Mettiamola così: se foste proprietari di una meravigliosa villa storica che avete affittato e, dopo una ristrutturazione costata una quantità inenarrabile di soldi, improvvisamente una parte importante della costruzione crollasse improvvisamente, cosa fareste?
Il codice civile dice che il responsabile del crollo, almeno dal punto di vista civile (da quello penale l’accorciamento dei termini di prescrizione di fatto cancella qualunque colpa) è la persona a cui è stata delegata la gestione dell’immobile. Almeno un po’.
Già. Vedete un po’ questo [blog su Pompei], dove si certifica che si è spesa una quantità francamente indecente di soldi per portare a questi risultati, segnalati sia su [natura.forpassion.net], che su [travel.fanpage.it] del Corsera, o su [artchart.it]
Ora, che il buontempone Bondi affermi “se avessi responsabilità mi dimetterei”, sa di presa in giro: chiunque abbia la possibilità di navigare in rete scoprirebbe nel giro di qualche minuto che la condizione dei monumenti Italiani è perlomeno precaria, ma del resto chi ha certificato che “i lavori a Pompei sono stati effettuati a regola d’arte” è un sottosegretario del governo Berlusconi. Il suo nome? Nicola Cosentino… (...un nome, una garanzia... Taf)
Ora, capiamo bene che per continuare a fornire al ministero della difesa 20,34 miliardi di euro l’anno qualche sacrificio si dovrà ben farlo, per esempio limitando a 500 milioni il budget del ministero dell’ambiente o a qualcosa come 700 milioni per il ministero dei beni culturali: significa in soldoni tagli del 70 per cento circa rispetto a tre anni fa, e che nel caso del ministero dei beni culturali sono sufficienti giusto giusto per pagare gli stipendi e fare investimenti di mantenimenti ridicoli in un paese come l’Italia che dispone di circa il 70% del patrimonio mondiale dei beni artistici.
Per esempio, nel 2010 gli stanziamenti per recuperi ambientali valgono circa 119 milioni, che diverranno 43 e mezzo nel 2011 e 34 e mezzo nel 2012 (vedi file PDF, estratto dalla gazzetta ufficiale tratto da [architettiroma.it].
Del resto, già dall’articolo del sole 24 ore del 7 luglio 2008, ripreso da [eddyburg.it] il concetto è chiaro: i costi che non sono direttamente gestibili vengono tagliati senza pietà.
Ora, un ministro serio, dopo una sforbiciata così massiccia del budget, avrebbe dovuto chiaramente segnalare i rischi che avrebbero corso i monumenti, lasciati di fatto senza alcuna manutenzione, che in generale è quello che accade a qualunque costruzione lasciata a sé stessa.
Bondi, ineffabile, scarica la colpa prima sui funzionari, poi - resosi conto del fatto che da almeno due anni uscivano a scadenze regolari articoli che segnalavano il problema - si premura di dire che darebbe le dimissioni se davvero fosse sua la responsabilità.
Suvvia, ministro Bondi, sia serio: che vi fossero tagli sostanziali al suo ministero se ne deve pur essere reso conto, e, benché capisca la sua sostanziale valenza nulla in termini di competenze, si deve pur essere reso conto che diminuire gli investimenti utili al ripristino dei beni architettonici del 63% nel 2011 e del 71% nel 2012 possa causare qualche piccolo problema.
Sinceramente non ho letto nulla di sue minacce di dimissioni o di segnalazioni relative al rischio di crolli, poi (è cronaca di oggi) sinistramente avvenuti.
Già. In Italia però tutto passa dalle solite porte: in effetti la lettura di questo pezzo di [Sergio Rizzo] chiarisce che, come al solito, quando vi sono interessi, la fonte di gestione è sempre la fabbrica di incapaci che prende il nome di Protezione Civile, che commissaria Pompei dal 2008 con i risultati desolanti che tutti vediamo.
Un ultima cosa, egregio Bondi: se in luogo di cicaleggiare fra poemi si dovesse decidere a lavorare facendo il ministro dei beni culturali in luogo del coordinatore del popolo dei ladroni, faccia un giretto su Facebook: magari si renderebbe conto che esiste dal 2008 un gruppo che si chiama «Stop killing Pompei ruins». Che detiene un record di adesioni, principalmente dall’estero.
Chi ha orecchie per intendere, in tenda. Gli altri, in roulotte. Magari trainata da una escort, per rimanere in tema."
Axel
APPENDICE ARBITRARIA
La poesia (?) di Sandro Bindo Bondo "A Silvio"
Vita assaporata
Vita preceduta
Vita inseguita
Vita amata
Vita vitale
Vita ritrovata
Vita splendente
Vita disvelata
Vita nova
Che vita di merda! (nota abusiva, clandestina e portoghese di Tafanus)
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