L'anno scorso, in luglio, a Ostia moriva un ciclista, travolto sulle strisce da un motociclista. Il ciclista era imparentato con due bloggers, appartenenti ad un noto blog di gruppo nato un paio d'anni fa. Circa due settimane dopo, a Ostia, organizzata da due soci fondatori del blog, si è tenuta una bella manifestazione, molto partecipata. Ecco alcuni stralci, tratti dal blog in questione:
"...pubblichiamo un comunicato sull'iniziativa tenutasi domenica 2 agosto 2009 ad Ostia [...] Domenica 2 agosto 2009, nel luogo dove xxxx yyyy è stato ucciso da un motociclista lanciato a folle velocità lo scorso 23 luglio, mentre attraversava il lungomare sulle strisce pedonali, abbiamo deposto dei fiori insieme agli amici, le associazioni e i gruppi Ostia che cammina, Ostia in bici, Jobike, Roma pedala, Amici di Beppe Grillo e di Claudio Zolesi, YYYY Municipio RM, e con la gradita partecipazione di rappresentanti dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada [...]
Abbiamo attraversato in gruppo, ripetutamente, le strisce pedonali su cui ha perso la vita xxxx yyyy, indossando cartelli di saluto al nostro caro e di richiesta di maggiore sicurezza sulle strade. Poi abbiamo improvvisato una pedalata formando un gruppo compatto di ciclisti e provando a rallentare il traffico sul lungomare, spiegando le ragioni di ciclisti e pedoni ed invitando alla prudenza auto e moto. Significativo il fatto che, durante questa breve passeggiata, tutti i ciclisti incontrati e che abbiamo invitato ad unirsi al nostro gruppo, percorrevano il lungomare passando sui marciapiedi, perché di strada si muore troppo spesso e chi va in bici lo sa. In quel tratto, come in altri, risalta l'assurda assenza di una pista ciclabile.
Nonostante gli inviti rivolti, [...] nonostante Il Messaggero, Repubblica, Il Corriere, Il Giornale di Ostia e molti siti internet abbiano parlato dell'incidente e del commiato dei parenti, ebbene, i "grandi assenti" erano il Comune di Roma ed il Municipio xyxy. Non un mazzo di fiori, non un telegramma, non una presenza, né al funerale, [...] né tanto meno alla deposizione dei fiori sul luogo dell'incidente. Immaginiamo che, ove l'investitore fosse stato straniero, la notizia avrebbe avuto un maggior rilievo e l'amministrazione, allora, sarebbe stata presente.
Noi familiari di xxxx yyyy riteniamo moralmente corresponsabile di quanto occorso l'amministrazione comunale. Responsabile di non tutelare in alcun modo pedoni e ciclisti. Responsabile di silenzio e di omissioni. Responsabile di assenza di pianificazioni urbane sostenibili e di tutela dei propri cittadini. Rivolgiamo invece un sentito grazie a tutti coloro che hanno partecipato fisicamente e moralmente a questa iniziativa. L'augurio per tutti noi è quello che non sia più necessario mobilitarsi per ragioni così dolorose e che sia possibile finalmente sentirsi sicuri e sereni nel percorrere il lungomare della propria città.
Questo è quanto. All'epoca il nostro blog non ha partecipato all'iniziativa, che sapevamo non sarebbe stata gradita. E tuttavia abbiamo apprezzato in silenzio questa manifestazione d'affetto, pur trovando ultronea la delusione perchè, nonostante si fossero mosse per la manifestazione moltissime associazioni e mezzi d'informazione, venivano notate con un certo astioso dispetto alcune assenze "istituzionali". Peraltro spiegabili col fatto che la morte di un ciclista, per quanto possa essere questo avvenimento doloroso per i parenti stretti, non è una notizia, in un paese in cui muoiono 295 ciclisti all'anno, uno ogni 30 ore. Particolarmente apprezzabile avevamo trovato invece l'auspicio che di diffondesse l'abitudine alla mobilitazione in casi di questo genere.
E VENIAMO AI MORTI DEGLI ALTRI
Il 5 dicembre a Lamezia Terme un automobilista travolge un gruppo di cicloamatori. Sette restano a terra, morti stecchiti. Tre sono feriti in modo grave. Si tratta del peggior incidente di questo tipo mai verificatosi in Europa. Al funerale c'è un'ampia partecipazione di gente comune e di autorità. Confessiamo di essere rimasti piuttosto stupiti di non vedere, sul blog di cui abbiamo parlato prima, neanche una riga di addolorata partecipazione per la strage di Lamezia. Nessuna mobilitazione. Siamo stati di proposito zitti per 10 giorni, aspettando un cenno, un post, una parola... Magari scriveranno qualcosa domani...
Niente. Oggi sono trascorsi 10 giorni, e possiamo ragionevolmente ipotizzare che i sette morti altrui, ai nostri appassionati e addolorati auspici di "mobilitazione in casi di questo genere", sia sfuggita l'occasione. Magari per una distrazione (difficilmente ipotizzabile, visto il rumore che il caso ha suscitato sui giornali, in TV, sulla rete). Un'occasione, ci auguriamo, irripetibile, vista la drammatica unicità di questo evento.
E allora non resta che una triste, cinica ipotesi: che i morti sulla strada per mano dei pirati siano importanti, si, ma solo se strettamente a noi imparentati. Tafanus
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