Resta un fatto indubbio: allo stato attuale l’unica certezza è che il presidente della camera dispone di circa 45 fra parlamentari e senatori, e con questi numeri è in grado di far saltare il governo se solo Berlusconi si azzarda a portare qualunque decisione sgradita in parlamento, e l'incapace lo sa perfettamente.
Sfortunatamente per il presidente del consiglio sarebbe invece necessario deliberare in fretta una delle solite leggine porcata in quanto a marzo è prevista (direi scontata) una condanna in primo grado per l’affaire Mills, che immediatamente porterebbe a sgradevoli conseguenze politiche non tanto per il centrodestra quanto per il PDL, che si ritroverebbe a fare in conti con una lega al 16-18% su scala nazionale ed oltre il 30 al nord, dove il PDL perderebbe importante peso politico a favore dell’”alleato”.
Alleato che poi proprio alleato non è: al di là delle vecchie storie di Bossi che definiva Berlusconi “mafioso”, vi sono ripetute delazioni che vorrebbero Berlusconi ormai sul viale della definitiva uscita di scena per venire sostituito dall’Intellighentzia (?) leghista, con un primo ministro sostanzialmente targato Lega che risponde al nome di Giulio Tremonti.
In altri termini, si tratta di decidere come affondare l’ingombrante pachiderma rappresentato dal premier per aprire una nuova fase politica dove la lega sia in effetti il partito di maggioranza relativa e decida l’inevitabile partenza di un federalismo fiscale che giorno dopo giorno somiglia sempre di più ad un “salviamoci la pelle” da parte delle regioni del Nord.
Ora, in perfetto stile “caudillo”, Berlusconi ha capito che di amici non ne ha, ed i cosiddetti fedeli lo sono esclusivamente per interesse personale: ciò genera la forte preoccupazione legata ad un ritorno alle urne che di fatto metterebbe il capo del governo nelle condizioni di non poter stravincere con percentuali bulgare le elezioni che sancirebbero un'avanzata del centro, da valutare al 10-12% circa.
Attendere marzo permette di abbandonare all'oblio Fini non appoggiando la sua presenza TV, cosa che in questo paese equivale alla morte politica dell'interessato. In ogni caso con l’attuale legge elettorale su base regionale il senato sarebbe fortemente a rischio, con una maggioranza nel migliore dei casi risicata e nel peggiore inesistente (se solo la sinistra dura e pura si raggruppasse, evidentemente…).
Questo, attenzione, con la disponibilità di cinque TV e mezzo su sette, ma con il serissimo pericolo che la7 possa spostare in maniera abbastanza notevole con il suo nuovo TG gli equilibri presenti, ragionevolmente a favore di Fini... in definitiva uno spostamento clamoroso di peso politico che obbligherebbe l’incapace a mediare con l’opposizione da una posizione molto meno favorevole di quella odierna.
Traduzione: la lega tratterebbe sostanzialmente da pari il PDL, gestendo in modo molto più pesante lo strapotere televisivo berlusconiano, primo motore immobile del suo potere. Appare infatti chiaro che tutto il gotha leghista ha ben compreso che le TV e le banche rappresentano la vera leva del potere in Italia, e le future spartizioni riguarderanno anche i media, compreso internet.
Ala finestra, il PD e l’IDV lanciano strali contro il “governo decotto” proponendosi quali alternative al governo: qualcuno dovrebbe però spiegare a Bersani (e soprattutto a Di Pietro…) che cavalcare lo stesso carro già sfruttato da Berlusconi durante le ultime elezioni funziona poco, atteso che l’elettorato (soprattutto quello di sinistra) ha già provato sulla propria pelle quali siano i risultati di un ennesimo Ulivo, a partire dalla storica genialata di Bertinotti, peraltro ripetuto con i risultati scoraggianti che conosciamo anche da questo governucolo del fare. Pena.
Chi analizza attentamente i trend di disaffezione e di insofferenza nei confronti della casta ha da tempo segnalato il rischio di forte contestazione della società civile che si sta enfatizzando giorno dopo giorno, fomentata da episodi gravissimi di regressione autoritaria (l’esempio dell’allontanamento dei ricercatori non allineati a Bologna ne è un esempio lampante). Le recenti contestazioni del discutibile inquilino di palazzo Madama ma anche del molto discutibile segretario CISL hanno fatto scattare nei palazzi numerosi campanelli d'allarme, portando alla convinzione che nonostante 15 anni di tv compiacenti, l’evidenza della incompetenza di questo governo ha raggiunto una buona parte della popolazione, che inizia ad averne piene le tasche.
Ricordate quello che il Tafanus ha pubblicato ormai un anno fa? PIL in caduta libera, avanzo primario azzerato, entrate fiscali in crollo, disoccupazione in aumento, tagli indiscriminati a scuola e sanità pubblica, corruzione dilagante.
Tutto (ahinoi) puntualmente verificatosi sia nei modi che nelle entità previste, in particolare la diminuzione del PIL preconizzata in [Cassandra Crossing], (oggi rileggerlo mi mette i brividi) e in [Le tre "I": Ignoranti, Impreparati, Incompetenti].
Benché non mi piaccia guardare nella sfera di cristallo, penso sia il momento di ricordare il Kennedy di "non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, ma cosa puoi fare tu per il tuo paese", lanciando a questo punto una piccola inchiesta: quali pensate siano gli aggiustamenti legislativi necessari a breve termine per fare sì che si inverta il trend allo sfascio di questa nazione?
Alex Cariani
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