Urla e fischi contro il sindaco e il presidente della Provincia alla cerimonia per la commemorazione delle vittime della strage. La protesta è proseguita anche mentre veniva suonato il Silenzio
La commemorazione ufficiale della strage di piazza Fontana è iniziata a Milano tra i fischi e le urla di meno di un centinaio di contestatori che hanno preso di mira il sindaco Letizia Moratti e il presidente della Provincia, Guido Podestà. I fischi e le urla sono proseguiti anche mentre veniva suonato il Silenzio in onore di tutti i caduti. Il sindaco ha lasciato la piazza scortata dalle forze dell'ordine, in tutta fretta, dopo qualche minuto. "Purtroppo un gruppo di ragazzini ha deciso di contestare come al solito la manifestazione. Vedo che sono molto giovani, dovrebbero imparare dalla compostezza degli adulti", ha commentato Podestà.
Il fumetto che racconta la strage
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Le autorità cittadine e i rappresentanti antifascisti e del comitato delle vittime hanno deposto le corone davanti alla Banca nazionale dell'agricoltura scortati a brevissima distanza da un nutrito numero di forze dell'ordine. La partecipazione della cittadini, in piazza Fontana complice forse il freddo pungente, appare scarsa. Dopo le contestazioni, il silenzio iè tornato durante la cerimonia di commemorazione quando ha preso la parole il presidente dell'Associazione familiari delle vittime, Carlo Arnoldi. E' stato chiesto un minuto di silenzio per commemorare i nomi delle vittime che è stato rispettato da tutti.
Un documentario d'epoca sulla strage è stato proiettato in piazza grazie a un maxischermo per "il prezioso significato di immagini che aiutano indelebilmente a preservare la memoria". "Non ci sarà una verità giudiziaria - ha detto Arnoldi - ma solo una verità storica". Arnoldi ha poi spiegato che l'associazione non ha "mai voluto far parte della polemica politica", ha invitato i contestatori a manifestare la loro contrarietà con il silenzio e ha chiesto l'apertura degli archivi e "l'accessibilità a tutti i documenti delle varie inchieste".
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