Crac Atac, i vertici riferiscano in Campidoglio
Repubblica - 26/11/2010
Non è riuscito a smentire, il sindaco Alemanno. Ha anzi dovuto ammettere che «c’è una situazione economica molto dura di cui non abbiamo mai fatto mistero, bisogna fare degli interventi seri di ristrutturazione, ma non c’è nessun rischio fallimento». Confermando di fatto il report sul possibile crac dell’Atac anticipato ieri da Repubblica. Un documento nel quale l’AD Maurizio Basile aveva lanciato l’allarme rosso e spiegato che i fidi bancari accordati alla società sarebbero bastati a malapena a coprire il fabbisogno negativo di novembre, per cui senza una vera operazione di risanamento il default sarebbe stato inevitabile. Parole certificate sia dalla stessa Atac («Sono state avviate tutte le azioni volte al superamento delle attuali criticità») sia dal consigliere pidiellino Ugo Cassone, il quale ha addirittura rilevato «una trasparenza nella conduzione dell’azienda che non ha precedenti: mai, infatti, nonostante le tante crisi attraversate dal Tpl romano negli ultimi 15 anni, si era verificata così tanta tempestività nella trasmissione alla stampa di atti interni e riservati».
Scatenata l’opposizione. «Questi sono gli effetti disastrosi della gestione della destra che, in soli due anni, ha letteralmente demolito la più grande azienda di trasporto pubblico in Italia», ha tuonato il consigliere pd Massimiliano Valeriani, chiedendo al sindaco «di assumersi fino in fondo le responsabilità e di venire a riferire in aula». Un attacco subito rintuzzato dalla maggioranza e presto diventato scaricabarile. «Appare abbastanza evidente come ad aver generato la situazione economica che oggi grava su Atac siano state scelte ascrivibili agli anni di governo di centrosinistra» (... e ti pareva...), ha scandito il vicepresidente pidiellino della Commissione Mobilità Roberto Angelini (Pdl), seguito a ruota da una serie di colleghi di partito, mentre il coordinatore cittadino del Pd Marco Miccoli ribatteva che «invece di chiedere scusa ai romani, la destra non trova di meglio che prendersela con le giunte passate» e il deputato pd Michele Meta denunciava che «i tagli del governo Berlusconi sul Tpl uniti alla malagestione della giunta Alemanno rischiano di compromettere seriamente il trasporto pubblico romano».
Accuse rintuzzate con sdegno dall’ assessore al Trasporti Sergio Marchi: «L’obiettivo dell’azienda è di presentare entro gennaio il nuovo piano industriale, e di chiudere la prima semestrale a metà del 2011 con una società risanata e solida». Ma il Pd non si fida. E per bocca del consigliere Maurizio Policastro ha chiesto al presidente della Commissione Mobilità, Antonello Aurigemma, «di convocare al più presto i vertici di Atac per dirci se sono vere, sarebbero drammatiche
...colui che guida la fondazione di Alemanno, a capo della parentopoli romana, di cognome fa "Appetito" - Quando si dice il destino nel nome...
Blog di Filippo Ceccarelli, (9/12/2010)
...la bocca sollevò dal fiero pasto...
Negli ultimi due mesi il sindaco di Roma Alemanno, che è molto sociale, ha organizzato ben due clamorose magnate all’aperto: una a piazza Montecitorio e l’altra a piazza del Campidoglio, entrambi allietate da ridenti gazebi. D’altra parte, il “patto per Roma capitale” con i ministri della Lega, fu sanzionato dal vicesindaco Cutrufo, un altro che non ha la puzza sotto il naso, attorno al tavolo di un noto e costoso ristorante trasteverino.
Richiesto di un commento sulla montante Parentopoli capitolina, l’ex amministratore dell’Atac Bertucci ha espresso il timore che gli uomini del centrodestra risultino agli occhi dell’opinione pubblica “affamati”.Neanche a farlo apposta, uno dei parenti sistemati all’Ama dall’AD Panzironi, che risulta anche alla guida della fondazione che Alemanno ha sintomaticamente battezzata “Nuova Italia”, di cognome fa: Appetito. Chi intenda cogliere lo specifico romanesco nell’ultimo scandalo viene afferrato dal più famelico degli stereotipi. Da lassù, Aldo Fabrizi certamente disapprova: ai suoi tempi gli attori comici non facevano politica.
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