Quando abbiamo lanciato il sondaggio sulle primarie del centro-sinistra fra i lettori del Tafanus, abbiamo premesso che non avremmo espresso, neanche sotto tortura, un nostro giudizio sui dieci personaggi entrati nelle nominations, per non influenzare in alcun modo il voto dei lettori. Avremmo mantenuto questa linea finchè il sondaggio non avesse raggiunto i mille voti, e una tendenza alla stabilizzazione dei risultati.
Ora che questo risultato è stato superato, ci sentiamo in diritto e in dovere di iniziare a dare delle risposte. Questo primo post è dedicato a Vendola, non solo perchè è di gran lunga, fino ad oggi, il nome più votato (grazie anche alla visibilità che gli è derivata dal recente congresso di SeL), ma perchè sono stato colpito da un intervento, e da due domande poste da alcuni lettori.
L'intervento è quello di Miriam Mafai su La7, della settimana scorsa. Miriam Mafai è una giovinetta di 85 anni ancora carica di memoria storica e di ironia. Richiesta di un parere sul discorso finale di Vendola, Mafai ha dato un giudizio molto netto, che cerco di riportare fedelmente, ahimé a memoria:
-a) Vendola è un grande affabulatore, parla a braccio, crea emozioni, ma se dovessi ricordare una sua proposta associata ad una analisi di fattibilità, non riuscirei a ricordarla.
-b) Anche l'affabulazione deve trovare dei limiti. Quando con gli occhi lucidi Vendola racconta che da bambino in casa sua, tutti riuniti attorno al braciere (perchè erano poveri) ascoltavano papà che spiegava cosa fosse stata la resistenza, la Mafai si fa prendere da bonaria ironia. Sia sulla storia del padre che di sera teneva a dei bambini questi seminars sulla resistenza, sia sull'immagine marginale del braciere. Vendola è del '58. Bambino? Facciamo metà anni '60. Ebbene, la Mafai non ricorda che a metà degli anni '60 ci fossero ancora i bracieri, magari con la pedana rotonda di legno sulla quale tutti poggiavano i piedi infreddoliti. Ho fatto una breve indagine anch'io fra i miei amici. Nessuno ricorda i bracieri a metà anni '60.
-c) Vendola parla come un rottamatore ggiovane ggiovane, ma di fatto ha 52 anni, ed ha sulle spalle 35 anni di politica attiva. Di cosa stiamo parlando?
-d) Infine, qui non si sta parlando delle primarie per la segreteria di SeL, ma delle primarie di una coalizione larga. Quanto larga? Ad oggi, se vuole battere il centro-destra, larga più del 42%. Larga quanto il PD, più l'IdV, più SeL, più l'UDC e/o FLI. Il partito di Vendola, col suo 4,5%, rappresenta circa un elettore su dieci di una ipotetica coalizione costruita non per partecipare, ma per vincere.
Queste le considerazioni di Miriam Mafai, che condivido in toto. Poi ci sono due domande, che richiedono risposte non vaghe. Una mi è stata posta da una nostra lettrice, ed è esattamente questa:
Che rapporti ci sono, e perchè, fra Nichi Vendola, Dante Columella, la Marcegaglia, e Raffaele Crivelli?
Un'altra domanda, invece, intriga me da alcuni mesi. Ma adesso che Nichi Vendola si candida alla guida di una coalizione che è dieci volte più ampia del suo partito, vorrei vederci chiaro. La domanda è questa:
E' vero che la Regione Puglia si appresta a finanziare un Ospedale di Don Verzè (una sorta di succursale del San Raffaele) in Puglia? E che il finanziamento della Regione sarà di 120 milioni di euro? E se è vero, è possibile sapere da Vendola quali siano le ragioni di questa strana scelta? Con quegli stessi soldi non si poteva finanziare un ospedale pubblico?
Questo è quanto. Iniziamo il dibattito da Vendola, al quale invierò questo post. Se vuole potrà rispondere, come al solito, senza alcuna censura. Tafanus
(Terra Nostra del 30/09/2010)
Hanno realizzato “costruzioni in contrasto con la pianificazione urbanistica e in totale difformità rispetto al permesso di costruire peraltro illegittimo” in contrada San Tommaso sulla statale 171 tra Altamura e Santeramo. Con questa motivazione Carlo Dante Columella, 66 anni, proprietario e committente dei lavori, titolare della Tra.de.co di Altamura, la consorte Irene Petronella e Alfredo Striccoli, di 60 anni, progettista sono stati condannati dal Tribunale di Bari alla pena di 5 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 20 mila euro.
Columella è coinvolto nell’inchiesta della procura barese sull’intreccio tra politica e affari nella gestione dello smaltimento rifiuti. Columella in consorzio temporaneo di impresa con la Cogeam di Emma Marcegaglia ha progettato una discarica in contrada Grottelline accanto ad una nota area archeologica nell’agro di Spinazzola. A tale proposito gli inquirenti hanno accertato che dall’archivio della Regione sono svaniti gli elaborati sulla valutazione di impatto ambientale. Columella e Marcegaglia a tutti gli effetti di legge sono comproprietari del centro di produzione di combustibile da rifiuti realizzato in provincia di Foggia con denaro pubblico – su spinta di Vendola, inaugurato dall’assessore Losappio ma dopo più di un anno inattivo – proprio accanto all’erigendo inceneritore illegale di rifiuti (società Eta) della stessa Emma Marcegaglia. Quante singolari coincidenze: sicuramente troppe. Qualcuno ha evidentemente esagerato ai piani alti del palazzo di potere regionale.
La Marcegaglia gestirà quasi in toto il ciclo fallimentare dei rifiuti in Puglia a base di incenerimento e quindi di diossine cancerogene. Diamo i numeri. Nel 2005 il governatore Vendola aveva lanciato sulla carta un mirabolante piano che avrebbe dovuto risolvere l’emergenza rifiuti in Puglia e portare al 55 per cento la raccolta differenziata nello spazio di 5 anni. Un lustro più tardi il risultato è a dir poco fallimentare: attualmente si naviga ufficialmente (dati regione) al 15 per cento di spazzatura separata.
Chi lega Vendola e Columella? Allo stato dei fatti, tale Raffaele Crivelli. Ben undici anni fa Columella ha assunto come contabile nella ditta Cobema (di sua proprietà), una discarica per rifiuti speciali di Canosa di Puglia, proprio Crivelli. Lo stesso Crivelli negli anni 80 era stato assessore all’Urbanistica della giunta di Altamura, la medesima che concesse a Columella la prima discarica. Raffaele Crivelli, non un omonimo, dal 1990 al 1992 divenne sindaco. Nel 2004 fa l’assessore ai Lavori pubblici nonché segretario provinciale di Rifondazione. Crivelli Raffaele, sempre lui – niente di male – risulta attivo nella prima campagna elettorale per l’elezione di Vendola a governatore. Nel 2006 Raffaele Crivelli, proprio lui, in buona compagnia dell’ex datore di lavoro Columella e altri 11 soggetti, viene arrestato su ordine della procura di Trani (Bari) con l’accusa di “associazione per delinquere finalizzata alla gestione abusiva della discarica di Canosa e al traffico illecito di rifiuti”.
Crivelli nel 2008 viene assolto, ma la Procura ha proposto appello. Crivelli Raffaele si agita alle calcagna di Vendola nel nuovo partitino su misura. Durante una romantica serata di pioggia Crivelli e Vendola vanno in scena in un comizio ad Altamura, manco a farlo apposta, sotto l’abitazione di Dante Carlo Columella. Crivelli quel 2 giugno reggeva solo l’ombrello. Al governatore Nichi Vendola che tanto si pavoneggia da “statista” ribadiamo ancora una volta due domande politicamente scorrette:
- Carlo Dante Columella ha mai sponsorizzato e/o finanziato le sue campagne elettorali?
- Che genere di rapporti ha mai intrattenuto e/o intrattiene con il sunnominato Columella?
A Carlo Dante Columella domandiamo:
- per caso ha mai ordinato a qualcuno di dare una “lezione” ad Alessio Di Palo, il ficcanaso di Radio Regio Stereo?
Vendola: governatore fuori controllo o eterodiretto?
(tratto da “Il Fatto Quotidiano” del 28 settembre 2010) (link all’articolo):
“Io credo che possano essere costruiti in Puglia tre impianti privati di termovalorizzazione, dove bruciare cdr di qualità e i nostri rifiuti. Possiamo modificare i forni delle cementerie o delle centrali Enel”.
10 marzo 2010 (Vendola e gli inceneritori)
Queste sciamaniche parole risuonano ancora nei timpani dei Pugliesi come tamburi martellanti e impazziti. Giungono due anni dopo un’agghiacciante apologia degli inceneritori, recitata pomposamente dal governatore della Puglia, ormai sempre più immerso nella campagna propagandistica di guru nazionale della sinistra. Era il 2008 e il presidente del tacco italico esaltò il moderno ciclo di rifiuti appulo con questo suggestivo carme: “Abbiamo, nella parte privata, tra termovalorizzatori autorizzati e termovalorizzatori in via di autorizzazione, un numero complessivo di cinque termovalorizzatori che ci fanno guardare con tranquillità al futuro“.
Insomma, una grandeur monnezzara in salsa appula, che si avvaleva del contributo di cantieri e inceneritori griffati Marcegaglia. E infatti tanta e tale fu la gratitudine di Emma che pubblicamente dichiarò sul presidente pugliese: “Vendola è il miglior governatore del Mezzogiorno, la Puglia è una Regione ben gestita, ma Vendola purtroppo non è tutti i governatori del Sud“.
Parole commoventi “cum laude” furono proferite anche da Don Verzè, il socio spretato di Berlusconi: “Vengo in Puglia per trovare un amico, Vendola. Nichi, fossero come te tutti i politici. Non dovrei parlare di politica, ma ve lo confesso: Silvio Berlusconi è entusiasta di Vendola“.
Molto casualmente la Regione Puglia, a dispetto dello stato disastroso della sanità locale, ha appenarimpinguato le tasche di don Verzé di ben 60 milioni di euro (prima tranche di dindini pubblici, che complessivamente ammontano a 120 milioni di euro) per la costruzione del mega-ospedale “San Raffaele del Mediterraneo”, nuovo polo privato che sarà realizzato a Taranto dalla fondazione San Raffaele di Luigi Verzé.
Su questa inquietante vicenda esistono tomi di inchieste curate dal giornalista Gianni Lannes, tuttora sotto scorta perchè vittima di svariati attentati di stampo mafioso, e dai suoi collaboratori del quotidiano on line “Italia terra nostra“. Gli stessi che recentemente hanno posto a Vendola 25 domande, di cui una, relativa alle scorie sanitarie radioattive prodotte dall’ospedale San Raffaele di Milano e trasferiti nella provincia di Taranto, disinvoltamente elusa del leader della Sel, a suo dire, disinformato anche sul fatto che Don Verzè fosse socio del cavaliere di Arcore.
Ma la campagna autopromozionale ferve ed incombe. Così Nichi, come un maestro sufi illuminato da luce radente, ritorna a bomba nei circuiti mediatici, e stavolta negli studi della trasmissione “In onda”, condotta da Luca Telese e Luisella Costamagna.
Qui, al solito, effonde le sue perle di lugubre e trepido lirismo in risposta alle domande dei due giornalisti: dal bislacco ambientalismo, alla sanità, tintasi beffardamente di un bel rosso vermiglio grazie alla politica capestro locale e sulla quale, alla domanda puntuale di Telese, il politico filosofo sguscia come un’anguilla.
E’ necessario, insomma, “ingentilire il linguaggio e irrobustire il pensiero“, perchè la politica di Grillo, “fatta con il linguaggio di Savonarola, con l’indice puntato, il “j’accuse”, non presuppone la possibilità del dialogo, ma c’è un monologo che talvolta è virulento, che coglie dappertutto elementi di complotto e di congiura“.
Ma a proposito di monologhi privi di contraddittorio e di letali virulenze, mi permetto di linkare un dovizioso flashback, incentrato sulla surreale situazione di Modugno, cittadina a un pugno di chilometri da Bari. Una località che rappresenta, a tutti gli effetti, tra molossi industriali e una centrale turbogas da 800 mgW (marchiata De Benedetti), ”la punta di diamante” dell’inquinamento ambientale barese e un focolaio generoso di tumori e di leucemie. Tutta la tragica storia delle scorie vendoliane è qui. Storia sulla quale Nichi e il parterre politico pugliese continua nello stile delle tre scimmiette a tapparsi occhi, orecchie e bocca, senza fornire un brandello di risposta o disertando inviti a confronti pubblici. Come ormai avviene da quattro lunghi anni.
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