Mio nonno R.L. Stevenson fu il primo ad affrontare in letteratura il Disturbo Dissociativo dell’Identità (meglio conosciuto come disturbo di personalità multipla) nel romanzo: ”Il dottor Jeckyll e Mr Hyde“.
Da qualche anno vivo in Italia, dove esercito la professione di neuropsichiatra, ed ho avuto modo di constatare notevoli somiglianze con il caso descritto dal nonno nel comportamento di alcuni uomini politi di questo Paese. Uno fra tutti ha recentemente attirato la mia attenzione specialistica: si tratta dell’onorevole Antonio Di Pietro, perfetto esempio della coesistenza di identità separate e di frequenti distorsioni della memoria.
Egli infatti incarna, in una delle due personalità che coesistono nella sua mente, la figura del Paladino dell’onestà e della Democrazia, si erge a difensore di Valori Morali e Meritocratici, fino ad arrivare ad auspicare l’annientamento di un altro leader politico Italiano, Silvio Berlusconi, a suo parere fonte di ogni immoralità e illegalità.
Ma è la seconda personalità del soggetto quella che appare più interessante: egli, in alcune circostanze, si trasforma nell’oggetto del suo disprezzo, assumendone i comportamenti, tramite un meccanismo chiamato in psicoanalisi di “identificazione proiettiva”. In questa fase compare Mister Dipietroni, personalità che imita i comportamenti dell’odiato nemico, arrivando addirittura a fondare un Partito personalistico, nelle cui liste ha fatto eleggere, finiti i parenti, tutti i suoi amici.
Nella fase in cui era riemersa l’identità del dottor Di Pietro, egli aveva inserito nel Partito fondato da Dipietroni, alcune personalità che a suo parere avrebbero dovuto portargli il consenso della cosiddetta Società Civile. Come in ogni caso di personalità multipla una delle due personalità è quella dominante, e nelle ultime settimane, non vi è dubbio che abbiamo assistito al prevalere di Mister Dipietroni. Mister Dipietroni sta tentando di allontanare dal suo Partito le persone di Valore che il dottor Di Pietro vi aveva inserito per aumentarne il prestigio (finiti i parenti, gli amici, i Razzi e gli Scilipoti).
Che dire? Come nipote devo ammettere che la fantasia del nonno è stata ampiamente superata dalla realtà che ho l’occasione di vedere oggi, anche se i toni di questa trasformazione mi sembrano più tragicomici che non drammatici. Come neuropsichiatra ricordo che in questi casi il passaggio da una personalità all’altra può essere rapidissimo, durare da qualche secondo a qualche minuto, oppure graduale (giorni, mesi, a volte anni) e che in alcuni casi le differenti personalità coesistenti nella stessa persona sembrano conoscersi reciprocamente e rapportarsi come amiche, compagne o avversarie. Mentre scrivo ,un mio collega italiano mi rammenta che in passato il dottor Di Pietro stava per entrare, in qualità di Ministro in uno dei Governi Berlusconi, fatto che certifica, anche in questo caso particolare, come spesso le due differenti personalità possano manifestarsi sia come nettamente distinte, sia con caratteristiche comuni.
Le cause di questa sindrome sono da ricercarsi nella conseguenza di una dissociazione della psiche che ha lo scopo di creare una barriera fra quello che si vuole conservare e quello che si vuole escludere dalla propria coscienza, e la terapia si basa su di un lungo percorso psicoanalitico atto a risolvere i vissuti traumatici del soggetto, anche nei contenuti eventuali di colpa e di vergogna, avendo però l’accortezza di non esporre troppo precocemente il paziente a ricordi e verità per lui intollerabili .
Ovviamente queste sono diagnosi e terapie mediche. Per quanto riguarda l’implicazione pubblica e Politica sia la diagnosi che la relativa “terapia” spettano all’elettore italiano, nel momento del voto.
Isabella Stevenson, alias Prof.ssa Isabella De Martini, Docente di Psicologia Clinica - Università di Genova
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