Parola di Oscar Lancini, Sindaco leghista di Adro (Ader): “La Lega non c’entra, quello non è un simbolo leghista, il sole delle Alpi è sempre stato un simbolo del paese”.
Per questo, spiega, compare in ogni angolo della scuola pubblica che ha recentemente inaugurato. Dall’ingresso al tetto, dai banchi ai bagni. Su muri, porte, posacenere e cartelli. Campeggia persino sulle finestre, dove una fila di bambini stilizzati si tengono per mano uniti dal simbolo. Ma per Lancini quel simbolo non è affatto di parte, né tanto meno il logo del Carroccio"
Il Sole delle Alpi a sei raggi è chiaramente riconoscibile nei graffiti camuni Ma ecco come il nostro patrimonio comune camuno si è evoluto nel corso dei millenni:
Cannabis Sole delle Alpi Sòla Patana
Svastica Patana Stemma di Ader Merda Patana
Ma, a parziale giustificazione del borgomastro di Ader, del Senatùr e della Santa Ignoranza, bisogna riconoscere le attenuanti. Prima di tutto, non c'è nessun nesso fra la rosa camuna,il simbolo della Lega, e Alberto da Giussano. Capita che una rosa camuna si infili in un simbolo, o che Alberto da Giussano passi dalle gloriose bici Legnano al simbolo del partito patano, e che nulla di tutto questo finisca nello stemma del glorioso comune camuno di Adro (Ader):
Alberto da Giussano Legnano Alberto da Giussano Patano
Quindi, siamo avvisati. Il "Sole
delle Alpi" non è un simbolo della Lega. E' un simbolo dei Camuni. Ma
chi erano i Camuni? Leggiamo su Wikipedia:
"I Camuni erano un popolo dell'Italia antica stanziato nell'Età del ferro (I millennio a.C.) in Val Camonica [...] Popolo di origine oscura, risulta insediato in una regione, la Val Camonica, segnata già da una millenaria tradizione culturale, risalente fino al Neolitico [...] Sottomessi a Roma all'inizio del I secolo d.C., i Camuni furono progressivamente inseriti nelle strutture politiche e sociali dell'Impero Romano (...ahahah!...) [...] Fin dalla seconda metà del primo secolo ottennero la cittadinanza romana, subendo poi - come tutti i popoli della Gallia Cisalpina - una rapido processo di latinizzazione sia linguistica, sia culturale, sia religiosa (...insomma, da 2.000 anni, sono dei ben tollerati sudditi di Roma Padrona, ai quali, forse troppo tempestivamente e troppo generosamente, Roma ha concesso i "papiérs"...NdR)
Ora, le conseguenze giuridiche di questa situazione sono evidenti. Il marchio dei Camuni, per ammissione del borgomastro di Adro (Ader) non appartiene alla Lega. Quindi appartiene, per diritto di usucapione, a chiunque lo voglia, per farne ciò che ritiene più opportuno: un ricamo a punto e croce, un pitale, uno zerbino, il coperchio di un bidone per la spazzatura, uno scudo per Alberto da Giussano, un bersaglio per il gioco delle freccette nei pubs...
E poco conta che il Fatto Quotidiano abbia pubblicato la documentazione secondo la quale il marchio apparterrebbe alla "Editoriale Nord Scarl", che lo avrebbe registrato nel 1999 presso l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, con la seguente, fantastica descrizione (il borgomastro di Ader non avrebbe potuto dire meglio): "Sole delle Alpi costituito da sei raggi disposti all’interno di un cerchio il cui raggio fornisce la cadenzatura dell’intera costituzione (?). I vertici dei sei petali intersecano i vertici di un ipotetico esagono iscritto nel cerchio”.
La Società Editoriale Nord Scarl controlla l’universo mediatico del Carroccio, dal quotidiano La Padania alla radio di via Bellerio, ed è presieduta dal quartier generale leghista: Federico Bricolo, Roberto Cota, Rosy Mauro, Stefano Stefani, Giancarlo Giorgetti e Marco Reguzzoni. Per citare l’attuale cda. Nata, ovviamente, sotto la guida del “capo” Umberto Bossi, che ne è stato sindaco dal primo giorno. Insomma quel simbolo sarebbe roba loro.
Per inciso, la prima richiesta di registrazione risale al 1996, quando tra i sindaci figura anche il Senatùr, e l’Editoriale pubblicava “
Soldi sporchi al Nord”, un libro di denuncia contro imprenditori diventati miliardari grazie ai rapporti con il crimine organizzato. Nel testo, ampio spazio era dedicato a
Marcello Dell’Utri, mentre
Silvio Berlusconi si conquistò addirittura l’intero ultimo capitolo, dall’eloquente titolo “
Berlusconi è mafioso? Diciassette buone occasioni”. Sulla copertina ancora non c’era il sole delle Alpi. Perché ancora dovevano impossessarsene. I
nfatti se l’Alberto da Giussano è stato copiato dal simbolo delle biciclette Legnano, e poi spacciato come liberatore e guida del popolo Padano, il sole a sei punte è un antico emblema euroasiatico diffuso dal VI secolo avanti Cristo, e presente in India come nel Nord Europa, oltre che in alcune chiese tra Toscana e Puglia, a Ischia e a Roma. Ma è piaciuto così tanto in via Bellerio da spingere i leghisti a registrarlo come marchio. Difficile dunque sostenere che non sia un simbolo del Carroccio, come fa il sindaco di Adro. L’Editoriale Nord se ne è appropriata, registrandolo. E’ un marchio, cioè un segno distintivo di chi lo registra, protetto dal diritto perché è un bene privato.
Con la registrazione del marchio hanno ribadito che quella è roba loro, mica di un paese perso nella provincia bresciana. Ora dalla scuola il marchio dovrebbe essere rimosso, considerato che il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, ha ribadito che i simboli politici devono essere tenuti fuori dagli istituti scolastici. O la Lega magari potrebbe denunciare la scuola. Improbabile, considerato che è dedicata a Gianfranco Miglio, da sempre ideologo del Carroccio. E Umberto Bossi si è dimenticato di essere proprietario del marchio, tanto che ieri con una dichiarazione pubblica ha dato ragione al sindaco di Adro: “E’ un simbolo del nord, di quella gente”, ha detto.
Così, visto che né dal ministero, né dal quartier generale padano, nessuno muove un dito, nonostante le polemiche degli ultimi giorni, [Il Fatto Quotidiano] ha pensato che forse vale la pena agire. Sul sito del giornale è stata lanciata una raccolta firme che chiede di cancellare i simboli padani da una scuola pubblica.
Ora, anche se fosse vera la singolare teoria del "Fatto", al quale risulterebbe - con tanto di numero di protocollo - che il marcio è della Lega, noi dobbiamo dar credito alle parole di due uomini d'onore come il Borgomastro ed il Senatùr, e quindi consideriamo questo simbolo a disposizione di chiunque. Il marchio è "di quella ggente". Quindi anche nostro, patani di nascita o di adozione, e romani ladroni, in quanto dominatori, da oltre 2.000 anni, delle ggenti Camune.
Le stupefacenti, schizofreniche dichiarazioni di MaryStar Gelmini (come arrampicarsi su uno specchio insaponato)
«Francamente il sindaco di Adro ci ha abituato a un certo folklore, a un certo estremismo, che ovviamente io come ministro dell’istruzione non condivido» (12 settembre).
«Coloro che hanno polemizzato contro il sindaco di Adro dovrebbero farlo anche le molte volte che ci sono simboli della sinistra che entrano nelle aule» (13 settembre)
«Il sindaco si è giustificato dicendo che il sole delle Alpi non fa riferimento a un simbolo della Lega. Rimango comunque perplessa su questa iniziativa così come quando nella scuola entrano simboli politici. I benpensanti stigmatizzano il fatto ma dimenticano quando la sinistra cavalca certe situazioni». (15 settembre)
[Euroquotidiano.it] si chiede (e noi ci associamo e completiamo): "...potrebbe cortesemente, il ministro, spiegare dove, come e quando ha visto un sol dell’avvenire, o una falce e martello, o un ritratto del Che, o un poster di Mao, su zerbini, cestini, banchi e sedie di una scuola pubblica?...". Attendiamo la risposta della ministruzza con malcelata impazienza. Tafanus
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