Nelle ultime ore il Tafanus, col supporto dei servizi di intelligence, e grazie ad alcune intercettazioni di TG e di giornali-radio, ha accertato, in maniera inequivocabile, che alla guerra, talvolta, si muore. Sembra accertato in via definitiva, da indiscrezioni provenienti dai Servizi, che alla guerra si muore anche quando questa tenta di passare inosservata facendosi chiamare "Missione di Pace".
Ormai i talebani si sono fatti furbissimi, ed anche se vedono un cespuglio con la forma e le dimensioni di un blindato, che si muove producendo uno strano rumore meccanico, nel dubbio, tirano un razzo. Sembra che adesso La Russa stia pensando di travestire i blindati da mietitrici, o da carri allegorici. Riusciranno i nostri larussi ad ingannare i Talebani?
P.S.: Messaggio per Salvini & Gentilini
Erano tutti in forza al VII Reggimento Alpini di stanza a Belluno, inquadrato nella brigata Julia, i militari travolti dall'esplosione 1 che, in Afghanistan, ha investito un blindato Lince nel distretto di Gulistan. Nell'attacco hanno perso la vita il primo caporal maggiore Gianmarco Manca, 32 anni, di Alghero, il primo caporal maggiore Francesco Vannozzi, 26 anni, di Pisa, il primo caporal maggiore Sebastiano Ville, 27 anni, di Lentini in provincia di Siracusa e il caporal maggiore Marco Pedone, 23 anni, di Gagliano del Capo in provincia di Lecce. Il militare rimasto ferito è il caporal maggiore scelto Luca Cornacchia, 38 anni, di Pescina in provincia dell'Aquila.
Come Salvini & Gentilini potranno constatare, di tutti gli "alpini" morti o feriti gravamente nella "missione di pace" di cui il centrodestra è così ferocemente orgoglioso, fra i "nostri regazzi", non ce n'è uno che provenga da qualche posto a Nord del Dio Po, e forse nessuno che in vita sua abbia visto le Alpi. Il più "nordista" era un pisano. Poi c'era un sardo, un siciliano, e due pugliesi.
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