belligeranza, la partita appare soltanto all'inizio e sarà la partita finale.
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Quanti bei ricordi di affari farlocchi, condotti da dilettanti allo sbaraglio, vengono in mente... Qualcuno ricorda ancora l'affare Mitrokhin, con tale Paolo Scaramella, magistrato, sgridato da Paolo Guzzanti, senatore PdL e Presidente di questa commissione-farsa, nata per abbattere Prodi, perchè non riusciva a "produrre" nei tempi desiderati il materiale desiderato? No? allora rinfrescatevi la memoria, rileggendovi questo post: [Litvinenko, Mitrokhin, Guzzanti, Berlusconi...]
E qualcuno ha voglia di rinfrescarsi la memoria con le bufale costruite da tale Pollari, ai danni del centro sinistra, con la bufala Telekpm Serbia, che ha appena portato in galera il "Conte" Igor Marini? Allora si rilegga questo materiale, molto istruttivo... [Pollari e Telekom Serbia - Il Grande Porcaio/1]
Oppure preferite sollazzarvi con le intemerate di Italo Bocchino, che dall'affaire Telekom Serbia, di cui accusava la sinistra, è stato, insieme alla moglie, uno dei pochi beneficiari? Ma si... lo stesso Italo Bocchino per il quale alcuni, a sinistra, si spellano le mani... Allora leggetevi la seconda parte: [...Il Grande Porcaio/2]
...c'è il tempo però per sentire come teste Bocchino. Il parlamentare per tre anni ha sostenuto che parte dei soldi dell'affaire Telekom sono finiti ai leader del centrosinistra. La Procura di Torino ha invece scoperto che a partire dal giugno 2001 circa 4 miliardi di lire, provenienti da una delle tante intermediazioni legate alla compravendita, sono transitati per una società di San Marino e da questa prestati a Bocchino e alla moglie come finanziamento delle loro attività imprenditoriali. Bocchino ammette di aver ricevuto il denaro, ma giura di non aver mai immaginato che si trattasse dei soldi di Telekom. Poi risponde alle domande sulla sua interrogazione, ritenuta dai pm l'inizio dell'intero depistaggio. Non ricorda molto, nemmeno esattamente perché non risulti depositata. Alla fine però lascia chiaramente intendere che a passargli le informazioni è stato Marco Rizzo: un amico del depistatore Volpe, ma anche un uomo ben introdotto al Sismi, tanto da conoscere i nomi di copertura di vari 007 e a definirsi, in un'intercettazione, un agente segreto. Un po' troppo, per un servizio che non ne sapeva niente...
Oppure vi intrigano di più i rapporti fra Pio Pompa e Don Verzé? allora ripassatevi la terza puntata... [...La Grande Porcata/3]
Buon divertimento a tutti. Tafanus
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