"Foreign Policy" è una delle più autorevoli riviste specializzate americane di politica estera. Normale quindi che molti ogni tanto ci diano uno sguardo... Ieri, la "sorpresina". Copertina dedicata all'Italia. Titolone in copertina (che non richiede traduzione):
The Bordello State
Insomma, il Cammelliere di Arcore ha colpito ancora. L'articolo si apre con un celeberrimo verso di Dante, che ben si adatta a capire quale sia la magnifica immagine dell'Italia, che il Cammelliere lascerà in eredità a chi verrà dopo di lui. Tutto il lavoro di Prodi e di Ciampi buttato nel cesso:
Il testo in lingua originale lo lascio integralmente in calce per coloro che leggono l'inglese, e per i tanti stranieri che onorano il Tafanus con la loro frequentazione. Nella sua stesura originale 'l'articolo è molto godibile.Per gli altri (la maggioranza) riporto la sintesi tratta dall'Unità.
“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” La citazione dal VI canto del Purgatorio dantesco fa da epigrafe a un reportage dal titolo esplicito, “The Bordello State”, pubblicato da Fp – Foreign Policy, stimato e quotato magazine di politica internazionale edito a Washington e molto seguito anche attraverso il suo sito. La foto, nel caso sorgessero dubbi, ritrae il nostro premier. La tesi dell'articolo a firma di James Walston è che il premier è in crisi nera. Ma non è quello il dramma. Il dramma sta nella conclusione, per noi amarissima: “Dante è citato spesso (nel servizio) per una buona ragione: lo Stato è precipitato all'Inferno”. E' un “bordello”, grazie anche alle frequentazioni di escort. E chi riprende Dante è uno studioso dell'università di Princeton, l'italiano Maurizio Viroli, nel libro “La libertà dei servi”. Dove scrive: "l'Itala è riuscita nell'esperimento politico di trasformare, senza violenze, una repubblica democratica in una corte intorno a un signore feudale circondato da una pletora di cortigiani ammirati e invidiati da una moltitudine di persone con spirito servile”. Come rimproverava il poeta agli italiani sette secoli fa.
Walston riprende la citazione del bordello dall'Alighieri e da un libro postumo del 2006 di Paolo Sylos Labini. E riprende l'analisi e l'appello dell'economista “di un'integrità assoluta” che vedeva il Paese nell'abisso, che voleva difendere le regole del mercato dal potere politico ma dove lo spropositato conflitto d'interessi di Berlusconi si è fatto bellamente beffe di quelle regole.
Dopo di che, mentre l'Italia è stata schiaffeggiata da tempeste interne, oltre che quelle internazionali, “le residenze del primo ministro sono diventate dei bordelli, e non solo metaforicamente”. Le notizie delle escort non sono rimaste entro i confini patrii. Ma l'articolista affonda il coltello sull'ultima estate del premier. “Dalla fine di luglio è mancata una leadership chiara”. Watson ricorda che il premier in agosto ha minacciato le elezioni per mettere nell'angolo Fini e i suoi. Poi, “come i sondaggi hanno mostrato che l'unico vero vincitore in un voto anticipato sarebbe stato Bossi”, e che forse non otteneva una maggioranza al Senato, allora Silvio ha inserito la retromarcia. Così ora parla di altri “tre anni” di governo e di far passare i famosi cinque punti su economia, il Sud, il federalismo fiscale, la sicurezza e la giustizia. E, ricorda l'articolista, questo è il punto più controverso. “Perché garantisce a Berlusconi l'immunità” dai processi penali.
Lo sguardo dall'estero, attacca Walston, non è meno desolante. Il nostro premier, dice, si vanta che la sua politica estera è “l'invidia d'Europa” ma la realtà è diversa. La settimana ha attaccato Fini da un forum internazionale sulla politica globale in Russia, poi ha criticato per “l'ennesima volta” i “giudici comunisti” che gli impedirebbero di governare, poi ha dato un caloroso benvenuto al dittatore libico Gheddafi, infine ha definito Putin e Medvedev “un dono di Dio per la democrazia russa”. Noi in Italia lo sappiamo, il giornalista sembra stupirsi anche se sa. E più imbarazzante di tutte, la notizia del peschereccio mitragliato dalla motovedetta libica donata dal governo.
Intanto i dolori interni si “moltiplicano”. Stando ai sondaggi, Berlusconi è sceso del 4,9% nei favori degli elettori arrivando al 37% e mentre va a caccia di parlamentari il Pdl è calato ancora e sta sotto il 30%.
Il Foreign Policy non dimentica il caso P3, ricorda come l'associazione abbia manovrato nell'ombra e con denaro per cercare di defenestrare Prodi nel 2007. E aggiunge: alcuni indagati parlano come per fuggire da una nave che sta affondando. Ma Berlusconi “è preoccupato della sua sopravvivenza mentre l'Italia è in guai grossi”. Il declino, iniziato quasi 20 anni fa, si è fatto più pesante, il World Economic Forum non vede da noi una ripresa e ci colloca al 48esimo posto nella competitività mondiale, dietro la Lithuania prima del Montenegro. Intanto la disoccupazione giovanile è salita al 29.2% in maggio.
Le rivelazioni, gli scandali sui protagonisti del Pdl o su affaristi, non fanno “colore” giornalistico, stavolta. Piuttosto fanno immaginare a Watson uno scenario perfetto per l'opera verdiana del “Rigoletto” (forse ha visto la recente versione della Rai in tv mandata in mondovisione): trame, intrighi e il gobbo che intona “Cortigiani vil razza dannata”. Perché il dramma autentico, scrive amareggiato Walston, “non che se alcune donne sono entrate in Parlamento passando dalla camera da letto, è che donne e uomini, giornalisti e professionisti, hanno abbandonato la loro volontà di pensare e i loro principi”.
(L'Unità - L'Italia di Berlusconi è un bordello)
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Today's Italy has been battered by even more internal storms, as well as the obvious international economic ones; since then, the prime minister's residences have become brothels -- and not just metaphorically. Above all, the ship of state is close to being rudderless. So I am not the only person in Italy quoting Dante these days.
There has been a lack of clear leadership since the end of July, but over the last fortnight the lack of direction has become paroxysmal. For most of August, Berlusconi threatened elections in order to bring Gianfranco Fini, the rebellious former ally who broke with the prime minister in July and formed his own party, and his followers to heel. Then, as polls showed that the only real winner in an early vote would be Umberto Bossi and the Northern League, which favors autonomy for Italy's north -- and, worse, that there was a good chance that Berlusconi would not win a majority in the Senate -- he started backpedaling. These last few days, his public statements once again refer to "three more years in order to carry out the Great Reforms." The immediate aim is to pass a motion supporting a five-point plan concerning the economy, the South, fiscal federalism, justice, and security. The most controversial issue is "justice," which for Berlusconi means giving the himself immunity from prosecution ("in order to get on with the job of governing," he says). Devolved spending powers are fundamental for the Northern League, but others in the center-right are worried that poorer parts of the country will lose support.
Berlusconi boasts constantly that his personally run foreign policy is the envy of Europe, but the reality is different and as counterproductive as much of his domestic policy. Last week, he used his presence at the Kremlin-organized Global Policy Forum in Yaroslavl, Russia, to take a swipe at Fini (without naming him), saying there were some who had created "little political businesses" (aziendine) in Italy; then he made the nth complaint that "communist judges" were stopping him and his people from governing; and finally, to cap his effusive welcome to Libyan dictator Muammar al-Qaddafi two weeks ago, came the remarkable statement that his hosts Prime Minister Vladimir Putin and President Dmitry Medvedev were "God's gift to democracy" (pity that the Economist had beat him to it with a cartoon showing Putin's real love of democracy and the press). More embarrassing still was the news that one of Libya's Italian-donated coast guard launches had machine-gunned an Italian fishing boat.
Meanwhile, Berlusconi's domestic woes are multiplying. The editor of one of his own papers, Vittorio Feltri in Il Giornale, criticized the prime minister this week for being indecisive and lacking leadership. Worse, his personal approval ratings are at 37 percent (down 4.9 percentage points since June), with his People of Freedom Party below 30 percent (down from 33.2 percent in June and 37.4 percent in the 2008 elections), according to an early September Demos poll. We will know whether the "three more years" proposal has any chance whatsoever at the end of the month when the Chamber of Deputies, Italy's lower house of Parliament, debates Berlusconi's five-point plan and votes on it. In the meantime, the prime minister appears to be on a shopping spree, hoping to pick up independents to make up the loss of defectors to Fini -- he needs 19 to have a secure majority. [di James Walston - Foreign Policy]
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