Mi piace regalare questa storia oggi, mentre sulla stampa, nella vita, sulla rete, impazza la lurida storia di Mr. Bunga Bunga. Questa storia valga come antidoto contro la volgarità esistente. La storia, gli appassionati di tennis forse la conoscono, ma non tutti ne hanno visto la commovente conclusione.
Elena Dementieva, 29 anni, è una tennista stimatissima, amatissima, e personaggio molto singolare del panorama tennistico. Professionista da 12 anni, ha vinto moltissimo (incluso l'oro olimpico a Pechino 2008), ma non ha mai avuto il piacere di vincere un torneo del Grande Slam, che pure avrebbe strameritato. Su 624 settimane di professionismo, ne ha trascorse più della metà fra le "top-ten": una continuità di rendimento impressionante. Molto amata anche in Italia, dove ha fatto un certo percorso come compagna di doppio di Flavia Pennetta.
Seguita ed allenata per tutti questi anni dalla mamma, una dolcissima e competentissima persona, che le faceva da madre, da manager, da coach, e... da materasso. Non ho mai visto, infatti, Elena prendersela con un'avversaria, o con un giudice di linea, o con uno spettatore rumoroso... Quando qualcosa non girava, c'era la mamma-coach, in tribuna, a fare da contenitore ai suoi malumori. Poi passava, e si ricominciava daccapo.
Anche in questi giorni era ai vertici: era a Doha, fra le otto più grandi singolariste e le otto più grandi doppiste del mondo, a contendersi il Master, il Torneio dei Tornei, il Dottorato. Ieri sera, dopo aver perso il suo incontro contro Francesca Schiavone, il colpo di scena: usciva dal torneo, ma con una cerimonia di premiazione che all'inizio nessuno di noi si aspettava, e che quindi, almeno inizialmente, nessuno ha capito. Poi, in un gorgo di commoziomne che ha travolto tutti... abbiamo dovuto capire ed accettare...
A 29 anni, e mentre è ancora al top delle classifiche mondiali, Elena lascia. Forse fra qualche giorno, magari da qualche nostra amica, sapremo perchè. Elena, grande fino all'ultimo istante... Neanche a Francesca Schiavone aveva detto niente di questa sua intenzione, perchè avrebbe potuto condizionarne il modo di giocare, magari renderla meno combattiva, chissà...
Forse in questa sua grandissima umanità e correttezza bisogna cercare la ragione del fiume di lacrime sgorgate sul centrale di Doha. Non solo la bellissima madre, ma anche tutta l'élite del tennis. Ragazze, donne, che in altri contesti, meno puliti di questo, avrebbero gioito per l'improvvisa scomparsa di una pericolosa concorrente. Lo confesso, anche a me, per un attimo, sono venuti gli occhi rossi...
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