ATTENZIONE! Questo è un blog dedicato alla politica pornografica, o alla pornografia politica! Aprire con cautela!
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Scritto il 17 dicembre 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (11)
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Repubblica - 26/11/2010
Non è riuscito a smentire, il sindaco Alemanno. Ha anzi dovuto ammettere che «c’è una situazione economica molto dura di cui non abbiamo mai fatto mistero, bisogna fare degli interventi seri di ristrutturazione, ma non c’è nessun rischio fallimento». Confermando di fatto il report sul possibile crac dell’Atac anticipato ieri da Repubblica. Un documento nel quale l’AD Maurizio Basile aveva lanciato l’allarme rosso e spiegato che i fidi bancari accordati alla società sarebbero bastati a malapena a coprire il fabbisogno negativo di novembre, per cui senza una vera operazione di risanamento il default sarebbe stato inevitabile. Parole certificate sia dalla stessa Atac («Sono state avviate tutte le azioni volte al superamento delle attuali criticità») sia dal consigliere pidiellino Ugo Cassone, il quale ha addirittura rilevato «una trasparenza nella conduzione dell’azienda che non ha precedenti: mai, infatti, nonostante le tante crisi attraversate dal Tpl romano negli ultimi 15 anni, si era verificata così tanta tempestività nella trasmissione alla stampa di atti interni e riservati».
Scatenata l’opposizione. «Questi sono gli effetti disastrosi della gestione della destra che, in soli due anni, ha letteralmente demolito la più grande azienda di trasporto pubblico in Italia», ha tuonato il consigliere pd Massimiliano Valeriani, chiedendo al sindaco «di assumersi fino in fondo le responsabilità e di venire a riferire in aula». Un attacco subito rintuzzato dalla maggioranza e presto diventato scaricabarile. «Appare abbastanza evidente come ad aver generato la situazione economica che oggi grava su Atac siano state scelte ascrivibili agli anni di governo di centrosinistra» (... e ti pareva...), ha scandito il vicepresidente pidiellino della Commissione Mobilità Roberto Angelini (Pdl), seguito a ruota da una serie di colleghi di partito, mentre il coordinatore cittadino del Pd Marco Miccoli ribatteva che «invece di chiedere scusa ai romani, la destra non trova di meglio che prendersela con le giunte passate» e il deputato pd Michele Meta denunciava che «i tagli del governo Berlusconi sul Tpl uniti alla malagestione della giunta Alemanno rischiano di compromettere seriamente il trasporto pubblico romano».
Accuse rintuzzate con sdegno dall’ assessore al Trasporti Sergio Marchi: «L’obiettivo dell’azienda è di presentare entro gennaio il nuovo piano industriale, e di chiudere la prima semestrale a metà del 2011 con una società risanata e solida». Ma il Pd non si fida. E per bocca del consigliere Maurizio Policastro ha chiesto al presidente della Commissione Mobilità, Antonello Aurigemma, «di convocare al più presto i vertici di Atac per dirci se sono vere, sarebbero drammatiche
...colui che guida la fondazione di Alemanno, a capo della parentopoli romana, di cognome fa "Appetito" - Quando si dice il destino nel nome...
Blog di Filippo Ceccarelli, (9/12/2010)
...la bocca sollevò dal fiero pasto...
Negli ultimi due mesi il sindaco di Roma Alemanno, che è molto sociale, ha organizzato ben due clamorose magnate all’aperto: una a piazza Montecitorio e l’altra a piazza del Campidoglio, entrambi allietate da ridenti gazebi. D’altra parte, il “patto per Roma capitale” con i ministri della Lega, fu sanzionato dal vicesindaco Cutrufo, un altro che non ha la puzza sotto il naso, attorno al tavolo di un noto e costoso ristorante trasteverino.
Richiesto di un commento sulla montante Parentopoli capitolina, l’ex amministratore dell’Atac Bertucci ha espresso il timore che gli uomini del centrodestra risultino agli occhi dell’opinione pubblica “affamati”.Neanche a farlo apposta, uno dei parenti sistemati all’Ama dall’AD Panzironi, che risulta anche alla guida della fondazione che Alemanno ha sintomaticamente battezzata “Nuova Italia”, di cognome fa: Appetito. Chi intenda cogliere lo specifico romanesco nell’ultimo scandalo viene afferrato dal più famelico degli stereotipi. Da lassù, Aldo Fabrizi certamente disapprova: ai suoi tempi gli attori comici non facevano politica.
Scritto il 16 dicembre 2010 alle 22:06 nella Politica | Permalink | Commenti (5)
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TRANI - Pauroso incidente sulla statale 16 bis all’altezza di Trani centro, poco dopo le sei. Un autoarticolato proveniente da Foggia e diretto a Sud, è uscito fuori strada finendo sul giardino di un palazzo adiacente alla superstrada, dopo un volo di dieci metri. Il mezzo è rimasto per la parte finale sulla carreggiata, mentre la motrice è finita giù.
via corrieredelmezzogiorno.corriere.it
omen, nomen...
Scritto il 16 dicembre 2010 alle 20:53 | Permalink | Commenti (2)
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Grande Scilipoti! Irrefrenabile, questo nuovo presidente del Governo Scilipoti I
Scritto il 16 dicembre 2010 alle 17:44 nella Politica | Permalink | Commenti (23)
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Ringrazio Angela Lopez che mi ha segnalato questo articolo de [l'Unità], che ci informa circa l'esportazione del termine "vajassa" a livello di europarlamento. Essere guardati come fenomeni da baraccone solo da una platea di 60 milioni di abitanti non ci bastava, così abbiamo pensato bene di allargare il mercato a 350 milioni di abitanti.
A questo punto credo che sia un obbligo morale quello di stabilire, una volta per tutte, chi sia la vera "Vajassa dell'anno 2010", e a tal fine indico le primarie. Il meccanismo è il solito: ognuno può esprimere, come commento a questo post, tre nominations, in ordine decrescente di preferenza. Appena ci sarà un numero significativo di preferenze, aprirò un sondaggio su una "short-list" per l'assegnazione del titolo.
Votate in massa! Questo titolo è talmente ridicolo, da diventare una cosa molto seria!
Grazie, Tafanus
Scritto il 16 dicembre 2010 alle 15:15 | Permalink | Commenti (47)
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Per carità, una finale è una finale, e un "titulo" è un "titulo". Specie quando questo titulo si chiama "Campionato del Mondo per Squadre di Club", che nessuno ha ben capito cosa sia, e a cosa serva, oltre che ad aumentare la produzione di diritti televisivi...
Spero che per questo siparietto sportivo il mio amico Roberto, che saluto, non voglia togliermi il saluto. Non ci crederà, ma oggi non ce l'ho con l'Inter, quella squadra che io chiamo affettuosamente la "All Stars", o la "Resto del Mondo" (che quando non gioca Materazzi, in campo di italiano ha solo il guardarobiere).
No, ce l'ho coi giornali, che, poeracci, riprendendo le epiche ed epocali dichiarazioni dei dirigenti e dei giocatori, senza trattarle come materia da cabaret, da blob, o da casa di cura, ne condividono lo "sprezzo del ridicolo".
Questo è solo un piccolo pot-pourri dei titoli dei giornali di oggi:
Repubblica: "E' tornata l'Inter. Ora la finale mondiale - I nerazzurri battono 3-0 i sud-coreani del Seongnam e sabato affronteranno il Mazembe per il titolo" - L'Inter compie il primo passo verso il tetto del mondo: i nerazzurri scacciano i fantasmi e volano in finale
Zanetti: "...è tornata la vera Inter nella semifinale del Mondiale per club contro il Seongnam. La pensa così capitan Zanetti, che ai microfoni di Mediaset Premium precisa: "Ho sempre detto che quando siamo al completo siamo forti e questa sera lo abbiamo dimostrato..."
Eto'o: "Voglio vincere il Campionato del Mondo con l'Inter"
Massimo Moratti: "...Benitez? Gara molto buona anche per lui, era molto concentrato, l'ha preparata veramente bene..."
Corriere dello Sport: "Missione compiuta. L'Inter sbriga la pratica Seongnam con un meritato 3-0 e si avvicina con più serenità alla finale di sabato contro i congolesi del Mazembe".
P.S.: Ovviamente conosco l'Inter, abitando a Milano, ma non conoscevo gli altri "competitors", quindi ho fatto un giretto su Wikipedia, per farmi una cultura:
Seongnam è una città della Corea del Sud che sorge alla periferia sud-est di Seoul.
Mazembe: il "Tout Puissant Mazembe", noto in passato come "Tout Puissant Englebert", è una società calcistica congolese con sede nella città di Lubumbashi. Fondato nel 1932 da monaci benedettini, è stato quattro volte vincitore della CAF Champions League.
Scritto il 16 dicembre 2010 alle 12:16 nella Sport | Permalink | Commenti (22)
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Scritto il 16 dicembre 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (40)
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L'anno scorso, in luglio, a Ostia moriva un ciclista, travolto sulle strisce da un motociclista. Il ciclista era imparentato con due bloggers, appartenenti ad un noto blog di gruppo nato un paio d'anni fa. Circa due settimane dopo, a Ostia, organizzata da due soci fondatori del blog, si è tenuta una bella manifestazione, molto partecipata. Ecco alcuni stralci, tratti dal blog in questione:
"...pubblichiamo un comunicato sull'iniziativa tenutasi domenica 2 agosto 2009 ad Ostia [...] Domenica 2 agosto 2009, nel luogo dove xxxx yyyy è stato ucciso da un motociclista lanciato a folle velocità lo scorso 23 luglio, mentre attraversava il lungomare sulle strisce pedonali, abbiamo deposto dei fiori insieme agli amici, le associazioni e i gruppi Ostia che cammina, Ostia in bici, Jobike, Roma pedala, Amici di Beppe Grillo e di Claudio Zolesi, YYYY Municipio RM, e con la gradita partecipazione di rappresentanti dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada [...]
Abbiamo attraversato in gruppo, ripetutamente, le strisce pedonali su cui ha perso la vita xxxx yyyy, indossando cartelli di saluto al nostro caro e di richiesta di maggiore sicurezza sulle strade. Poi abbiamo improvvisato una pedalata formando un gruppo compatto di ciclisti e provando a rallentare il traffico sul lungomare, spiegando le ragioni di ciclisti e pedoni ed invitando alla prudenza auto e moto. Significativo il fatto che, durante questa breve passeggiata, tutti i ciclisti incontrati e che abbiamo invitato ad unirsi al nostro gruppo, percorrevano il lungomare passando sui marciapiedi, perché di strada si muore troppo spesso e chi va in bici lo sa. In quel tratto, come in altri, risalta l'assurda assenza di una pista ciclabile.
Nonostante gli inviti rivolti, [...] nonostante Il Messaggero, Repubblica, Il Corriere, Il Giornale di Ostia e molti siti internet abbiano parlato dell'incidente e del commiato dei parenti, ebbene, i "grandi assenti" erano il Comune di Roma ed il Municipio xyxy. Non un mazzo di fiori, non un telegramma, non una presenza, né al funerale, [...] né tanto meno alla deposizione dei fiori sul luogo dell'incidente. Immaginiamo che, ove l'investitore fosse stato straniero, la notizia avrebbe avuto un maggior rilievo e l'amministrazione, allora, sarebbe stata presente.
Noi familiari di xxxx yyyy riteniamo moralmente corresponsabile di quanto occorso l'amministrazione comunale. Responsabile di non tutelare in alcun modo pedoni e ciclisti. Responsabile di silenzio e di omissioni. Responsabile di assenza di pianificazioni urbane sostenibili e di tutela dei propri cittadini. Rivolgiamo invece un sentito grazie a tutti coloro che hanno partecipato fisicamente e moralmente a questa iniziativa. L'augurio per tutti noi è quello che non sia più necessario mobilitarsi per ragioni così dolorose e che sia possibile finalmente sentirsi sicuri e sereni nel percorrere il lungomare della propria città.
Questo è quanto. All'epoca il nostro blog non ha partecipato all'iniziativa, che sapevamo non sarebbe stata gradita. E tuttavia abbiamo apprezzato in silenzio questa manifestazione d'affetto, pur trovando ultronea la delusione perchè, nonostante si fossero mosse per la manifestazione moltissime associazioni e mezzi d'informazione, venivano notate con un certo astioso dispetto alcune assenze "istituzionali". Peraltro spiegabili col fatto che la morte di un ciclista, per quanto possa essere questo avvenimento doloroso per i parenti stretti, non è una notizia, in un paese in cui muoiono 295 ciclisti all'anno, uno ogni 30 ore. Particolarmente apprezzabile avevamo trovato invece l'auspicio che di diffondesse l'abitudine alla mobilitazione in casi di questo genere.
E VENIAMO AI MORTI DEGLI ALTRI
Il 5 dicembre a Lamezia Terme un automobilista travolge un gruppo di cicloamatori. Sette restano a terra, morti stecchiti. Tre sono feriti in modo grave. Si tratta del peggior incidente di questo tipo mai verificatosi in Europa. Al funerale c'è un'ampia partecipazione di gente comune e di autorità. Confessiamo di essere rimasti piuttosto stupiti di non vedere, sul blog di cui abbiamo parlato prima, neanche una riga di addolorata partecipazione per la strage di Lamezia. Nessuna mobilitazione. Siamo stati di proposito zitti per 10 giorni, aspettando un cenno, un post, una parola... Magari scriveranno qualcosa domani...
Niente. Oggi sono trascorsi 10 giorni, e possiamo ragionevolmente ipotizzare che i sette morti altrui, ai nostri appassionati e addolorati auspici di "mobilitazione in casi di questo genere", sia sfuggita l'occasione. Magari per una distrazione (difficilmente ipotizzabile, visto il rumore che il caso ha suscitato sui giornali, in TV, sulla rete). Un'occasione, ci auguriamo, irripetibile, vista la drammatica unicità di questo evento.
E allora non resta che una triste, cinica ipotesi: che i morti sulla strada per mano dei pirati siano importanti, si, ma solo se strettamente a noi imparentati. Tafanus
Scritto il 15 dicembre 2010 alle 16:00 | Permalink | Commenti (4)
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Scritto il 15 dicembre 2010 alle 15:00 | Permalink | Commenti (10)
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Dopo gli ultimi 500 voti, l'unica variazione di un certo peso è la crescita di Bersani di circa due punti. Anche negli ultimi 500 voti, come già si era verificato nei precedenti 500, in termini assoluti Bersani supera Vendola (192 voti contro 178). Appena avremo le idee più chiare sulla data delle inevitabili elezioni anticipate, e saranno delineati gli schieramenti e le alleanza, ripartiremo con primarie di coalizione limitate alle sole formazioni che di presenteranno autonomamente.
Scritto il 15 dicembre 2010 alle 14:00 nella Politica | Permalink | Commenti (3)
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Intervista a Massimo Calearo - di Antonello Caporale
ROMA - Un gran colpo, portato a segno nell'ultimo istante utile per valorizzare un modo nuovo di stare al centro della politica
"Altro che Fini e Casini, adesso entro in campo io".
Massimo Calearo ha responsabilmente aiutato Berlusconi a non cadere.
"Responsabilmente, mi piace questa parola".
Nonostante sia un imprenditore rosso.
"Non dica cazzate, adesso".
In qualche modo è stato un portabandiera del Pd.
"Un'altra era politica. Una collega alta un metro e zero oggi mi ha apostrofato"
Le avrà dato del traditore
"Ma non me ne curo".
Notavo in aula gli sguardi lividi e penetranti dei suoi ex amici
"Ma anche aspetti affettuosi, sostegni imprevisti".
Lei ha vinto un terno al lotto.
"In che senso, scusi?"
E' divenuto decisivo. Potere affluente e influente.
"Effettivamente sono divenuto indispensabile".
Forse però la compagnia di Scilipoti un po' le nuoce.
"Ma è un povero Cristo! E' Natale, che fai: lo salvi o lo uccidi?".
Calearo guiderà il terzo polo.
"Mi darò da fare e aprirò una nuova stagione".
Il clima è orribile.
"Sa che penso? Forse dovrei un po' andare all'estero".
Meglio.
"Il clima è insopportabile"
Ci sono tanti scalmanati in strada.
"Eppure colleghi del Pd mi hanno chiesto espressamente di votare la fiducia".
Si potrebbe dire che l'ha fatto anche per loro.
"Può sembrare paradossale, ma se le dico che in qualche modo...".
Le credo.
"Ok, ciao"
Scritto il 15 dicembre 2010 alle 12:30 nella Berlusconi, Politica | Permalink | Commenti (5)
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Berlusconi ha vinto, Berlusconi ha perso. Sono d'accordo TUTTI i politologi dotati di cervello (da Massimo Giannini, a Concita De Gregorio, a tanti altri). Con tre voti comprati (di quella qualità, poi...) non si governa. Qualcuno ha fatto il paragone, improprio, con Prodi. Dimenticando alcuni particolari molto importanti:
-a) Prodi aveva UN senatore di maggioranza, non tre deputati. Sembra un elemento di maggior debolezza, ma era un elemento di maggior forza, perchè al Senato esisteva il "pronto soccorso", del tutto lecito, dei senatori a vita.
-b) Prodi non aveva comprato nessuno, quindi da nessuno poteva essere ricattato;
-c) Prodi era uno statista, capace di mettere insieme il concavo col convesso, mentre il Nostro è un emerito coglione, che riesce ad inimicarsi chiunque non sia lesto nell'arte del lecca-lecca e dell'obbedienza assoluta;
-d) Prodi non aveva, fra i suoi senatori, ben 12 persone che erano contemporaneamente presidenti di provincia o sindaci di grandi città, e parlamentari.
-e) Prodi aveva fatto dimettere da senatori TUTTI quelli che avevano incarichi di governo (ministri, sottosegretari);
-f) a destra ci sono ben 43 deputati che hanno doppi incarichi, ma non hanno il dono dell'ubiquità (30 membri del governo fra ministri e sottosegretari, 12 fra presidenti di provincia e sindaci, e persino il Presidente della Consob). Davvero riusciranno sempre, costoro, ad essere in aula a schiacciare pulsanti?
Non voglio fare il giochino dell'uva che è acerba, e questa cosa l'ho detta PRIMA, quando i numeri che correvano sui pallottolieri erano di probabile vittoria: sono più contento così, e spiego perchè.
Se oggi Berlusconi fosse stato sfiduciato, sia pure per un voto, sarebbe stato costretto a recarsi al Quirinale, dove le consultazioni avrebbero dato questo risultato: una larga maggioranza possibile (dal PdL, alla Lega, a FLI, all'UDC), disposta a sostenere un prestanome del Cav. (un Letta, o un Alfano, lo si trova sempre; oppure, addirittura, un reincarico allo stesso Berlusconi, col rientro nei ranghi di FLI, a fronte di un nebuloso accordo di programma, con lievi maquillages su punti marginali. Fessi e contenti.
Oggi invece si è consumato il disastro: B. ha la maggioranza relativa (non quella assoluta), ma non potrà governare, e lo sa. Galleggerà - complici le feste di Natale - fino a gennaio, in attesa della sentenza della Corte Costituzionale, quindi deciderà come e quando far cadere il Governo. Ora sta leccando il culo a Casini, ma Casini, da buon democristiano, ha capito che il Caimano è a fine corsa, e non si farà coinvolgere nella frana. Oppure lo farà,. ma alle sue condizioni, che non saranno accettabili dalla Lega. Insomma, un pasticcio senza via d'uscita.
E veniamo alle colpe della sconfitta (se sconfitta si può chiamare): oggi sembrava quasi, almeno su facebook, che le colpe principali fossero di Bersani, per il "tradimento" di Antonio Gaglione, di Cesario e di Calearo. Attenzione a dire sciocchezze. Gaglione era stato CACCIATO dal PD per il suo cronico assenteismno anche in momenti critici, ben 14 mesi fa (assenza grave durante il voto sullo scudo fiscale); Cesario e Calearo erano usciti dal PD 13 mesi fa, quindi non sono state uscite strumentali a questa mozione di sfiducia. Inoltre, Calearo non lo ha preso Bersani, ma quel grande talent-scout che risponde al nome di Veltroni. Infine, sia Gaglione che Cesario provengono dal serbatoio alquanto inquinato della vecchia DC. Cosa c'entra Bersani?
E veniamo a FLI. Fini ha fatto troppe giravolte, sconcertando i suoi leali seguaci, e dando fiato a quelli meno leali (i c.d. malpancisti). Prima intransigente ed applaudito: mai più un governo con Berlusconi. Poi, dalla mattina alla sera, la Grande Idea: Berlusconi si dimetta dopo la fiducia al Senato, e potrà persino avere il reincarico. Grande prova di debolezza, che ha dato al nano la certezza che la compagine FLI cominciava ad avere delle crepe.
Poi la cavolata della cena carbonara di Bocchino ad Arcore, di cui non era informato neanche Casini, che ha incrinato sul nascere il sodalizio fra i due, che avrebbero potuto operare in buona sinergia. Ma che razza di politica è quella di fare il volto dell'armi nei talk-show e nelle riunioni con Fini, e poi andare a Palazzo di nascosto, a trattare l'armistizio? Come può ormai chiedere a Casini di non accettare "patti separati" con B., dopo essere stato scoperto lui stesso, con le mani in pasta, a fare ciò che rassomiglia molto ad un tentativo di patto separato? Anche da questa cazzata nasce la militarizzazione dei malpancisti guidati da Moffa. Grandi personaggi! Moffa fa il durissimo, la Siliquini fa la faccia ancora più feroce del Moffa, (è stata la prima firmataria della mozione di sfiducia) e va a votare si, dopo una dichiarazione di voto durissima contro i suoi, mentre il prode Moffa, che aveva garantito il votro di sfiducia, si squaglia nell'intervallo.
Di Catone si sapeva, ma perchè Catone militava in AN? perchè era stato traghettato in FLI? Fini conosceva il curriculum giudiziario di Catone? Eccone un piccolo e non esaustivo estratto:
"...Il 9 maggio 2001 Catone, candidato CCD, viene arrestatoinsieme al fratello e ad altre dodici persone. L'ipotesi di reato della Procura di Roma è associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falso, false comunicazioni sociali e bancarotta fraudolenta pluriaggravata: due bancarotte da 25 miliardi di lire l'una e 12 miliardi di finanziamenti a fondo perduto dal Ministero dell'Industria ottenuti secondo l'accusa con carte e perizie false, che consentivano alle società amministrate da Catone d'incassare più volte lo stesso contributo per un "polo tessile aquilano" mai esistito. Uno degli episodi contestati riguarda il tentativo messo in atto dal gruppo Catone di acquisire una società, la Iris Moda, nonostante il rifiuto del titolare. Secondo i giudici, il gruppo avrebbe creato un falso amministratore nella documentazione presentata per ottenere il finanziamento. Catone è anche coinvolto nel fallimento dell'Abatec, azienda di Chieti di cui Catone era amministratore. Avrebbe dovuto produrre macchinari ad alta tecnologia per la lavorazione dei pannolini, ma viene dichiarata fallita dopo un aumento di capitale deliberato prima ancora che fossero sottoscritte le quote sociali; sono sparite tramite il sistema delle scatole cinesi le cinesi attuato da una manciata di società off shore. Per queste vicende Giampiero Catone è stato rinviato a giudizio. Per il caso quello per Abatec, il giudice definisce il gruppo all'opera «associazione a delinquere Catone». I reati di cui viene accusato vengono in seguito estinti grazie alla prescrizione..."
Ritorniamo alla domanda: che cazzo ci faceva, uno così, nel partito di Fini? ma allora in questi fascisti c'è una irresistibile coazione a ripetersi in peggio... Avete presente cosa sta succedendo nell'amministrazione capitolina? Ogni giorno ne viene fuori una nuova.
E veniamo alla Polidori: a sorpresa, vota a favore di Berlusconi, e poi sparisce imbarazzata. Azionista della mitica CEPU, che agli occhi di Berlusconi gode dello stesso prestigio del MIT. Ma, molto più importante, con un'azienda di famiglia che fa opere stradali e ferroviarie. Unico committente possibile: l'amministrazione pubblica. Barbareschi si affretta a dire che la Polidori è stata minacciata. Vero o falso? Se è falso, perchè il governo B. non ha fatto una piega, e non ha preannunciato querele? Perchè la Polidori non ha smentito? Se è vero, perchè Barbareschi non ha prodotto le prove, inguaiando Berlusconi?
E veniamo ai transfughi dell'IdV: quante volte abbiamo sentito Tonino urlare "noi dell'Italia dei Valori", con l'aggiunta di frasi tipo "gli unici che non abbiamo niente da nascondere", "gli unici che fanno opposizione a Berlusconi"? Ebbene, oggi il governo sarebbe caduto se due IdV non avesseroi fatto il salto della quaglia, per motivi che molti sospettano abietti: grana. Sconosciuto agopuntore in quel di Barcellona Pozzo di Gotto, lo ritroviamo (ma non c'è nel suo curriculum) assessore per CCD, quindi improvvisamente deputato di Tonino. Oggi si scopre che era (e si sapeva da un pezzo, proprietario di 7/8 case ipotecate, e con alcune centinaia di migliaia di euro di debiti. Quindi molto sensibile ai soldi. Tonino ne sapeva niente? Se per i suoi candidati desse uno sguardo, di routine, al casellario giudiziario, qualcosa avrebbe trovato, come lo ha trovato [Il Fatto Quotidiano].
Su questo articolo, esiste una miniera di altri links, MOLTO interessanti. Ma il fatto è che Tonino era ufficialmente informato di questo curriculum già da quattro mesi.
Per finire, il prode Antonio Razzi, anche lui coin un curriculum, verrebbe da dire, da Italia dei Valori:
"...Lascia l'Abruzzo nel 1965 emigrando in Svizzera [...] È presidente e socio fondatore del Centro Regionale Abruzzese di Lucerna dal 1977. Fino al 2007 è stato anche presidente della Federazione emigrati abruzzesi in Svizzera; l'associazione ha in seguito avviato un procedimento penale in Svizzera, tuttora in corso, contro Razzi, per uso personale dei fondi dell'associazione, e in relazione ai fondi destinati dalla regione Abruzzo per l'alluvione di Lucerna del 2005. Avrebbe incassato, per i danni alla sede dell'associazione, sia il rimborso delle assicurazioni svizzere, che i fondi ricevuti dal governo italiano come associazione, mentento ad entrambi, ed affermando di non aver ricevuto altri fondi. Alle elezioni politiche del 2006 viene eletto alla Camera dei deputati nella lista dell'Italia dei Valori nella Circoscrizione Estero - Europa e confermato alle elezioni politiche del 2008. Chi volesse rinfrescarsi la memoria su chi sia Antonio Razzi, può leggere o rileggere [questo post], che è molto, ma molto istruttivo. Ancira una volta: ma come seleziona, Tonino, le sue "classi dirigenti"?
Ora, a costo di inimicarmi qualche altro fan di Tonino, riprenderò in mano il dossier di MicroMega, per vedere quanti altri Razzi inesplosi ci sono ancora, nell'arsenale dell'Italia dei Valori. E' stata tutta e solo fatalità, la contabilità della giornata di ieri? Tafanus
Scritto il 15 dicembre 2010 alle 00:39 nella Politica | Permalink | Commenti (18)
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Scritto il 14 dicembre 2010 alle 19:16 | Permalink | Commenti (6)
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La fine di un dittatore poco illuminato
Per Berlusconi, si è verificato quasi il peggio. La vittoria con tre voti di margine significa che cade ogni ipotesi di ricucitura, e inizia la più assoluta e logorante ingovernabilità. Da quando c'è stato il distacco di FLI dal PdL, il governo è andato sotto tutte le volte che FLI ha deciso di votare contro.Tre voti di margine significa che è mancato un parlamentare e mezzo.
Si è votato in una Roma assediata da 100.000 studenti che si stanno scontrando per la polizia, e sono arrivati a Montecitorio. Uno studente ferito. A Torino gli studenti hanno occupato la stazione. A Firenze bloccato l'aeroporto. Scontri a Palermo. Pensa di andare avanti così?
E adesso? La golden-share alla Camera passa dalla Lega a FLI, nonostante il voto dei malpancisti. Da oggi, FLI detta l'agenda a Berlusconi, e non viceversa. Oggi Berlusconi non incassa la fiducia, ma la fiducia di Pirro. Una fiducia ottenuta comperando un paio di peones afflitti dai debiti. Gente che ha cambiato in media una bandiera ogni settimana. Pensa davvero di andare avanti così?
Adesso cosa conta di fare? Di condannare se stesso ed il Paese all'immobilismo? con quali prospettive? La Lega accetterà di farsi coinvolgere in un logoramento? e perchè dovrebbe farlo? Questo governo è finito, ed il risultato di questo voto potrebbe portare all'abbandono della nave che affonda molti di quei peones che speravavno di salvare i 20.000 euri mensili fino a fine legislatura. Persi gli euri, cercheranno di slavare almeno la faccia? Chi vivrà, vedrà. Noi crediamo che nell'uovo di Pasqua troveremo, finalmente, la fine del berlusconismo. Tafanus
P.S.: Barbareschi: "La Polidori è stata minacciata per le sue aziende. Le hanno detto che le chiudevano le sue aziende". E' la denuncia di Luca Barbareschi dopo che Catia Polidori ha scelto di votare per il governo, in dissenso dal gruppo Fli. "Questa - ha detto ancora - è corruzione di pubblico ufficiale. Sappiamo per certo che la Polidori, la cui azienda di famiglia è il Cepu, ha ottenuto rassicurazioni che la favoriscono".
Scritto il 14 dicembre 2010 alle 13:44 nella Berlusconi, Politica | Permalink | Commenti (69)
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Scritto il 14 dicembre 2010 alle 11:41 nella Politica | Permalink | Commenti (0)
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Statisti: Cesario, Scilipoti, Calearo
L'ultimo aggiornamento dice che le tre aspiranti mamme, a costo di arrivarci in ambulanza, saranno in aula a votare NO a Silvio. Auguri e figli "komunisti". Nel frattempo il pallottoliere per la Camera dice: 313 contro Silvio, 312 a favore.
Il paese resta dunque appeso ad una Siliquini, affetta da "labirintite politica": nasce CCD (...azz... Buttiglione...), pasta ad AN quando col CCD non c'è più trippa per gatti, entra di corsa nel Partito del Predellino (quello che siamo alle comiche finali), passa a FLI quando sembra che sia il cavello vincente, inizia la retromarcia quando il pallottoliere le insinua qualche dubbio. Prezzo di vendita: un sottosegretariato.
Su Domenico Scilipoti, agopunturista di Barcellona Pozzo di Gotto, c'è ancora meno da dire. Sappiamo che entra in politica come assessorucolo in un paesino, sotto le gloriose bandiere del PSDI siciliano. Lo ritroviamo (e Dio solo sa perchè) imbarcato nell'IdV del "compattatore di monnezza" Tonino di Pietro. Nel dicembre riesce a passare dal PdL al misto, dal misto al Movimento di Responsabilità Nazionale (tre statisti al bar lui, Calearo e Cesario: non sapere chi scegliere).
Scilipoti, un uomo, un mito:
# 9 dicembre, a Repubblica: "Voto la sfiducia, ma ormai sono finito". E da l'addio all'IdV
# 12 dicembre, al Messaggero: "Non mi vergogno, voterò la fiducia
Sarebbe interessante sapere cosa è successo in quei tre giorni alle ipoteche che gravavano su sette suoi immobili...
# 14 dicembre: ...a saperlo...
Ed ora vi svelerò un segreto: spero che Berlusconi abbia la fiducia, che comunque sarebbe con due-tre voti. Se dovesse essere sfiduciato, dovrebbe rassegnare le dimissioni, e si potrebbe compattare un nuovo governo di centro-destra allargato anche a FLI e UDC, e saremmo fottuti fino al 2013. Se invece avesse la fiducia, inizierebbe un calvario di pochi mesi, durante i quali Silvio non sarebbe in grado di spostare neanche una sedia. La sua immagine continuerebbe a logorarsi, e sarebbe mandato a casa da continue bocciature, e dalla Lega, che non vuole essere coinvolta nel logoramento. Tafanus
Scritto il 14 dicembre 2010 alle 10:47 nella Politica | Permalink | Commenti (48)
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Scritto il 14 dicembre 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (13)
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Parentopoli: Alemanno al capolinea, anche se finge di non saperlo
Reati e colpevoli li accerterà la Procura, ma la posizione del sindaco si va configurando come un autogol politico micidiale. Il racconto - o la narrazione, per usare un termine in voga - di Gianni Alemanno per Roma è finito. Si è concluso nel peggiore dei modi, e verso un inevitabile, infelice epilogo si sta avviando il suo autore, quali che siano le decisioni che assumerà nelle prossime ore o nei prossimi giorni.
Le prime risposte arrivate dall’inquilino del Campidoglio di fronte alla devastazione di immagine provocata dalle notizie sul saccheggio di posti pubblici compiuto da uomini a lui riconducibili sono, se possibile, peggiori delle notizie stesse. Reati e colpevoli li accerterà la Procura che ha aperto i relativi fascicoli di inchiesta. Ma la posizione del sindaco si va configurando come un autogol politico micidiale. Dopo i primi balbettii e le foto che smascheravano goffe dimenticanze, Alemanno ha annunciato ieri in conferenza stampa l’istituzione di una commissione che stabilisca le regole per le assunzioni nelle società controllate e imponga un codice etico ai membri dell’amministrazione; ha aggiunto che se saranno accertate sue responsabilità pagherà (...ma cos'è, un'ammissione che finora le più grandi aziende laziali, a capitale pubblico, facevano assunzioni "senza regole"? NdR).
Ma è già troppo tardi per tutto. E il precipizio nel quale il primo cittadino e la sua amministrazione sono finiti rischia di inghiottire la destra romana e laziale e, in una prospettiva non lontana, anche i futuristi e Gianfranco Fini, che per primo tentò la scalata al Campidoglio nel 1993, candidandosi (e perdendo, incassando però lo sdoganamento nazionale del Msi) contro Rutelli, sconfitto da Alemanno nel 2008. Che la preoccupazione per le conseguenze sia presente in Fli lo dimostra il lungo ed accorato articolo di Flavia Perina sul Secolo d’Italia.
La direttrice dello storico giornale della destra invita il vecchio compagno (o “camerata”) di militanza a «mettere mano a una nuova giunta che dia segnali chiari di discontinuità». Il tentativo è scoperto e persino comprensibile: gettare via l’acqua sporca accreditando Alemanno come il bambino da salvare. «Un grande progetto di cambiamento non può finire per una cubista o una fidanzata», scrive Perina, che rispolvera toni da destra sociale, quando parla di «uomo nuovo, capace di suscitare la speranza delle borgate e non solo dei salotti veltroniani».
In realtà quel progetto non è mai decollato, la Roma di oggi è peggiore di quella di ieri e la patetica contabilità delle irregolarità proposta da Alemanno per sminuire la gravità dei fatti invece di assumerne la responsabilità politica dà la misura dell’inadeguatezza del sindaco che non ha amministrato la capitale. Forse anche perché sperava di sostituirsi a Berlusconi.
Scritto il 13 dicembre 2010 alle 23:21 nella Politica | Permalink | Commenti (0)
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Scritto il 13 dicembre 2010 alle 16:41 nella Berlusconi | Permalink | Commenti (7)
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...amorevoli mani lo svegliano (o almeno ci provano)...
(...ma anche altri ci provano, con scarso successo... VEDI FOTO)
Scritto il 13 dicembre 2010 alle 13:45 nella Berlusconi | Permalink | Commenti (14)
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Scritto il 13 dicembre 2010 alle 13:00 | Permalink | Commenti (23)
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teste di razzo
“Alfano e Frattini: anche i ministri si sono mossi per Razzi” - Parla Massimo Pillera, l'ex portavoce del deputato dipietrista passato a Noi Sud e pronto a votare la fiducia: "Aveva addirittura brigato per una partecipazione di sua moglie ai 'pacchi' in Rai"
Perché Antonio Razzi è decisivo
La conta dei deputati prosegue tra dichiarazioni e smentite. A due giorni dal voto di sfiducia alla Camera, il depuatato Idv Antonio Razzi risulta decisivo. A Montecitorio la maggioranza assoluta è di 316. Di prassi il presidente della Camera non partecipa alla votazione. Sul fronte del no alla fiducia ad oggi si contano 313 deputati. Distribuiti tra Pd, Idv, Udc, Fli, Api, Lib-dem, Mpa, Autonomisti Val D’Aosta e altri. Dalla parte del sì anche qui il pallottoliere si ferma a 313 e tiene dentro Pdl, Lega nord, Noi del sud, Pri-Adc. Qui rientrano anche gli ex incerti Domenico Scilipoti (ex Idv) e Massimo Calearo (ex Pd). A questo punto risulta decisivo proprio il voto di Razzi, il cui no alla sfiducia darebbe la maggioranza al Cavaliere.
Ma la vittoria di Berlusconi potrebbe avere numeri più ampi. Tra le fila di chi vuole la sfiducia ci sono anche tre deputate vicine al termine della gravidanza. Il che rende incerta la loro presenza in aula. Si tratta di Giulia Bongiorno e Giulia Cosenza di Fli e Federica Mogherini del Pd. Non è finita. Ad allargare la forbice ci sono anche le colombe di Fli capitanate da Silvano Moffa, il quale, oltre al suo voto, potrebbe portarne altri cinque nella cassaforte del Cavaliere. Rimodulando il conto con 303 no e 319 sì.
Il motivo della scelta di Razzi? L’ha spiegato lui stesso il 25 novembre durante una cena a Zurigo
Angelino Alfano gli ha garantito la rielezione e Franco Frattini gli ha permesso di segnalare un nome come prossimo Console onorario di Lucerna. Per questo a Razzi conveniva appoggiare Berlusconi. Anche perché Antonio Di Pietro gli aveva già dato il benservito a causa di un processo pendente”. Ecco qui. Basta una telefonata per risolvere il mistero di Antonio Razzi, l’ex parlamentare dell’Idv, approdato a Noi Sud, che con il suo voto potrebbe salvare il governo di Silvio Berlusconi. E bastano dieci minuti di intervista con Massimo Pillera, l’ex portavoce di Razzi, per capire come dietro il mercato dei deputati si muova ormai l’intero esecutivo: dal ministro della Giustizia, fino a quello degli Esteri. Del resto Pillera chi sia Razzi, lo sa molto bene: “Ho girato un film sulla sua storia di operaio e quando è stato eletto gli ho fatto da chioccia, vista la totale inesperienza politica. Poi l’ho lasciato e sono tornato al mio lavoro di giornalista e direttore del settimanale svizzero ‘La Pagina’”.
Aspetti, in ordine cronologico: partiamo dal procedimento in corso. Di cosa parliamo?
Dei suoi problemi con il Cram, acronimo di Consulta Regionale Abruzzesi nel Mondo. Lui ne era membro.
E quindi?
È successo che i membri della federazione emigrati abruzzesi in Svizzera, lo hanno denunciato per appropriazione di fondi.
Quali fondi?
Nel 2005 c’è stata un’alluvione a Lucerna, e l’acqua ha danneggiato anche la struttura dove ha sede l’associazione degli abruzzesi. Razzi, come presidente del circolo, ha chiesto un contributo alla Regione Abruzzo. Richiesta accolta, con una cifra che oscillava tra i 60 e gli 80mila euro. Intanto, però, ha fatto sistemare il centro con i soldi dell’assicurazione svizzera.
Fino a quando…
Sia la Regione che l’assicurazione gli hanno chiesto un documento che attestasse di non aver ottenuto nessun’altro finanziamento.
E lui?
Ha firmato. E poco dopo, quando è stato eletto in parlamento, si è dimesso.
Come è stato scoperto?
Grazie al nuovo tesoriere dell’associazione che appena arrivato è andato a verificare i vari scontrini e ha trovato le ricevute del dentista e le spese di acquisto di alcuni televisori, uno dei quali è dentro casa-Razzi. Allora, partendo da questa anomalia, lo hanno convocato. E lui ha reagito spiegando che erano fondi della Regione che lui aveva anticipato. Insomma, è caduto in continue contraddizioni tanto da portare l’associazione a scoprire che l’Abruzzo aveva realmente dato un contributo.
Bè, però aveva dei gravi problemi di denti…
…ah, sì! Il suo dente argentato in bella evidenza nei primi manifesti elettorali, è stato sostituito da un sorriso bianco in quelli successivi.
Quale è stata la reazione dell’onorevole?
Ha portato via il computer con dentro il bilancio. Poi è partito il procedimento contro di lui.
E allora torniamo alla cena…
Sì, giovedì 25 novembre c’è stata una cena a Zurigo con alcuni amici e aderenti all’Idv abruzzese, dove Razzi ha rivelato che era pronto a lasciare il partito e che aveva intenzione di votare la fiducia a Silvio Berlusconi.
Ma come, proprio lui che a settembre aveva detto “Hanno provato a comprarmi, ma ho rifiutato”?
C’è un fatto: Di Pietro gli aveva da poco comunicato che non lo avrebbe più ricandidato a causa dei problemi con la giustizia. Quindi lui ha riferito della proposta del ministro Alfano per un posto sicuro in Italia. Anche perché ha un mutuo di due mila euro. Non solo…
Cosa?
Contestualmente, durante la cena, ha alzato il telefono e ha chiamato una collaboratrice di Frattini. Ha preso appuntamento per il lunedì successivo a Roma (il 29 novembre). Sede: il ministero. Ai presenti ha detto che lì volevano dargli l’opportunità di scegliere il Console onorario di Lucerna. Lui, Razzi, aveva una rosa di quattro nomi. Tenga conto che questa è una prassi totalmente fuori da ogni regola: il Console deve essere nominato dall’ambasciatore e non dal parlamentare.
Ci definisca Razzi, come uomo…
È una persona incapace di ogni ragionamento politico. Vede, io sono un giornalista che tempo fa ha realizzato una pellicola sulla sua vita da operaio del settore tessile. Poi grazie alla conoscenza con Di Pietro, nata in Canada quando il leader dell’Idv era ancora un pm di Mani Pulite, ha fatto il salto dentro Montecitorio. Però, è rimasto ancora lì.
In che senso?
Non ha approfondito, non si è dato da fare, non ha cercato di capire, di migliorare. Era ed è interessato ad altro. Vuole un esempio?
Prego…
Un giorno, quando ero il suo portavoce, ho ricevuto una telefonata mentre era su un palco a consegnare una medaglia.
E allora?
Arrivava dalla Rai e mi confermavano la possibilità di far partecipare la moglie alla trasmissione dei pacchi.
E lei?
Mi sono avvelenato. E Razzi ha rinunciato.
Bene, grazie. Buonasera…
No, no, aspettate, voglio aggiungere una cosa…
Prego…
All’estero c’è il sistema delle preferenze. Vuol dire che gli elettori hanno scritto il nome Razzi sulla scheda, vuol dire che chi l’ha scelto, l’ha fatto perché profondamente antiberlusconiano. Quindi c’è dietro un tradimento profondo della volontà degli elettori.
Quanti voti?
Circa 3200 in Svizzera.
Razzi si è più fatto vedere?
No! Assolutamente. Per questo e gli altri motivi, non è più molto gradita la sua presenza dalle nostre parti.
(Il Fatto Quotidiano - di Alessandro Ferrucci e Peter Gomez)
Scritto il 13 dicembre 2010 alle 12:30 nella Berlusconi, Politica | Permalink | Commenti (6)
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IL SOSTEGNO
Saranno due giornate infernali, ma tanto vale prepararsi a subirle. Stamattina l'inquadratura del bassetto dall'alto, senza effetti speciali, mostrava un'impietosa, paradigmatica immagine della situazione: la crapa pelata sulla quale un ridicolo miscuglio di peluria, colla e cromatina richiamava alla mente Frankenstein Senior. Un uomo e un governo tenuti su col Vinavil . Accanto a lui, a far finta di sorreggerlo, due fra i maggiori interessati a buttarlo giù: Bossi, che ha già detto "con due voti non si governa, meglio andare al voto", e Angelino Alfano", al quale qualcuno ha fatto credere che se nom ce la farà Berlusconi, lui o Frattini potrebbero ricevere un incarico esplorativo. L'idea è scema, ma che dire di Angelino che se l'è bevuta?
Lo Scemenzario, minuto per minuto
08:30 - Voto Palese peccato... nel segreto dell'urna, qualcuno avrenne potuto avere una botta di vergogna...
09:00 - Il Grande Discorso. Promesse per tutti. Anche per "I Liberali" (il solo Guzzanti). Chiedeva un impegnoi per il cambio della legge elettorale, ha avuto la solita promessa delle "liberalizzazioni.
09,05 - Rutelli: il berlusconismo è finito. Per fortuna è finito, male e prima, anche il Cicciobellismo
09:09 - Berlusconi: "Il Popolo decide se il governo deve lasciare". Qualcuno lo informi che è il Parlamento che lo decide, non Euromedia.
09:30 - "Il voto di fiducia aprirà una fase politica nuova" e "consentirà di completare le cinque azioni strategiche" messe a punto dal governo, continua il Cavaliere...
09:44 - Bossi, con un voto non si governa. Meglio il voto.
09:46 - D'Alema: se B. avrà la fiducia, si andrà subito al voto.
09:51 - Bossi glissa sull'apertura all'UDC
10:10 - Baldassari, finiani compatti (infatti voteranno la fiducia Catone, Moffa, forse la Siliquini, in attesa di altri)
10:15 - A qualcuno sembra alto. Stefania Birignao Prestigiacomo ha parlato: "discorso alto". ATTENZIONE! Questa donna è Ministro!
10:19 - Bossi: Tremonti mica è scemo che va a governare con una situazione così... Solo un pazzo come Berlusconi può farlo".
10:34 - Governo quasi al completo. Manca solo Tremonti...
10:38 - Bonino: Fiducia con pochi voti? Uno scenario peggiore di quello attuale.
10:54 - Fli compatta, ma Catone e Moffa votano per Berlusconi, e la Siliquini si sfila dalla riunione dei finiani di satasera.
11:03 - Berlusconi e la legge elettorale: chi tocca il Porcellum muore.
11:45 - Cicchitto: il centro-destra sono mi. "Se FLI vota la sfiducia è fuori dal centro-destra". E se Fini continua a dichiararsi uomo di centrodestra Cicchitto che fa, je mena?
12:11 - La Russa: "intervento di Berlusconi capolavoro di chiarezza (e intervento di La Russa capolavoro di leccaculismo...)
12:36 - Probabile replica: Berlusconi si accinge a reeplicare, ma chiarire... ma il suo discorso non era un "capolavoro di chiarezza"?
Scritto il 13 dicembre 2010 alle 12:10 nella Berlusconi, Politica | Permalink | Commenti (0)
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Scritto il 12 dicembre 2010 alle 19:01 | Permalink | Commenti (4)
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La commemorazione ufficiale della strage di piazza Fontana è iniziata a Milano tra i fischi e le urla di meno di un centinaio di contestatori che hanno preso di mira il sindaco Letizia Moratti e il presidente della Provincia, Guido Podestà. I fischi e le urla sono proseguiti anche mentre veniva suonato il Silenzio in onore di tutti i caduti. Il sindaco ha lasciato la piazza scortata dalle forze dell'ordine, in tutta fretta, dopo qualche minuto. "Purtroppo un gruppo di ragazzini ha deciso di contestare come al solito la manifestazione. Vedo che sono molto giovani, dovrebbero imparare dalla compostezza degli adulti", ha commentato Podestà.
Il fumetto che racconta la strage
LO SPECIALE DI MILANO.REPUBBLICA.IT
Le autorità cittadine e i rappresentanti antifascisti e del comitato delle vittime hanno deposto le corone davanti alla Banca nazionale dell'agricoltura scortati a brevissima distanza da un nutrito numero di forze dell'ordine. La partecipazione della cittadini, in piazza Fontana complice forse il freddo pungente, appare scarsa. Dopo le contestazioni, il silenzio iè tornato durante la cerimonia di commemorazione quando ha preso la parole il presidente dell'Associazione familiari delle vittime, Carlo Arnoldi. E' stato chiesto un minuto di silenzio per commemorare i nomi delle vittime che è stato rispettato da tutti.
Un documentario d'epoca sulla strage è stato proiettato in piazza grazie a un maxischermo per "il prezioso significato di immagini che aiutano indelebilmente a preservare la memoria". "Non ci sarà una verità giudiziaria - ha detto Arnoldi - ma solo una verità storica". Arnoldi ha poi spiegato che l'associazione non ha "mai voluto far parte della polemica politica", ha invitato i contestatori a manifestare la loro contrarietà con il silenzio e ha chiesto l'apertura degli archivi e "l'accessibilità a tutti i documenti delle varie inchieste".
Scritto il 12 dicembre 2010 alle 18:25 nella Politica | Permalink | Commenti (0)
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Scritto il 12 dicembre 2010 alle 18:00 | Permalink | Commenti (22)
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La "parentopoli di Alemanno? un "vizietto" antico: già dieci anni fa decine di fedelissimi sistemati al Ministero e all'Unire. Già allora l'uomo chiave era Panzironi, attuale Ammimnistratore Delegato dell'Ama. L'ex naziskin Vattani, oggi in Campidoglio, era segretario dell'allora ministro
(di Corrado Zunino - Repubblica)
Il metodo Alemanno trova la sua prima applicazione, e via via il suo cemento, tra il 2001 e il 2006: parenti e camerati assunti al ministero delle Politiche agricole e forestali. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, oggi 53 anni, l'11 giugno 2001 fu nominato ministro del Berlusconi II. E da lì, dal Mipaf, con passo militare e mano ferma, spazzò in poche settimane le gerarchie consolidate, allontanò i dipendenti patrocinati da nemici e portò negli uffici di via XX Settembre, nel potente braccio operativo dell'Unire (l'ente di gestione dell'ippica) e nella struttura del Corpo forestale i suoi uomini. A decine. Segretari generali e magazzinieri, vigilantes e giornaliste.
Tanti impiegati, avviati in uffici amministrativi. Gianni Alemanno con i suoi boiardi di riferimento - Giuseppe Ambrosio al ministero e Franco Panzironi all'Unire (oggi è l'ad dell'Ama, municipalizzata controllata dal Comune di Roma) - per cinque anni mise in atto uno "spoil system" strutturale a favore di compagni di partito e loro familiari. Trentaquattro giorni dopo l'insediamento il ministro Alemanno nominò commissario del collassato Unire Riccardo Andriani, compagno di militanza nel Fronte della gioventù, corrente rautiana (Pino Rauti è il suocero di Alemanno. NdR). Nel giro di quindici mesi scelse come segretario generale Franco Panzironi, manager di aziende interinali che avrebbe spalancato il mondo dell'ippica alle agenzie di collocamento a lui vicine: si entrava a chiamata diretta.
Le consulenze esterne costeranno all'Unire un milione e mezzo di euro, il segretario subirà un processo da cui uscirà assolto. Abbiamo visto come Panzironi - segretario generale, tra l'altro, della fondazione di Alemanno "Nuova Italia" - si sia portato nella municipalizzata dell'Ambiente quattro dipendenti Unire tra cui Laura Rebiscini, conduttrice di non memorabili trasmissioni per Unire Tv. L'ente ippico sotto Alemanno-Panzironi prese in affitto un palazzo Bnl con uffici larghi come piazze e offrì un lauto contratto a Bruno Vespa, poi contestato dalla Corte dei Conti.
A due alemanniani in quegli anni vennero consegnati gli uffici del calendario e della Corsa Tris, le due "casse" dell'ente. Il probiviro di An Ranieri Mamalchi, oggi responsabile degli affari istituzionali Acea (altra municipalizzata del Comune sotto inchiesta), a inizio Duemila fu chiamato dall'Alemanno ministro a fare il capo di gabinetto. A sua volta, Mamalchi impose all'Unire un ufficio stampa di fiducia a 100 mila euro l'anno e, in tempi recenti, ha sistemato il figlio Edoardo all'Ama di Panzironi. Negli ultimi due anni sono passati dall'ippica al Comune di Roma Marco Mugavero e Raffaele Marra, lui destinato alla direzione delle politiche abitative. E l'ex naziskin Mario Andrea Vattani, che in Campidoglio si occupa a 122 mila euro l'anno delle relazioni internazionali, già curava la segreteria particolare di Alemanno al Mipaf.
Sotto l'egida di Antonio Buonfiglio, sottosegretario alle Politiche agricole nel Berlusconi IV, è nato Unirelab, il laboratorio antidoping dell'ippica, un inno al clientelismo di destra e allo spreco: offre il minor numero di analisi in Europa al prezzo più caro. Il direttore generale è un sodale del primo Alemanno, quello di piazza: Paolo De Iuliis. I Nas di Milano lo hanno indagato per la qualità dei test sui cavalli. Responsabile del personale è Silvia Saltamartini, sorella del deputato Pdl Barbara, stretta collaboratrice del sindaco. In questo laboratorio specialistico è arrivato da Espn Sudamerica un improbabile giornalista sportivo argentino, parente di De Iuliis: gli hanno fatto fare un corso di anatomia negli Stati Uniti, oggi è in causa per una vicenda di rimborsi spese.
Nella greppia di Unirelab sono planati figli di amiche di Panzironi, parenti della Saltamartini, fidanzate di assessori comunali. Nel 2003 hanno aperto una seconda sede a Pomezia: è in cronico deficit, ma è l'ideale bacino di raccolta delle clientele romane. E nella sede di Settimo Milanese la ristrutturazione di una villa per allargare i laboratori si è trasformata nella consegna di tre dépendance personali ai capi.
Scritto il 12 dicembre 2010 alle 13:30 nella Politica | Permalink | Commenti (0)
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Il Cavaliere ha portato al potere lo schema del porno show lanciato da Umberto Smaila nel 1987. E le sue residenze metà Disneyland e metà Neverland amplificano una visione voyeuristica e kitsch, Dove tutto sa di discoteca e di tv
Al principio è stato "Colpo grosso", il primo sexy-varietà della tv italiana, come lo definisce Aldo Grasso. Lo conduceva Umberto Smaila, detto "Smaiala". Due partecipanti, un uomo e una donna, giocavano alla roulette; a ogni vincita spogliavano a turno quattro ragazze e quattro ragazzi dell'avversario, se invece perdevano, dovevano spogliarsi loro. Pare che all'epoca, anno 1987, fossero centinaia gli aspiranti partecipanti: studentesse, casalinghe, impiegati. L'avanguardia delle veline e del "Grande fratello". Era trionfo del voyeurismo; di più: voyeurismo nel voyeurismo del piccolo schermo.
La televisione berlusconiana è stata la grande fonte dell'immaginario sessuale del Capo: gioco collettivo, orgia visiva, scherzo, risata, battuta salace, sessualità pecoreccia, e soprattutto evasione dalla vita stessa, dalla sua insopportabile quotidianità. Non più tenuto a freno dalle ideologie, dal comunismo e dal cattolicesimo, diventati residuali, come aveva capito a metà degli anni Settanta Pasolini, "Colpo grosso" è andato al potere. Si è trasferito dagli studi di Italia 7 ai palazzi della politica italiana, dai set televisivi alle ville del Capo. Siamo così passati nel giro di pochi anni dalla pornocrazia alla mignottocrazia, di cui hanno scritto di recente Filippo Ceccarelli e Andrea Cortellessa. Se si deve immaginare cosa succede nelle varie residenze del presidente del Consiglio, cosa che scandalizza milioni di italiani, ma insieme ne eccita la curiosità, basta ritornare alla trasmissione di Smaiala e portare alle estreme conseguenze ciò che là avveniva sotto gli occhi dei telespettatori arrapati.
Per descrivere l'immaginario sessuale del Capo, basta rifarsi a due luoghi virtuali e insieme reali: la televisione e la discoteca. Del resto, la favolosa residenza sarda, Villa Certosa, da quanto se ne sa da fotografie, libri, descrizioni, testimonianze, è queste due cose insieme: tv e discoteca. Le stesse ambientazioni che le pagine dei settimanali gossip, "Chi" in testa, hanno mostrato con dovizia di dettagli nell'ultimo decennio. Apparire sotto i riflettori, per una visione voyeuristica in cui tutto è eccessivo, ridondante, kitsch. Quello che si vede, o s'immagina, attraverso gli ormai interminabili racconti delle escort, delle divette, delle minorenni, delle attricette e delle comparse, appartiene a un set cinematografico di un porno show casalingo. Il Capo come Walt Disney e Michel Jackson, la residenza come Disneyland e Neverland: case arredate con letti rotondi, grotte con cascate d'acqua, statue, giostre, piscine, vasche per idromassaggi, luci stroboscopiche, vari set che fungono da palcoscenico, passerella, con scenografie rutilanti. Tutte attrezzature e ambientazioni da Peter Pan fallico ed ossessivo: nei loro allestimenti le ville e residence tradiscono qualcosa d'infantile [...]
Berlusconi con le sue ambientazioni, degne di film di serie B, ci mostra entrambe le possibilità, anzi le fonde con i riti osceni, creando un lessico parossistico e volgare che travolge l'immaginario dell'intero Paese: mentre lo scandalizza, lo attrae, più o meno consapevolmente, verso quella zona buia che è in tutti noi. La zona grigia del sesso. Villa Certosa, magione neroniana, si presenta come uno spazio dove ci aspetta da un momento all'altro di veder apparire Roger Rabbit, in una confusione di realtà e cartone animato, attori in carne e ossa e figure virtuali. Collezioni di farfalle di paesi tropicali si alternano ai quadri kitsch di giovani artiste, nanetti ed elfi spuntano da tronchi e radici del giardino, in una confusione di alto e basso che è propria del PopCamp: un travestimento psichico, una perversione segnica, aberrazione costante del dandismo nella sua versione massificata da pornoshop. Tutto questo senza però l'ironia, il mascheramento comico e deformante del PopCamp, un gusto che già in "Colpo grosso" virava verso una forma di transessualismo culturale incarnato da Maurizio Paradiso, il transessuale successore di Smaila alla guida del programma nel 1991.
Al di là del machismo e del maschilismo che il rito del Bunga Bunga sembra trasmettere, con la sua evidente violenza verbale, prima ancora che fisica, l'immaginario sessuale di Silvio Berlusconi comunica una forma di transessualità che è il carattere proprio della sua stessa televisione: ambiguità dei ruoli, scambio di maschile e femminile, abolizione delle differenze, in un pansessualismo che è il vero portato del paganesimo postmoderno.
In un episodio sintomatico, narrato da Berlusconi stesso, nel 1988 un tifoso del Milan, dopo la partita vinta dalla squadra, si getta sul cofano dell'auto del Presidente che esce dallo stadio e urla: "Silvio sei una bella figa!". Il più bel complimento della mia vita, commenta il Capo. Il desiderio di sedurre, come se fosse una donna, il proprio pubblico, gli elettori, le donne e anche gli uomini, i concorrenti e gli avversari, è la vera natura profonda di questo Walt Disney della pornografia casareccia. Come ha visto Franco Cordelli nel romanzo, "Il Duca di Mantova", Berlusconi è lui stesso un travestito, che tuttavia non pare intenzionato a gettare la maschera, per quanto ossessionato non solo dal sesso femminile, ma anche dal proprio stesso sesso maschile.
Il signore del nostro "Eyes Wide Shut" - "occhi spalancati chiusi" - conserva nel suo rituale di potere anche tracce dei regimi politici del passato. In una delle sale della sua macchina-dei-divertimenti in Sardegna, raccontano gli ospiti, sopra ad un camino, è appeso un trittico, tre quadri che raffigurano tre ragazze nude sovrastate da una ghirlanda, un'opera simile, per dimensioni, argomento e visione, a quella che adornava la magione a Monaco di Adolf Hitler e che oggi è temporaneamente esposta al Guggenheim di New York nella mostra "Caos and Classicism", dedicata all'arte tedesca, francese e italiana tra le due guerre. Anche noi viviamo forse un periodo simile: molto caos, e ben poco classicismo. Da "Colpo grosso" al kitsch pecoreccio di Bunga Bunga il percorso è davvero breve, anche se copre l'arco di ventitre anni della nostra vita. Troppi.
(di di Marco Belpoliti - l'Espresso)
Scritto il 12 dicembre 2010 alle 09:00 nella Berlusconi | Permalink | Commenti (0)
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Come promesso, stiamo raccogliendo le porcherie romane in un dossier, che pubblichiamo "a rate", cominciando dalla prima puntata, che risale al 18 Nocembre scorso. Questo dossier sarà via via completato, e il documento, accresciuto "in progress", sarò scaricabile, in formato word, dalla colonna del Tafanus (Gruppo FILES, sotto la voce [Dossier Alemanno])
Padre, figlio, genero: è la saga Panzironi
(Repubblica - 18/11/2010 - Giovanna Vitale)
È stata ribattezzata la “Saga dei Panzironi” ma, al di là del titolo avvincente, non di romanzo d’avventura trattasi bensì di affari di famiglia a spese dei cittadini. Protagonista: il braccio operativo della Fondazione alemanniana Nuova Italia, Franco Panzironi, che il sindaco ha piazzato al vertice dell’azienda dei rifiuti, avallandone ogni sorta di assunzione parentale. Perché se in tempi come questi un posto di lavoro è merce rara, sul mercato dei cognomi giusti trovarlo è facilissimo.
A smascherare le singolari affinità, sempre ben pagate, che fra loro legano alcuni dipendenti arruolati nelle
società capitoline è stato ieri il consigliere pd Athos De Luca, autore di una dettagliata interrogazione al primo cittadino contro il malcostume imperante a Palazzo Senatorio. «Non appena insediato come amministratore delegato di Ama», esordisce De Luca, «il dottor Panzironi, portato da Alemanno al Comune di Roma dall’Unire (dove il sindaco stesso lo prese quando faceva il ministro dell’Agricoltura), si è dato subito da fare per sistemare in Ama il genero, Armando Appetito, come VIII livello».
Un peccato tutto sommato veniale, se fosse rimasto isolato. E invece «successivamente, non soddisfatto del proprio stipendio, il dottor Panzironi ha pensato bene di incrementarlo con la presidenza della Multiservizi, così cumulando la somma di 545 mila euro annui di retribuzione», prosegue il resocontista democratico. Implacabile nel ricordare come «dal primo gennaio 2009, il figlio Dario Panzironi, di anni 24, è stato assunto con 64 mila euro annui nella segreteria del sindaco». Ma non finisce qui. Come fosse un destino di famiglia, infatti, «oggi apprendiamo» che il pargolo prediletto «avrebbe pure lui beneficiato di un doppio incarico», esattamente come il padre, «essendo stato assunto anche alla Eur spa come quadro». Si dice dopo aver rischiato, tutta colpa dei sindacati ostili, un’analoga assunzione in Acea. Caustico il finale: «Non ci resta che aspettare per vedere quali altri parenti saranno sistemati dal dottor Panzironi, con il benestare del nostro sindaco. In Campidoglio la “Saga dei Panzironi” continua, fornendo una immagine di grande sobrietà e rigore della giunta Alemanno, che fa rimpiangere davvero la prima Repubblica».
Andrini e i rapporti con Mokbel: ”Adesso il sindaco chiarisca”
(Repubblica - 23/11/2010 - Giovanna Vitale)
Riesplode il caso Stefano Andrini, il neofascista nominato l’anno scorso Amministratore Delegato di Ama Servizi. A riaccenderei riflettori, la puntata domenicale di Report.
«Alemanno chiarisca» chiedono parlamentari e consiglieri del Pd. L’altro ieri sera la trasmissione di Milena Gabanelli ha ricostruito le relazioni pericolose fra l’imprenditore romano Gennaro Mokbel, il consulente di Finmeccanica Lorenzo Cola e alcune aziende pubbliche. Un giro losco che finisce per lambire, proprio attraverso Andrini (definito nell’ inchiesta Telecom-Sparkle «il motore della candidatura» truffaldina dell’ ex senatore pdl Nicola Di Girolamo), il Campidoglio di Alemanno. Rivelatore un passaggio dell’ intervista all’ avvocato Carlo Taormina, laddove si afferma che «Mokbel è un uomo molto più potente di quanto non si ritenga ed è alla testa di qualcosa di più importante dal punto di vista politico. Una... come dire, sub-organizzazione di An». Ecco perché «credo chei cittadini della capitale abbiano diritto a una parola di chiarezza da parte del loro sindaco», scrive in un’ interrogazione al governo il senatore democratico Raffaele Ranucci.
«Da primo cittadino ha il dovere di spiegare il perché di quella nomina e il perché della sua difesa a oltranza», prosegue Ranucci. «È vero che Andrini è stato il grande collettore per il finanziamento della campagna elettorale di Alemanno? E perché continua ad essere dipendente dell’ Ama con uno stipendio pagato dai contribuenti? Sono domande a cui il sindaco deve dare al più presto una risposta». Anche per sapere, dice il senatore idv Stefano Pedica, «se Alemanno nella sua attività istituzionale sia libero da pressioni e ricatti», come sollecitato pure dai consiglieri capitolini Valeriani e Masini («Quanto hanno pesato gli input ricevuti per nominare Andrini?»). Replica Simone Turbolente, portavoce di Alemanno: «Nulla di nuovo, diffamazioni e calunnie saranno denunciate». (1 - continua)
[Dossier Alemanno su Tafanus]
Scritto il 11 dicembre 2010 alle 19:16 nella Politica | Permalink | Commenti (0)
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...so bbelli razzi...
Un partito dove chi decide è il padrone. Un partito dove il Boss, non appena finisce una conferenza stampa nel corso della quale garantisce che il movimento farà blocco unico, ed accusa di infamità elementi da lui stessi scelto e portati in parlamento, viene smentito in tempo reale.
Un partito nato dalla protesta popolare, che traghetta in parlamento il peggio del trasformismo politico della prima repubblica, affonda miseramente nell'opera buffa.
Pensate stia parlando del PDL? Ebbene no, sto ahimè parlando dell'arruffatissimo partito di Tonino Di Pietro, che oggi perde l'"onorevole" Razzi, passato armi e bagagli al padrone di Arcore dietro pagamento dei famosi trenta denari, mentre il "paladino" della non violenza propugnatore della lotta contro la partitocrazia Marco Pannella rincoglionisce definitivamente annunciando la sua astensione al momento del voto di fiducia che di fatto sottintende il via libera di ciò che resta del glorioso movimento Radicale all'abiura di tutto quello che è stato fatto in quarant'anni di lotte politiche.
Siamo ancora in una democrazia rappresentativa? Gli Italiani residenti all'estero che hanno dato il loro libero voto (pochi, lo sappiamo cosa avviene all'estero delle schede elettorali...) saranno soddisfatti del buffone che appoggia oggi chi fino a tre mesi fa definiva "bandito e mafioso"? E chi (come il sottoscritto da giovane) ha seguito il vecchio Pannella nelle sue lotte sacrosante, cosa potrà pensare di un vecchio rimbambito che, dopo avere commesso l'idiozia di aver appoggiato un ipocrita come Capezzone quale segretario dei Radicali, ammazza definitivamente un simbolo accomodandosi nelle ben fornite tasche di Berlusconi? E non venite a dirmi che la dieta a base di urina gli ha annebbiato il cervello; ormai sono vent'anni che dobbiamo sopportare le mattane di un uomo totalmente andato ma incredibilmente ancora alla guida di un partito politico.
Non so sinceramente se lo scandalo maggiore stia nel rendersi conto che nella culla della democrazia Italiana vi sia una concentrazione di marcio rivoltante, oppure nel rendersi conto che i "leaders" politici dimostrano di avere un quoziente intellettivo pari a quello di un paracarro, con rispetto ovviamente per i paracarri che perlomeno una funzione utile ce l'hanno.
Bersani oggi comincia timidamente ad affermare che "forse" questa indegna compravendita riveste gli estremi di un reato chiamato corruzione: questo, ovviamente, non prima di aver garantito al satrapo ben 20 giorni di tempo utile a far campagna acquisti. E svegliarsi un po' prima ? Come lo aveva capito Lameduck in un post qualche giorno fa, "La serrata della Libertà"... il buon segretario PD non ha avuto sentore che non si trattava di un periodo di vacanza ma di un sistema per aggiustare qualche rognetta da parte del conducator nano? E se effettivamente di questo si parla, cosa possiamo dire della genialità che sta dietro a questa gestione se non dire che "...con questi dirigenti non si vincerà mai"?
Con questi e nemmeno con i prossimi: che dire di un Renzi che va a Canossa per discutere dei problemi di Firenze nientepopodimeno che con chi i problemi di disavanzo li ha creati, resi enormi e poi scaricati sui cittadini... davvero, siamo in Italia oppure su candid camera? Un politico del genere in Germania sarebbe stato preso a calci nel didietro dai suoi cittadini nonché dai tesserati al partito di cui fa parte.
Rottamatori ? Ma va là, questi sono i politici che nascono dal basso, dal popolo. Quello che partecipa ai telequiz di Silvio primo e si bea del grande fratello. Se il seme della rinascita si vede dalla decadenza del vecchio understatement, dovremmo esserci vicini.
Però, non so perché, ma una vocina mi dice che questa spazzatura durerà ancora a lungo. E non sto purtroppo parlando della situazione di Napoli."
Axel
Scritto il 11 dicembre 2010 alle 15:00 nella Politica | Permalink | Commenti (20)
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Un famoso psichiatra e sessuologo esamina Berlusconi: nella sua brama erotica, dice, c'è l'ansia di un uomo scontento. E lo mette in guardia
(Colloquio di Enrico Arosio - l'Espresso - con Giorgio Abraham)
Di Berlusconi, questa la tesi, ce ne sono due: un "Silvio della notte" che determina l'agire del "Silvio diurno". Il Silvio intero fatica a concretizzarsi: è un leader di 74 anni più solo di quanto non si creda, che ha un problema "con se stesso e col piacere", e in cui l'attività erotica ha assunto un carattere drammatico. La tesi, severa, è di Giorgio Abraham, psichiatra e sessuologo che da anni insegna e pratica a Ginevra. Al professor Abraham, 83 anni, che ha avuto (come Berlusconi) cinque figli da due mogli, abbiamo chiesto di dare consiglio a Silvio come se fosse un fratello minore.
La prima cosa che gli direbbe?
"Silvio, sii prudente. Mi sembri uno che sta recuperando in età avanzata ciò che non ebbe da giovane. E ti devo dire che, da quel che leggo, il tuo profilo ricorda quello di un soggetto sex addicted".
Sex addiction, dipendenza da sesso?
"Il profilo è quello. Non è così raro. In tanti vanno in clinica a curarsi, anche se in genere sono più giovani. Sua moglie parla di un uomo che ha bisogno di aiuto. La Chiesa di un malato che non si controlla più, forse per salvarlo. Io non la metto sul piano morale, lo scandalo, la vergogna. Io direi: Silvio, tu hai un problema con te stesso. Hai un problema con il piacere. Guardati dentro: lo hai conosciuto o no il piacere vero, profondo, duraturo, legato alla persona?".
Come aiuterebbe un fratello in crisi?
"Gli direi: Silvio, raccontami i tuoi sogni".
Torniamo al Freud del 1900...
"No. Noi studiamo l'erotizzazione dei sogni con la scienza di oggi. E qui c'è un homo diurnus, il Silvio diurno, alle prese con la crisi di governo, Fini, Bossi, il danno all'immagine internazionale dell'Italia. E un homo nocturnus, il Silvio della notte, che solo la notte ha l'appuntamento vero con se stesso. Berlusconi è prigioniero dei suoi sogni; spesso noi eseguiamo di giorno ciò che i sogni ci hanno dettato. Ma nella sua brama erotica c'è l'ansia. C'è l'uomo scontento. A cui si somma il problema della malattia".
La questione si fa delicata.
"Mi attengo ai fatti. Oggi leggo i racconti dei festini, delle ragazze invitate in villa a gruppi. Ma io ricordo bene quando Berlusconi dichiarò che aveva avuto un tumore alla prostata. Quando disse: "Ho vinto il cancro, non solo i miei avversari". Quando annunciò, al San Raffaele: "Insieme vinceremo il cancro". E osservo che in un operato di prostata di 74 anni si possono escludere certe presunte performance sessuali. I problemi erettili sono frequenti. Anche ricorrendo all'ausilio farmacologico, restano inverosimili certi racconti tipo l'harem del sultano".
Domanda inevitabile: come ci è arrivato?
"La sua è la storia di un self made man di grande successo, prima negli affari, poi in politica. Ora in politica è in sofferenza. È un uomo logorato. È in ansia per l'eredità delle sue ricchezze. E allora il successo erotico passa avanti, diventa la meta numero uno. Ma sappiamo bene che, con il tempo, la sessualità diventa banale, meno stimolante. In certi casi si può fare ricorso a droghe o a forme di peversione soft. Il che comporta qualche rischio".
Diceva lo Zarathustra di Nietzsche: "Ogni piacere vuole miele, vuole feccia, vuole mezzanotte ebbra". Ma qui il cercatore di piacere è un Senex che rifiuta la senescenza.
"Nella tradizione conosciamo seduttori compulsivi di varia statura, ma per Don Giovanni la preda più ambita era quella di un certo valore. Prima della conquista c'era la lotta, e solo alla fine la vittoria della penetrazione. Se Silvio fosse mio fratello gli direi: tu vai con la ragazza giovane, ma sei certo che lei desideri te? O desidera la vicinanza al potere? Non le dai l'assegno in mano, magari, ma la paghi indirettamente: è una forma lussuosa di prostituzione. Come può un uomo del tuo successo credere a un'attrazione così fasulla?".
Gli dia un consiglio da sessuologo.
"Cerchi una donna interessante sui 45 anni. È molto più ragionevole".
Berlusconi è una personalità trasgressiva?
"L'anziano è sempre trasgressivo. Io stesso pratico ancora il karate. Non è quello. Mi colpisce di più la contraddizione politica. Non puoi avere fissazioni erotiche, rischiare di perdere il controllo, ed essere alleato della destra cattolica sulla famiglia, la bioetica, o sul caso Eluana. E far pure le battute sui gay. C'è piena confusione tra due Silvio: il conservatore e il libertino".
Il rischio maggiore?
"Quello di autodistruggersi. Penso a Ottaviano Augusto, che restò al potere 44 anni e prima di morire fu tormentato da Tiberio e dalla questione ereditaria: a chi lasciare l'Impero? Silvio ha un problema plurimo: il futuro politico, la successione patrimoniale, e l'eredità morale".
Scritto il 11 dicembre 2010 alle 10:32 nella Berlusconi | Permalink | Commenti (6)
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Scritto il 11 dicembre 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (6)
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Scritto il 10 dicembre 2010 alle 17:56 | Permalink | Commenti (9)
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Ex di Avanguardia Nazionale, esponenti di Terza Posizione, perfino naziskin vicini a Mokbel. Così Alemanno ha piazzato nei posti che contano della Capitale i suoi amici estremisti neri
(di Emiliano Fittipaldi - l'Espresso)
Boia chi molla, gridava a fine anni Ottanta il giovane Gianni Alemanno, al tempo capo del Fronte della Gioventù e fedelissimo di Pino Rauti, leader dell'ala movimentista dell'Msi e futuro suocero. Vent'anni dopo, nessuno può accusarlo di incoerenza: Gianni, diventato sindaco di Roma, non ha mollato nessuno. Non ha tradito, non ha lasciato per strada i vecchi camerati, nemmeno quelli finiti in galera per banda armata e atti terroristici, neppure i personaggi più discussi della galassia d'estrema destra protagonista degli anni di piombo. Anzi.
Nell'anno di grazia 2010 Roma è sempre più nera, con fascisti ed ex fascisti che spuntano dappertutto. Nei posti cardine dell'amministrazione comunale e nell'entourage ristretto del nuovo Dux, nell'assemblea capitolina e nelle società controllate dal Comune, passando per enti regionali e ministeri. Vecchie conoscenze sono comparse anche nella parentopoli che ha investito l'Atac, dove lavorano - come ha scritto Ernesto Menicucci sul "Corriere" - l'ex Nar Francesco Bianco (in passato arrestato e processato per rapine e omicidi insieme ai fratelli Fioravanti, fu scarcerato per decorrenza dei termini) e l'ex di Terza posizione Gianluca Ponzio. Ponzio oggi è a capo del Servizio Relazioni Industriali della municipalizzata del Comune, negli anni Ottanta fu protagonista di arresti plurimi per rapina e possesso d'armi.
La sinistra ha gridato allo scandalo, ma i due sono sono solo la punta dell'iceberg di un gruppo di potere sempre più radicato in città, cementato dagli ideali e dall'antica appartenenza, da interessi (anche economici) e da relazioni amicali e familiari. La lista comprende ex militanti di Terza posizione e dei Nuclei Armati Rivoluzionari, uomini di Forza nuova, naziskin vicini alla cricca di Gennaro Mokbel, capi storici di Avanguardia nazionale, ultrà e combattenti delle battaglie degli anni Settanta e Ottanta. Battuto a sorpresa Francesco Rutelli, disintegrati i potentati di Forza Italia (già messi a dura prova durante la giunta regionale guidata da Francesco Storace) ora sono nella cabina di controllo e, nella nerissima capitale, comandano loro.
Naziskin & C. - Un lavoro ben retribuito Alemanno e Panzironi l'avevano invece trovato a Stefano Andrini, assurto agli onori delle cronache perché insieme a un gruppetto di naziskin picchiò selvaggiamente, nell'estate del 1989, due "compagni" davanti al cinema Capranica. Andrini, 40 anni, fa parte di una generazione successiva a quella dei movimenti storici degli anni di piombo. La rissa costò a lui e al fratello gemello una condanna a quattro anni e otto mesi (poi ridotti a tre) per tentato omicidio. La carriera criminale continua anche dopo la reclusione: entrato nell'orbita del gruppo di Delle Chiaie, Stefano nel 1994 viene arrestato per alcuni scontri con gli autonomi. Un passato burrascoso che nel 2009 non gli impedisce di sedersi sulla poltrona di amministratore delegato di Ama Servizi Ambientali. Andrini, ultrà della Lazio, non c'è rimasto molto. Lo scorso febbraio è stato travolto dall'inchiesta sugli affari della banda capeggiata da Gennaro Mokbel. Secondo i magistrati sarebbe stato proprio lui a organizzare - tramite i suoi agganci a Bruxelles - la falsa candidatura di Nicola Di Girolamo, il senatore tanto caro a Mokbel («Sei il mio servo», gli diceva) e alle famiglie 'ndranghetiste di Isola Capo Rizzuto.
Il sindaco, si sa, non molla mai nessuno. E perdona tutti, forse perché anche lui è stato sfiorato da vicende giudiziarie, come aggressioni e lancio di bombe molotov (sempre assolto). Non bisogna sorprendersi, così, che abbia provato a sistemare anche altri ex skin protagonisti del pestaggio al cinema Capranica. Così Mario Andrea Vattani (arrestato con gli Andrini ma poi assolto al processo), figlio del potente presidente dell'Ice Umberto, è diventato Capo delle Relazioni Internazionali e del Cerimoniale del Campidoglio. Assunto fino al 2013, costerà ai contribuenti 488 mila euro tra stipendio e oneri previdenziali.
Anche Demetrio Tullio, pure lui arrestato e prosciolto, ha ottenuto un posto fisso. Stavolta al Ministero delle Politiche Agricole: è entrato grazie a un concorso bandito nel 2006, quando Alemanno era titolare del dicastero. Tullio lavora alla Direzione Generale della Pesca Marittima, ma nel tempo libero si occupa anche di manifestazioni culturali. Il mensile di Ostia "Zeus" lo indica come «Presidente dell'associazione Minas Tirith», dal nome della città assediata del Signore degli Anelli, che qualche giorno fa ha organizzato un convegno intitolato "Serate Dannunziane". Secondo il giornale, la tre giorni è stata un successo.
Franco Pugliese e Gennaro Mokbel
Mi manda Mokbel - Non sappiamo se Alemanno ha perdonato anche Mokbel, che si è vantato di averlo preso a schiaffi durante una manifestazione (era il 1998) in cui Gennaro organizzava il sevizio d'ordine. Di sicuro l'inchiesta sul faccendiere che ha messo in piedi la più colossale truffa dal dopoguerra non gli fa dormire sonni tranquilli. Mokbel (in passato «destinatario», scrive il gip Aldo Morgigni nell'ordinanza, «di provvedimenti cautelari per fatti omicidiari collegati ad azioni di gruppi terroristici di estrema destra unitamente a soggetti - quali ad esempio Carminati Massimo - ancora oggi oggetto di ricerche da parte delle forze di polizia») ha infatti complici assai vicini al mondo di quella che fu Alleanza Nazionale. In primis l'avvocato Paolo Colosimo, finito anche lui in galera per associazione a delinquere: fino a qualche tempo fa tra i suoi clienti c'era Nicolò Accame, l'ex portavoce di Francesco Storace alla Regione Lazio. Rampollo della dinastia Accame (il papà Giano, "fascista di sinistra", fu un intellettuale influente, la sorella Barbara è la moglie del leader carismatico di Terza posizione Peppe Dimitri, morto tragicamente nel 2006) è stato condannato per corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta "Lazio-Gate".
Non solo. Del gruppo Mokbel fa parte anche Silvio Fanella, considerato dagli inquirenti il cassiere della banda. Il suo nome è spuntato a sorpresa nella compravendita di una società, la Mondo Verde, fondata anni fa dal capo della segreteria di Alemanno, Antonio Lucarelli, e da due suoi cugini. A "L'espresso" risulta che Fanella rilevi il 50 per cento delle quote nel luglio del 2000, quando Antonio ha già lasciato l'impresa. Dopo pochi mesi, Fanella e il suo socio Teodolo Theodoli vendono le azioni a una ditta amministrata da tal Fabrizio Moro. Sarà un caso, ma Moro è un amico di Lucarelli. Sarà una coincidenza, ma per la Mondo Verde targata Moro lavorerà in alcuni progetti - come ha rivelato "Repubblica" - il cognato di Gennaro Mokbel.
I fedelissimi - Lucarelli, classe 1965, imprenditore, è uno dei fedelissimi di Alemanno. Con l'estrema destra ha sempre avuto grande feeling: il segretario del sindaco nel 2000 era il portavoce romano di Forza Nuova, movimento di estrema destra fondato nel 1997 dai latitanti Massimo Morsello, ex Nar, e Roberto Fiore, ex Terza posizione, che sfuggirono a una retata. Era il 1980, l'anno della strage di Bologna. I due scapparono a Londra, e tornarono solo quando le condanne per banda armata furono prescritte o, nel caso di Morsello gravemente malato, inapplicabili. Lucarelli si dà da fare: con i suoi organizza sit-in inneggianti al leader dell'ultradestra austriaca Haider, manifestazioni contro il gay pride (i volantini lo definivano «la saga del pervertito») e risse davanti al Campidoglio.
Nel who's who della cerchia di Alemanno ci sono anche altri ex camerati di rango. Vincenzo Piso, ex militante di Terza posizione e di Ordine Nuovo, siede oggi in Parlamento ed è coordinatore del Pdl regionale. Venne arrestato nel 1980, restò in carcere per quattro anni con l'accusa di banda armata, venne poi prosciolto. Influente consigliere di Piso e del sindaco è poi Marcello De Angelis, anche lui di Terza posizione, cinque anni di carcere alle spalle e una carriera come cantante del gruppo musicale 27Obis, riferimento all'articolo del codice penale sulle associazioni con finalità di terrorismo. Fratello del leader di Terza posizione Nanni, morto in circostanze misteriose in carcere, Marcello ora è senatore e direttore di Area, la rivista fondata da Alemanno e Storace.
Duri e puri - Da un anno al Comune lavora anche Loris Facchinetti (nell'ordinanza del 31 dicembre 2009 si specifica che la collaborazione è «a titolo gratuito»), ex leader di Europa Civiltà, un movimento neopagano e paramilitare di estrema destra nato nel 1969 che aveva rapporti pure con la massoneria. Fermato «per reticenza nell'inchiesta di piazza Fontana», come ricorda Ugo Maria Tassinari nel suo libro "Fascisteria", Facchinetti - sposato con la sorella di Fabio Rampelli - oggi è delegato del sindaco di Roma per il Mediterraneo, ed esperto di "Politiche Internazionali" della fondazione di Alemanno. Che ha voluto vicino a sé pure Claudio Corbolotti, aiutante di Lucarelli al Comune, arrestato nel 2004 per gli scontri avvenuti fuori l'Olimpico durante il derby Lazio-Roma. A proposito di ultrà, anche Guida Zappavigna, ex dei Boys della Roma ed ex Fuan, arrestato come presunto Nar e prosciolto in istruttoria, ha avuto un incarico dalla Polverini: ora è Presidente del Parco del Lago Lungo e Ripa. Grande tifoso di Totti e compagni è anche Mirko Giannotta. Le cronache ricordano che è stato arrestato nel 2003 insieme al fratello perché accusato di rapine ai danni di banche e gioiellerie, e che dal 2008 è diventato capoufficio del decoro urbano del gabinetto del sindaco. Già. Alemanno, cuore nero, non molla mai nessuno.
Scritto il 10 dicembre 2010 alle 16:00 nella Politica | Permalink | Commenti (12)
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Scritto il 10 dicembre 2010 alle 15:00 | Permalink | Commenti (7)
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In risposta alla lettera di don Paolo Farinella, "Aboliamo il Natale", ricevo questo scritto da Marco Cicchelli, e in allegato la lettera sul Natale di don Mimmo Battaglia, del "Centro Calabrese di Solidarietà". Pubblico anche lo scritto di don Mimmo che, come quello di Paolo Farinella, offre materia di riflessione... Tafanus
Caro Tafano,
Mi chiamo Marco Cicchelli e abito a Gubbio, sicuramente un bel posto per festeggiare il Natale ..... già, ma quale Natale?
Stiamo allestendo il presepe con le mie due figliole, tutte ansiose che arrivi il Natale: io che cerco di dare loro una chiave di lettura più spirituale e loro in attesa del regalo .... ma sono ragazzine, chi può condannarle?
Ho letto l'articolo di Don Paolo Farinella che come sempre è puntuale e rigoroso, ma la mia domanda è: perchè abolire il Natale? riportiamolo al suo valore originario. E pensando a ciò mi sono ricordato di una bella lettera letta su La Repubblica qualche anno fa: la lettera scritta da Don Mimmo Battaglia, sacerdote in Calabria che presiede il "Centro Calabrese di Solidarietà". Ti mando il testo integrale poi tu fanne quello che vuoi, inseriscilo nel sito, pubblicalo, leggilo, strappalo.....
Comunque continua il tuo lavoro, ti seguo da qualche mese e ormai è un appuntamento quotidiano.
Marco Cicchelli
IL RISVEGLIO DEL PASTORE
Anche quest’anno, risvegliato dal mio sonno nello scatolone di cartone, accanto agli altri miei compagni ed amici, ho sentito rinascere la meraviglia per il mondo che mi si costruiva intorno: la giovane donna disposta a donarsi a Dio e alla storia, il suo compagno falegname, paziente, fedele, aperto all’irrazionalità di sogni più grandi di lui, il piccolo Dio che piange lacrime di freddo e di fame. E poi la stella in cammino, i canti degli angeli, la notte che si risveglia, la gente, la natura.
Ma qualcosa di nuovo nasceva in me, un pensiero mi si insinuava nella mente: è tutto straordinario qui, ma cosa c’è attorno, fuori da quest’angolo di meraviglia? Questo tarlo penetrava sempre più a fondo nella mia testa, ma senza spegnere l’incanto, ed è stato con grande difficoltà che ho deciso di andare via, con difficoltà ma con un insopprimibile bisogno di capire, di vedere.
Fuori dal presepe di legno, fuori dalle case e dalle chiese, sono andato in strada, nei posti che non conoscevo, a misurare il mio stupore su altri scenari, su strade diverse, in altre notti… Abbiamo colto l’essenziale perché eravamo poveri, come lo sono ancora oggi, la maggior parte dei vostri fratelli di questo mondo e di questo tempo.
“Natale della crisi economica”! mi viene quasi da sorridere. L’economia non ha nulla a che vedere con il mio Natale. E nemmeno le vostre strade colorate di luci, i vostri panettoni, i vostri regali. Io non ho niente da darvi, nulla da dare a nessuno, non avevo nulla nemmeno quella notte di tanti anni fa: solo il mio stupore, il mio incanto, il mio silenzio, il mio esserci. Solo la speranza che il mio nulla fosse scritto in una storia infinita.
Il mio Natale uguale a quello di molti di voi oggi, bambini nelle baraccopoli dell’Africa, dell’America del Sud, pensionato nelle case accanto alle vostre senza soldi per una bolletta o per le medicine, immigrati su una nave in fuga dalla disperazione, giovani donne in un carcere a combattere con la propria storia.
Loro come me non hanno regali da portare o canzoni ad intonare. Cercano solo l’essenziale, una risposta, il senso, forse l’incanto…
don Mimmo Battaglia
...Eduardo De Filippo, la forza di un Genio...
Scritto il 10 dicembre 2010 alle 14:30 | Permalink | Commenti (0)
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Da almeno un anno il leader dell’Italia dei Valori colpisce ai fianchi il Pd, colpevole di essere troppo morbido con Berlusconi, o addirittura di inciuciare con il nemico. Da alcuni mesi, poi, lo stesso Di Pietro prende di mira Gianfranco Fini, reo di parlare molto e fare pochino in Parlamento, sempre contro il nemico.
Eppure dal Partito democratico, alla vigilia del voto di fiducia del 14, non è uscito ancora nessuno. Mentre dall’Italia dei Valori è già arrivato in extremis un voto in più per il Cavaliere e ce n’è un altro sospeso a metà, che di questi tempi vale oro pure quello.
Forse l’ex pm, piuttosto che autonominarsi con riflesso vagamente berlusconiano “unica opposizione”, dovrebbe fare una riflessione seria sul personale politico che porta in Parlamento. Perché le “uniche opposizioni” sono come gli amici, si vedono al momento del bisogno.
(P.S. Nota giustamente un lettore che Calearo era alcuni mesi fa nel Pd e il 14 si asterrà in aula. Ma il tema del post non sono i Razzi, i Calearo o gli Scilipoti. Quelli ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Il punto è il giochino dell’unica opposizione, al quale Di Pietro gioca da sempre e che all’opposizione - e al Paese – fa solo male)
(dal blog di Marco Bracconi)
Scritto il 10 dicembre 2010 alle 14:00 nella Politica | Permalink | Commenti (3)
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Il libro d’oro dei pellegrini in processione alla villa di Arcore si arricchisce di un nuovo, bizzarro visitatore: Matteo Renzi, il giovane sindaco di Firenze che voleva rottamare la vecchia dirigenza del Pd.
Giovane si fa per dire: per esserlo, non basta essere nati da poco. In un sol giorno, nel viaggio da casello a casello Firenze-Arcore-Firenze (680 km), è riuscito a invecchiare di 50 anni. E, quando ha cominciato a esternare sul perché e il percome della visita, ne ha presi altri 50. Ora è ultracentenario. “Solo in un paese malato – dice – si può pensare che ci sia qualcosa sotto”.
Già. In un paese sano un sindaco del Pd va a baciare la pantofola al nemico pubblico numero uno del suo partito (o almeno dei suoi elettori). Per giunta a pranzo. Per giunta nella sua residenza privata. Per giunta mentre si scopre che quel luogo – oltre a Mangano, Previti, Dell’Utri, Mora, Fede – ha ospitato anche decine di signorine addette al bunga-bunga. Per giunta di nascosto (la notizia è trapelata dall’entourage di B., e solo un furbo molto ingenuo poteva pensare che la notizia restasse top secret, visto il proverbiale riserbo del padrone di casa). Non è dato sapere se ci sia stato il tempo per una fugace visita al mausoleo di Arcore [...]
Beccato col sorcio, anzi col nano in bocca, il giovane vecchio fa il ganassa e dice che lo rifarebbe “per il bene di Firenze”. Perché – spiega – “mi interessa portare a casa una legge speciale per Firenze da 15 milioni. B. me l’aveva promessa”. L’altro giorno a tavola gliel’ha ripromessa. Ora firmerà pure un Contratto con i Fiorentini, alla presenza di Vespa con tanto di scrivania in ciliegio. Poi dirà che, per colpa di Bin Laden e dell’11 settembre, non se ne fa nulla. Su Facebook, i poveri elettori del Pd che – disperati – speravano in Renzi, lo prendono a male parole. Lui assicura che “mi sto divertendo come un matto a leggere i commenti”. Non lo insospettisce neppure il vedersi difendere dal Giornale, da Libero e financo da Daniele Capezzone, uno che quando ti difende sporgi querela a prescindere perché vuol dire che hai torto marcio (il famoso Capezzone fumante).
Un barlume di dubbio, in verità, lo sfiora: “Mi colpiscono certe reazioni avvelenate della gente comune: danno il senso del clima che si respira nel Paese”. Ma è un attimo. Anziché domandarsi il perché di quelle reazioni e di quel clima (magari lo sdegno per un premier che da 16 anni distrugge l’Italia facendosi gli affari suoi e per un’opposizione che non si oppone), il Renzi si risponde: “Viviamo da tre lustri in un derby continuo, ci vorranno anni per ripulire le menti”. E chissà quanto ci vorrà per ripulire la sua da quello che Gaber chiamava “il Berlusconi in me” giudicandolo peggiore del “Berlusconi in sé”: cioè dall’insensibilità ai conflitti d’interessi, al galateo istituzionale, a valori antichi e ormai desueti come la dignità, la sobrietà, la reputazione, il senso dell’opportunità e del limite.
Persino il rottamato Bersani, dopo aver detto sciaguratamente “andrei ad Arcore anche a piedi pur di avere una riforma del mercato del lavoro”, fa notare in un lampo di lucidità che un sindaco incontra il premier a Palazzo Chigi, non a villa Bunga-Bunga. Renzi gli risponde con una toppa che è peggio del buco: “Se B. mi invita ad Arcore che devo dirgli: ci vediamo allo svincolo autostradale di Monza?”. Poi peggiora ulteriormente la situazione: “Bastonano me perché parlo con B. e vogliono fare un governo o un’alleanza con Fini”.
Dal che si deduce che il presunto avversario delle “ideologie” preferisce la destraccia affaristica del Cainano a quella più presentabile (o meno impresentabile) di Fini. Così chi voleva rottamare il politburo piddino ha regalato ai vecchi marpioni del partito un’arma formidabile per rottamare lui. Il giovane vecchio è anche un furbo fesso.
(di Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano - 9/12/2010)
Scritto il 09 dicembre 2010 alle 22:33 nella Politica | Permalink | Commenti (7)
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Avrei voluto, sull'onda dell'indignazione per la parentopoli romana, scrivere un post. Poi, iniziando a documentarmi, ho visto che avrei dovuto scrivere un megapost illeggibile. Ho quindi deciso di frazionare la storia a puntate, e di raccogliere le puntate in un dossier scaricabile, e mantenuto aggiornato, sul tipo di quello prodotto per WikiLeaks.
Il dossier sarà al più presto inserito sulla colonna laterale del blog, e il logo del dossier sarà la copertina de "Il Marcio su Roma", paradigmatico della brutale invasività fascista su tutte le poltrone, poltroncine, sedie e strapuntini reperibili nella municipalizzate romane.
Non si era mai visto niente di così scadente, neanche nelle città italiane peggio amministrate. Forse per trovare qualcosa di altrettanto ributtante, agli occhi di chi fatica a trovare un lavoro vero, e spesso non ci riesce pur avendone qualificazione e titoli, forse si dovrebbe ritornare alla Sicilia dei cannoli, dove venivano assunti centinaia di "contatombini", e di autisti di ambulanze privi di ambulanze. Però ci hanno risparmiato le cubiste.
Ieri, in ul ultimo tentativo di cupio dissolvi, Alemanno ha provato a negare persino di conoscere la figliola del suo caposcorta, assunta per chiamata diretta. Le foto ed il filmato di Alemanno e Signora, ospiti d'onore al matrimonio della figliola in questione, hanno costretto il sindaco ad una imbarazzata retromarcia. E il bello è che le foto sono state scaricate da un altro figliolo del capèoscorta, anche lui "sistemato" per chiamata diretta in un'altra municipalizzata.
Pubblicheremo a rate TUTTO quanto è emerso ed emergerà su questa storia, e raccoglieremo tutti i posts nel "Dossier Alemanno", scaricabile da tutti. Avviso di lavoro: scaricabile anche dalla Procura e dalla Corte dei Conti, qualora abbiano problemi di personale... Tafanus
Scritto il 09 dicembre 2010 alle 21:51 | Permalink | Commenti (3)
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Il blog [NautilusMagazine] riporta istruzioni dettagliassime su come far parte del network che sta inchiodando i siti di MasterCard, Visa, PayPal, e quello del Governo svedese. In pratica scaricare un certo programma mette in condizione la rtete degli hackers di amministrare in "remoto" il vostro PC, ma limitatamente allo scopo di portare un attacco ad uno specifico indirizzo.
Per ogni nuovo indirizzo da attaccare, serve una nuova autorizzazione del singolo proprietario del PC. Ecco come Nautilus Magazine spiega il meccanismo:
LOIC SETUP GUIDE
HIVEMIND mode will connect your client to an IRC server so it can be controlled
remotely. Think of it like a voluntary botnet. They might even make your client
do naughty things, so beware.
Note: It does NOT allow remote administration of your machine, or anything
like that, it is just control of LOIC itself.
Windows
1. Download MS .NET Framework 3.5 and install it.
2. Download Hivemind LOIC and unzip it to your desktop.
3. Start LOIC with the LOIC.EXE
4. Server: loic.AnonOps.net
5. Channel: #loic
6. Select “hivemind mode”
7. Sit back and watch the show
Scritto il 09 dicembre 2010 alle 19:20 | Permalink | Commenti (3)
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Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, lo ha rimproverato: “Meglio fosse successo in sedi istituzionali. Così si può capire male”.
Male? A cosa si riferisce Bersani? Nel corso della giornata di ieri si sono rincorse le voci – provenienti da ambienti dello stesso Pd che non sono mai stati felici di farsi rottamare – rispetto a un Renzi già in passato più volte ospite del premier a Palazzo Grazioli. E, addirittura, secondo le “malelingue” Renzi sarebbe finito in alcune intercettazioni di Denis Verdini, in cui il coordinatore del Pdl avrebbe espresso apprezzamenti fino a chiedere ai suoi di sostenere Renzi alle primarie per le elezioni del sindaco di Firenze. Insomma, un Renzi convocato dal solito Berlusconi dei dossier pronti all’uso. Ma Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze, smentisce tutto: “Non salterà mai fuori una fotografia di Renzi a Palazzo Grazioli perché il sindaco non sa neppure dove si trova e di intercettazioni di quel tenore non sappiamo nulla, non esistono”.
Nelle carte note dell’inchiesta sulla ‘Cricca’, nata da quella dell’area Castello di Firenze, il nome di Renzi compare solo in relazione a quel volo promesso da Riccardo Fusi, ex presidente dell’azienda edilizia Btp e grande amico di Verdini, per permettere a Renzi (in quel momento presidente della Provincia) di non far tardi ad una trasmissione televisiva. La promessa venne fatta ad Andrea Bacci, che presiedeva il Cda di Florence Multimedia (società creata da Renzi per la comunicazione della Provincia di Firenze): il 12 dicembre 2008 in un colloquio telefonico Bacci chiede espressamente a Fusi un elicottero per Renzi: “Scusami Riccardo… abbi pazienza… Matteo deve andare di corsa a Milano in trasmissione… alle “Invasioni Barbariche”… dalla Biscardi… i treni sono tutti in ritardo di due ore… due ore e mezzo e non so come… è bloccata… lui ha bisogno di andarci in elicottero… ce l’hai disponibile?”. Riccardo Fusi ribatte che per le condizioni meteorologiche avverse l’elicottero non può decollare. Insomma, il meteo impedisce il volo. Ma il 3 aprile Bacci telefona di nuovo a Fusi alludendo ancora a Renzi: “Lunedì pomeriggio alle 3 e mezzo… io avevo bisogno… dell’elicottero… sempre per la nostra persona… insomma… avre bisogno dell’elicottero alle 3 e mezzo per andare a Milano… e ritornare giù alle 7 e mezzo”. Per Fusi questa volta non ci sono problemi: “Va bene Andrea, non ti preoccupare, ti organizzo io… dove… lo porti a Calenzano te… per partire di qui… o te lo mando a Peretola?”. Renzi smentì tutto a stretto giro di posta: “Mai volato su un aereo di Fusi, non ho mai chiesto a Fusi o ad altri imprenditori l’utilizzo per fini personali o istituzionali di un elicottero, non so perché Andrea, che è un mio amico, lo abbia fatto” (...già, Matteo... vorremmo capirlo anche noi, perchè "...Andrea lo abbia fatto"..." forse per perdere il posto di Presidente di Florence Multimedia? o per una improvvisa botta di follia? Cercheremo di capire... NdR)
Ieri mattina, dopo le uscite di Repubblica e Libero che hanno riferito dell’incontro di Arcore, Renzi ha consegnato a Internet, alla sua pagina Facebook, la sua spiegazione, alla quale a Roma, nel suo partito, i più mostrano di non credere. Così Renzi: “Ho incontrato Silvio Berlusconi, che mi ha gentilmente fissato l’appuntamento che gli avevo chiesto qualche settimana fa. Ho chiesto al presidente del Consiglio di mantenere gli impegni per Firenze che il Pdl si era preso in campagna elettorale, a partire dalla legge speciale. Dieci giorni fa ho corso persino una Maratona per dimostrarlo (e ancora mi fanno male le gambe, ma avevo dato la mia parola). Se il Governo vuole mantenere gli impegni, l’occasione più logica è il decreto mille proroghe che va in votazione a stretto giro: non sarà una legge speciale, ma potrebbe esserci un gesto di attenzione per Firenze”.
Anche il suo socio-fondatore dei “Rottamatori” Giuseppe Civati ha preso le distanze: “Avrei preferito una sede istituzionale (anche perché Arcore porta parecchia sfortuna, ultimamente) e un momento diverso da questo, con B. che sta per cadere (o, almeno, lo speriamo tutti)”, anche se non rinuncia a pungere Bersani in difesa dell’amico: “Mi pare che qualcuno stia esagerando con la dietrologia, anche perchè lo stesso Bersani, ad Arcore, ci sarebbe andato anche a piedi, ricordate?”. L’incontro di Arcore è stato possibile grazie all’intermediazione di Enrico Marinelli, personaggio noto a Firenze per esser amico di Berlusconi. Renzi ha raccontato: “Abbiamo discusso delle questioni concrete che riguardano Firenze. Qualcuno mi ha detto che non dovevo andare ad Arcore. Io gli incontri istituzionali del Comune li faccio in Palazzo Vecchio. Se il premier invece riceve nella sua abitazione, io vado nella sua abitazione e alla fine ringrazio dell’ospitalità“.
Perché, però, la visita è rimasta segreta? Palazzo Vecchio risponde: “Il nostro sogno era avere la certezza del contributo di scopo, 17 milioni di euro per Firenze. Berlusconi in persona ha chiesto riservatezza, perché sul milleproroghe ci sarà l’assalto alla diligenza”. Un Berlusconi crepuscolare, con la mannaia della sfiducia del 14 dicembre sul collo, chiede riservatezza per regalare i soldi a un sindaco Pd, con un provvedimento approvato da un governo magari dimissionario? L’interrogativo resta aperto.
(di Giampiero Calapà - Il Fatto Quotidiano - 8/12/2010)
PERSONAGGI E INTERPRETI:
Riccardo Fusi:si è dimesso dalla carica di presidente del cda dell'impresa di costruzioni BTP. L'imprenditore è indagato nell'inchiesta fiorentina sui grandi eventi e accusato di corruzione e di associazione per delinquere aggravata dalla finalità mafiosa. Fusi è anche indagato per corruzione in riferimento all'appalto per la scuola dei marescialli dei carabinieri, a Firenze. Nelle numerose telefonate intercettate, uno degli interlocutori dell'imprenditore è il coordinatore del Pdl Denis Verdini, anch'egli indagato per corruzione con riferimento alla nomina di Fabio De Santis a provveditore alle opere pubbliche della Toscana.
Denis Verdini: Coordinatore Nazionale di Forza Italia; Azionista de "Il Foglio"; dimissionato dalla Presidenza del Credito Cooperartivo Fiorentino per lo scandalo della P3; momenti di gloria per aver affermato che lui delle decisioni del Presidente della Repubblica "se ne frega".
Nel febbraio 2010 è stato indagato dalla Procura di Firenze per il reato di concorso in corruzione, riguardo ad alcune irregolarità a lui imputabili su alcuni appalti a Firenze e a La Maddalena, sede in cui si sarebbe dovuto tenere il G8. Nel maggio 2010 è indagato dalla Procura di Roma in un'inchiesta su un presunto comitato d'affari, la cosiddetta "cricca", che avrebbe gestito degli appalti pubblici in maniera illecita.
Nel luglio 2010 vennero arrestati l'imprenditore Flavio Carboni, coinvolto a Roma in un'inchiesta che puntava a scoperchiare una cupola che avrebbe avuto interesse nella gestione degli appalti sull'energia eolica in Sardegna (che vede indagato anche il governatore PDL della Sardegna Ugo Cappellacci), insieme a Pasquale Lombardi, geometra ed ex esponente della Democrazia Cristiana e all'imprenditore Arcangelo Martino, ex assessore comunale di Napoli. Queste persone vennero accusate dalla Procura di Roma di aver esercitato presunte forzature sui giudici della Corte Costituzionale al fine di favorire il giudizio di legittimità costituzionale sul Lodo Alfano, di aver sostenuto la riammissione della lista civica regionale "Per la Lombardia", collegata al candidato di centrodestra alle elezioni regionali del 2010 e successivamente eletto governatore della regione Lombardia Roberto Formigoni e, infine, di aver favorito la nomina a presidente della Corte d'Appello di Milano al pm Alfonso Marra.
Dall'inchiesta è emerso che il 23 settembre 2009 avrebbe avuto luogo un incontro presso l'abitazione di Denis Verdini, a cui avrebbero preso parte l'imprenditore Flavio Carboni, il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri e il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, oltre ad Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi. In questa riunione si sarebbe delineata la strategia di persuasioni indebite da adottare sui giudici della Consulta intorno all'approvazione del lodo che, il 7 ottobre 2009, verrà poi bocciato perché ritenuto incostituzionale (Wikipedia).
Andrea Bacci: creatura di Matteo Renzi, nominato Presidente del CdA di "Florence Multimedia SrL", Società creata dalla Provincia guidata dsa Matteo Renzi nel 2005
Enrico Martinelli: fiorentino, "vicino" al PdL, amico di Berlusconi, elemosiniere dell'incontro per conto di Matteo Renzi
Scritto il 09 dicembre 2010 alle 17:28 | Permalink | Commenti (11)
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Scritto il 09 dicembre 2010 alle 12:00 | Permalink | Commenti (14)
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Ormai è noto: ogni giorno che Dio ci manda mi metto nelle condizioni di essere mandato affanculo da metà dei miei lettori. Mi è successo con Grillo, poi con Di Pietro, poi coi "violini", poi coi "rottamatori" alla Renzi & Civati... Oggi mi capita ancora, con l'affabulatore Nichi Vendola. Lo avevo già "sfiorato" con la storiaccia, mai chiarita in maniera convincente, dei suoi rapporti con Columella, e degli improvvidi (e colossali) finanziamenti pubblici alla sanità privata di Don Verzé, il socio in affari di Berlusconi. Don Verzé lo ha ringraziato con un "...ad averne, di Nichi Vendola..."
In fondo, per 240 miliardi "del vecchio conio", si può anche fare un volantino così... OK, il prezzo è giusto.
Oggi è ancora peggio, in termini di coerenza (materia sempre più rara, ormai rinvenibile solo in "tracce", nel ceto politico di qualsiasi colore...). Nichi, leader di un partito che conta a spanne un quinto del PD, non vede l'ora di lanciare le primarie di coalizione nel centro-sinistra (con annessa OPA), ancor prima che si chiarisca se si voterà e, just in case, quali partiti accetteranno di entrare a far parte di una coalizione organica.
Ma mentre a Roma Nichi predica di primarie, in Puglia, con coerenza, non le volle, mai le volle, fortissimamente non le volle... Leggiamo da [Repubblica/Bari]:
Anche Michele Emiliano entra a gamba tesa nella polemica contro il Governatore, Nichi Vendola, sulle primarie per scegliere i parlamentari.
Lo fa come ormai è suo solito, aggiornando lo stato di Facebook: «Nichi Vendola sbaglia ad essere contrario alle primarie per far scegliere i parlamentari al popolo e non alle segreterie dei partiti. E' un immenso passo indietro. Se teme che le primarie possano favorire quelli che chiama "boss locali", basta non candidarli alle primarie». La posizione di Emiliano è, per una volta, la stessa del suo partito. Sia il segretario regionale Sergio Blasi, infatti, sia il capogruppo in consiglio Antonio Decaro hanno bacchettato Vendola sulla questione primarie.
Il governatore, domenica, durante l’assemblea regionale di "Sinistra e Libertà", aveva bollato come inutili le consultazioni per scegliere i parlamentari, vista l’attuale legge elettorale che prevede le liste bloccate. Un'uscita che ha fatto storcere il naso a Blasi, fermo nel ribadire il suo sì alle primarie, in tutte le circoscrizioni: «Sono scritte nel nostro statuto, mentre tanti partiti che le invocano da noi, a cominciare da SeL, per la scelta del leader, poi per la rappresentanza territoriale decidono di non farle». Come a dire, per lui sì, per gli altri no. Il segretario del Pd pugliese ha poi concluso dicendo che «non si può parlare, come ha fatto Vendola, di "boss locali" o di piccoli cacicchi di paese. Se Nichi come noi è favorevole alla modifica della legge elettorale, che non ci piace poiché espropria i cittadini di un mandato che la Costituzione gli riconosce, e cioè di eleggere i propri rappresentanti in parlamento, si trovino le modalità più adeguate ma si faccia scegliere al popolo chi, nei singoli territori, dovrà rappresentarlo».
Duro anche Decaro: "Appare un controsenso quello espresso dal leader di Sel, che chiede al più grande partito di opposizione in Italia di fare le primarie per scegliere l’anti Berlusconi. Ma, quando si tratta di restituire ai cittadini la sovranità popolare, consentendo loro di eleggere un vero rappresentante del proprio territorio, fa una retromarcia che probabilmente non convince neppure la totalità del suo stesso partito".
P.S.: Immagino già le obiezioni dei vendoliani: con questa legge elettorale, con liste bloccate e senza il voto di preferenza, le primarie non servono. Sbagliato. Le primarie possono essere3 usate per scegliere i candidati, le prime posizioni in lista, e quindi i potenziali candidati da eleggere con relativa certezza. Nichi, perchè sei contrario? Spiegacelo, ma cerca di essere convincente. Tafanus
[SI o NO alle primarie di collegio? Dite la vostra, e guardate i risultati]
Scritto il 09 dicembre 2010 alle 10:00 | Permalink | Commenti (0)
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"Senza soldi addio asili"... Ma davvero, Matteo, pensavi che un premier in scadenza come una mozzarella, a camere chiuse, ti avrebbe dato i soldi per gli asili? Davvero pensi che a finanziaria già licenziata dal parlamento, a camere chiuse, qualcuno, in un governo che non ha più un centesimo, si sarebbe affrettato a darti 18 milioni di euro, con una legge "speciale" a favore di un comune in mano alle sinistre? A che scopo? giusto per fare incazzare i comuni del lombardo-veneto, compattamente in mano al centro-destra? Oppure pensavi che un governo di destra sarebbe stato pronto, solo per la tua irresistibile carica di "simpatia", a pagarti 18 milioni all'anno, vita natural durante, per il prestito di sei compattatori a Napoli?
Davvero pensavi che si potesse fare una legge speciale per Firenze? Citi Roma e Venezia, e ti sfugge che l'una ha gli oneri derivanti dall'essere la capitale d'Italia, e l'altra ha gli abissali costi di una città che più volte all'anno fisisce sott'acqua, con enormi costi di degrado? Ma dimmi una cosa, Renzino: ci sei, o ci fai?. E non potresti, giacchè parlare ti piace tantissimo, dirci cosa hai portato a casa da questa improvvida marchetta? Silvio ti ha promesso qualcosa? Cosa, di preciso? Quanti asili hai portato a casa? Non ritieni di dover relazionare i tuoi elettori, quelli che ti hanno mandato a Palazzo Vecchio?
E giacchè ci sei: se tutto questo è normale, perchè questa visita si è svolta in puro stile "carbonaro"? Era una visita istituzionale o no? Se non lo era, cosa sei andato a fare? Se lo era, perchè di nascosto come un malfattore? Ti è mai capitato, in vita tua, di dire "Ho sbagliato"? Se si, in quale occasione? ci dai un link?
L'importante è che il gatto prenda il topo, come hai detto? No, amico, è importante anche IL MODO in cui il gatto prende il topo, altrimenti siamo alla solita filosofia del "fine che giustifica i mezzi", teoria che tutte le persone perbene dovrebbero detestare, specie se per una vita hanno vissuto (senza capirci gran chè), fra boy-scouts, azione cattolica e DC. Il fine NON giustifica i mezzi. La ricerca della verità NON giustifica la tortura, così come la regolazione di conti personali fra la dinastisa dei Bush e Saddam Hussein NON giustifica il massacro iracheno, o Abu Grahib. E così come una improbabile questua col piattino in mano NON giustifica la visita con cenetta ad Arcore, da un tizio che tutto il paese civile sta cercando disperatamente di mandare a casa, e ad insaputa di chi ti ha ficcato una poltrona sotto il culo.
Ieri ho fatto la conta di quanti frequentatori del blog rottamatore di Civati fossero d'accordo con te: il 16%. Non ritieni di dover dire qualcosa anche a quell'84% che non hai convinto? Magari con meno battutine da Pierino, e con qualche risposta fattuale in più? Per ora con le mie domande mi fermo qui. Per ora. Però riprendo alcuni stralci di quanto scrive oggi su Repubblica/Firenze Massimo Vanni. Poi, forse, farò un giretto sulle domande che ti sono state rivolte su facebook, e anche sulle tue risposte.
"Ma come fa a fidarsi del premier?" - S'incrina la fama del sindaco anti-Silvio - Il Pd lo attacca, lui si difende: . Il leader nazionale: "Esistono delle sedi, sennò si può capire male"
(di Massimo Vanni - Repubblica/FI)
Questa volta il Pd non prova a mediare. Lo scarica: "Mi dispiace che Matteo sia caduto in questa trappola mediatica. E' stato un errore andare ad Arcore, perché per risolvere i problemi di Firenze la sede adatta è Palazzo Chigi", sostiene il segretario toscano Andrea Manciulli. E' un po' quello che dice Bersani: "Non è vietato per un sindaco incontrare il presidente del Consiglio ma esistono delle sedi, sennò si può capire male". Si possono immaginare chissà quali dietrologie. Ma in Toscana c'è ancora di più: "La nostra speranza, il nostro obiettivo è che presto i problemi di Firenze siano affidati ad un altro governo nazionale", aggiunge Manciulli.
È quello che per l'intera mattinata si è telefonato il gruppo di vertice del Pd: "Eravamo tutti a Fiesole lunedì. E mentre Bersani ribadiva che bisogna mandare a casa Berlusconi per aprire una pagina nuova nella politica italiana, il sindaco Renzi, il sindaco della capitale del Pd italiano, in gran segreto era già in treno alla volta di Arcore? E chi lo spiega ora ai nostri elettori?"
Qualche smarrimento del resto c'è stato: "Mi hanno chiamato per chiedermi "Ma il partito cosa dice?" Come sempre ho risposto che rispondo per quello che penso e che vorrei saperlo anche io", racconta Maria Grazia Pugliese, la segretaria del circolo Pd di Sorgane. "Se l'ha fatto per la città ha fatto bene. (...davero?...) Credo che l'intenzione fosse buona, però non si possono risolvere i problemi di bilancio così, ognuno per proprio conto, così manca il senso di comunità", aggiunge la coordinatrice Pugliese. "È il modello Marchionne, niente più contratti nazionali che fissano diritti e doveri, ognuno se la cava per proprio conto. E se chi ti sta accanto sta peggio di te, pace. Sarebbe stato meglio non andare ad Arcore", conclude il presidente della Provincia Andrea Barducci. Gli accordi separati non fanno parte della politica.
Renzi ribatte che non dobbiamo restare prigionieri delle ideologie, che bisogna essere pragmatici. L'importante è che il gatto prenda il topo. Cioè la tassa di scopo per i turisti che pernottano in città, i 15-17 milioni di euro che per anni e anni il suo predecessore Domenici ha inseguito per poi cadere nel laccio degli albergatori. "Ma hanno capito che avremo un buco di 35 milioni nel bilancio e che se non troviamo una soluzione da gennaio dovremo tagliare asili nido e spesa sociale?", manda a dire il sindaco a chi lo accusa. (...caro Pierino, e tu HAI CAPITO che i problemi di bilancio non li ha solo Firenze? cosa facciamo, una processione di 8000 sindaci ad Arcore? Tutti di nascosto? Quanti pensi che ne riceverebbe Silvio? Imparzialmente, chiunque glielo chieda? E in tal caso quanti secoli ci vorranno? e in caso contrario, in base a quale criterio verrebbe stabilito "tu si - tu no"? Andiamo...)
Lo stesso Renzi però avrebbe preso atto che una parte dei suoi sostenitori non hanno gradito. Che il pranzo ad Arcore potrebbe avere un costo politico tra quei sostenitori che avevano visto in lui, sindaco non proveniente dalla sinistra, un oppositore tenace di Berlusconi. Soprattutto quando sulle tv di tutta Italia ha detto e ripetuto che il governo del Cavaliere non ha fatto nulla. Sarà così? Renzi per il momento annuncia che sabato sarà in piazza, alla manifestazione di Roma (...un modesto consiglio, Renzi, eviti. Non credo che sarebbe il benvenuto, dopo aver candidamente confessato che la cenetta avrebbe dovuto rimanere riservata...)
"Ma come si fa a fidarsi di Berlusconi a pochi giorni dal voto di sfiducia? Perché la promessa fatta ad Arcore dovrebbe essere più buona di quelle già fatte a Firenze?", si chiedono nel Pd. Il sindaco è convinto che la tassa di scopo potrebbe finire tra i commi del decreto "mille proroghe". Secondo il Pd no, l'unica possibilità è il decreto sul federalismo. Ma che succede se il 14 salta il governo? "Certo a pochi giorni dal voto... almeno vediamo se porterà a casa il risultato", dice Enzo Torelli del circolo Andreoni a Coverciano (...certo, Enzo, vediamo... in fondo, prima del voto di sfiducia, ci sono ancora ben tre giorni feriali. Peccato che le camere siano chiuse, e la cassa sia vuota... Però la speranza è sempre l'ultima a morire. Come l'ideologia).
Non che manchino i messaggi di sostegno a Renzi. La segretaria del Pd cittadino è con lui senza riserve: "Parigi val bene una messa". Il fine giustifica i mezzi (...no, sconosciuta segretaria del PD cittadino... il fine NON giustifica i mezzi, Parigi non vale sempre e comunque una messa; e aggiungo che le mezze stagioni ci sono ancora, qualcuno ha ancora rispetto per gli anziani, e talvolta si trova ancora il pane "come quello di una volta". Meno luoghi comuni, please... Ognuno di noi potrebbe produrne una sfilza di segno contrario. NdR)
Mai come questa volta, il sindaco che più di ogni altro ha fatto di Facebook una tribuna, raccoglie tante voci critiche sulle pagine virtuali: "Sarebbe stato meglio se tu avessi preannunciato pubblicamente l'incontro", gli dice Alessio Babazzi. "Toglimi una curiosità Matteo, ma c'erano anche Fede e Ruby?", gli chiede Guido Vincenzone Mori. E Pierluigi Licenziato: "Caro Renzi, fusse che fusse che l'invito ad Arcore era un tranello?"
Renzi ci ha pensato. Per ore e ore si è interrogato su chi potesse essere lo spione. Un caso o un esponente del Pdl che ha pensato bene di usare il sindaco del Pd per "convalidare" un premier che tra pochi giorni potrebbe non esserci più? Renzi si difende per tutto il giorno: "Sono stato ad Arcore, ma non c'erano né Emilio Fede né Lele Mora. Abbiamo pranzato, ma non abbiamo mangiato comunisti". Nichi Vendola si tiene fuori: "A differenza di quanto fa il Pd, preferisco non commentare".
Concludo dicendo a Renzi: meno battute, e più risposte. Lui si chiede chi abbia infranto il muro di omertà. Noi, rispettando la cronologia degli eventi, ci chiediamo, prima e invece, PERCHE' il muro dell'omertà sia stato costruito. A Nichi Vendola che "a differenza di quanto fa il PD, preferisce non commentare", noi chiediamo: perchè? Noi, caro Vendola, esprimiamo tutto il nostro disprezzo sia nei confronti delle scelte compiute da Renzi, sia nei confronti di chi cerca, come lei, di non scontentare nessuno. In perfetto stile "Tre scimmiette della Saggezza". Tafanus
Scritto il 09 dicembre 2010 alle 09:00 nella Berlusconi, Politica | Permalink | Commenti (25)
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...povero Renzi, rottamatore rottamato... ieri ho commentato sul blog di Pippo Civati (co-fondatore, con Renzi, del "Movimento dei Rottamatori). Nonostante il sito sia frequentato prevalentemente da simpatizzanti del movimento, su oltre 100 commenti "decodificabili" circa la marchetta di Renzi, il 14% giustiufica Renzi, l'86% lo condanna. E questo statista in sedicesimo si candida a guidare l'Universo Mondo...
Scritto il 08 dicembre 2010 alle 00:11 | Permalink | Commenti (18)
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Ma voi avete capito qual è il motivo formale per cui è finito in galera? Ecco la storia surreale di una violenza sessuale mai avvenuta, di un profilattico rotto e di un'accusa che proprio non sta in piedi (di Lara Crinò - l'Espresso - 7 dic. 2010)
Il ministro degli esteri italiano Frattini, accogliendo con giubilo la notizia dell'arresto di Julian Assange, si è lasciato andare a una frase di troppo: "Era ora, per fortuna l'accerchiamento internazionale ha avuto successo". Un'ammissione, nemmeno troppo implicita, che le questioni sessuali per cui il fondatore di Wikileaks è finito in un carcere di Londra sono solo una scusa, e che è dentro per quello che il suo sito ha rivelato nei giorni scorsi.
Vale dunque la pena di vedere in che cosa consiste la vicenda del fantomatico stupro per cui, formalmente, Assange è finito in manette a Londra, dopo che nei giorni scorsi l'Interpol aveva emesso un mandato contro Julian Assange per crimini sessuali. In realtà, tecnicamente, ciò che sta emergendo è che il fondatore di Wikileaks è stato arrestato per aver violato una legge svedese che, in un'interpretazione estesa, arriva a punire chiunque commetta qualsiasi forma di scorretteza relativa ad atti sessuali anche consensuali.
...ma andiamo con ordine...
Come riportato dal settimanale americano Newsweek ad agosto 2010, a far nascere il caso della giustizia svedese contro Assange è stato un avvocato ed esponente socialdemocratico svedese, di nome Claes Borgstrom (studio Borgstrom and Bostrom, Stoccolma) che rappresenta due donne le cui dichiarazioni hanno portato all'inchiesta contro mr. Wikileaks per condotta sessuale scorretta.
Le clienti di Borgstrom hanno entrambe dichiarato di aver avuto relazioni sessuali con Assange lo scorso agosto, durante un suo soggiorno nella capitale svedese intitolato "Guerra e ruolo dei media", organizzato dal Brotherhood Movement, un gruppo cristiano legato al partito socialdemocratico. Entrambe avrebbero riferito alla polizia della riluttanza di Assange nell'utilizzare il preservativo e lo accusano di non aver voluto sottoporsi dopo i rapporti, come da loro richiesta, a un test che escludesse malattie sessualmente trasmissibili.
Le dichiarazioni delle due donne hanno portato all'emissione - e poi alla rapida cancellazione - dell'accusa di stupro, e alla conseguente indagine parallela per presunte molestie. Anche il Guardian ha pubblicato un resoconto cronologico dettagliato dei presunti incontri sessuali con le donne, che in entrambi i casi sarebbero iniziati consensualmente ma avrebbero poi incluso quello che secondo entrambe sarebbe stato "sesso non consensuale" per il rifiuto di Assange di usare il preservativo.
Ecco come il britannico Daily Mail racconta la storia: "Quando Assange e la prima delle due donne sono rientrati dalla cena, hanno avuto una relazione sessuale, ma c'era un problema con il preservativo. Si era rotto. La donna ha creduto che Assange l'avesse fatto apposta, ma lui ha sostenuto che si trattava di un incidente. In ogni caso, il giorno dopo, durante il convegno, la donna è apparsa rilassata e tranquilla. Durante lo stesso convegno Assange ha incontrato la seconda donna, un'altra bionda molto carina, più giovane della prima. La donna ammette di aver cercato di coinvolgere il suo eroe in una conversazione. Assange sembrava compiaciuto di avere un'ammiratrice così ardente e, sostiene la donna, la guardava "ogni tanto" .
Il Daily Mail riferisce poi che, secondo una fonte vicina alla polizia svedese, durante il rapporto sessuale seguito alla loro conoscenza, la seconda donna avrebbe insistito con Assange per usare il preservativo, ma la mattina i due avrebbero avuto un rapporto non protetto. Questo, sempre secondo il Daily Mail "ha costituito la base per l'accusa di stupro. Tuttavia, la mattina dopo l'evento la donna era abbastanza serena da scendere a comprare la colazione per Assange".
In sostanza, le accuse delle due donne nei confronti di Assange di essere stato sessualmente scorretto per non aver usato il profilattico non sono state immediate: soltanto diversi giorni dopo i rapporti, le due donne hanno ritenuto che il comportamento di Assange poteva essere penalmente perseguibile. In questo senso, per le due donne sarebbe stato decisivo il rifiuto di Assange a farsi fare l'esame dell'Aids, da loro richiesto.
L'ex avvocato di Assange - James D. Catlin - ha confermato che le accuse svedesi riguardano il sesso non protetto e ha fatto notare che "il consenso delle due donne ad avere rapporti sessuali con Assange è stato confermato dalla stessa accusa".
Secondo Catlin, il sistema giudiziario svedese sta "costruendo tutto man mano". L'attuale avvocato di Assange a Londra, Mark Stephens, ha invece dichiarato ad AOL News che Assange non è accusato di stupro, ma di un reato chiamato "sesso di sorpresa" che solitamente implica una multa pari a 5.000 corone o di circa 715 dollari.
"Non sappiamo nemmeno cosa intendano esattmente per 'sesso di sorpresa', e non ce l'hanno spiegato", prosegue Stephens, dichiarando di sentirsi "come se fossi in un film surreale".
La giustizia svedese, secondo l'avvocato di Assange "non ha nemmeno chiesto di vedere Julian né di interrogarlo. Non abbiamo ricevuto un mandato di comparizione con un'accusa precisa, ma soltanto una richiesta a intervenire come testimone".
Sempre secondo Stephens, riferisce la Reuters, l'Interpol non ha emesso nemmeno un vero e proprio mandato di arresto, ma soltanto una 'red notice', ovvero un'allerta internazionale a monitorare i movimenti di Assange. Sul sito della Interpol tuttavia il nome di Assange è finito nei giorni scorsi tra quelli dei ricercati per reati sessuali ('sex crimes') con tanto di foto e data di nascita.
Fino alla pubblicazione dei "cable" americani, l'Interpol non aveva emesso alcuna 'red notice' né aveva pubblicato il nome di Assange sul suo sito, nonostante le richieste della magistratura svedese risalgano a fine agosto. Qualcosa insomma è successo dopo, in barba a ogni Stato di diritto. Frattini l'ha chiamato, appunto, "accerchiamento internazionale'.
Scritto il 07 dicembre 2010 alle 22:57 nella Media , Politica | Permalink | Commenti (8)
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Oggi, un paio d'ore dopo il penoso comunicato di Renzi, l'inseparabile compagno di rottamazioni Pippo Giuseppe Civati, forse pressato dai suoi seguaci, è costretto a rilasciare, sul suo blog [Ciwati] (sic), questa ambigua dicgiarazione:
Non ci sarei andato
Ad Arcore, come ha fatto Matteo ieri. Me lo chiedono in tanti e rispondo serenamente, perché non può esserci alcuna reticenza tra di noi. Avrei preferito una sede istituzionale (anche perché Arcore porta parecchia sfortuna, ultimamente) e un momento diverso da questo, con B che sta per cadere (o, almeno, lo speriamo tutti).
Anche se le motivazioni sono serie (soprattutto perché richiamano tutti a una maturità di rapporti tra chi rappresenta, a diverso titolo, lo Stato), il gesto può essere strumentalizzato. E B lo ha già fatto, con una delle sue (geniali, ahinoi) dichiarazioni sibilline.
Mi pare che qualcuno stia esagerando, però, con la dietrologia, anche perché lo stesso Bersani, ad Arcore, ci sarebbe andato anche a piedi, ricordate?
Le "motivazioni serie" di cui parla Ciwati sono quelle che abbiamo indicato sul nostro post precedente: andare a chiedere una "legge speciale" su Firenze, a Parlamento chiuso, ed alla vigilia di una probabile crisi di governo, o comunque di un forte azzoppamento del nano, che già tanto spedito non camminava. E andarla a chiedere non in una sede istituzionale, ma a casa, du nascosto (la visita non era annunciata sul blog di Renzi, dove annuncia persino le sue visite al "Centro Anziani" ed alla premiazione di podisti e ballerini).
A me la cosa ha ricordato tanto la visita a cena, a Palazzo Grazioli, di Bonanni & Angeletti, passati dal retro, come fornitori di mozzarella. Ciwati poi si meraviglia del fatto che Berlusconi abbia "strumentalizzato" il gesto di Renzi. Vedi, Pippo, in queste storie il coglione non è chi strumentalizza, ma chi, per dabbenaggine (o peggio), si mette nelle condizioni di essere "strumentalizzato". Insomma, il coglione è il ggiovane Renzi, non il "catacombale" Berlusconi.
Infine, giusto per certificare che tu e Renzi siete fatti dello stesso legno, chiudi con una scorrettezza di comunicazione ingenua quanto sporca: citi una frase ambigua: "Bersani, ad Arcore, ci sarebbe andato anche a piedi, ricordate?" E' vero, la frase linka ad un articolo contenente la dichiarazione completa di Bersani, ma chi non ha tempo di leggere tutto resta con l'immagine di un Bersani "accattone" alla Renzi. Scorretto... Allora, giusto per romperti il giocattolo, cito io la frase di Bersani:
"...Il segretario del Pd Pierluigi Bersani, a Parma per il convegno degli industriali, è intervenuto sulle riforme istituzionali, sostenendo che il luogo adatto a discuterne è il Parlamento, non i giornali o le televisioni. Poi ha focalizzato l'attenzione sulla crisi e sull'urgenza di interventi. "Se mi chiedono di parlare di riforme sociali ed economiche vado ad Arcore pure a piedi a portare proposte nuove".
...è proprio vero... non ci sono più le mezze stagioni, il pane non è più quello di una volta, e neanche la "netiquette"... Ma vediamo se almeno sei riuscito a convincere i seguaci del tuo blog che, immagino, sono degli officianti della rottamazione... Ecco un pot-pourri di commenti:
Sara Stones: In effetti neanche io ci sarei mai andata ad Arcore. Ha sbagliato Matteo, la sua mossa è stata subito strumentalizzata e poi bastava scegliere una sede neutra dove poter discutere.
Nico: Adesso quando Renzi parlerà di amici in brianza non si capirà più se si riferisce a Civati &co. o a Silvio &co.
Shylock: Suvvia, sono solo compagni di merende.
Sara Stones: Berlusconi ieri ha ammesso che è vecchio e stanco, e che cmq il terzo polo è composto da vecchi... lui ha detto lascerà il testimone a un giovane degno...inizialmente pensavo al trota per ridere... Però anche Renzi...
Linda: Vi ricordate i tentativi di qualcuno di cooptare Renzi nel centrodestra?Attenti al cav., è capace di tutto.
Anonimo #11: Renzi, spinto sicuramente da serie motivazioni non avrebbe dovuto cedere al ricatto di un incontro in sede non istituzionale.
Ma perché avete così tanta difficoltà nel PD ad improntare una comunicazione efficace? Non sarebbe stato meglio indire una conferenza stampa e dichiarare di rifiutare qualsiasi incontro nell'abitazione privata del Premier? Pensa che ritorno di immagine (e di sostanza politica) e che ribalta per le problematiche locali! Spero davvero che B. non abbia detto a Renzi che gli assomiglia....perché se così fosse....beh...la rottamazione è comincaita proprio male! In effetti , la vicenda sembra l'ennessimo caso di <b> berlusconite</b> di un dirigente PD: come tutti sanno, il primo caso fu quello di Massim(ino) D'Alema, durante la sua visita a Mediaset.... correva l'anno 1996....
Maxx: Io te lo dico, Cyvati (dopo l'exploit -fallito- del cynar, questo nome ti sta bene): hai un pessimo fiuto nel cercarti i cavalli bianchi su cui montare in sella (o nello scegliere i condottieri da mandare in guerra al posto tuo). Chiamparino, Marino, Boeri, Renzi...tutti esperimenti falliti. Ci vedremo fra qualche mese, o fra un annetto o due, quando Renzi (quello de "i lavoratori devono lavorare ANCHE IL PRIMO MAGGIO" e che "Marchionne ha ragione") farà qualcosa di irreparabile, che ti farà rimpiangere amaramente l'esserti accodato a lui.
Mirocasini: In Renzi ha prevalso la smodata voglia di visibilità. Vien da dire "Ma mi faccia il piacere..."
Lorenzo PD Triuggio; verrebbe da dire che la rottamazione è durata meno di un battito di ciglia.Ma nel concreto è la prova che in fondo Renzi è, e lo è legittimamente, un gran bel Democristiano. Se la rinascita del PD deve passare da un Sindaco che si reca a casa di Berlusconi per problemi comunali siamo messi male. In più in stile infantile citi una dichiarazione di Bersani che è altamente metaforica... cioè di chi si dichiarava anche disposto a tutto pur di risolvere i problemi socio-economici del paese. Infatti non c'è stato nessun Bersani ad Arcore e nessuna passeggiata.
Inutile negarlo questa mossa di Renzi gli costerà cara ma in fondo non ha fatto altro che aprire gli occhi su un politico e personaggio valido ma lontano anni luce dai leader socialdemocratici europei.
Infine sono anch'io convinto che tu non ci saresti mai andato, infatti sostengo nel mio chiaccherare quotidiano di politica che tu sei molto diverso da lui, però consentimi di dire che il tuo tentativo di giustificarlo è ridicolo. Ha sbagliato, e visto il momento politico trattasi anche di un errore grave.
Personalmente fin dall'inizio della vostra iniziativa politica ho lanciato l'allarme sul fatto che la vostra iniziativa potesse essere strumentalizzata da Berlusconi e dal suo sistema mediatico e così è stato.
Siete apparsi numerose volte su TG5 e TG1 e usati come simbolo di un PD diviso internamente e siete andati avanti comunque, ed infine il capolavoro Berlusconiano che invita Renzi ad Arcore e il pesciolino ha abbocato all'amo. Berlusconi sa che la strategia Renziana è oggi quella che gli consentirebbe di rimanere seduto a Palazzo Chigi e la sta usando per dividerci.. Ora per favore, prendi coraggio e molla Renzi .. il partito riconoscerà questo e te ne darà atto. Sei più intelligente e intellutalmente onesto di lui... dimostralo. Infine il fatto che Berlusconi abbia detto che Renzi gli assomiglia.. penso non esista un complimento peggiore di questo ed in quanto tale si commenta da solo.
Anonimo #26: E no, non ci sto! Perchè sia stata una cazzata lo hai spiegato bene tu, il partito a cui siete (fino a prova contraria) ancora iscritti conta di mandarlo a casa il 14. Andare a chiedere (a casa sua poi) impegni oggi significa solo augurarsi una sua lunga permanenza.
Personalmente ti ponevo su un livello diverso rispetto a Renzi, ma anche tu non ci scherzi, la citazione di Bersani è profondamente scorretta. Innanzitutto la dichiarazione è dello scorso aprile, quando nessuno pensava che Berlusconi potesse cadere, è stata fatta pubblicamente e comunque non è nemmeno stata accolta dal sovrano. Renzi invece c'è andato quando Berlusconi non è in grado di promettere nulla a nessuno e non l'ha comunicato pubblicamente in precedenza, insomma c'è andato di nascosto e la cosa è venuta fuori solo perchè Berlusconi l'ha sputtanato.
Carlo: Caro Civati, l'errore più grande fatto da Matteo Renzi è di non aver preteso un uncontro nella sede appropriata, e soprattutto di aver comunicato la cosa a mezza mattinata, quando Repubblica aveva già scritto tutto. Alla faccia della "trasparenza" di cui abbiamo parlato a Firenze...
Silvia: che vergogna, quante chiacchere inutili e a quanta propaganda anti PD vi siete prestati, anzi alimentato in questi mesi...e poi ad Arcore. Non in una sede istituzionale come avrebbe dovuto essere, ma in una casa privata. Bersani non ci è andato ed è ridicolo, scoperto il vs.trucco, piagnucolare su chi avrebbe fatto cosa.
silvia
Civati: i 37.000 della Leopolda sono del Pd. Attenzione con le semplificazioni e con la propaganda anti che si rimprovera agli altri. Di Renzi ho scritto, dicendo che io non ci sarei andato. Quanto al fatto che colpisca che Bersani abbia detto quella cosa, lo so. E mi dispiace. Però allora nessuno di quelli che ora criticano Renzi disse nulla...
Tafanus: caro Civati, facciamo a capirci... 1000, 2000, 4000, 6800, 10.000, 37.000... Quando arrivi al milione, facci un fischio, che rifacciamo i disegni catastali della Leopolda. Quanto a Bersani: -a) non c'è andato; -b) hai riportato in manierta scorretta e misleading un pezzetto di frase. Non, non è questo il "rinnovamento" di cui ha bisogno il PD. Siete ben peggiori di coloro che volte rottamare.
Eloisa: Matteo Renzi a livello toscano dice e può dire qualcosa, tant'è che sta facendo il sindaco di Firenze, non proprio un paese qualunque. Ma a livello nazionale se gioca individualmente fa delle figurette, come quella di ieri. Motivo in più per organizzare bene e meglio di ora un movimento di rottamatori che, come ha detto giustamente un anonimo prima, viene mal visto da tutte le forze politiche.
Vittorio da Padova: Posso capire tutto, che la demonizzazione dell'avversario porta sfiga, che continuare a dire che Berlusconi è il male assoluto è un linguaggio non politico, che c'era un problema concreto per Firenze, che in fondo è sempre il presidente del consiglio. Io concordo su tutto, e mi fa ridere che dal partito piovano critiche da chi in modo intermittente ha per anni leccato il culo a Berlusconi (D'Alema e Veltroni in primis). Pero' diciamolo, come in fondo suggerisci anche tu, Pippo, questa volta Renzi l'ha fatta grossa. Non a 7 giorni dalla sfiducia, cazzo. Non a Arcore. è un'arma micidiale consegnata a chi vuole delegittimare la Leopolda. è un errore strategico pazzesco [...]
Marco 63: Se Firenze ha dei problemi il sindaco, in veste istituzionale, chiede un incontro al presidente del consiglio e si incontrano in modo UFFICIALE, con debita comunicazione istituzionale. E' successo questo ? NO. Un rottamatore da spedire velocemente in discarica, volendo utilizzare la nota metafora.
Valerio: ma qualcuno pensa che a Renzi gliene fregho qualcosa di quelli della Leopolda? Tanti begli asinelli che tirano il carretto al sindaco di Firenze... Finché non trova qualcosa che vada più veloce.
Michele: Renzi può trovar le scuse che vuole, ma evidentemente la sua concezione del far polica è assai più vicina allo stile dei leader pidiessini che critica che ai presunti ispiratori che a volte cita. Un citrullo di poca cultura e con tanta ansia di arrivare (dove, lo sa lui ma nn riguarda noi),
Silvia Bolgia: Pippo, che pena!!!!!!
Anonimo #45: della leopolda dopo solo pochi giorni tutto è già nel nulla tranne il suo ruolo di giovane leader.
Torquemada 58: Un passo falso, senza se e senza ma
Ale: Boh, io - da fiorentino - so soltanto che quando ci furono le primarie tutte le persone di destra che conosco andarono a votare Renzi, perché sapevano che tanto il candidato della destra a Firenze non avrebbe mai avuto chances, e in fondo Renzi è un conservatore cattolico (è contro il riconoscimento delle coppie di fatto, è stato contro la concessione della cittadinanza onoraria di Firenze a Beppino Englaro, si è rifiutato di mandare il gonfalone del comune al Gay Pride nonostante il consiglio avesse votato per mandarcelo).
Anonimo #63: Quando Renzi metteva a disposizione la sede della provincia di Firenze all'opus dei... Suvvia il personaggio Renzi è questo, date un'occhiata al link sotto, altro che sinistra! [Renzi e l'Opus Dei]
Anonimo# 65: Sarà, ma a me Renzi da l'impressione di Calearo, sfruttare il momento di notorietà e poi passare armi e bagagli dall'altra parte. Oh è solamente un impressione [...]
Anonimo #67: Berlusconi, dopo l'incontro "istituzionale" ad Arcore, ha dichiarato che Renzi gli somiglia: in effetti, sono entrambi arroganti sbruffoni indifffferenti all'etica politca, che invocano solo quando torna loro comodo. Quella del sindaco di Firenze non è una piccola gaffe, come vorrebbe far credere: ma una mancanza di sensibilità istituzionale che lo rivela per il bluff che è. E' di queste persone che dovremmo fidarci? E' questo il cambiamento?
Michele: Caro Civati, non siete gemelli e non siete obbligati ad esserlo, uno può esser bravo e l'altro far stronzate, com'è ora accaduto. Però paragonare la frase di Bersani, pronunciata per sottolineare la gravità della situazione del paese come tu sai benissimo (e non puoi far finta di non sapere) e il pellegrinaggio di un sindaco che va a propugnar la causa della proprio città a casa del boss in puro stile clientelare, mi pare proprio esagerato e sbagliato. Io non mi arrmpicherei sugli specchi per difenderlo o trovargli una qualsiasi giustificazione, tanto è evidente la scorrettezza nel suo ccmportamento, dal punto di vista di un politico che si dice riformista e innovatore. E' deludente per chi, come me, si è appena registrato al sito di Prossima fermata.... con fiducia e mettendo da parte polemiche annose.
Anonimo #71: E ti pareva se il primo rottamatore che va alla corte del Primo Rottamando! Aspettiamo l'elenco dei vantaggi per Firenze,,,
Anonimo@72: Prima fermata: Arcore, o "Le rotameur rotamé"
Scritto il 07 dicembre 2010 alle 19:48 nella Politica | Permalink | Commenti (13)
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So che questo post scatenerà polemiche, ma non rinuncio a scriverlo. Narrano le gazzette che ieri sera il ggiovane "rottamatore" Matteo Renzi, meglio noto come il "Berluschino", si sia recato in pellegrinaggio ad Arcore. Si, proprio lui, quello che se non sei un trentenne, e in più osi avere più di due legislature alle spalle, sei da buttare nel cesso, e via con lo sciacquone; quello che i boy-scouts, l'Azione Cattolica, Dio-Patria-Famiglia, ad otto giorni da un cruciale voto su una mozione di sfiducia al suo "simpatizzante", il puttaniere, ne rilegittima credibilità e ruolo andando a rendergli visita (una visita lungamente pietita).
Che pena, ggiovane Renzi! recarsi in pellegrinaggio dal 74enne satrapo, scaricato da tutte le diplomazie del mondo occidentale, dalla Chiesa (la sua), dalla Confindustria, ma persino da molte casalinghe di Voghera, proprio nella settimana clou del "calciomercato"! Si, Renzi, non tema: abbiamo letto (ma solo stamattina, a posteriori) le motivazioni della sua deferente visita al Priapo. Ne parleremo, non tema. E di queste motivazioni ex-post faremo coriandoli. Non ci frega niente delle sue motivazioni ufficiali, che non stanno né in piedi, né coricate. Ci interessa capire perchè, mentre spara a palle incatenate sul "vecchio" 59enne Bersani, offre un salvagente d'immagine al ggionave satrapo di Arcore.
Stamattina ad "Omnibus" un inguardabile Francesco Boccia (anche lui, guarda caso, PD coté Margherita), ha tentato la "mission impossible" di difendere questa "stronzata" (mi scusi per il francesismo, il ggiovane Renzai, ma preferisco chiamare le cose col loro nome, senza girarci troppo intorno), prima biascicando qualcosa circa la "etichetta istituzionale", poi ipotizzando che Berlusconi abbia voluto invitare Berluschino per ringraziarlo per l'aiuto che la Toscana ha accettato di offrire a Napoli per il problema monnezza. No, caro Boccia, La cosa non sta in piedi, per molte ragioni:
# Non è stato Berlusconi ad invitare Berluschino, ma viceversa. E' stato Berluschino a pietire l'invito;
# Firenze NULLA ha a che vedere con la monnezza di Napoli, che non sarà portata né in Piazzale Michelangelo, né in qualche inesistente discarica in comune di Firenze, e addirittura in nessun luogo della Provincia di Firenze;
# Le 4.500 tonnellate che LA REGIONE avrebbe accettato di ricevere da Napoli saranno distribuite fra le discariche di Peccioli (Pisa), Rosignano (Livorno), e San Giovanni Valdarno (Arezzo)
# Per queste discariche, ricevere 1500 tonnellate a testa "una tantum" non sarà un enorme sacrificio. Ad esempio nella discarica di Peccioli arrivano in media 1500 tonnellate AL GIORNO. Non sarà catastrofe ecologica se per una volta si aggiunge una giornata di "arrivi". Inoltre, sembra che queste discariche non faranno un pessimo affare. Due anni fa hanno incassato per la monnezza napoletana 45 € a tonnellata. Ma adesso, visto che Napoli spendeva 180 € a tonnellata per quella che mandava in Germania, hanno alzato il prezzo: "chiederemo certamente più di 100 € a tonnellata"
# Quindi, esimio BB (Boccia il Bocconiano) togliamo di mezzo la monnezza, per la quale andrebbero eventualmente ringraziati non il ggiovane Renzi, ma il rottamando Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana, i presidenti delle province di Pisa, Livorno, Arezzo, e i sindaci dei comuni sede delle discariche. Cosa c'entra Renzi? E' vero, il generoso Renzi ha offerto a Berlusaconi di inviare a Napoli 6 camion, ma perchè comunicare questa grande notizia ad un super-impegnato statista internazionale, e non, ad esempio, al Presidente della Provincia di Napoli, responsabile del problema? E poi... il problema di Napoli non sono i camions (per questo, basterebbero i camions inutilizzati di Gnazzzio La Russa). Il problema, come tutti, tranne Renzi, sanno, è DOVE mandare i camions.
La cena "CLANDESTINA" e le motivazioni ex-post del ggiovane Renzi
Stupisce il fatto che Matteo Renzi, sul suo non frequentatissimo blog, scriva tutto ma proprio tutto ciò che fa: chi ha visto, chi sta vedendo, chi vedrà, ma abbia invece tenuto ben nascosto, fino alle 10,11 di stamattina, la cenetta di Arcore. Un brevissimo, seminascosto richiamo di 25 parole, che rinvia ad una nota su facebook.
Ben altro rilievo, sul blog di Renzi, al "Premio Villa Vogel" 2010, assegnato nientemeno che "...alla velocista Audrey Alloh, alla canoista Susanna Cicali, al ballerino Mirko Gozzoli, al podista Luca Baroncini..."
Matteo Renzi, che in genere ci informa anche se va a fare la pipì o la popò, ci informa di questo incontro solo dopo che è da ore sulla stampa nazionale. Non è fantastico? E non è legittimo ironizzare sugli "amorosi sensi" fra Berlusconi e Berluschino? Ecco come Francesco Bei, su [Repubblica] (che, come tutti sanno è un dorso regionale della Pravda) ironizza sui rapporti fra i due:
Renzi-Berlusconi ad Arcore - Il Cavaliere: "Tu mi somigli" - I due si annusano a distanza da tempo. C'è una curiosità reciproca e, almeno da parte del Cavaliere, anche una corrente di schietta simpatia per quel giovane così "diverso dai soliti parrucconi della sinistra". "Un po' mi somiglia, è fuori dagli schemi", ha confidato a un amico. Insomma, alla fine forse era inevitabile che accadesse e infatti è accaduto: Matteo Renzi, il sindaco della rossa Firenze e leader dei "rottamatori" del Pd, ha varcato ieri il cancello di Arcore.
Per carità, ci saranno state ottime ragioni "istituzionali", come usa dire, a giustificare quel faccia a faccia così poco istituzionale e così tanto politico. Renzi, come ogni sindaco d'Italia, è alla canna del gas, ha un disperato bisogno di fondi per chiudere un bilancio altrimenti "lacrime e sangue". E l'ultimo vagone che si può agganciare è quel decreto "Milleproroghe" che il Consiglio dei ministri si appresta a varare alla fine della settimana. Renzi sperava in una legge speciale per la città di Dante, contava di riuscire a portare a casa qualche norma di vantaggio. Quando ha compreso che non sarebbe stato possibile, è andato a bussare direttamente al portone di Arcore. Soldi chiede, ma non se li aspetta dal governo.
Vorrebbe farseli dare dai milioni di turisti che si fermano a visitare gli Uffizi o le altre meraviglie fiorentine, imponendo a ciascuno un piccolo "contributo", una tassa di soggiorno. Pochi euro per il singolo turista, molti per la città: 17 milioni all'anno, calcolano i tecnici del comune. Ma per imporre la tassa serve il via libera del governo. Da qui la visita di ieri ad Arcore (...sarebbe divertente sapere se questa richiesta dovrebbe, nella testa del ggiovane Renzi, riguardare solo Firenze, o entrare in una legge generale che riguarda tutti i comuni d'Italia - o almeno le città d'arte... Caro Renzi, posso svelarle che in Italia non c'è solo Firenze, ma anche Roma, Venezia, Torino, Pisa, Palmanova, Lucca, Napoli, Stilo, Palermo, San Gimignano, Noto, Ravello? NdR)
Eppure non è solo questo, almeno non da parte del Cavaliere. Il premier è infatti davvero intrigato da questo giovane amministratore del Pd. "Ce ne avessimo come lui", sospira. Renzi gli ha toccato il cuore la scorsa settimana, quando Berlusconi annaspava senza trovare una soluzione al problema dei rifiuti a Napoli. I leghisti non ne volevano sapere di dare una mano ai "terroni" e Berlusconi, disperato, ha fatto chiamare Renzi al telefono. "Salve sindaco, mi consente di darle del tu? Dammi del tu anche tu" (...fantastico... solo Berlusconi poteva non dare per scontato che darsi del tu non possa che essere un fatto reciproco... forse troppo abituato ad Agostino Saccè? NdR) Un approccio subito confidenziale, che sortisce l'effetto desiderato. Al termine di una telefonata molto amichevole, il sindaco di Firenze tende al Cavaliere una mano preziosa: "Presidente, ti possiamo mandare a Napoli sei camion compattatori per raccogliere l'immondizia dalle strade". "Grazie Matteo, affare fatto. Grazie a Firenze".
[...] non è da oggi che il Cavaliere tiene d'occhio quel ragazzo (classe 1975) così "promettente" e di successo, come piacciono a lui. La prima volta che s'incontrarono fu nel 2005, in occasione del flop di Maurizio Scelli, quando l'allora commissario della Croce Rossa tentò di organizzare il suo movimento politico. Berlusconi aspettò due ore (invano) in prefettura che il palazzetto dello sport si riempisse con gli Scelli-boys e, nel frattempo, si intrattenne con quel trentenne presidente della provincia di Firenze che era andato a salutarelo per "cortesia istituzionale". Al termine del colloquio, il premier si congedò a modo suo, lasciando di stucco gli esponenti locali di Forza Italia: "Caro Renzi, ma come fa uno bravo come lei a stare con i comunisti?".
Da allora i due hanno continuato a seguirsi a distanza. Nel frattempo Renzi ha traslocato dalla provincia al comune, mentre Berlusconi ha fatto in tempo a perdere (2006) e rivincere (2008) le elezioni. Renzi è anche il dirigente che ha proposto di "rottamare" gli attuali capi del Pd, a partire da D'Alema, Veltroni e Bersani. Un "coraggio" che, in privato, Berlusconi non ha mancato di lodare. Così come non sono sfuggite al premier quelle dichiarazioni contro la proposta di "Union Sacrée" per scacciare il tiranno da palazzo Chigi: "La sinistra non può mettere insieme la solita ammucchiata selvaggia anti-Berlusconi".
Insomma, da una parte c'è un leader in cerca di giovani, che non vuole lasciare la sua eredità a quei "signori attempati", "professionisti della politica che a cinquant'anni dovrebbero solo dedicarsi ai libri di memorie". Dall'altra c'è un sindaco molto ambizioso che vuole fare politica rompendo gli schemi. E poi l'incontro di ieri ad Arcore, dove nemmeno i sindaci Pdl di Roma e Milano riescono più a farsi ricevere...
Insomma, mettiamola così... il ggiovane Berluschino, tanto amato dal meno ggiovane Berlusconi, ha avuto la sua cena ed il suo "momento di boria". Ha chiesto dei soldi la cui assegnazione richiede un passaggio parlamentare, a camere chiuse. Ha pietito un appuntamento per settimane, lo ha avuto solo ieri, ad una settimana dal voto di fiducia, in pieno calciomercato, e non è stato sfiorato dal dubbio di dare ossigeno al moribondo, e alibi ai tentennanti calciatori oggetto del calcio-mercato. Il tutto mentre il "vecchio Bersani" sta coraggiosamente insultando Berlusconi su tutti i media, e sta coraggiosamente mettendosi in gioco per la formazione di un'alleanza provvisoria "con chi ci sta" per mandareb a casa Berlusconi. Qualcuno vuole che gli ricordi la frase esatta di Berluschino? Eccola... "...la sinistra non può mettere insieme la solita ammucchiata selvaggia anti-Berlusconi..."
E perchè mai, caro Berluschino? Io pur di mandare a casa questo emerito st... atista che mi sta facendo vergognare da 17 anni di essere italiano, mi ammucchierei anche con Pacciani, con Lutring, con Gavrilo Princip, e persino con la Binetti e con la Roccella, se ci stessero.
Sull'incontro di Arcore, il ggiovane Berluschino si esibisce in un magnifico pezzo a posteriori, del genere "excusatio non petita" (nota pubblicata da Matteo Renzi martedì 7 dicembre alle ore 10,11)
Ieri ho incontrato Silvio Berlusconi, che mi ha gentilmente fissato l'appuntamento che gli avevo chiesto qualche settimana fa. Ho chiesto al Presidente del Consiglio di mantenere gli impegni per Firenze che il PDL si era preso in campagna elettorale, a partire dalla legge speciale. Per me un impegno in campagna elettorale va rispettato, sempre. Dieci giorni fa ho corso persino una Maratona per dimostrarlo (e ancora mi fanno male le gambe, ma avevo dato la mia parola) (...caspita... l'eroe dei 42 chilometri...)
Se il Governo vuole mantenere gli impegni, l'occasione più logica è il decreto mille proroghe che va in votazione a stretto giro. (a stretto giro quando? prima del voto sulla mozione di safiducia? NdR) Non sarà una legge speciale, ma potrebbe esserci un gesto di attenzione per Firenze. Nulla ci è dovuto, ma in tutte le campagne elettorali (politiche 2008, comunali 2009, regionali 2010) il centrodestra ha speso parole e promesse, davanti ai fiorentini e a tutti i media locali. Io non mi fermo all'ideologia, io voglio vedere se mantiene la parola. Se il Governo non vuole mantenere gli impegni potrò dire ai fiorentini che ci ho provato davvero, fino alla fine, senza guerre ideologiche e con la concretezza di un amministratore che si occupa dei suoi asili e dei suoi centri anziani.
Giusto o sbagliato, questo è il mio Paese (...caspita... siamo all'appropriazione indebita di frasi celebri... Stephen Decatur, 1820... Niente di più fresco?). Lotterò fino all'ultimo giorno di campagna elettorale perché il centrosinistra torni a vincere, torni a sperare, torni a sorridere. Perché il Governo cambi. E lo farò giocandomi fino in fondo. Ma non sarò mai tra quelli che vivono di nemici e che gridano ai complotti. Finché il Governo è guidato da Berlusconi, io parlo con lui e con i suoi ministri. Anche quelli con cui faccio una fatica terribile... (...come s'offre...)
Le ricostruzioni dei giornali sono molto divertenti: Berlusconi non mi ha detto che gli assomiglio né abbiamo parlato di rottamazione, come è ovvio. Abbiamo discusso delle questioni concrete che riguardano Firenze (...e ne discuti con uno che non sai se lunedì prossimo conterà ancora un cazzo???).
Qualcuno mi ha detto che non dovevo andare ad Arcore. Io gli incontri istituzionali del Comune li faccio in Palazzo Vecchio. Se il premier invece riceve nella sua abitazione, io vado nella sua abitazione e alla fine ringrazio dell'ospitalità (...io invece, caro rottamatore, giudico gli incontri istituzionali in case private un cascame della aborrita prima repubblica. Vedo che lei "abbozza". Complimenti vivissimi. NdR). Vorrei essere chiaro: per Firenze, che è la mia città, quella per la quale ho giurato sulla Costituzione di fare bene il mio lavoro, io vado ad Arcore anche tutti i giorni se serve.
Buona giornata a tutti - Matteo Renzi
Buona giornata anche a Lei, Matteo Renzi, e... mi raccomando... ci faccia sapere come andrà a finire questa richiesta col piattino in mano. Perchè vede, credo che ci siano circa 8.000 comuni che sono bisognosi di soldi quanto e forse più di Firenze. Forse almeno 800 sindaci avranno chiesto soccorso allo Statista di Arcore; solo lei ha avuto l'onore di essere ricevuto a Palazzo. Prendiamo atto che è disposto ad andare ad Arcore anche tutti i giorni, se serve. Posso darle un consiglio amichevole? Un altro toscano illustre ha da poco liberato il casotto del portinaio che gli era stato offerto in comodato a Palazzo: tale Sandro Bondi. Si affretti a chiedere il casotto in comodato. So che c'è una lunga lista d'attesa. Sfrutti questo idem-sentire, come direbbe il colto Bossi. Chissà che non la spunti lei...
matteoflorens, o della modestia
Ipse dixit
Il vincitore delle primarie e candidato a sindaco del Pd a Firenze, Matteo Renzi, non sembra apprezzare molto il nuovo segretario del Partito Democratico, Dario Franceschini. In una intervista rilasciata alla Stampa di Torino, Renzi manifesta senza riserve la sua scarsa fiducia nelle potenzialità del Franceschini: “Sabato è stata un’occasione persa. Non avrei votato Dario: se Veltroni è stato un disastro, non si elegge il vicedisastro per gestire la transizione. In questi anni Franceschini è stato una delusione, percepito come il guardiano di Quarta Fase, l’associazione degli ex popolari: basta con questa storia degli ex!”. (...ipse dixit l'ex DC Matteo Renzi, professione "rottamatore"...)
Insomma Franceschini si è già beccato il soprannome che lo perseguiterà fino (e temo anche oltre) l’Election Day di giugno: Vice-Disastro. Non sembra decisamente un buon inizio, per il Dario democratico. “Se l’unica alternativa a Franceschini è Parisi (il rappresentante dell’ala nostalgica, quello che accende il cero a San Romano) - insiste Renzi - è normale che Dario prenda oltre mille voti” (...mi permetto di dare un consiglio al ggiovane Renzi: alle prossime primarie nazionali del PD - ammesso che nel frattempo non sia passato a Forza Italia - si candidi. Ci metta la faccia. Ma lo avvero che nelle pre-primarie svolte sul Tafanus, non è entrato neanche nella short-list dei dieci votabili...)
Matteo Renzi (classe 1975) mentre prepara la campagna elettorale per le elezioni comunali, sembra già pensare alla successione di Franceschini: “Sogno un movimento non solo di giovani, anche di amministratori, che chiedano ai dirigenti di essere meno autoreferenziali. In politica ci vuole coraggio”. (La Stampa - 23/02/2009)
Caro Berluschino, siamo d'accordo con lei. In politica ci vuole coraggio. E anche coerenza. Si candidi. Alla prossima direzione del PD, presenti una mozione di sfiducia verso Bersani. Lo sfidi nelle sedi proprie, non sul suo blogghino o nelle interviste. L'autoreferenzialità è una brutta bestia. Divora personaggi più grandi di lei. Cerchi di sopravvivere, se non ad altri, almeno a se stesso. Tafanus
(...a proposito di autoreferenzialità...)
Sembra che secondo l'autorevole [Monocle.com], citato da Matteo Renzi, il ggiovane sia fra i "Venti Eroi" del nostro tempo. Ho provato a sapere chi fossero gli altri 19, ma in questo sito americano da meno di 10.000 accessi al giorno si entra solo se ci si abbona... Ho rinunciato a sapere.
Scritto il 07 dicembre 2010 alle 14:47 nella Berlusconi | Permalink | Commenti (11)
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Scritto il 07 dicembre 2010 alle 08:00 | Permalink | Commenti (7)
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[dal "Mattino" di Napoli] "...inizieranno domani le partenze dei primi camion di rifiuti napoletani diretti in Puglia. Il primo impianto Stir ad essere liberato dalla frazione umida sarà quello di Giugliano in Campania. Intanto, a Napoli, rallenta la fase di recupero della spazzatura ancora in strada: dopo avere toccato sabato quota 1400 tonnellate, il quantitativo di "monnezza" ancora da prelevare sta nuovamente crescendo e oggi, nei quartieri della città, campeggiano cumuli per circa 1800 tonnellate.
Tutti gli impianti di tritovagliatura della provincia non sono stati in grado di ricevere rifiuti "tal quale" in quanto le vasche delle frazioni umida e secca sono sature. Delle circa 1300 tonnellate che Napoli produce quotidianamente, infatti, ne sono state conferite 757 nella discarica di Chiaiano. Le altre sono rimaste per strada.
L'assessore all'Igiene del Comune di Napoli Paolo Giacomelli si dice preoccupato: «Avevamo promesso alla cittadinanza e agli operatori economici partenopei di consegnare loro una città pulita per il ponte dell'Immacolata, ma le difficoltà di conferimento ci stanno mettendo i bastoni tra le ruote». Per Giacomelli, gli impedimenti emersi in questo giorni evidenziano «la fragilità di tutto il sistema». «Per verificare la capacità di ricezione degli impianti provinciali risulta decisiva la giornata di oggi», ha poi concluso Giacomelli [...]
...caspita... le "autorità" nulla sapevano delle "difficoltà di conferimento"... un vero fulmine a ciel sereno... E dire che Silvio si era impegnato a trasformare Napoli in Lugano improrogabilmente entro oggi... Ormai mancano meno di sei ore. Silvio starà spalando la rumenta personalmente? Tafanus
Scritto il 06 dicembre 2010 alle 18:26 nella Ambiente, Berlusconi | Permalink | Commenti (6)
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