Condanno il fatto ma non solidarizzo con lui. Mi sta sullo stomaco questo liquame pietistico che ad altro non serve se non a ridare dignità a chi non ne ha; a promuovere come eroi gli inetti; a traslocare gli artefici della violenza dalle fabbriche dell'odio alle piazze mediatiche del vittimismo.
Mi sono sempre sentito sputare addosso ogni qual volta l'ho visto pontificare dagli schermi televisivi. Le sue parole sono più violente e gravi e offensive di un qualsiasi pugno. Scorretto questo, beninteso, ma ancor più scorrette quelle. E all'unanimità delle esecrazioni contro l'ignoto pugile, purtroppo, non corrisponde altrettanta unanimità contro i di lui pubblici fendenti.
Insomma, si interviene sempre, ed ipocritamente, a fatti avvenuti per solidarizzare con le vittime. Mai che mai avvenga che ci si mobiliti a condannare preventivamente gli aguzzini. Come avviene per i soldati che tornano cadaveri da una guerra voluta dal sadismo dei politcii e assecondata dalla stupidità degli inetti: di frammezzo ci sono sempre i poveri cristi (tutti del sud) che per un pezzo di pane rischiano grane.
Aldo Antonelli
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