Questo del "Geniale" di famigghia può essere definito, a buon diritto, il colpo giornalistico del secolo. Il "Direttore" Sallusti (meglio noto come "Rigor Mortis") e la "giornalista" Anna Maria Greco, grande specialista in Toghe Rosse, con questa inchiesta si candidano al Premio Pulitzer, e certamente oscureranno la fama - immeritata - dei giornalisti del "Washington Post" Woodward e Bernstein, che con le loro pseudo-inchieste sul Watergate ottennero il risultato, sempre sopravvalutato di mandare in pensione Richard Nixon. Ora gliela faranno vedere Salliusti e la Greco, a questi supponenti tromboni, cosa sia il VERO giornalismo d'inchiesta!
Noi non vogliamo privarvi del piacere di scoprire "la verità, tutta la verità", sulla lurida storia di Ilda la Rossa, attraverso la versione integrale dell'articolo originale, che ha finalmente scoperchiato, a soli 29 anni di distanza, lo scandalo di questa donna di facili costumi prestata alla magistratura rossa. Leggetelo, questo articolo, e diffondetelo! Noi ci limiteremo a riportare i fatti più sconcertanti.
La doppia morale della Boccassini - di Anna Maria Greco - Il "Geniale"
Dunque, nel 1982 la Boccassini venne sorpresa in "atteggiamenti amorosi" con un giornalista di Lotta Continua. Davanti al Csm si difese come paladina della privacy. E fu assolta (...si sa... la magistratura è una casta, e cane non morde cane. Ma a Sallusti e alla Greco non gliela fanno. Sono furbi, loro!...). Ora fruga nelle feste di Arcore ma allora parlò di "tutela della sfera personale", l'ipocrita!
Nel 1982 questa "signora" (si fa per dire...) già attempata (aveva già 33 anni), viene scoperta e smascherata da due guardie di scorta ad un PM aggiunto. I due zelanti poliziotti denunciano lo scandalo. Ilda la Rossa viene coperta da "accuse boccaccesche". Era stata colta in "atteggiamento amoroso" per strada. Trombava appoggiata contro un muro? No, ma si stava sbaciucchiando con un uomo, capite? E non con uno qualsiasi! Addirittura con un giornalista, e per di più di Lotta Continua!
Mi vengono i brividi, a pensare in quale situazione si sia imprudentemente messa questa "signora"! Lotta Continua! Sallusti & Greco - che sono dei signori - non ci fanno il nome di questo giornalista, ma scorrendo l'elenco dei giornalisti che sono transitati in Lotta Continua, un brivido mi corre per la schiena... Questa signora potrebbe aver tenuto comportamenti boccacceschi con uno qualsiasi di questi sovversivi terroristi transitati in Lotta Continua: Toni Capuozzo, Paolo Liguori, Marco Boato, Luigi Manconi, Gad Lerner, Giampiero Mughini, Luigi Bobbio, Paolo Cento, Fiorello Cortiana, Enrico Deaglio, Erri De Luca, Vincino, Marco Lombardo Radice, Gianfranco Micciché, Carlo Panella, Marco Revelli, Claudio Rinaldi, Marco Rizzo, Mauro Rostagno...
La "giornalista" del Geniale, aggiunge: "...diciamo subito che, l’anno dopo, la Boccassini viene assolta a palazzo de’ Marescialli. E proprio in nome della tutela alla riservatezza della vita personale. La sezione disciplinare del Csm, infatti, «nel ribadire il proprio orientamento in materia di diritto alla privacy del magistrato, ritiene che il comportamento della dottoressa Boccassini non abbia determinato alcuna eco negativa né all’interno degli uffici giudiziari, come provano le attestazioni dei colleghi della Procura, né all’esterno».
Come direbbe Bersani ad "Ahi Piroso": ...ma di che stiamo parlando...
La "giornalista" Greco si lancia poi in uno spericolato amarcord, senza rete, sugli anni di piombo, il terrorismo (quello di sinistra, of course... i bombaroli fascisti, i cui eredi sono ora al governo col fratello del suo padrone, sembrano non interessarla minimamente...). E ci ricorda, giustamente, che tre anni prima del bacetti di Ilda La Rossa Alessandrini era stato ucciso. Afferrate il nesso?
La "giornalista" prosegue informandoci che "si parlerà" anche di rapporti con un cronista dell'Unità. La signora non fa nomi. Siamo fair, micacazzi... Un cronista dell'Unità. Brrrr!!!! Potrebbe essere chiunque, persino un terrorista come Furio Colombo, o come Walter Veltroni!
La "giornalista poi ci informa (e nella sua voce sentiamo il terrore) che "già allora Ilda la Rossa aderiva - addirittura - alla corrente di Sinistra di Magistratura Democratica. E questo, lo vede chiunque, è un'altra prova schiacciante della sua inadeguatezza.
Tutte cose - sembra (il "sembra" negli scritti del "Geniale" è d'obbligo) già evidenziate dall'accusatore della Ilda, Mauro Gresti, allora Procuratore a Milano.
"Sembra", ma questa volta il sembra è nostro, che Mauro Gresti sia tutt'altro che prossimo a Magistratira Democratica, ma prossimo - sembra - a strani personaggi legati alla P2. Ecco cosa si legge sul sito [strano.net] su Mauro Gresti:
"...per completare il quadro dei rapporti tra la Loggia P2 e la magistratura vanno ricordate una serie di altre risultanze attinenti le posizioni del banchiere Roberto Calvi e di Francesco Pazienza, i quali assumono posizioni di rilievo nella fase finale della vicenda della Loggia P2 e nella fase successiva al sequestro di Castiglion Fibocchi. A tal fine numerosi elementi testimoniali e documentali, denunciano una frenetica attività di Roberto Calvi indirizzata nei confronti di ambienti giudiziari al fine di sistemare le proprie pendenze penali. Presso la procura della Repubblica di Brescia fu instaurato un procedimento penale, poi trasmesso
all'ufficio istruzione della stessa città, nei confronti di Roberto Calvi, Licio Gelli, Marco Cerruti (noto esponente della Loggia P2), Mauro Gresti, Luca Mucci e Ugo Zilletti per fatti connessi al sequestro e alla restituzione del passaporto a Roberto Calvi a seguito del processo promosso a suo carico a Milano per reati valutari e societari..."
Altre interessanti notizie su chi sia Mauro Gresti (Il Geniale queste cose non le spiega; si sa... è un giornale perbene...) le troviamo sul sito [pummarulella.org]:
"...Da Sindona alla P2. L'inchiesta sul delitto Ambrosoli e sul finto sequestro di Sindona è affidata ai giudici istruttori Giuliano Turone e Gherardo Colombo e al pm Guido Viola. I tre fanno perquisire la villa aretina di Gelli e saltano fuori i famosi elenchi della P2.Subito informato, il procuratore capo della procura di Milano Mauro Gresti non trova di meglio che suggerire la restituzione delle carte al Venerabile (Borrelli non c'era ancora).Una busta intestata a Claudio Martelli contiene il numero di un conto svizzero chiamato 'Protezione', un'altra documenta un versamento di oltre 7 milioni di dollari a Bettino Craxi..."
E ancora, sempre sull'ineccepibile Mauro Gresti, sempre dalla stessa fonte:
"...Il pozzo nero dell'Iri. 1984, si replica. Un ignoto denuncia due società del gruppo IRI di fondi neri, falsi in bilancio e finanziamento illecito ai partiti. Mauro Gresti (quello che c'era prima di Borrelli) chiede al giudice Colombo di archiviare. Colombo non ci sta e comincia a indagare davvero: gli basta poco per trovare che l'allora presidente dell'Iri Petrilli dirottava miliardi a singoli uomini politici o a loro faccendieri come Mach di Palmstein, Gianni Letta e associazioni tipo Opus Dei. La stampa ignora o minimizza. Le istituzioni idem.Colombo ricorda che la resistenza alle indagini fu enorme, testimoni che sparivano, documenti ufficiali falsificati, imputati che inventavano storie inverosimili. Alla fine riuscirono a recuperare 140 miliardi. Ma appena arrivano ai gestori dei fondi neri (tra cui Ettore Bernabei, fanfaniano, amministratore dell'Italstat) la procura di Roma sembra morsa dalla tarantola e apre un fascicolo sugli stessi fatti investigati a Milano. La manovra è talmente spudorata che ben tre pm romani rifiutano di occuparsene. Ma la procura romana è spalleggiata dalla procura generale e alla fine, naturalmente, la Cassazione manda tutto a Roma. Dopo qualche mese tutti vengono prosciolti. Viva il porto delle nebbie!..."
Difensore della Ilda di fronte al CSM è Armando Spataro, altro pericoloso sovversivo, che scrive: "...la pm non è voluta entrare nel merito delle accuse rivoltele in nome della privacy, ritenendo «umiliante» dover spiegare e giustificare rapporti personali con un giornalista, di cui Spataro difende la correttezza". E aggiunge: «Il concreto esplicarsi della vita privata del magistrato, come quella di ogni cittadino, non può essere soggetto a limiti o divieti precostituiti per legge». Dunque, non può essere sanzionato alcun rapporto personale con persone che lavorano nello stesso ambito...". Che arroganti, queste toghe rosse a bassissimo livello di moralità sessuale!
L'accusa invece è sostenuta dal dott. Sofo Borghese, PG della Cassazione, un galantuomo. Si spiega così il livore della sinistra contro il galantuomo. Scrive la [Rivista Anarchica Online]:
"[...] di questo parla la seconda parte del libro [Settembre per sempre, di Gianfranco Pugni]: di tutti quei fottuti riciclati che si sono ripresi il potere. È centrale nella narrazione la testimonianza del Dott. Sofo Borghese, giudice del tribunale territoriale di Milano nei 45 giorni di Badoglio, coinvolto quindi nella presentazione all'obitorio dei cadaveri crivellati dei detenuti di San Vittore il 28-07-1943. La sua carriera è esemplare, e Gianfranco lo definisce "un autentico viaggiatore dei tempi italiani" : ex avvocato militare nel regno dei Galla e Sidano durante l'occupazione coloniale fascista dell'Africa Orientale Italiana; ex capitano giudice militare del Regio Esercito Italiano operante nei Balcani e zone limitrofe nel Tribunale di Guerra dell' XI Armata; ex giudice di sorveglianza militare del tribunale militare di Milano dal 1° Ottobre 1941 fino al 30 Settembre 1943; ex giudice del tribunale militare di Milano nel periodo della Repubblica Sociale con il grado di Capitano prima e di Maggiore poi; ex giudice di tribunale nel secondo dopoguerra; ex funzionario nel ministero di grazia e giustizia negli anni dell'affermarsi della supremazia politica democristiana [...]
Com'è, come non è, il comunista Spataro fa stralciare gli altri episodi e sostiene che si tratta solo di un fatto privato che non si è svolto «secondo modalità illecite o anche solo sconvenienti». È «non soltanto perfettamente lecito, ma anche assolutamente normale». La sentenza di assoluzione della sezione disciplinare del Csm, guidata dal vicepresidente Giancarlo de Carolis, arriva ad aprile ’83.
LA PUTTANA DI SALLUSTI
La nota escort Ilda Boccassini, meglio nota sui marciapiedi intorno a Palazzo di Giustizia col nome di battaglia di "Ilda la Rossa", ha ovviamente un curriculum vitae che la dice lunga... E' furba, la rossa...
Dopo la laurea in Giurisprudenza entra in magistratura, con funzioni effettive, nel 1979 prestando servizio dapprima alla Procura della Repubblica di Brescia, e ottenendo poco dopo il trasferimento alla Procura della Repubblica di Milano. Si occupa, quasi subito dopo il suo arrivo a Milano, di criminalità organizzata. La sua prima inchiesta di rilevanza nazionale viene denominata Duomo Connection e ha come oggetto l'infiltrazione mafiosa nell'Italia settentrionale (quelle infiltrazioni che ancora oggi Maroni nega con indignazione. NdR). L'inchiesta è portata avanti con la collaborazione di un gruppo di investigatori guidati dall'allora tenente Ultimo, il capitano divenuto poi famoso per l'arresto di Totò Riina. Sono gli anni delle prime collaborazioni anche con il Giudice Giovanni Falcone, che sfoceranno in un legame di profonda amicizia.
All'inizio degli anni novanta entra in rotta di collisione con altri colleghi del pool antimafia milanese, ne viene estromessa dall'allora Procuratore Capo Francesco Saverio Borrelli, ma porta comunque a termine il processo sulla Duomo Connection. Dopo le stragi di Capaci e Via D'Amelio, nel 1992, chiede di essere trasferita a Caltanissetta dove rimane fino al '94 sulle tracce degli assassini di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Collabora nuovamente con Ultimo alla cattura di Riina e scopre, in collaborazione con altri magistrati applicati a quelle indagini, mandanti ed esecutori delle stragi Falcone e Borsellino. Dopo una breve parentesi alla Procura di Palermo torna a Milano e, su richiesta del Procuratore Borrelli, si occupa dell'inchiesta denominata Mani pulite subentrando ad Antonio Di Pietro dimessosi dalla magistratura il 6 dicembre del 1994. Collabora, quindi, con i colleghi Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Armando Spataro e Francesco Greco, seguendo in particolare gli sviluppi delle inchieste riguardanti Silvio Berlusconi e Cesare Previti.
Continua ad operare presso la Procura di Milano dove si occupa di indagini sulla criminalità mafiosa e sul terrorismo. Ha diretto a partire dal 2004 le indagini della DIGOS che il 12 febbraio 2007 hanno portato all'arresto di 15 sospetti appartenenti all'ala movimentista delle Nuove Brigate Rosse, denominata anche Seconda Posizione (...ma come... non era una che si sbaciucchiava pericolosamente con un terrorista di Lotta Continua? NdR). Secondo l'accusa, la presunta organizzazione terroristica, operante nel Nord Italia, stava preparando attentati contro persone e aziende. Il 28 maggio 2009 il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) l'ha promossa alla funzione di Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano.
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...ecco come la vede l'autorevolissimo "Foreign Policy...
"Il peggior incubo di Berlusconi"
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