Ora al Cavaliere resta solo la possibilità di chiedere alla Camera di votare il "conflitto di attribuzione" per rinviare la palla alla Corte Costituzionale. Ma è una strada difficile e il processo potrebbe andare avanti lo stesso.
La prossima battaglia, dunque, sarà sul cosiddetto "conflitto di attribuzione". Vale a dire, il premier cercherà di evitare una condanna a Milano basandosi sulla tesi secondo la quale l'inchiesta per concussione dovrebbe essere rinviata al cosiddetto "tribunale dei ministri".
Su che cosa si basa questa linea? Alla base c'è l'articolo 96 della Costituzione: «Il Presidente del Consiglio dei ministri ed i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale».
La legge costituzionale in questione è, nella versione vigente, la numero 1 del 1989. Vediamo cosa dice, nel caso il governo stesso o il Parlamento sollevino il conflitto di attribuzione: «Il Presidente della Camera competente invia immediatamente alla giunta competente per le autorizzazioni a procedere in base al regolamento della Camera stessa gli atti. La giunta riferisce all'assemblea della Camera competente con relazione scritta (...). L'assemblea si riunisce entro sessanta giorni dalla data in cui gli atti sono pervenuti al Presidente della Camera competente e può, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, negare l'autorizzazione a procedere ove reputi, con valutazione insindacabile, che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo».
In altre parole: prima uno o più parlamentari (se non il governo stesso) sollevano il conflitto di attribuzione; poi il presidente della Camera spedisce gli atti alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, dove Pdl e Lega hanno la maggioranza. La Giunta vota quindi una relazione che va all'Aula. Entro due mesi l'Aula stabilisce a maggioranza qualificata (almeno 316 deputati) se, a suo parere, effettivamente quello attribuito a Berlusconi è un reato ministeriale. Quindi, se decide che è un reato ministeriale, spedisce tutto alla Consulta per la decisione: tribunale ordinario o tribunale dei ministri («Il conflitto tra poteri dello Stato è risoluto dalla Corte costituzionale»).
Del resto è stato stabilito che «alla Camera non spetta alcuna valutazione vincolante rispetto all'Autorità giudiziaria in ordine alla natura ministeriale del reato contestato, ma soltanto che ad essa sia data la possibilità, qualora ritenga diversa la propria valutazione rispetto a quella operata dal Giudice, di sollevare conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale».
Come si è visto, «sono da ritenersi di carattere ministeriale i reati posti in essere per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di governo». Di qui il tentativo, quasi disperato, con cui Berlusconi negli ultimi giorni sostiene di aver creduto veramente che Ruby fosse la nipote di Mubarak: in questo caso, la sua telefonata in Questura avrebbe avuto infatti un «preminente interesse pubblico» in quanto finalizzata a evitare un incidente diplomatico con l'allora presidente egiziano.
Molto difficile che la Consulta accetti questa tesi, anche perché lo stesso presidente del Consiglio nella prima fase dell'inchiesta non aveva fatto cenno a questa presunta parentela e anzi aveva detto di avere aiutato la ragazza marocchina perché «mi avevano fatto un quadro disperato della sua situazione» (e non può essere tanto drammatica la situazione di una parente di un potente e ricchissimo capo di Stato).
La stessa Ruby, intervistata sulle tv Mediaset da Alfonso Signorini, aveva riso della storiella di lei nipote di Mubarak; e infine al "Giornale" la coimputata Nicole Minetti ha specificato che all'entourage del premier la ragazza si era presentata come «figlia di una cantante egiziana».
Ma in tutto questo, il processo di Milano contro Berlusconi intanto andrebbe avanti o no? Da un punto di vista tecnico, potrebbe: nel senso che il collegio giudicante non è tenuto a sospenderlo in attesa della decisione della Consulta. Gli avvocati della Difesa tuttavia sostengono che invece è uso, da parte dei giudici, sospendere il dibattimento per «galanteria istituzionale». Quindi, vedremo. Anche se per la verità fa un po' specie questo appello alla galanteria istituzionale da parte di un imputato premier che ha sempre insultato i magistrati.
(Adriano Botta)
Dunque, la strada è molto stretta. Diamo pure per scontato che il Cav. e i suoi avvocati solleveranno il conflitto d'attribuzione, e persino che, nella loro infinita mancanza di vergogna, i parlamentari del PdL e della Lega, nel numero di 316, si dichiareranno pubblicamente cretini, affermando che bunga bunga pensasse in buona fede di avere a che fare con la nipotina di Mubarak (anche se questa versione contrasta coi verbali, che fino a ieri erano sconosciuti, dai quali risulta che sia Berlusconi che la Minetti sapessero che si trattava di una poveraccia, al massimo figlia di una non meglio identificata cantante egiziana). Il giudizio della giunta per le autorizzazioni non vincola la Corte Costituzionale, alla quale spetta l'ultima parola.
Nel frattempo il processo PUO' andare avanti, e credo che andrà avanti, perchè non può invocare il buon garbo dai magistrati chi insulta i magistrati tre volte al giorno. Ma anche se tutto questo fosse superato, e anche se l'alta corte riconoscesse la competenza al tribunale dei ministri, questo sarebbe costituito comunque da una terna di magistrati ordinari estratti a sorte.
Il tutto servirebbe solo ad essere giudicato dai magistrati tizio, caio e sempronio, anzichè dai tre magistrati attualmente incaricati. Siamo sicuri che questo sarebbe un vantaggio? No, non lo sarebbe, perchè il nano sarebbe rosolato a fuoco lento, e quotidianamente qualche saggia manina farebbe circolare nuovi elementi di prova, e nuovi episodi boccacceschi. Si rassegni, cavaliere. Si trasferisca a Santa Lucia (Hammamet è diventato un posto poco tranquillo...). E liberi questo paese dalla sua squallida presenza. Tafanus
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