Nicole,l'innamorata smemorata
[...] Come si sa, gli habitué del bunga bunga andarono in fibrillazione alla scoperta che Ruby aveva parlato con i pubblici ministeri milanesi. Comincia così una serie di azioni della difesa Berlusconi. In estrema sintesi, le ragazze rispondono con un coro di «assolutamente no» sul sesso come comune denominatore di quelle «cene tra persone per bene». La versione fa acqua, ci sono troppe frasi captate nelle intercettazioni telefoniche e vari testimoni, e c'è Nicole Minetti.
La consigliere regionale appare inguaiata: come «addestratrice» delle papi-girl, passa un sacco di tempo ad occuparsi dei loro affitti e persino dell'idraulico. E, travolta dallo scandalo, da due interviste che, davanti ai pm, rettifica. Ma non abbastanza. E per capire quanto può essere difficile reggere un interrogatorio, basterebbe questo scambio: Procura: «Lei ha detto che ha avuto una relazione sentimentale con il Presidente, vuole specificare da quando a quando è durata la relazione sentimentale? Minetti: «Non glielo saprei dire».
Come? O Berlusconi è stato del tutto trascurabile nella vita di questa giovane donna, oppure qualche cosa non torna. Proprio come con l'ormai famosa questione della telefonata in questura, in cui Berlusconi accredita Ruby, marocchina e accusata di furto, come la «nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak». E chiama spesso Nicole Minetti. Perché Berlusconi era così insistente? «Il Presidente – spiega l'indagata - telefonava e mi chiedeva "Come sta andando?", voleva essere messo al corrente dello sviluppo della vicenda. lo penso che le ragioni del suo interessamento potessero essere due: primo, che era anche preoccupato del fatto che io mi trovassi lì e che a quell'ora di notte tardi mi aveva mandato in Questura, e poi della Ruby, che era una ragazza problematica. E quindi voleva sapere come stava Rubi, come stavo io e cose del genere».
Insomma, l'idea che Minetti vuole rendere di sé è quella di una ragazza che, soggiogata dall'amore fisico per il premier, si spinge un po' più in là di quanto dovrebbe: «Io – aveva spiegato (il 29 gennaio scorso) davanti ai magistrati Boccassini e Sangermano - ho avuto una relazione col Presidente del Consiglio e quindi ho avuto anche rapporti sessuali». Come abbiamo visto, resta parecchio sul vago, su tempi e modi, così come vaghissimi, nebbiosi, sembrano i rapporti con il perno di questa inchiesta, l'allora minorenne Ruby: «Lei sapeva che Ruby ha dormito ad Arcore?»
Macchè, Minetti non si accorgeva: «Sicuramente mi sono fermata a dormire ad Arcore, non sono in grado di dirvi in quale di queste giornate, però è successo. Per quanto riguarda Rubi, non lo posso escludere, non ricordo se in una occasione anche la Rubi si è fermata a dormire ad Arcore». Ruby scotta come un ferro rovente, Nicole mantiene come può le distanze. Resta senza parole quando i pubblici ministeri scoprono qualcuna delle loro carte: «Dallo sviluppo del tabulato della Karima ci sono stati tra di voi, tra febbraio e giugno, 122 contatti. Come lo spiega?».
La risposta è: «Non posso che ribadire che non l'ho mai frequentata, non escludo che tra di noi ci siano state telefonate o sms, ma niente di più». Tre volte Nicole Minetti dirà: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere» e c'è una domanda speciale. È quella che tanti si fanno, compresi i pm: ma perché «più ragazze che si fermavano tutte insieme di notte, nella residenza del presidente del Consiglio». L'unico appiglio è in stile simil-andreottiano: «Posso parlare per me, mi è capitato di fermarmi a dormire avendo col Presidente un rapporto di intimità, se si faceva tardi oppure il giorno dopo era festa io rimanevo ospite ad Arcore. So che altre ragazze si fermavano ad Arcore, ma - dice Minetti - sinceramente non so perché ciò avvenisse». Sinceramente è un bell'avverbio. (l'articolo completo)
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