E' da tempo che avremmo voluto dedicare un post a Piero Sansonetti, ma abbiamo fin qui sempre rinviato, a causa della invadenza del bunga-bunga, che ha cannibalizzato tutti gli altri temi. Saremmo andati avanti così se non fosse arrivato il colto stimolo del commentatore che si firma "Paolo", e che merita di essere riportato integralmente, errori di ortografia inclusi:
"...perfino Piero Sansonetti da decenni "guru" della sinistra e' schifato . Stamattina ha dichiarato che si vergogna di questa sinsitra che pende dalle parole dei clericali, che e' diventata bigotta e moralista peggio dei vecchi fascisti, che condanna a prescindere in un clima da Santa Inquisizione, da Nuove Crociate. Meglio , mille volte meglio un puttaniere che un Italia (sic) di bigotti, moralisti da strapazzo, indignati a comando (ma della puttana di Fini ne parla qualcuno?), fustigatori mediatici ecc ecc. Molto meglio chi va a figa che questa massa di cani rabbiosi..."
Paolo
Avremmo buttato nel cesso questo commento, come uno dei tanti interventi di personaggi dotati di scarse conoscenze sintattiche e grammaticali, di nessuna logica, e di livello culturale "non pervenuto". Senonché questo commento, da bocciofila di paese, ci richiama al nostro dovere di non rimandare di un solo giorno in più il post su Sansonetti. Prima che altri "paoli" lo assumano, per conto nostro, a "guru della sinistra".
Sollevandoci in gran parte dall'onere di cercare "tutto ma proprio tutto" con le nostre scarse forze, arriva la provvidenziale scoperta di un post di [solleviamoci], che riassume molto bene l'essenza di "guru della sinistra" del giornalista preferito da Berlusconi come "rappresentante della stampa comunista" nei rari dibattiti a Porta a Porta, nei quali era teoricamente ammessa la presenza di giornalisti delegati a fare "domande di sinistra". Ma ecco una sintesi di questo interessante post:
L’irresistibile discesa di Piero Sansonetti - È di questi giorni la notizia che Piero Sansonetti, ex direttore di Liberazione ai tempi in cui nel PRC comandavano Bertinotti e l’”Obbbama Bianco” Nichi Vendola, andrà a dirigere il quotidiano Calabria Ora. La carriera di Sansonetti ha degli aspetti decisamente divertenti, ma pone anche degli interrogativi seri su come un personaggio del genere abbia potuto dirigere il quotidiano del maggior partito della sinistra italiana.
Nel 1990 Sansonetti arriva a "l’Unità", dove sarà vicedirettore e poi condirettore. E gli anni Novanta per l’Unità sono stati quelli della crisi di vendite che ha portato, nel 2000, alla chiusura del giornale. Gennaro Carotenuto ricorda che “Quando morì Diana Spencer (Lady Diana, per gli smemorati) riuscì a disgustare tutti e ad accelerare il percorso verso il fallimento titolando "Scusaci Principessa", e dedicando una dozzina di pagine a quello che considerava "l’evento del secolo”.
Passato a Liberazione, si sente investito di una missione singolare: quella di sostenere posizioni di destra dalle pagine di un quotidiano di sinistra. I redattori di Liberazione raccontano di aver avuto difficoltà a riportare le difficoltà giudiziarie dei vari esponenti di Forza Italia, e in particolare di Dell’Utri: il direttore si opponeva sistematicamente a posizioni troppo ostili, bollandole come “giustizialismo” [...]
A sinistra c’è un’ondata di indignazione ma Sansonetti, difeso dall’area “innovatrice” del partito Bertinotti-Vendola, prosegue imperterrito sulla strada dell’esibizionismo e dell’anticomunismo. Nel febbraio 2008 si fa intervistare dal "Secolo d’Italia", facendo una sviolinata a Gianfranco Fini e al sindacato di destra UGL: (“esprime posizioni originali e culturalmente interessanti”) (L'UGL è il sindacatino giallo diretto dalla Polverini, che aveva 200.000 iscritti ma ne denunciava, senza fornire la documentazione, dieci volte tanto, per ottenere per i suoi cari poltrone, nei consigli degli enyi previdenziali, in proporzione agli iscritti dichiarati. NdR)
Liberazione ormai è un giornale allo sbando in cui nessuno si riconosce più: passa da 10mila copie, con punte di 13mila, a 4.000. Nel frattempo arriva la batosta della Sinistra Arcobaleno. Rifondazione rimane senza parlamentari e senza i relativi finanziamenti pubblici. Le perdite generate dalla gestione di Liberazione sono ormai insostenibili e imporrebbero un deciso cambio di rotta, ma nonostante i risultati fallimentari Sansonetti rimane al suo posto. I bertinottiani ad ogni tentativo di rimuoverlo gridano al colpo di stato e strepitano contro lo “stalinismo”.
Sansonetti si scatena: nel maggio 2008 chiede la grazia per Anna Maria Franzoni, la donna condannata per il delitto di Cogne, uno dei tormentoni di Bruno Vespa. Nell’estate del 2008 difende a spada tratta la ministra Carfagna dopo l’intervento di Sabina Guzzanti al No Cav day, che definisce “fascistoide e barbaro”. Nel novembre 2008 dedica paginate entusiaste alla vittoria di Vladimir Luxuria nel reality "L’isola dei Famosi". Titoli imbarazzanti come “Grazie Simona Ventura”.
In televisione e alla radio è onnipresente: un personaggio che si dichiara di sinistra ma dà sempre ragione alla destra non può mancare in nessun talk show, soprattutto in quelli più faziosi. Le comparsate a “Porta a Porta”, “La vita in Diretta” e “Zapping” si sprecano e si concludono sempre con figuracce epocali. Alla fine del 2008 finalmente viene cacciato da Liberazione e sostituito da Dino Greco.
Collabora con Il Riformista, altro giornale inutile che campa di contributi pubblici: costa al contribuente quattro euro di contributi pubblici per ognuna delle duemila copie che vende. Nel maggio 2009 Sansonetti ha di nuovo un giornale tutto suo. Apre "L’Altro", distribuito dalla Mondadori di Berlusconi in 80 città. “Faremo riferimento a Sinistra e Libertà ma senza esserne l’organo ufficiale”, dice il direttore.
A “Porta a Porta” c’è un simpatico siparietto con Berlusconi in persona: “Ma io non temo questo giornale perchè stimo davvero il direttore che so non si presta a operazioni che siano men che lecite” dice Silvio. “Questo non lo deve temere” assicura Sansonetti. Infatti alla prima occasione (caso “Noemi”) Sansonetti dimostra la sua amicizia al cavaliere: "Abbasso Santoro, viva le veline", titola L’Altro, in linea con i quotidiani di famiglia, denunciando il «linciaggio pubblico» di Annozero nei confronti della favorita del Cavaliere, Noemi Letizia.
Quando si tratta di difendere gli amici di Berlusconi Sansonetti non si risparmia: anche il direttore del TG1 Minzolini secondo lui è vittima di un linciaggio. Non si è dimenticato neanche di Fini: “è l’uomo politico che ha detto le cose più interessanti degli ultimi tempi” dichiara.
Ma L’Altro si caratterizza soprattutto per l’ampio spazio che dedica all’estrema destra neofascista: nel giugno 2009 alcune realtà della sinistra romana denunciano: “Un’intervista a Iannone, capo dei “fascisti del terzo millennio” di Casapound, senza contraddittorio alcuno, quasi un volantino di propaganda, in cui si bercia contro l’antifascismo; il racconto dell’incendio di Casapound Bologna, con tanto di eroica descrizione del federale locale, "personaggio interessante e controverso": definizione perlomeno curiosa per chi, neanche due anni fa, è finito in carcere con l’accusa di associazione a delinquere con l’aggravante razzista per una quindicina di pestaggi.
Ma non c’e’ da stupirsi se su L’Altro a scrivere tutto ciò è Ugo Maria Tassinari, studioso della destra radicale che partecipa e promuove però le iniziative dei neofascisti stessi. Oppure se ad occuparsi di futurismo è Miro Renzaglia, animatore della galassia culturale della destra radicale e firma di NoReporter, sito d’informazione gestito da Gabriele Adinolfi, ex Terza Posizione, che ogni anno non manca di ricordare con un articolo il compleanno di Adolf Hitler. Sono questi gli steccati da superare?
Se è per questo ce ne sono anche altri di steccati da superare: in agosto L’Altro titola: “Il nucleare? Basta fanatismi, non è il demonio”
Il 28 settembre 2009 due redattori esasperati scrivono una lettera aperta: “Ci vergogniamo, è dura ammetterlo, ma è così. Doveva essere per noi un’avventura nuova, appassionante e a tratti lo è stata. Ma ora ci vergogniamo di essere nella redazione de L’Altro. (…) Due pagine “simpatetiche” dedicate agli sproloqui del fascista Iannone, l’unico articolo sulla Resistenza (ad esclusione dei “numeri zero”) affidato a un’intervista a Giampaolo Pansa, autore di quel "memorabile lavoro storico e storiografico" che è "Il sangue dei vinti", un articolo del sempre simpatetico Tassinari sulle aggressioni a Casa Pound, un interessantissimo contributo di Renzaglia sul futurismo fino ad arrivare agli ultimi interventi. (…) Una campagna continua contro tutto e tutti che dà la misura della supponenza con cui in cinque mesi abbiamo dato vita a un giornale gossipparo e provinciale”.
Nell’ottobre 2009 è costretto a cambiare nome a seguito di una causa e diventa Gli Altri, ma anche al plurale i risultati in termini di vendite sono gli stessi di sempre: due mesi dopo passa da quotidiano a settimanale. Sansonetti conferma il suo impegno per aiutare la sinistra “a liberarsi delle scorie del passato e a misurarsi con i temi giganteschi che la modernità ci propone”. Continua a tessere gli elogi di Berlusconi, stavolta sulla questione delle intercettazioni: “Secondo me, il consiglio dei ministri non ha fatto una cattiva legge”.
La polemica più accesa scoppia nel maggio scorso, quando con altri “innovatori” dell’area bertinottiana e del PD firma un appello per la libertà di manifestare di Casa Pound e tratta da squadrista chi si oppone: “C’è una sinistra da legge Scelba”, scrive, fingendo di dimenticarsi che la ricostituzione del partito fascista è vietata dalla Costituzione e non dalla legge Scelba. Contestato dovunque va, piagnucola titolando: “La sinistra squadrista che mi cerca”. Definisce il suo “un giornale di sinistra che si misura con l’impresa dell’uscita dal comunismo”.
In questi giorni va a dirigere Calabria Ora. Ed è interessate quanto scrive Il Manifesto sull’operazione: “Il giornale è nel caos dopo l’addio al vetriolo del vecchio direttore. Paolo Pollichieni si è dimesso con un editoriale-denuncia contro la proprietà. Guarda caso, il 20 luglio Pollichieni aveva pubblicato alcuni articoli su presunti incontri tra il governatore del Pdl Giuseppe Scopelliti e alcuni boss delle cosche calabresi. Con lui se ne se sono andati due cronisti di punta minacciati dalle cosche, il caporedattore centrale e due vice, due capiservizio e il responsabile delle cronache politiche. In pratica tutta l’ossatura del giornale, che da allora è in stato di agitazione con il cdr sul piede di guerra.
Al centro delle polemiche le pressioni continue sulla fattura del giornale dei due editori, Pietro Citrigno e Fausto Aquino, imprenditori ex Psi molto «trasversali» nelle amicizie politiche. Citrigno, in passato vicino a Nicola Adamo (Pd), ha interessi nell’edilizia e nella sanità privata convenzionata, è stato condannato in secondo grado per usura a 4 anni e 8 mesi. Aquino invece ha un profilo più «istituzionale»: è vicepresidente nazionale Piccola Industria di Confindustria, è nella giunta di Confindustria Calabria, ha interessi nel petrolio (è il distributore Agip in regione) ed è stato più volte candidato nelle liste di Lamberto Dini” (...insomma, siamo nella sinistra vera, quella che ci manca tanto... NdR)
Sansonetti troverà certamente altri steccati da superare. Intanto però (ma non è che porta male?) il progetto degli editori di Calabria Ora di rilevare anche la testata storica Paese Sera viene frustrato dai giudici che non gli concedono la possibilità di utilizzarne il nome. Una cosa è certa: Sansonetti continuerà a divertirci come ha fatto finora.
Questo il succo del pregevole post di "solleviamoci". Ma vogliamo aggiungere alcune precisazioni:
-a) Non è vero che il "Riformista" cartaceo ingoi 4 euro di finanziamenti pubblici per copia "stampata" (non venduta). In effetti, da nostri calcoli, vende non 2000 copie ma ben 2500. Quindi ingoia non 4 euri, ma "solo" 3,2 a copia. Sono invidioso, perchè in questo inzio d'anno il Tafanus sta viaggiango costantemente oltre le 3.500 visite al giorno. E se potessi avere non "mille lire al mese", ma 3,2 euri a visita, potrei contare su 11.200 € al giorno, pari a 336.000 euri al mese, pari ad oltre 4 milioni di euri all'anno. Insomma, potrei permettermi il lusso di assumere e retribuire anche redattori del calibro di Piero Sansonetti e Gianpaolo Pansa.
-b) Nel frattempo Il Riformista cartaceo ospita un gruppo di firme di tutto rilievo, che "viste da sinistra" mettono i brividi: gli stessi Piero Sansonetti e Gianpaolo Pansa, accanto ad altri rivoluzionari del calibro di Peppino Caldarola, Maurizio Costanzo, Chicco Testa...
-c) Il Riformista, fondato dall'altro guru della sinistra Claudio Velardi, è stato venduto. Non a caso è stato acquistato dal gruppo Angelucci, che è fra i maggiori azionisti di Libero. Insomma, siamo all'incesto...
-d) Ora Claudio Velardi, in coppia con Fabrizio Rondolino, guida sapientemente il giornale online [The Front Page] verso lo sfascio, nonostante il supporto di questi due dalemiani di ferro, perennemente assisi in TV, in qualche talk-show, a promuovere se stessi. Gli ultimi rilevamenti mensili dicono che The Front Page è visitato il 10% in meno del modesto Tafanus, nonstante il "parterre de roi" che lo affolla. Ma per capire, basta andare sulla [home page] di oggi, e si è assaliti da un leggero senso di straniamento... Ecco un estratto del sommario:
# Un articolo del 18, di cui basta l'incipit: "...La valanga di fango che la Procura di Milano sta riversando sul presidente del Consiglio, non per provare i reati che gli vengono imputati (una telefonata in Questura e un rapporto sessuale a pagamento con una minorenne) ma al solo scopo di distruggerne l’immagine, la credibilità e la carriera, è destinata ad infliggere un colpo mortale alla vita democratica e civile del Paese..." Il Giornale e Libbbero associati non avrebbero potuto fare peggio.
# Un articolo che è un'assoluzione post-litteram di Totò Vasa Vasa Cuffaro (non favorì Cosa Nostra!)
Il resto, scopritelo da soli. Il mio stomaco ha i suoi limiti di resistenza. Ma, PER PIACERE, se si affaccia ancora tale Paolo sul Tafanus, ditegli di leggere questa biografia non autorizzata di Piero Sansonetti, prima di sparare la cazzata sesquipedale di "Sansonetti Guru della Sinistra". C'è un limite al turpiloquio, e vale anche per i semi-analfabeti. Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus