È Silvio Berlusconi a volere l'accordo di amicizia italo-libico. È lui a spazzare dal tavolo tutti i dubbi che avevano bloccato la diplomazia italiana e il governo Prodi dallo scendere a patti con Muhammar Gheddafi.
Costi quel che costi, la normalizzazione dei rapporti con Tripoli e l'amicizia con il dittatore libico deve diventare uno dei vanti della politica internazionale del Cavaliere. Il quadro emerge dai cablo classificati ottenuti da WikiLeaks e in possesso de L'espresso che Repubblica anticipa. Leggendoli si colgono le perplessità degli Usa sull'operato del governo Berlusconi. Che dal suo ritorno a Palazzo Chigi nel 2008 incontra il dittatore libico otto volte. Gheddafi - è il convincimento della diplomazia a stelle e strisce - è ben contento di essere "sdoganato" dal premier italiano nel vano tentativo di entrare nel salotto buono della politica europea (continua)
42 anni di vergogna in tre minuti
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