Come promesso, stiamo raccogliendo le porcherie romane in un dossier, che pubblichiamo "a rate", cominciando dalla prima puntata, che risale al 18 Nocembre scorso. Questo dossier sarà via via completato, e il documento, accresciuto "in progress", sarò scaricabile, in formato word, dalla colonna del Tafanus (Gruppo FILES, sotto la voce [Dossier Alemanno])
Padre, figlio, genero: è la saga Panzironi
(Repubblica - 18/11/2010 - Giovanna Vitale)
È stata ribattezzata la “Saga dei Panzironi” ma, al di là del titolo avvincente, non di romanzo d’avventura trattasi bensì di affari di famiglia a spese dei cittadini. Protagonista: il braccio operativo della Fondazione alemanniana Nuova Italia, Franco Panzironi, che il sindaco ha piazzato al vertice dell’azienda dei rifiuti, avallandone ogni sorta di assunzione parentale. Perché se in tempi come questi un posto di lavoro è merce rara, sul mercato dei cognomi giusti trovarlo è facilissimo.
A smascherare le singolari affinità, sempre ben pagate, che fra loro legano alcuni dipendenti arruolati nelle
società capitoline è stato ieri il consigliere pd Athos De Luca, autore di una dettagliata interrogazione al primo cittadino contro il malcostume imperante a Palazzo Senatorio. «Non appena insediato come amministratore delegato di Ama», esordisce De Luca, «il dottor Panzironi, portato da Alemanno al Comune di Roma dall’Unire (dove il sindaco stesso lo prese quando faceva il ministro dell’Agricoltura), si è dato subito da fare per sistemare in Ama il genero, Armando Appetito, come VIII livello».
Un peccato tutto sommato veniale, se fosse rimasto isolato. E invece «successivamente, non soddisfatto del proprio stipendio, il dottor Panzironi ha pensato bene di incrementarlo con la presidenza della Multiservizi, così cumulando la somma di 545 mila euro annui di retribuzione», prosegue il resocontista democratico. Implacabile nel ricordare come «dal primo gennaio 2009, il figlio Dario Panzironi, di anni 24, è stato assunto con 64 mila euro annui nella segreteria del sindaco». Ma non finisce qui. Come fosse un destino di famiglia, infatti, «oggi apprendiamo» che il pargolo prediletto «avrebbe pure lui beneficiato di un doppio incarico», esattamente come il padre, «essendo stato assunto anche alla Eur spa come quadro». Si dice dopo aver rischiato, tutta colpa dei sindacati ostili, un’analoga assunzione in Acea. Caustico il finale: «Non ci resta che aspettare per vedere quali altri parenti saranno sistemati dal dottor Panzironi, con il benestare del nostro sindaco. In Campidoglio la “Saga dei Panzironi” continua, fornendo una immagine di grande sobrietà e rigore della giunta Alemanno, che fa rimpiangere davvero la prima Repubblica».
Andrini e i rapporti con Mokbel: ”Adesso il sindaco chiarisca”
(Repubblica - 23/11/2010 - Giovanna Vitale)
Riesplode il caso Stefano Andrini, il neofascista nominato l’anno scorso Amministratore Delegato di Ama Servizi. A riaccenderei riflettori, la puntata domenicale di Report.
«Alemanno chiarisca» chiedono parlamentari e consiglieri del Pd. L’altro ieri sera la trasmissione di Milena Gabanelli ha ricostruito le relazioni pericolose fra l’imprenditore romano Gennaro Mokbel, il consulente di Finmeccanica Lorenzo Cola e alcune aziende pubbliche. Un giro losco che finisce per lambire, proprio attraverso Andrini (definito nell’ inchiesta Telecom-Sparkle «il motore della candidatura» truffaldina dell’ ex senatore pdl Nicola Di Girolamo), il Campidoglio di Alemanno. Rivelatore un passaggio dell’ intervista all’ avvocato Carlo Taormina, laddove si afferma che «Mokbel è un uomo molto più potente di quanto non si ritenga ed è alla testa di qualcosa di più importante dal punto di vista politico. Una... come dire, sub-organizzazione di An». Ecco perché «credo chei cittadini della capitale abbiano diritto a una parola di chiarezza da parte del loro sindaco», scrive in un’ interrogazione al governo il senatore democratico Raffaele Ranucci.
«Da primo cittadino ha il dovere di spiegare il perché di quella nomina e il perché della sua difesa a oltranza», prosegue Ranucci. «È vero che Andrini è stato il grande collettore per il finanziamento della campagna elettorale di Alemanno? E perché continua ad essere dipendente dell’ Ama con uno stipendio pagato dai contribuenti? Sono domande a cui il sindaco deve dare al più presto una risposta». Anche per sapere, dice il senatore idv Stefano Pedica, «se Alemanno nella sua attività istituzionale sia libero da pressioni e ricatti», come sollecitato pure dai consiglieri capitolini Valeriani e Masini («Quanto hanno pesato gli input ricevuti per nominare Andrini?»). Replica Simone Turbolente, portavoce di Alemanno: «Nulla di nuovo, diffamazioni e calunnie saranno denunciate». (1 - continua)
[Dossier Alemanno su Tafanus]
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