Emanuela Baio, 54 anni portati splendidamente, Senatrice nelle file del PD. Laureata in Lettere con tesi in Storia Contemporanea, è stata giornalista della'ANSA, di Avvenire e de Il Sole24Ore. Eletta senatrice tra le file della Margherita nella XIV Legislatura. Confermata nella legislatura successiva, è attualmente membro per il gruppo PD-L’Ulivo della 12ª Commissione permanente (Igiene e sanità), della Commissione speciale per la tutela e la promozione dei diritti umani, e della Commissione parlamentare per l'infanzia.
L’attività parlamentare della senatrice è stata caratterizzata dall'intenso lavoro svolto a tutela delle categorie sociali più deboli, affrontando i problemi legati alla precarietà del lavoro, agli standards educativi e di vita, alla salute, alla violenza minorile, all’educazione nelle scuole, al rispetto delle diversità, e per la piena partecipazione sociale, civile ed economica degli emarginati della società, prodigandosi contro ogni discriminazione. Dal 6 maggio 2008 è segretaria d'aula del Senato della Repubblica.
Questa la parte ufficiale. Detta così, sembra quasi normale, ma la sua vita normale non è... Abitiamo ad una distanza di 5 minuti a piedi, eppure da quando ci siamo conosciuti (credo quattro anni fa, sotto le elezioni del 2006), ci saremo incrociati non più di tre/quattro volte. Uno scricciolo di donna, semplice, gentile, sempre di corsa... La intravedi, ti distrai un attimo, ed è sparita. E' già altrove, a fare qualcosa d'altro.
Ci siamo incontrati a casa sua, alle 8,30. In cucina (si fa per dire). Una sorta di open space multifunzione, dove credo passi la sua poca vita privata a far di tutto. Caffè sempre pronto, libri sparsi, un tavolo che non capisci se sia da pranzo o da riunioni, libri sparsi su scaffali che si alternano a scaffali delle pentole... Un "ordinato disordine" che suggerisce la ricerca anche formale di equilibrio fra la privato e pubblico.
Ci sediamo alle 8,30, davanti ad un fumante caffè, e due minuti dopo il cellulare squilla. E' la segreteria che le ricorda dove dev'essere alle 10, dove dev'essere alle 12... Avevo preparato una lunga lista di domande. Realizzo che dovrò o dimezzarne il numero, o dimezzarne l'approfondimento...
Emanuela, entriamo subito nel vivo. Come si entra nella politica nazionale, partendo dal nostro paesello che contava 5/6000 abitanti?
Era la fine degli anni '70, studiavio all'università statale di Milano e gli amici della DC di Bernareggio mi hanno chiesto di entrare nella Commissione Biblioteca. Da li, senza soluzione di continuità, nell'85, sono stata messa in lista alle elezioni comunali, e sono stata eletta. Ma non è stata quella, una vera partenza, perchè poi, prima di occuparmi di nuovo attivamente di politica, ho fatto altro. Giornalista: per l'ANSA Spettacoli prima, poi per l'Avvenire, il Sole24Ore...
La prima volta nel Parlamento Nazionale?
Nel 2001, XIV legislatura. Col PPI, all'opposizione del Governo Berlusconi. Poi riconfermata nel 2006 (Governo Prodi), e di nuovo nel 2008 (vittoria di Berlusconi con la legge-porcata. Un governo che, nonostante la maggioranza bulgara raggiunta col maggioritario, corre rapidamente verso la crisi, o verso la paralisi).
Come procede la campagna acquisti del patron del Milan?
C'è il concreto pericolo che possa farcela. In fondo, possiede argomenti molto persuasivi. Poltrone, promesse di ricandidature.
Se ce la dovesse fare ad avere la fiducia, riuscirà ad andare avanti?
Ho seri dubbi. Con pochi voti di maggioranza non si governa. Ho vissuto i problemi del Governo Prodi. I ministri non potevano fare più ministri. A volte non potevano neanche andare agli incontri internazionali, perchè avevamo bisogno di TUTTI i voti, fino all'ultimo. Vietato prendere
l'influenza...
Ricordo l'eroica, fragile Montalcini, inchiodata per 12 ore al suo posto, durante uno dei tanti voti "di resistenza"...
La Montalcini, e non solo... Io ero "vicina di banco" di Oscar Luigi Scalfaro, che non saltava una seduta. Ma tutti i senatori a vita erano sempre ai loro posti... Non credo che potrebbero andare avanti per molto. E comunque potrebbero fare poco o niente. Assistere impotenti al logoramento dell'immagine. Non credo sia conveniente, per loro.
Come vedi le prospettive a breve e medio termine del PD?
Con un certo, ragionato scetticismo. Vedo un preoccupante deficit di politica. Quando latita la politica, è difficile sostituirla coi meccanismi, gli accordi elettorali, i regolamenti, gli statuti, le vaghe affermazioni programmatiche... E' preoccupante constatare che il PD continui ad inviare continui segnali di debolezza, pur in presenza di una serie molto consistente di regali ricevuti dal centro-destra.
Tu appartieni, all'interno del PD, all'area degli ex popolari. Per alcuni appartieni alla categoria dei teo-dem (avvertenze per l'uso: pronunciare con un certo tono di disprezzo, o almeno di necessitata sopportazione). Eppure, conoscendoti, ho sempre apprezzato la tua apertura - nei limiti a te imposti dalla tua fede - verso pensieri diversi dai tuoi. Non sempre ho trovato ciò in chi ha sbattuto la porta per non aver trovato piena e totale adesione, all'interno di un partito-coalizione, al proprio punto di vista...
Teo-dem è un termine che a me cattolica non piace. Credo che non si dovrebbe mai nominare il nome di Dio invano. Io sono cattolica, sono credente. Ho i miei convincimenti, che non voglio imporre agli altri, che hanno altre o nessuna fede.
Possono convivere, all'interno di un partito-coalizione, la tua fede tollerante, ed il mio ateismo tollerante? Forse si... ma due integralismi, ce la possono fare?
L'integralismo è sinonimo della incapacità di fare un passettino verso l'altro. Difficile. Invece l'ostacolo di una tollerante diversità d'idee può essere superato dalla politica, intesa come "compromesso". Per molti, compromesso è una brutta parola, perchè trasmette segnali come opportunismo, aggiustamento, compromissione. Ma io intendo il termine "compromesso" nel suo significato etimologico: "cum promisum". Cum (insieme) promittere (promettere) ed indica l’impegno a rimettersi vicendevolmente al giudizio di un arbitro, accettandone la decisione.
Un arbitro (difficile da nominare concordemente), o un sistema di "arbitraggio" molto stringente, come uno statuto, o un insieme di regole pignolescamente definite?
Le regole, in politica servono, ma fino ad un certo punto. Quando la volontà di stare insieme viene meno, le regole vengono tirate da una parte o dall'altra, fino a rompersi. Ho ancora fresco in mente il modo in cui Buttiglione spaccò il PPI, reinterpretando le regole. No, l'unico collante che può tenere insieme culture politiche diverse è una genuina volontà di voler davvero stare insieme, cedendo, ognuno, un pezzetto della propria "sovranità", e soprattutto costruendo giorno per giorno l'incontro di culture diverse ma affini nei valori.
Cosa pensi della auto-candidatura di Vendola alla premiership del centro-sinistra?
Conosco e stimo Vendola. Sono stata in giro con lui, nella sua regione, e ho toccato con mano quanto sia benvoluto dalla sua gente, quanto sia popolare... Ma qui stiamo parlando d'altro. Innanzitutto stiamo parlando di una candidatura con una valenza nazionale. In secondo luogo, oggi, statutariamente, esistono le primarie di partito, e non di coalizione. Non potrebbe essere diversamente, visto che oltretutto non c'è ancora nessuna coalizione costituita. Inoltre, una candidatura Vendola - uomo che rivendica le sue origini da un comunismo che non c'è più - sposterebbe ancor più a sinistra la percezione della coalizione. Noi dobbiamo decidere cosa vogliamo. Vogliamo marcare orgogliosamente la nostra "diversità", ed essere ancora una volta orgogliosi perdenti, o vogliamo tentare di vincere e governare?
Per vincere, dobbiamo sommare ai nostri consensi attuali (26% PD, 5% SEL, 6% IdV, totale 37%) non meno di altri 6 punti...
Corretto, ma a sinistra di SEL non ci sono. Col "voto utile", come abbiamo sperimentato in passato, a volte si vince, ma poi non si governa. Prodi è stato abbattuto due volte dal "fuoco amico". Il grande serbatoio potenziale è nell'area dei partiti di centro, e nella grande quota di attuali indecisi o potenziali astensionisti.
Primarie a Milano
Siamo riusciti, come PD, a disperderci fra più candidati deboli, e alla fine ha vinto Pisapia, candidato forte, persona che stimo, ma che non ha la storia politica più adatta a sfondare in una città come Milano, che da decenni vota a destra. Non credo che i milanesi saranno felici nell'apprendere che uno dei primi problemi di cui discuteremo in Direzione a proposito delle comunali di Milano, sarà quello dei centri sociali. Forse a Milano la gente vive altri problemi come prioritari. Per inciso, abbiamo fatto l'errore speculare a Roma: candidare la Bonino, vissuta come la portabandiera di valori ostici per la Chiesa, nella città in cui è massima l'influenza del potere temporale della Chiesa. E dobbiamo dirle anche grazie per essersi auto-candidata, perchè come PD non eravamo riusciti ad accordarci su nessun candidato forte.
Sono le 10,15. So, senza che la Senatrice me lo dica, che "il mio tempo è scaduto". So che alle dieci deve essere altrove, e alle 12 altrove ancora. Direzione del PD a Milano, riunione presumibilmente molto vivace. Le faccio un'ultima domanda, sperando di poter fare in una prossima, non lontana occasione, le domande che mi sono rimaste in canna.
Parliamo di Gruppo misto: quanti stanno da una parte, e quanti dall'altra?
Parlo solo per il Senato, ed è già difficile... è una sorta di variabile impazzita, sempre in movimento. Al Senato posso dire che normalmente il 70% del misto vota con noi su quasi tutte le leggi, ma succede anche che una parte di questi votino con noi le leggi, ma poi votino col centro-destra su voti o mozioni di sfiducia. Su misto alla Camera, non riesco a fare valutazioni più accurate.
La ringrazio. La lascio alle sue corse, sperando di recuperare ciò che non ho fatto in tempo a chiedere in una seconda puntata. Sull'uscio, aspetto che mi chieda di rivedere il testo dell'intervista prima della pubblicazione. La richiesta non arriva. Fretta? dimenticanza? Preferisco pensare che si tratti semplicemente di fiducia. Ovviamente accetto fin d'ora eventuali bacchettate per qualche inevitabile imprecisione. Tafanus
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