Nell’intervista di oggi a Repubblica Bersani affronta il tabù democratico per eccellenza. Serve apertura da parte di tutti, dice, e per superare Berlusconi le primarie “si possono sacrificare”.
Per il mondo del Pd e per quello alla sua sinistra è una piccola bomba atomica. Il partito è nato sul meccanismo delle consultazioni della base, e a questo sistema la maggioranza degli elettori e una parte dei dirigenti è parecchio affezionata.
Per non parlare di Vendola, che appunto alle primarie affida la sua Opa di conquista del Pd.
C’è dunque da scommettere, nell’immediato, sul colorito florilegio delle reazioni sdegnate. Ma chi è pronto a gridare al “tradimento” della sinistra dovrebbe ricordare che tra le prospettive concrete che abbiamo di fronte c’è Silvio Berlusconi al Quirinale e un premier simil-leghista a Palazzo Chigi. E che anche Palmiro Togliatti, che era più comunista non solo di Bersani, ma pure di Vendola, per due anni governò con Alcide De Gasperi.
Bello, anzi bellissimo, sarebbe salvare la propria identità e assieme il Paese. Eppure perfino in mezzo al richiamo delle foreste e delle poesie non bisognerebbe dimenticare che anche il realismo, per un grande partito, è una forma di identità.
P.S. A quanto scritto da Marco Bracconi aggiungo solo una considerazione: lo statuto del PD prevede che:
-a) l'intenzione - alquanto velleitaria - di Vendola, di lanciare un'OPA sul PD, è ormai chiara anche ai ciechi;
-b) lo statuto del PD non prevede che alle primarie del PD possano partecipare iscritti o leaders di altri partiti;
-c) in caso di elezioni, per le primarie di coalizione il candidato del PD è, per statuto, il suo segretario. Se non piace Bersani come candidato premier per eventuali elezioni, si cambi il segretario. Quindi, con sua buona pace, Vendola ha solo sue modi di lanciare l'OPA:
-1) lasci SeL, si iscriva al PD, e trovi i numeri per lanciare nuove primarie alla Segreteria del PD;
-2) Le vinca. Fatto questo, sarà, senza bisogno di altri passaggi, automaticamente il candidato del PD alle primarie di coalizione, ammesso che ci sia ancora una coalizione.
Se Vendola non vuol fare questo, ha una sola possibilità: quella di correre per conto proprio (col suo nome e per conto del suo partito) alle primarie DI COALIZIONE, contro Bersani, contro Di Pietro, e contro gli inevitabili candidati premier della sinistra che più sinistra non si può. Tutto il resto è noia. Tafanus
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