Per capire ho preso in prestito un verbale ipotetico di una procura italiana, scritto da un procuratore anonimo, prendendomi la libertà di integrarlo e modificarlo. Nulla spesso è più reale di ciò che è ipotetico. Dedico questa pagina agli studenti che difendono il diritto allo studio e che avrebbero dovuto essere arrestati preventivamente, come avrebbe voluto il governo fascista; ai disoccupati e ai precari, a chi non cerca più nemmeno lavoro; a chi difende il proprio territorio come il Gruppo «No-Gronda» di Genova e il «Dal Molin» di Treviso; ai terremotati d'Abruzzo che sono rimasti «cornuti e mazziati»; agli alluvionati di Sestri e del Veneto; ai ricercatori e agli operai che stanno sui tetti per difendere il pane quotidiano. Lo dedico ai senza dimora e a tutti coloro che si dedicano a loro per le strade e nei ripari. Lo dedico a Massoero 2000, una piccola luce di civiltà nella nostra città.
Lo dedico a voi perché possiate indignarvi sempre contro ogni sopruso e ingiustizia fino a diventare rivoluzionari di un sistema che non merita nemmeno di esistere. Il 10% delle famiglie in Italia possiede il 41% della ricchezza e la quasi totalità dichiara meno di 30.000 mila euro annui. E’ il segno che la nostra civiltà è fondata sul ladrocinio, sul furto e sulla dabbenaggine perché abbiamo intrapreso la strada maestra per distruggerci da soli. Infine dedico questo verbale agli immigrati di tutti i Rosarno di Italia, ai poveri anche quando sono violenti per disperazione perché vittime di una atroce violenza di Stato, sempre legittimata, sempre giustificata.
Se Gesù nascesse oggi, questa notte, in Italia accadrebbe così:
Verbale di procura in esecuzione delle disposizioni di legge del governo Berlusconi-Bertone-Bagnasco, in dispregio del diritto costituzionale e internazionale, impartite su tutto il territorio italiano dalle disposizioni degli ministro degli interni, Roberto Maroni, oggi ministro, ma ieri condannato in 3° grado (9 febbraio 2004) per resistenza e violenza a pubblico ufficiale (art. 337 del codice penale).
«Addì, 24 del mese di dicembre dell’anno 2010 del XXI secolo dell’era cristiana, a ore 24,00. Procura della Repubblica di Roma, capitale d’Italia e del mondo, centro della cristianità, sede del papa successore di Pietro, vicario di Gesù Cristo figlio di genitori Palestinesi di Betlemme ed Ebrei di Nàzaret. Mentre nelle chiese di tutto il mondo, si celebra la gioia e la pace del Santo Natale dell’anno del Signore 2010, non si sa come, è stato trovato un neonato in una stalla della periferia. E’ evidente che qualcosa non ha funzionato nel «sistema sicurezza» predisposto dal governo italiano, d’intesa con lo Stato straniero confinante della Città del Vaticano, che prevede l’espulsione dai confini italiani di tutti i non «non cristiani», come rom, immigrati e studenti italiani, lasciando solo i «cattolici per finta».
La polizia e i servizi sociali, a conclusione di rapide indagini, hanno arrestato un falegname e una minorenne con in braccio un bambino che dice essere suo. L’allarme è scattato per la segnalazione di un esemplare cittadino che ha intuito le male intenzioni degli arrestati alla ricerca di un riparo per la notte, trovandolo in una grotta naturale. Il segnalatore è un prelato della curia romana che, mentre correva sulla sua Mercedes verso San Pietro per la Messa di Natale, aveva intravisto movimenti sospetti e tentativi di accendere fuochi, informandone lodevolmente la polizia.
Gli agenti di polizia, accompagnati da assistenti sociali, hanno trovato un neonato avvolto in uno scialle e deposto in una mangiatoia, la madre dall’evidente fisionomia extracomunitaria e dall’età apparente di 14/15 anni, e un uomo più anziano che asseriva essere marito dell’adolescente e padre adottivo del bambino. Gli investigatori hanno cominciato ad indagare in ogni direzione, non escludendo la pista del rapimento di minore.
Chiesti i documenti per l’identificazione, sia l’uomo che la donna ne sono risultati privi e, cosa ancora più grave, erano senza permesso di soggiorno e neppure un visto turistico, commettendo così il reato di clandestinità oggettiva. Si evince in modo certo, infatti, che sono clandestini. Dichiarano di chiamarsi Maria e Giuseppe di Nàzaret. La polizia nutre dubbi fondati. L’uomo è in grave stato confusionale perché parla al di fuori di ogni logica, dicendo di essere il padre adottivo del neonato, che il padre naturale gli avrebbe affidato. Asserisce che Maria è la sua sposa, ma non si capisce che rapporti abbia avuto con un altro extracomunitario di nome «Spirito Santo» di cui però non è stata rilevata traccia di presenza. Più i sospetti parlano più le indagini si ingarbugliano. I servizi segreti interpellati suggeriscono di muoversi con cautela perché potrebbe trattarsi di spie palestinesi, camuffate da palestinesi per confondere le idee e depistare le indagini. All’improvviso, non si sa da dove, sono arrivati alcuni pastori che asseriscono di avere visto un angelo che li avrebbe indirizzati agli arrestati. Vedendo la polizia si sono scagliati con bastoni e urlando contro le forze dell’ordine, aizzando contro di loro i cani e le pecore. I rappresentanti delle forze dell’ordine sono rimasti storditi dal micidiale odore pecorino da essi proveniente.
Come se non bastasse, dal nulla e dal vuoto, all’improvviso, apparsi nel buio della notte sbucano tre misteriosi personaggi, vestiti da orientali che dicono di essere venuti a portare doni al bambino, guidati una stella. La polizia si insospettisce immediatamente perché da loro emana un intenso odore, tipico dei suk arabi, che stordiscono ancora di più polizia e assistenti sociali. L’Ufficio Stranieri della Questura e la Guardia di Finanza cercarono il paese effettivo di provenienza dei tre clandestini, che dichiarano di essere «Magi» orientali. e potrebbero essere spacciatori internazionali, perché sono stati trovati in possesso di un ingente quantitativo di oro e di sostanze allucinogene come incenso e mirra. Interrogati con mezzi persuasivi, hanno detto di agire in nome di Dio che li guida con la stella. Il ministero degli esteri non esclude legami con Al Qaeda. Si sospetta che facciano uso abituale di allucinogeni.
Finalmente le forze di polizia riescono a tradurre l’uomo, la donna, il bambino e i tre stranieri, colti in flagranza del reato di clandestinità abusiva e tutti sprovvisti di documenti e permesso di soggiorno, conducendoli in commissariato. I pastori riescono a fuggire. Il sedicente Giuseppe, sempre delirando, gioca una carta inattesa: chiede che sia investita la Santa Sede che sembra sia coinvolta nella nascita del bambino. Non volendo correre il rischio di incidenti diplomatici di enorme gravità – e se il bambino risultasse essere nipote del papa? – si rimanda tutta la questione alle istanze superiori. Il governo, preoccupato per un eventuale scandalo internazionale, per dimostrare tutta la sua servitù a difesa della «civiltà cristiana d’occidente» consulta la Santa Sede, che terrorizzata, invia una commissione mista ad alto livello formata da tre cardinali scortati dalle guardie svizzere, pronte ad ogni evenienza.
I cardinali Tarcisio Bertone, segretario di Stato, Angelo Bagnasco, presidente Cei e Camillo Ruini, che pur in pensione, lavora ancora a cottimo e anche in nero, agitati e nervosi, giunti in procura, chiesero di vedere gli arrestati. Alla vista del gruppetto, smarrito e impaurito e forse in preda ad eccesso di droghe, il sorriso ritornò rilassato sul viso rubicondo dei porporati che riacquistarono la loro flemmatica e paternalistica prosopopea cardinalizia.
Rivolti al commissario di turno, dissero: «Bon omo! E’ un falso allarme! Non preoccupatevi, non può essere lui, così ridotto: vedete? non ha nemmeno le scarpette rosse! Li guardi, sono tre straccioni disperati, forse usati come corrieri di stupefacenti da quegli altri tre che invece fanno finta di portare doni, ma, secondo noi, sono venuti a riciclare denaro sporco. Vi conviene arrestarli preventivamente, mentre noi torniamo a celebrare il nostro Natale».
Gli operatori dei servizi sociali hanno contattato le autorità di Betlemme, ma nessuno sa niente. Gli investigatori pertanto seguono la pista del rapimento di neonato. La ragazza, che è l’unica a non avere mai perso la calma, quasi fosse estranea a quanto succedeva attorno, è stata ricoverata in ospedale e sottoposta a visite cliniche e psichiatriche. Gli inquirenti nutrono dubbi sul suo stato di salute mentale perché afferma di essere ancora vergine e di aver partorito il figlio di Dio.
Un comunicato del Ministero dell’Interno, a nome del presidente del consiglio, dichiara che non si può avere alcuna comprensione e umanità per i delinquenti che si fingono immigrati per venire a partorire in Italia per poi chiedere il permesso di soggiorno e delinquere. Tolleranza zero contro chi viola la legge e diffonde insicurezza e aggredisce le forze dell’ordine. Nello stesso momento la nota agenzia clandestina Wikileaks pubblicava la sentenza definitiva della Cassazione con cui il ministro dell’interno, Roberto Maroni, nel 2004, fu condannato in 3° grado per resistenza e aggressione a pubblico ufficiale. Il ministro, colto da un raptus di decenza istituzionale ha rassegnato le dimissioni e il suo partito xenòfobo ha dichiarato la caduta del governo. Il Vaticano fa sapere immediatamente che se ne lava le mani, ieri come oggi, che è estraneo a tutto, e che in nome «dei principi non negoziabili» è pronto ad aprire il dialogo con il governo che verrà dopo, in nome della governabilità. Questo avvenne perché si adempisse la Scrittura del profeta Isaia che profetizzo sul Vaticano: «(15) Quando stendete le mani, io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei: le vostre mani grondano sangue. (16) Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, (17) imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova» (Is 1,15-17).
Alla procura intanto giunse la notizia repentina della caduta del governo, e, come d’incanto, dentro e furori la procura si diffuse un coro celestiale, mai udito prima, che intona: «Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace all’Italia finalmente liberata». La musica celestiale e le voci sublimi hanno diffuso un senso di serena speranza in tutto il Paese perché è finito un incubo, ma comincia anche una nuova speranza. Nel segno di un bambino. Auguri, Italia!
(testo di Anonimo, rivisto e integrato da Paolo Farinella, prete)
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