Il premier Naoto Kan annuncia anche di voler "rivedere da capo il piano per le nuove centrali". Nell'acqua a 300 metri a sud dell'impianto il tasso di iodio radioattivo è 4.385 volte superiore alla norma, inquinata anche la falda sotto la centrale. Nessun piano di allargamento della zona di evacuazione(Repubblica.it)
La centrale nucleare di Fukushima deve essere smantellata. Lo ha affermato il primo ministro giapponese Naoto Kan. Il premier ha detto anche che intende "rivedere da capo il piano di costruzione di nuove centrali". Parole che seguono l'ennesima notizia inquietante giunta dall'area intorno all'impianto danneggiato dal sisma e dallo tsunami dell'11 marzo: se la Tepco, la società che gestisce l'impianto nucleare, ha annunciato che sono stati trovati livelli abnormi di cesio radioattivo nella carne bovina proveniente dall'area di Fukushima (oltre la norma fissata dalle normative del ministero della Sanità), l'Agenzia per la Sicurezza Nucleare ha reso noto che il tasso di iodio radioattivo presente in mare a 300 metri a sud dalla centrale è di 4.385 volte superiore alla norma. Ieri il valore era di 3.355 volte oltre i limiti.
Inquinata la falda. La Tepco lancia l'allarme di inquinamento delle risorse idriche. Alti livelli di radioattività sono stati riscontrati nella falda freatica a 15 metri di profondità sotto l'impianto.
I dati rafforzano l'ipotesi che materiale tossico continui a riversarsi in mare. Il gestore della centrale, la Tepco, sta avendo difficoltà a raccogliere l'acqua radioattiva intorno ai reattori e agli edifici delle turbine. Inoltre, a causa del maltempo, ha dovuto sospendere i piani per spargere resina sintetica nella zona dei reattori numero 4 e 6 per provare a trattenere la polvere radioattiva ed evitare la sua dispersione nell'aria.
Cionostante il governo giapponese ha fatto sapere che a breve termine non è previsto un ampliamento dell'area di evacuazione intorno alla centrale di Fukushima. Questo malgrado l'Aiea abbia registrato livelli di radiazioni oltre i limiti ammessi, a 40 chilometri dall'impianto nucleare, e quindi al di là del raggio di 30 chilometri previsto dall'esecutivo. In seguito a questa scoperta l'Agenzia internazionale per l'enegia atomica, che fa capo all'Onu, ha invitato le autorità nipponiche ad affrontare la questione di un allargamento dell'area di evacuazione. Un'opzione da valutare anche secondo l'Agenzia Giapponese per la sicurezza nucleare. Il portavoce del governo Yukio Edano ha detto in conferenza stampa che il governo "rafforzerà i controlli sulle radiazioni al suolo".
Ed ora giochiamo a capirci:
-a) circa cinquecento volontari si stanno lentamente suicidando all'interno della centrale, nel tentativo, fin qui vano, di rimettere sotto controllo le pompe elettriche di raffreddamento; nel capire dove sia iniziata la fusione del nucleo; se, quanto, e quante "tartarughe" siano lesionalte;
-b) finora la Tepco non ha capito (o non vuole dire) quale sia la qualità e l'entità dei danni;
-c) ormai c'è un flusso crescente di radionuclidi nell'aria e nell'acqua, e da qualche giorno è comparso anche il plutonio 239;
-d) tutti i tentativi di fermare o rallentare la fuoriuscita di fumi radioattivi nell'atmosfera iniettando resina negli edifici sono falliti;
-e) la Tepco ha dichiarato la resa: la centrale dev'essere smantellata, ma non sarà elementare farlo;
-f) i radionuclidi hanno raggiunto, come avevamo ipotizzato ieri, la falda freatica, a 15 metri di profondità. A questo punto non c'è sarcofago che tenga. Gli isotopi radioattivi raggiungeranno il mare, e la catena alimentare;
-g) le autorità giapponesi hanno "ammesso" che il piano di costruzione di nuove centrali dovrà essere rivisto;
-h) la zona ufficialmente contaminata rimane, per i giapponesi, quella con un raggio di 30 kms.; la radioattività però supera largamente la norma in un raggio di 40 kms., e la Areva, chiamata a consulto, ipotizza l'allargamento dell'area "evacuanda" ad un raggio di 100 kms..
-i) vogliamo trasformare questi tre raggi in numero di abitanti evemtualmente da evacuare? ebbene... 30 kms corrispondono a circa 1,3 milioni di abitanti; 40 kms. corrispondono a circa 2,3 milioni di abitanti, 100 kms. a circa 14 milioni di abitanti.
Qualcuno si incaricherebbe di trasmettere questi dati a Chicco Testa, a Scajola, a Cicchitto, a Berlusconi, alla Prestigiacomo, e ad altri noti nuclearisti frequentatori del Tafanus, ma da qualche giorno misteriosamente spariti? Tafanus
Come già comunicato nel [nostro post] del 20 giugno 2010, la condanna di Bruno Vespa per diffamazione di Isabella De Martini è stata confermata in appello. Riceviamo e pubblichiamo l'estratto della sentenza, pubblicato oggi sul Corsera e su Repubblica. Facciamo pervenire le nostre felicitazioni all'amica Isabella.
A Fukushima c'è la grandezza del sacrificio consapevole di cinquecento volontari, che sanno benissimo quale sia il loro destino. A Lampedusa la tristissima farsa di un piccolo Nino Taranto post-litteram, Ciccio Formaggio dei tempi passati, Cetto Laqualunque dei nostri tempi. Dov'è la tragedia vera? Tafanus
Il samurai di Fukushima: "Così combatto il mostro" - Radioattività, turni massacranti, letti di piombo. Parla Kazuma Yakota, uno dei 500 uomini impegnati a spegnere la centrale nucleare danneggiata dal sisma e dallo tsunami dell'11 marzo (Intervista di Pietro Del Re - Repubblica)
Infagottato nella sua ingombrante tuta di protezione bianca, l'omino Michelin con gli occhi ad asola ha la voce stanca. "No, la radioattività non mi spaventa", dice. "Ma ciò di cui avrei più bisogno è una buona notte di sonno". Kazuma Yakota, 39 anni, tossisce spesso, con tosse stizzosa, forse per via della polvere venefica che respira da un paio di settimane, da quando assieme a qualche centinaio di uomini è al lavoro nella centrale di Fukushima nel tentativo di impedire che la catastrofe nucleare in corso assuma proporzioni bibliche. "Vorrei anche che ci fornissero dei cibi caldi: non ne possiamo più delle barrette energetiche e dello scatolame". Come ogni vero eroe, Yakota non si lamenta dell'essenziale, ossia del pericolo che corre esponendosi a forti dosi di sostanze contaminanti. Chiede soltanto piccole cose, accessorie all'attività che svolge, come una cena decente e un materasso per riposarsi dopo la fatica. "Spero che le mie richieste siano ascoltate e che siano presi provvedimenti il prima possibile".
Signor Yakota, lei dirige le squadre di sicurezza dell'impianto danneggiato dal doppio cataclisma dell'11 marzo. Ma dove vi rifugiate una volta finito il turno di lavoro? "Dormiamo in un edificio di due piani all'interno della centrale stessa, che è stato appositamente costruito lo scorso luglio per resistere alle radiazioni. È qui che abbiamo stabilito il nostro quartier generale".
E i muri di questo edificio vi proteggono per davvero? "No, purtroppo. Anche in questo spazio corazzato misuriamo spesso livelli di radioattività preoccupanti. Dormiamo in condizioni molto precarie, al posto del materasso abbiamo una stuoia di piombo che dovrebbe proteggerci dalle radiazioni nucleari riducendo così i rischi per la salute. I tecnici l'adagiano nelle sale riunioni, nei corridoi o vicino ai bagni. Appena rientrano, crollano addormentati senza neanche spogliarsi. Tutti per terra, gli uni accanto agli altri".
Voi volontari vi sacrificate per il bene altrui, come già accadde dopo l'incidente di Cernobyl, dove decine di "liquidatori" morirono per esser intervenuti nella fase dell'emergenza, o per aver lavorato alla decontaminazione o alla realizzazione del sarcofago. In che cosa consiste il vostro lavoro da super-pompieri? "Gli uomini devono anzitutto sbarazzare la centrale dai detriti provocati dalle esplosioni. Devono poi posare dei nuovi cavi elettrici per ripristinare l'energia necessaria al raffreddamento e, nel frattempo, irrorare d'acqua i reattori per evitare il surriscalmento delle barre di combustibile nucleare. Ma si tratta di una corsa contro il tempo. E ogni giorno emergono nuove difficoltà".
Non ultima quella di lavorare in condizioni di rischio proibitive. Siete protetti adeguatamente? "Abbiamo una tuta, un paio di guanti doppiamente schermati e una maschera protettiva per il viso. Gli uomini sono inoltre dotati di una torcia, perché sono spesso costretti a lavorare nell'oscurità".
Quali sono i vostri turni di lavoro? "Le squadre restano nella centrale quarantotto ore circa. Poi, hanno diritto a un breve riposo fuori di lì. Cerchiamo di non fermarci in modo stabile nell'impianto, poiché siamo permanentemente esposti a enormi dosi radioattive. Ogni mattina ci riuniamo per fare il punto sullo stato dei reattori, poi viene assegnato a ognuno un compito da svolgere. Di solito lavoriamo ininterrottamente dalle 10 alle 5 del pomeriggio. Alcuni di noi fanno il turno di notte, per controllare l'evolvere della situazione fino al mattino successivo".
Ma da chi sono composte queste squadre di volontari? "Per lo più residenti, che sono stati anche vittime del terremoto. Molti di loro non hanno più la casa, spazzata via dallo tsunami. È gente che ha perso tutto: il lavoro, la famiglia, gli amici. Adesso ce la stanno mettendo tutta. Il ripristino della centrale o, quanto meno, la sua messa in sicurezza è diventata la loro nuova ragione di vita".
Come vi organizzate per i pasti? "Mangiamo due volte al giorno. La mattina facciamo colazione con biscotti vitaminizzati e succhi di frutta, la sera invece ceniamo con riso istantaneo e tonno o pollo in scatola. Durante i primi giorni della crisi, perfino l'acqua ci era razionata e a ogni soccorritore ne veniva data soltanto un litro e mezzo al giorno. Ora, tutti sanno che alcune sostanze radioattive si possono facilmente eliminare con le urine. Con così poca acqua a disposizione, siamo costretti a lavarci le mani con l'alcol. E nessuno di noi può fare una doccia o cambiarsi gli abiti. C'è poi un altro problema all'interno del quartier generale: non possiamo attivare il sistema di ventilazione per via del livello di radioattività esterno e dobbiamo indossare la maschera anche al di fuori delle ore di lavoro".
Ma perché è così difficile fornirvi più acqua, cibo migliore di quello che avete e vestiti puliti? "Gli elicotteri non possono sorvolare la centrale a causa della forte radioattività che si sprigiona verso l'alto. Al momento, la Tepco se l'è cavata con pochi, sporadici autobus che fa arrivare fin dentro l'impianto. Ma sono sicuro che sta cercando altri sistemi per approvvigionarci del necessario. Dai primi giorni, in cui avevamo per cena solo pane secco e in cui il sogno di tutti noi era una tazza di tè caldo, l'azienda ha già compiuto miracoli".
In tutto quanti siete? "Prima che l'esplosione danneggiasse il reattore 2, la Tepco impiegava circa 800 persone, compresi i fisici nucleari. La cinquantina di tecnici che si occupava del raffreddamento del reattore fu allora evacuata dall'impianto, che rimase senza controllo per diversi giorni. Oggi, compresi i volontari locali e i 170 lavoratori inviati dell'azienda Hitachi, si contano circa 500 addetti, che ovviamente non bastano a svolgere l'enorme lavoro che rimane da fare. Ma è molto difficile assumere tecnici che abbiano le competenze adatte e che siano capaci di intervenire in uno scenario del genere. Sono pochi infatti quelli in grado di ripristinare il sistema di raffreddamento dei reattori".
La settimana scorsa due operai sono stati ricoverati d'urgenza dopo essere rimasti gravemente contaminati dall'acqua fuoriuscita da un reattore perché non avevano stivali abbastanza alti. Non crede che questo episodio abbia scoraggiato nuovi candidati? "È vero, le condizioni di lavoro all'interno della centrale si fanno sempre più pericolose. Perciò sarà sempre più difficile trovare altri tecnici che accettino di mettere in pericolo la loro vita".
Dopo l'incidente di Fukushima il limite delle radiazioni consentite agli addetti alle emergenze è salito da 100 a 250 millisievert l'anno. Ora, già esporsi a poco più di 100 millisievert in un anno aumenta considerevolmente i rischi di contrarre un cancro nel corso della vita, tanto più che la radioattività è assorbita nelle cellule una volta per tutte. Perché allora questa nuova norma? "Non deve chiederlo a me, ma a chi ha deciso di legiferare in tal senso. Io so soltanto che farò del mio meglio per impedire che i miei collaboratori si espongano più del dovuto alle radiazioni nucleari. Anche perché non posso permettermi che si ammalino, visto che prima di risolvere i problemi nella centrale passeranno senz'altro altri mesi, se non altri anni".
Il Cavalier Laqualunque
Nell'Isola dei Disperati il più disperato è lui. Con la camicia scura aperta sul collo e il doppiopetto nero che è diventato enorme, Berlusconi a Lampedusa è più Cetto Laqualunque dello stesso Albanese. È venuto a svuotare l'isola così come andò a svuotare Napoli. Lì i rifiuti e le lordure furono caricati sui Tir, dispersi via terra con destinazione ignota, e qui sulle navi, onda su onda il mare li porterà al largo dell'Italia degli egoismi regionali e del ricatto secessionista.
"Sono lampedusano" dice, e sembra la caricatura di Kennedy a Berlino, "stamattina ho comprato una villa su Internet, si chiama "Le due palme"" [...] Il solito vento che, in qualsiasi stagione, qui fa perdere la voce, agita le piante basse e dunque anche Berlusconi, che è gonfio come una mongolfiera, per un momento perde l'equilibro e sembra migrare, lui che vorrebbe migrare lontano da tutte le regole, anche quella di gravità.
Noi italiani sappiamo che Berlusconi si butta sulle disgrazie quando sente di essere in disgrazia. Ma Lampedusa gli serve anche a dissimulare, a tenere occupata l'Italia nel giorno in cui la maggioranza parlamentare, ridotta in servitù, lo sta spudoratamente liberando dei suoi processi. Le promesse ai terremotati furono le sue campagne del grano. Ma questa volta la scenografia lo tradisce. Lampedusa infatti è due volte palcoscenico, due volte finzione: è il solenne e forse fatale teatro espiatorio per attirare e distrarre la più vasta delle platee ma è anche il remake dell'autarchia del "ghe pensi mì" come estrema risorsa per illudersi ancora. Berlusconi fa il palo a Lampedusa, mentre a Roma i suoi scassinano il Parlamento e rubano i pesi della Bilancia.
E però tra il governatore Lombardo e il sindaco De Rubeis, circondato da assessori, imprenditori locali e guardie del corpo che qui non si distinguono dai corpi che hanno in guardia, nel mezzo di una nomenklatura scaltra, truce e goffa, Berlusconi esibisce una fisicità terminale che va ben oltre Cetto Laqualunque. È quella dei dittatori africani e degli oligarchi russi. Ha portato a Lampedusa più Africa lui che gli immigrati. [...]
Berlusconi garantisce che porterà "il colore, come a Portofino". Promette pure il premio Nobel per la Pace, il campo da golf e il casinò che è un vecchio sogno non solo dei lampedusani più eccentrici, vale a dire la risorsa di chi non ha risorse, ma è soprattutto l'aspirazione della malavita intossicata di danaro che ha impiantato in tutti gli angoli della Sicilia le sue bische clandestine, i luoghi sordidi dove si sfogano il bisogno sociale e la pulsione individuale [...]
E mentre Berlusconi si mette in gioco nella più triste di tutte le sue demagogie, giura di cacciare per sempre gli immigrati che ci sono e quelli che verranno, promette aiuti europei e corrimano, vasi di fiori, niente tasse per tutti, una scuola, investimenti turistici, trasmissioni promozionali della Rai e di Mediaset ..., mentre, insomma, Berlusconi delira, la nave da crociera sembra una carboniera del diciassettesimo secolo, con la broda sciaguattante di acqua di mare, le zaffate, un equipaggio militare efficiente a bordo e riservato a terra, e quel carico di neri che non sono più profughi, non sono più clandestini, non sono più rifugiati, non sono più immigrati, ma sono solo deportati.
Se si mettono a confronto queste immagini che, comunque la si pensi, sono angoscianti e dolorose, con quelle della piccola folla festante attorno allo Sciamano, si capisce che non c'è solo lo stridore tra la violenza della realtà e la pappa fradicia della demagogia. Qui c'è anche il sottosviluppo di piazza, il sud di Baaria, - "santo Silvio pensaci tu" - la bocca aperta e lo schiamazzo delle feste patronali, il bisogno del voto, del miracolo, del divo: "Silvio!, Silvio!, Silvio!". C'è la tristezza infinita di un Meridione che è ancora e sempre lo scenario naturale degli imbonitori, dello zio d'America come quel Thomas DiBenedetto che ha appena comprato la Roma, del messia e del conquistador, il mito antico dell'uomo che viene da fuori, dell'uomo del cargo che può essere un capopartito, un cantante, un calciatore e non importa chi, purché venga appunto da fuori, perché è all'interno che questo Sud non trova pace. Ed è probabile che questa visita diventi un mito rituale, la chimera di una Lampedusa protagonista, porto franco, una specie di Las Vegas del Mediterraneo, il sogno come variante del sonno. Dev'essere per questo che i miei sciagurati paesani lo hanno applaudito invece di mandarlo. .. alla deriva nel suo cargo.
L’altra sera, non appena s’era diffusa la voce che c’era un videomessaggio alla nazione del ministro Carfagna, (“amo un solo uomo, Marco Mezzaroma”), ci siamo immediatamente collegati con carfagnanet, il suo blog, per non perderci l’ultima puntata di Beautiful Montecitorio.
Ma la rete ha giocato un brutto scherzo alla bellissima del governo Berlusconi, perché, una volta finito, il video rimandava a una dozzina di altri spezzoni della Carfagna su You Tube: nel 1998 ai provini in costume per Mediaset; Striscia la notizia che zooma le sue forme; a Miss Italia accanto a Silvia Toffanin, la fidanzata di Piersilvio Berlusconi, mentre dice “sono la numero 100”; ventenne che al Marzullo di turno confessa “io ho un senso del pudore fortissimo”. Per una gaffe tecnica di chi l’aveva postato il suo passato pre-parlamentare tornava a galla mixato con i calendari hard, gli sculettamenti, i montaggi derisori, i commenti dei burini. Tutto questo sul sito ufficiale del ministro!
La vera pepita era un’intervista all’allora soubrette Carfagna per Rete 4 di una giovanissima Gabriella Giammanco, oggi deputata del Pdl e super-paparazzata accanto a Minzolini: “Mara, sinceramente nel tuo lavoro ti ha aiutato di più la bellezza o la cultura?”.
E’ possibile che il ministro si sia già pentito del suo videomessaggio amoroso: il nostro passato ce lo portiamo sempre appresso, e riaffiora a tradimento, specie se non sappiamo maneggiare YouTube...
Riparte in salita l'esame del provvedimento sul processo breve: maggioranza battuta, a parità di voti respinta l'approvazione del processo verbale della seduta di ieri.
A chiedere di metterlo in votazione era stata l'opposizione, perché mancante dell'episodio relativo agli insulti di La Russa al presidente della Camera Fini, che hanno provocato tensione ieri in aula. Seduta sospesa, Fini: "Si preannuncia una giornata calda". Riprende anche la mobilitazione fuori dal palazzo, contro la prescrizione abbreviata contenuta nella proposta di legge di maggioranza. Ieri disordini, con insulti fra istituzioni dentro il palazzo e lancio di monetine a parlamentari e membri del governo al di fuori. La decisione sulla sanzione per il ministro della Difesa - un caso senza precedenti - è stata rimandata a dopo che la Giunta per il regolamento esprimerà in merito un parere. E Fini chiede a Maroni un'informativa sui disordini in piazza Montecitorio
Lampedusa: una breve gita, e Silvio ha già risolto... Immigrati via in 48/60 ore. Nobel per la pace a Lampedusa. Moratoria fiscale. Immigrati direttamente dai barconi alle navi (dirette in Padania?). Silvio rifarà anche gli intonaci (come a Portofino), e farà un Casinò. Poi forse arriverà anche l'America's Cup, otto villaggi turistici, e cchiù pilu pi tutti.
E i bravi lampedusani applaudono convinti. Il "contratto cogli italiani", le fantastiche promesse all'Aquila, la monnezza di Napoli, non hanno insegnato niente. Ma per trasformare Lampedusa in una succursale del Paradiso Terrestre ci penserà Rita Dalla Chiesa, con uno speciale. E se poi qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, i bravi lampedusani si ricordino dei loro applausi odierni, e si mandino affanculo da soli... Tafanus
LAMPEDUSA - È arrivato all'aeroporto dell'isola poco dopo le 13:20. Una valigia carica di promesse per gli abitanti di Lampedusa, la cui pazienza è messa a dura prova dall'emergenza immigrazione. Di fronte a una folla attenta e preoccupata, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha garantito che l'invasione dei migranti del Nord-Africa sarà risolta in 48, al massimo in 60 ore: "In 48-60 ore Lampedusa sarà abitata solo dai lampedusani", ha detto tenendo saldamente il microfono in mano e alzando il più possibile la voce. E per farlo ci saranno sei navi - forse sette - che provvederanno allo sfollamento di massa dei migranti, trasferendone 1.400 per volta a Taranto.
Ma quella di liberare l'isola al più presto è solo una delle garanzie di Berlusconi. Subito dopo arriva un altro annuncio: "Chiederemo per l'isola il Nobel per la pace", ha detto il premier che non si è fermato qui. Reduce dal vertice notturno con il ministro Tremonti, il presidente del Consiglio ha comunicato la volontà del governo di concedere a Lampedusa "una 'moratoria fiscale, previdenziale e bancaria' almeno per un anno finalizzata a trasformarla in "zona franca". Perché sul rilancio del turismo che Berlusconi ha sottolineato l'isola dover puntare. Attraverso "servizi in tv pro isola di cui abbbiamo incaricato Rai e Mediaset". E ancora: "Lampedusa sarà sede di un casinò", ha detto il premier, che ha anche aggiunto che sarà realizzato un campo da golf, una scuola e infrastrutture sanitarie. E poi l'ultima novità. "Io stesso - ha annunciato - mi ci sono comprato una villa". Ed è proprio così: la notte scorsa, per una cifra "inferiore ai due milioni di euro", il premier ha comperato su internet una villa a Cala Francese. "Ma che emozione sapere di avere come nuovo vicino di casa niente di meno che il presidente del Consiglio Berlusconi. Non ce lo aspettavamo", dicono i proprietari di una villetta a pochi metri da quella acquistata da Berlusconi.
"La Tunisia ha confermato che non partiranno più persone", ha assicurato Berlusconi durante la conferenza stampa nel corso della quale ha specificato che ''tra i migranti tunisini arrivati a Lampedusa ci sono alcuni dei 13.600 evasi dalle carceri''. Ma subito ha chiarito: ''Abbiamo fatto in modo che queste persone non si immettessero nel tessuto sociale, mantenendo presidi che hanno evitato che ciò accadesse''
"Migranti da banchine direttamente a navi". "I migranti che arriveranno sulle banchine del porto di Lampedusa saranno subito imbarcati sulle navi, con destinazione Tunisia o altri centri", ha detto il premier, specificando che gli immigrati andranno da Lampedusa in tutta Italia.
Quanto al controllo delle coste, "abbiamo ottenuto di far controllare i porti e le coste per non consentire nuovi sbarchi, e abbiamo attuato anche misure imprenditoriali. Ve ne dico una variopinta: abbiamo comprato pescherecci affinché non possano essere utilizzati per le traversate. Così quando sarò fuori dalla politica li userò io" per mettere in piedi un'attività "per il pesce fresco", ha raccontato.
Da oggi tutto cambia per i lampedusani, grazie al fatto che a gestire l'emergenza è il premier in persona. Così Berlusconi ha illustrato i suoi piani alla popolazione: "Il vostro premier ha il vezzo e l'abitudine di risolvere i problemi. Fino a ieri non avevo la soluzione al problema chiara e quindi non mi avevate ancora visto. Poi ho messo a punto un piano, già scattato dalla mezzanotte di ieri. Con Tremonti abbiamo trovato i mezzi per la soluzione del problema. Ed oggi eccomi qui raccontarvelo".
L'operazione "Lampedusa Pulita" - Berlusconi ha assicurato anche l'avvio dell'operazione 'Lampedusa Pulita', affidata al genio civile. "Stiamo ripulendo la collina della vergogna. Ci sono già 140 uomini del genio civile e se ne aggiungeranno altri", ha annunciato. "Suggerisco al sindaco di dotare l'isola di un po' più di colore e di verde", ricordando di aver fatto una cosa simile "in un paese della Lombardia", dove fra poco sara inaugurata l'Università della Libertà. "In alcune case - ha detto - mancava l'intonaco o i muri erano scrostati e io ho realizzato una situazione di colori che ricorda Portofino. Mi piacerebbe attuare questo piano colore anche nella vostra isola. Ho notato anche un degrado del verde, mi impegno per un piano del verde e di rimboschimento della vostra isola". Più tardi, in conferenza stampa, il premier ha detto di pensare al porto dell'isola come alla ''Perla Lampedusa'' in stile Portofino in modo che non si presenti più ''nel disordine e incuria attuali''.
La barzelletta alle mamme dell'isola. Berlusconi ha incontrato all'interno della base dell'aeronautica dove si è recato in visita, le mamme che in questi giorni hanno protestato animatamente affinché fosse risolta l'emergenza immigrati. Durante l'incontro il premier ha raccontato alle signore una barzelletta: "Durante un'indagine si chiede ad un campione di donne se vogliano fare l'amore con Berlusconi. Il 30% risponde 'Magari...', l'altro 70%, 'Di nuovo?
Troppo lungo sarebbe elencare tutti i miracoli annunciati da San Silvio Miracoliere durante questi 17 anni di ingombrante, asfissiante presenza. Non ho voglia di fare un lavoro sistematico di ricerca bibliografica, quindi andrò disordinatamente a memoria:
# Un milione di posti di lavoro
# Pensione minima da 516 € (l'ha avuta il 26% di chi se l'aspettava)
# La "New Town" in Kossovo studiata dagli architetti dell'Edilnord
# Il Wi-Max
# L'azzeramento del "digital divide" in Africa
# La dentiera per tutti
# Via la spazzatura da Napoli in 48 ore
# L'80% del centro storico dell'Aquila "restituito alla piena agibilità" in 12 mesi
# Un milione e mezzo di posti di lavoro
# La Social Card
# Un'impresa in 7 giorni
# Il cancro debellato entro il 31 Marzo 2013
Chi continua? io sono sinceramente nauseato... Nel frattempo apprendiamo che il premier ha comprato, di tasca sua, dei pescherecci, che così non saranno disponibili al trasporto di clandestini. Non uno straccio di giornalista che abbia chiesto dettagli... Quanti pescherecci? quando li ha comprati? dove li ha ormeggiati? Oggi, a far da contorno plaudente al coglione, in primo piano, a Lampedusa, il più plaudente era il governatore Lombardo, fino a ieri impegnato nel ruolo di sparafucile. In questo esatto momento (ore 22,00), nonostante il mare cattivo, a Lampedusa è approdato un barcone con 40 persone, e un altro con cento persone è in arrivo. Undici personew sono morte stasera (fra cui un bambino). Il sottosegretario Mantovano si è dimesso. Il sindaco di Manduria si è dimesso. In attesa delle mirabilia da Milano Due di Lampedusa, credo che nei prossimi giorni ci sarà da ridere... Tafanus
P.S.: Ancora i tunisini di Lampedusa non hanno ben capito che nei piani del governo quasi nessuna di quelle belle navi è diretta a Lignano Sabbiadoro, ma piuttosto in Tunisia... Quando lo scopriranno, su quelle navi ce li potranno far salire solo morti.
Non è mia abitudine incensare il mio editore (Il tafanus) ed i miei scritti. Però, siccome la memoria storica ormai è esclusivamente sulla rete, vi invito a rileggervi [un pezzo apparso sul Tafanus] ormai più di 9 mesi fa, in cui si facevano interessanti previsioni economiche sull’andamento dei mercati.
Gli elementi che fanno riflettere sono principalmente due: la previsione del tasso di cambio euro-dollaro, e quello dell’andamento della bilancia commerciale italiana, perfettamente previsti anche numericamente (dal 22 settembre, come volevasi dimostrare, il tasso è stato superiore a 1,35, come evidente in [yahoo.finance]
Ora, Confindustria nel giugno 2010 invece prevedeva esattamente l’opposto, scrivendo “…appare evidente che, nell’ipotesi di un miglior rapporto di cambio fra euro e dollaro ed al netto dell’effetto depressivo della manovra economica così come è stata presentata, l’obiettivo di un incremento di produzione italiana all’1,6% appare ragionevole”.
...ma guarda un po’...
Il tasso di cambio non solo non è migliorato, ma è sceso fino a 1,4129 dollari per euro (valore di ieri 28/03/2011), deprimendo le potenzialità di esportazione dei beni e facendo crollare la famigerata bilancia dei pagamenti su estero dal valore di -6.425 milioni di euro nel gennaio 2010 a quello ben più corposo di -8.129 del gennaio 2011 (incremento del 19% circa del plusvalore).
Su base annuale però le cose stanno anche peggio: il differenziale va dai 31.074 milioni di disavanzo annuale al 31.01.2010 ai 56.606 di gennaio 2011 con un incremento drammatico del 46% (dati Bankitalia)
Per chiarire meglio il concetto, spendiamo all’estero poco meno di cinque miliardi di euro al mese più di quanto non spendiamo in Italia, e questo dopo molti anni in cui succedeva esattamente il contrario: però da Minzolini nessun segnale.
Orpo… in altri termini, al posto di incrementare le esportazioni, le aziende italiane incrementano le importazioni: passano cioè dalla funzione di produttori a quella di commercianti (tipica funzione Italiana che si dovrebbe aggiungere ai santi, agli eroi ed ai navigatori)(...e ai pizzaioli, aggiungo io... ndr)
Ovviamente questo fatto deve preoccuparci molto, perché dover acquistare dall’estero significa di fatto o che i prodotti italiani sono poco interessanti dal punto di vista economico oppure che non esiste un plusvalore che permetta agli stessi di essere competitivi sul mercato.
Diciamocelo: Io acquisto un bene se questo risulta più economico di un altro oppure se ha una qualità percepita superiore (sia questa relativa al valore tecnologico o a quello emozionale), per cui un prodotto che non ha nessuna di queste caratteristiche non ha quello che in marketing si chiama “appeal” o capacità di penetrazione del mercato.
Quindi se non si spende in tecnologia di produzione o nel prodotto stesso, ciccia: allora si pensa di risolvere il problema acquistando all’estero, risparmiando così sugli investimenti industriali o sui nuovi prodotti, soluzione caldeggiata dal gruppo di esperti di marketing che, aimè, al momento stanno al governo, ammesso che i nostri ministri possano in qualunque modo chiamarsi esperti di qualcosa che non sia la tecnica del turacciolo.
C’è un piccolissimo problema: giocare una partita esclusivamente alla rivendita significa, a medio termine, perdere competitività complessiva sui mercati, perché le disponibilità economiche in un paese di commercianti diminuiscono costantemente fino a rendere impossibile continuare a vendere.
Storicamente, infatti, le grandi nazioni di commercianti si sono sviluppate fino a che hanno potuto disporre di ricchezze esterne da sfruttare, che una volta esaurite o non più disponibili hanno comportato crisi sistemiche drammatiche.
Esempi ? La Spagna fino a Trafalgar, sostituita dall’Inghilterra fino al crollo sistemico del commonwhealth a cui si sono sostituiti gli USA grazie allo sfruttamento delle risorse petrolifere.
Il risultato è abbastanza evidente: in luogo di un incremento di PIL dell’1,6% su base annua, nel 2010 l’incremento ipotizzato è stato dell’1,1% contro un caduta verticale del 5,5% dell’anno 2009: in altri termini, dopo tre anni di governo Berlusconi siamo ad un valore di prodotto interno lordo identico a quello del 2006.
Purtroppo le pessime notizie non si esauriscono qui: il terzo trimestre 2010, al posto di portare ottimismo, ha portato una stagnazione (+0% da ottobre a dicembre 2010) che, collegata alle incertezze relative al Nord Africa, non promette nulla di buono per il 2011.
Avete per caso letto qualcosa del genere sui media oppure sui serissimi telegiornali italici ?
Il suo modello politico? Maria Stella Gelmini. E il suo sogno? Occupare la poltrona su cui siede Franco Frattini. Il consigliere regionale della Lombardia, Nicole Minetti, sembra avere le idee chiare e, nel corso di un'intervista rilasciata a La Repubblica, rimarca la sua estraneità alle accuse mosse dalla Procura di Milano che la indica come la "procacciatrice" (insieme a Lele Mora ed Emilio Fede) delle donne "offerte" a Silvio Berlusconi. "Nessuna delle ragazze è stata presentata da me - ha tagliato corto la pidiellina - con Silvio si era creato un rapporto di amicizia, era come una grande famiglia".
Una ragazza fortunata - "Sono sincera: nella vita ci vuole anche un po' di fortuna. Ma non c'è nulla di male nell'aiutare una donna giovane che viene dalla società civile e vuole affacciarsi alla politica". Il consigliere regionale, Nicole Minetti, parte da qui per spiegare il suo ingresso "agevolato" al Pirellone. Da ex igienista dentale di Silvio Berlusconi ed ex ballerina alla tv, la bella pidiellina è riuscita ad occupare un ruolo importante in politica senza faticare troppo, ma - precisa - dimostrerò presto di essermelo meritato. "Adesso sta a me - spiega al giornalista de La Repubblica - dimostrare quello che valgo. Se alla fine del mandato non ci sarò riuscita, mi tirerò indietro. Deve sapere che per le donne quello della politica è un mondo difficile. Essere giovane e carina può essere un handicap". Quanto ai suoi modelli di riferimento, la Minetti non dimostra tentennamenti: "Il mio modello è Maria Stella Gelmimi - afferma - Riesce a conciliare molto bene la famiglia e la politica. E poi è stata la prima donna del Pdl con cui io ho avuto un contatto, ha avuto la sensibilità di capire che ero un po' in difficoltà quando è venuta fuori questa faccenda (Rubygate, ndr): è stata molto carina".
Il sogno della Farnesina - Ma il dicastero della Gelmini pare interessare poco il consigliere della Lombardia, che interpellata sul futuro dice: "Tra 10 anni mi vedo sposata e con tanti bambini". E con un invariato interesse per la politica, che magari - sogna - potrebbe portarla a rivestire ruoli istituzionali di peso, come quello di ministro degli Esteri. Inevitabile, infine, il riferimento a Silvio Berlusconi: "E' un uomo affascinante e generoso - scandisce la Minetti - uno che mantiene sempre le promesse, ma è troppo impegnato. E con troppe donne attorno che lo corteggiano". E sulle accuse mosse dai pm di Milano che ipotizzano contro di lei il reato di favoreggiamento della prostituzione: "Nessuna delle ragazze che compaiono nelle intercettazioni - taglia corto il consigliere lombardo - è stata presentata da me al presidente. Ci si ritrovava a cena, con Silvio si era creato un rapporto di amicizia. Era una specie di grande famiglia". Con "papi" a capotavola.
...c'è qualcuno, a sinistra, che la igienista dentale ammira incondizionatamente? Certo che c'è! Matteo Renzi, useless to say... Ed ora, dopo essersi litigato con Barbara Berlusconi papi "culoflaccido" Silvio in "pezzodimerda", le toccherà scendere in lizza anche per Matteo Renzi...
Capitano tutte a Matteo, le fortune... il più amato dagli italiani, incluse Barbara & Nicole! Sono invidioso, lo ammetto! Tafanus
Avvocato Pesce è vero che Nicole Minetti ha detto ai magistrati di avere un legame affettivo con Silvio Berlusconi? «Sì»
Può specificarmi se affettivo equivale a dire sentimentale? «Certo, si tratta di un rapporto sentimentale».
Un rapporto nato quando? «Non lo ha detto. Non certo nato in tempi recenti».
Un rapporto ancora in corso? «Penso di no».
I magistrati hanno fatto domande circa l’arco temporale di questo legame? «No. Non ce l’hanno chiesto».
Ai fini processuali cosa c’entra sapere che la signora sia, o sia stata, legata sentimentalmente al premier? «C’entra, perché la posizione della signora Minetti è così chiarita: non è una delle solite, ma ha un rapporto sentimentale, è una posizione diversa. Giusto?».
In quanto al flusso di denaro ricevuto dal premier, la signora Minetti come lo giustifica? «La signora ha parlato di prestiti».
Prestiti necessari a chi e per che cosa? «Lo abbiamo detto: denaro per aiutare la sorella della signora Minetti in un momento di difficoltà».
...ora di questa minchiata di "relazione sentimentale" non parla più nessuno... Forse perchè l'ammmore è difficilmente conciliabile con quanto è emerso dalle intercettazioni, dagli SMS, e dagli affettuosi epiteti sganciati ad alzo zero dall'igienista in direzione di bunga-bunga?... NdR
...è ammmore vero... “Se vuole vedermi mi chiama lui, ma se vado ci vado con gli avvocati” aggiunge la consigliera regionale lombarda ed ex igienista dentale del premier, ora indagata per favoreggiamento, in un colloquio con Clotilde Strada, la sua assitente in Regione: “Non me ne fotte un cazzo se lui è il presidente del Consiglio o, cioè, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di merda pur di salvare il suo culo flaccido”.
La Società Incivile: Cocaina e durti d'auto - Le carte non raccontano solo di sesso, ma anche di droga. Cocaina nel garage in via Olgettina della show-girl dominicana Marysthelle Polanco: il fidanzato della ragazza ad agosto viene fermato mentre si trova a bordo dell’auto di Nicole Minetti. Gli trovano addosso la droga. Scatta una perquisizione nel garage di via Olgettina dove Maristhell vive insieme alle altre ragazze dell’harem di Berlusconi. Risultato: vengono sequestrati più di 12 chili di cocaina, di cui 2,7 chili all’interno del garage. Il ragazzo, si apprende dai documenti, è stato arrestato proprio sull’auto di Nicole Minetti, una mini cooper verde. Nel faldone si parla anche di un ‘lui’ che avrebbe consigliato alla Minetti di fare una denuncia di furto dell’auto.
La Minetti? "fidanzata di Silvio, ma non troppo gelosa... Tutti gli SMS
8/1/2011, SMS da Nicole Minettti a Marysthell Polanco: “Giusto che si faccia sentire lui, se non lo farà mi comporterò di conseguenza… quel briciolo di dignità che mi rimane la voglio tenere”
9/1/2011, SMS da Nicole Minettti a Barbara Faggioli: “Quando si cagherà addosso per Ruby chiamerà e si ricorderà di noi.. adesso fa finta di non ricevere chiamate”
10/1/2011, SMS da Nicole Minettti a Marysthell Polanco: “Amo’ ma è serio che alla Fico ha regalato la casa? Amo’ se è vero ti giuro che scateno l’inferno…”
13/01/2011, SMS da Nicole Minettti a Clotilde Strada (la sua assistente in regione): “Parlo con Gianca che parla con il pres.. visto che lui non mi chiamata.. gli faccio prendere paura”
13/1/2011, SMS Da Nicole Minetti a Florina Marincea: “Amo’ lui c’è sabato. Dobbiamo andare assolutamente… Se hai qualche amica carina che possiamo portare?” - Risposta di Florina Marincea: “Fatto. Mia amica del cuor. Molto affidabile.. bella figa”
Come un grumo di sangue quest'ora buia al tempo si rapprende. Più nessuna barriera mi difende dal vento amaro.
L'estate in gloria che su queste strade per me ha brillato un giorno, ora sepolta mi mulina le ceneri sul cuore.
E' notte e inverno. E tu sei morto, amore.
(Maria Luisa Spaziani)
Nella società della “comunicazione imbonitiva” si alternano in maniera sempre più repentina, e senza lasciare spazio a parentesi di intesa, parole gridate come armi e armi usate come “ultima Parola”. La politica impotente, abdicando al suo compito di mediazione, affida, alternativamente e senza limiti di sorta, la società civile non più governata alla violenza di una economia sempre più vorace e distruttiva e ad un esercito sempre più professionale e allertato.
Già nel lontano 1940 Bertold Brecht denunciava questo intrigo ormai inscindibile tra violenza ed economia: "Nei paesi democratici non si rivela il carattere violento dell'economia, così come nei paesi autoritari non si rivela il carattere economico della violenza"; rilevando che ad oggi molte democrazie hanno da tempo smesso di essere democratiche, avendo assunto tutti i connotati dell’autoritarietà.
Come cittadini dobbiamo rifuggire dall’ammutinarci nelle gabbie fanatiche delle tifoserie di parte in cui certa stampa vuole stupidamente imprigionarci. Se siamo contro l’uso delle armi è perché avvertiamo sempre più la stretta del nodo corsoio di questo connubio osceno tra economia e violenza che strangola le nostre democrazie. Se siamo contro l’uso delle armi è perché siamo coscienti che non è possibile chiedere ad esse ciò che esse non posso dare; perché le armi massacrano i valori che pretendono di difendere! Siamo e saremo sempre contro questa folle corsa agli armamenti che taglia le risorse allo stato sociale e ingrassa i buoi nelle stalle di affaristi senza scrupoli. Nel caso specifico della Libia « abbiamo riempito di armi Gheddafi, come forse nessun altro al mondo, poi gli spariamo addosso con altre armi. - E’ la denuncia di padre Zanotelli sull’Unità del 24 Marzo.- Questa contraddizione merita anch'essa una questione morale oppure no? Lo abbiamo armato fino ai denti per poi scoprire che andava abbattuto. Nel nostro dialogo con la Libia l'unico vocabolario è quello delle armi»...!
Non mi risulta che ci siano stati tentativi di dialogo, incontri di chiarimento, pressioni diplomatiche ai fini di una risoluzione graduale e pacifica del conflitto civile, né prima né dopo l’intervento armato. Si è passati, impudentemente, dalla cortigianeria affaristica all’ostracismo puritano. In tal senso non ha tutti i torti il raìs a tacciare di tradimento i governi occidentali e in particolare l’Italia.
Come cristiani siamo coscienti che cambiando il nostro punto di vista a partire dalla legge morale del non uccidere demoliremo anche le ragioni della guerra e della violenza. Il paradigma della nonviolenza che a partire dal Gesù di Nazareth, passando per Francesco di Assisi, giunge a noi anche attraverso Gandi e Danilo Dolci e il teologo Raymond Panikkar, è esigente. Esso “ implica un impegno soggettivo, un lavoro su se stessi, una pedagogia del rispetto che esclude i rapporti muscolari, le tecniche di azzeramento delle ragioni dell'altro, le scomuniche e le chiusure” (Marco Revelli). Se è vero che in tempo di guerra i proiettili sono più veloci delle parole, è pur vero che quelli sono del tutto impotenti a distruggere le coscienze allerte dalle quali, solo, può nascere una democrazia di pace.
L'ennesimo successo diplomatico italiano - A onor del vero, dobbiamo dire che oggi Frattini si è ampiamente rifatto... Ha illustrato dettagliatamente alla Merkel la proposta italiana. L'Italia si è offerta di portare avanti una mediazione, affinchè Gheddafi possa trovare asilo in una nazione disposta a non consegnarlo al Tribunale Internazionale dell'Aia.
Prima di mandarlo ufficialmente affanculo, la Merkel ha spiegato al maestro di sci che la Germania ha rifiutato la guerra, ma questo non significa che voglia essere immischiata nei loschi affari di Bunga Bunga col pecoraio libico.
Vivaddio, massimo rispetto per la categoria dei parrucchieri. Però il grande Francesco Messina, riferendosi agli effetti della propaganda, recitava la “Preghiera del Giovane Patriota". (Da recitare la sera tardi, con tono assolutamente inespressivo, davanti alla televisione, a volume bassissimo, durante la sigla finale delle trasmissioni.
# Oh! Grande Guida che ci sostieni nella nostra causa solitaria...
# Trova un modo per farmi sopportare il mio popolo che quando si sposa e quando va allo stadio fa lo stesso rumore di clacson.
# Fa che io mi disgusti sempre più al suono gracchiante delle campane registrato su disco e fai ingrassare sempre di più il mio parroco che durante la messa gira il culo a dio nel momento più sacro.
# Accontenta gli scienziati e aiutali a mandare un loro cugino sulla luna, unico posto della galassia più buio di questa terra.
# Fammi dimenticare i poeti della mia infanzia ma soprattutto della loro, dato che non sono mai cresciuti.
# Proteggimi dai frullatori stereofonici e dai ballerini russi che continuano a calpestare l'occidente (dato che a oriente non sanno che farsene).
# Donami una sola erezione che non dipenda dall'odore delle immondizie e aiutami a non fare un figlio perché altrimenti "un giorno tutto questo sarà suo".
# In compenso fammi viaggiare molto, magari in treno e non con la mia immaginazione, e non farmi incontrare solo passaggi a livello, ma anche qualche passaggio di livello.
# Benedici i Parrucchieri e fai sparire in pace i professori universitari, perché sono meglio i capelli messi in piega piuttosto che le teste.
# Comunque, per migliorare le cose, propongo, con il vostro luminoso aiuto, di dichiarare guerra all'avversario più temibile che io abbia mai scoperto, e che anche adesso mi sta ascoltando con quella sua aria compiaciuta che mantiene tutto il giorno, anche la mattina, quando mi spia dallo specchio del bagno.”
Come direbbe un noto politico, e che ci azzecca?
Beh, ricordate che questa “preghiera” è stata scritta negli anni 70, periodo (è vero) in cui l’imbonitore di Arcore cominciava la sua attività, ma non era ancora assurto agli onori delle cronache, escluse quelle giudiziarie (tessera P2 n° 1816, rammentate ?). Ebbene, questa preghierina mi è balzata alla mente immediatamente dopo aver letto della trasmissione “Forum”, dove una figurante ha impersonato una salmodiante terremotata d’Abruzzo intenta nella benedizione del presidente nullafacente del consiglio.
Come vado teorizzando ormai da anni, la vera forza del Berlusconismo non è quella di “parlare alla pancia della gente” (cosa falsissima, in realtà tutti la classe politica fa questo lavoro) ma di disporre di megafoni tarati sulla media intellettiva dell’italiota medio (“…sono idiota, sono un italiota” cantava Ivan Cattaneo…).
Quindi, ammannire dal TgUno (o da qualunque altra trasmissione) verità manipolate risponde esclusivamente ad un piano di rimbambimento progressivo ben progettato: giusto la scorsa settimana ho avuto la fortuna (?) di ascoltare una (peraltro bravissima) persona che pontificava sulla sua capacità di analisi comparata delle notizie date alla TV. Questo personaggio, proveniente dal profondo nord, mi comunicava con disarmante serietà che ogni giorno procedeva a confrontare la realtà comparando le notizie fra quelle servite da noti ed equilibrati TG quali quelli di… Rete4, RaiDue e RaiUno… alla faccia dell’equilibrio, vero ?
Immaginate lo stupore del personaggio in oggetto quando, due giorni dopo aver sentito il sottoscritto descrivere con dovizia di particolari i motivi per cui l’incidente di Fukushima era ben più problematico di quanto dichiarato dagli stessi dispensatori di verità summenzionati, scopriva che la situazione scivolava sinistramente verso la gravità vaticinata. Poffarbacco…
La cosa grave non era lo stupore del personaggio, ma la sua reazione insospettita (nei miei confronti, ovviamente) del tipo “ma allora esistono ancora i comunisti sabotatori”… in altri termini, è più autorevole un cacciaballe televisivo che un tecnico dal vero.
Ora, davanti alla richiesta esplicita di killeraggio di trasmissioni come Report, Anno Zero, Parla con Me, Che Tempo che fa, e Ballarò, (da chiudere per un mese e mezzo proprio quando ce ne sarebbe il massimo bisogno) ritengo che si dovrebbe valutare meglio quanto sta succedendo alla tv generalista italiana, con particolare attenzione alle tecniche di persuasione occulta utilizzate.
Volete un esempio? Guardatevi come viene utilizzata la TV a guisa di arma contundente: nel TG5 delle ore 13 del 26 marzo delle 13 al minuto 16 si parla di truffe ai vip, e subito dopo (minuto 17 circa) si presenta un libro (ah, la qultura…) di Ilaria Cavo, nota “esperta” di giustizia, sugli errori giudiziari italiani.
Si badi bene, la giornalista in oggetto ha competenze specifiche importanti: una bella laurea in scienze politiche seguita da ben cinque anni a seguire il delitto di Cogne… per Bruno Vespa.
Cervelli in piega, si diceva… un autentico servizio di parrucchiere a domicilio servito al burro, in cui si fanno passare esclusivamente i concetti cari all’esclusivista televisivo italiano.
Trasmissioni come Uno mattina, Forum o Amici, se viste dal punto di vista della comunicazione subliminale fornita agli spettatori, risultano ben più efficaci di telegiornali spazzatura quali quello di RaiUno: in effetti la tecnica comunicativa del “tutto va bene madama la marchesa” funziona perfettamente se utilizzata come un arma politica nei confronti degli avversari. La casalinga di Voghera o la pensionata di Rieti si beano della paccottiglia offerta ma elaborano in maniera subliminale il dato “tutti gli Abruzzesi stanno perfettamente, e chi si lamenta lo fa solo per dare fastidio” oppure del “i giudici sbagliano, quindi stanno sbagliando con Berlusconi”...
Diabolico. Un dato fornito non già da uno pseudo esperto, ma da commedianti pagati per dire ovvietà nel linguaggio più efficace e comprensibile, esattamente adattato al target di pubblico che assiste ad una trasmissione di plastica dipinta come vera. Polemica inclusa, tutto fa brodo.
Le TV commerciali rifiutano la qualità per inseguire quell’audience che consente di "vendere" gli spazi pubblicitari; la merce offerta diventa ogni giorno più scadente per contentare una platea diseducata. La concorrenza fa il resto perché trasforma il tutto in una "gara a perdere" abbassando sempre più il livello qualitativo a favore dell’interesse commerciale.
Lo diceva un certo Karl Popper. Del resto, che la rissa innalzi l’audience è cosa risaputa: ed appare evidente che questa dicotomia tipica del popolo italiota viene oggi sfruttata biecamente per raggiungere l’obiettivo di dividere la pubblica opinione: qui non si tratta di formare un'opinione, ma di sfruttare lo spirito di appartenenza insito nel pecorone, che ahimè rappresenta (inutile negarlo, l’evidenza ci inchioda) la maggioranza dei votanti.
Coppi o Bartali ? Rossi o Biaggi ? Berlusconi o i comunisti (orrore!)?
La figura di merda di Rita Dalla Chiesa, l'ammiratrice rea confessa di Berlusconi e Bertolaso, la ricostruttrice dell'Aquila, si aggrava ad ongi parola che questa oca giuliva aggiunge a sua discolpa. Ecco cosa scrive [Il Fatto] di ieri:
"...poi la conclusione “Ho concluso la trasmissione dicendo che non siamo sul posto e la verità solo gli aquilani la possono sapere. Non pensavo di essere messa in mezzo a un discorso politico che non c’entra niente. La signora ha espresso sue idee, il marito altre. Non accetto i ‘vergogna’, non accetto tiriate fuori nome di mio padre che non c’entra nulla. L’Aquila è nei nostri cuori, gli aquilani sanno bene. Il passaparola su internet è un passaparola inutile e crudele contro di noi che con il problema politico non c’entriamo niente”. Insomma, Rita Dalla Chiesa scarica tutte le responsabilità sui due attori del penoso recital e neppure si accorge che l’intera farsa è persino visibile sul sito Mediaset. Ma soprattutto non chiede scusa agli Aquilani oltraggiati.
Nel frattempo, l’astioso dibattimento rimbalza anche alla Camera. E’ mistero, infatti, sul commento apparso in risposta ad un articolo della testata Quotidiano D’Abruzzo e scritto il 26 marzo a nome dell’ufficio stampa del capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: “Avverto tutti coloro che hanno postato commenti diffamanti sull’operato del Governo e del presidente Silvio Berlusconi, che i vostri Ip sono registrati e che verranno trasmessi alla polizia postale“. Ci auguriamo che si tratti di una bufala ingegnata da qualche troll supporter di Berlusconi..."
Signora Dalla Chiesa, dalla sua mente ormai obnubilata, incapace di distinguere il mondo reale dalla fiction, la verità dalla menzogna, non riesce ad estrarre neanche l'elementare concetto che la gente non ha "tirato fuori il nome di suo padre" per insultarlo, ma per insultare LEI, indegna portatrice di quel cognome. Si vergogni, e la smetta.
Signor Cicchitto, io ho postato, posto e posterò "commenti diffamanti" sul suo padrone, e su chiunque li meriti (appartenga o meno al milieu della P2). Se la sua minaccia è frutto di un trappolone, chieda alla Polizia (e non solo a quella postale) di scoprire chi sta cercando di farla passare per un novello capo del MinCulPop. Se invece la notizia è vera, ce la confermi, non nasconda la mano. Il tal caso, per sollevare la polizia postale da gravose indagini (che magari sottrarrebbero tempo a più serie indagini su pedofilia, traffico di stupefacenti e di esseri umani, puttane), le invio il mio IP, dal quale partono numerosi commenti "diffamanti" sul suo padrone e su di lei, affinchè non faccia sprecare in minchiate il prezioso tempoi della Polizia Postale: il mio nome è Antonio Crea, il mio IP è 151.47.172.143
Ed ora resterò in intrepida attesa della punizione di Castiglion Fibocchi.
Avevo preparato un pezzo sul ritorno di Scaiola «Ô Ministru», ma devo cedere all’impulso della ragione e del cuore dopo avere visto in tv tutta la Messa di Bagnasco con in parterre (nel senso letterale di ornamento) lo Stato. Il prete insegna, la Repubblica impara.
Scrivo come cattolico convinto e praticante, come prete della Chiesa cattolica che si fonda sul vangelo di Gesù Cristo. 17 marzo 2011, festa del 150° anniversario dell’unità d’Italia: le città sono in festa, la Lega diserta, ma è contestata; Berlusconi morde il freno perché non è la prima donna, travestito da infermiera. La giornata si apre all’altare della Patria con Napolitano, prosegue nel pomeriggio in seduta congiunta di camera e senato e con il messaggio del capo dello Stato e si conclude la sera con la musica di Verdi. Eppure il clou della giornata di festa, anche cronologicamente, le ore 12,00, esattamente a metà del giorno, è la Messa celebrata da Bagnasco con i vescovi presidenti delle conferenze regionali e con le autorità di ogni razza e spessore.
Scenario grandioso dentro la basilica di Santa Maria Maggiore, che diventa il simbolo della realtà che oggi tocchiamo con mano. Per capire quello che è avvenuto è indispensabile comprendere che cosa sia la Messa, o meglio Eucaristia, per la Chiesa cattolica e per i credenti. Per chi crede essa è l’atto decisivo d’identità e di vita: è la memoria della morte e risurrezione di Gesù Cristo che l’Assemblea orante rivive e rinnova come segno profetico per il mondo. Ridurla a mera cerimonia di inaugurazione di qualcosa o come momento celebrativo di qualsiasi festa è, per me, un atto grave di sacrilegio. Santa Maria degli Angeli era piena di miscredenti (a parte la rappresentanza di popolo), gente che era lì perché doveva pagare pegno e dimostrare al clero di essere più papalina del papa. Erano lì per protocollo, non per fede. Il Signore ha detto nel Vangelo che non bisogna prendere le perle e buttarle ai porci.
Ho visto Berlusconi fruitore di prostitute minorenni in prima fila con Schifani e Fini; Calderoli condannato ai ferri che bestemmia in celtico; Casini in terza fila che fa il pio-pio; Gianni Letta nella sua qualità di «nobiluomo di sua santità e magnaccia», e Bagnasco rivolgersi a loro con autorità e con deferenza, come se in questi giorni nulla fosse successo, stringeva il cuore e azzerava l’intelligenza.
La Messa strumentalizzata per fini protocollari è quanto di più dissacrante possa fare un prete. In quella chiesa c’era il plastico di ciò che sta accadendo nel 150° anniversario dell’unità di Italia: l’Italia non esiste come Repubblica laica e Stato indipendente. Le autorità dello Stato stanno un gradino sotto il potere clericale che lo manifesta scenicamente e teatralmente. Nemmeno al Presidente della Repubblica, simbolo fisico e morale dell’unità della nazione, è stato permesso di dire una parola. Solo il clero cantava, parlava e si muoveva, tutti gli altri erano muti, fermi e sull’attenti «ad audiendum verbum». Anche quando, ferocemente, alla fine della cerimonia, il diacono intimò: «Inchinate il capo per la benedizione», tutti i rappresentanti dell’Italia unita e sovrana da 150 anni, ubbidienti come un sol uomo, inchinarono il capo per ricevere l’investitura dal Clero: ricordatevi che voi siete lì perché noi lo vogliamo e non dimenticate che possiamo togliervi il giocattolo in qualsiasi momento.
Il potere spirituale della Chiesa è diventato in 150 anni un vero potere di indirizzo e di esecuzione. Mi è parso (ma non sono sicuro) di vedere Berlusconi e tanti altri miscredenti fare la comunione: un pubblico peccatore (secondo la dottrina tradizionale della Chiesa cattolica perché non pentito) che in pubblico commette un sacrilegio è un altro segno della nuova Italia clericale annessa al Vaticano che avanza. Dal tempo di Enrico IV di Francia (1610), il potere colluso di supremazia vale bene una Messa! Non una parola sui civili di Libia bombardati dal pazzo Gheddafi e sugli immigrati a Lampedusa. W la festa dell’unità d’Itaglia vaticana!
Il [Fatto Quoridiano] ricostruisce lo stato dell'arte del turismo delle scorie nucleari italiane, frutto di sole quattro mini-centrali, che hanno operato per soli 19 anni. Oggi paghiamo in bolletta ben 700 dipendenti - senza saperlo - preposti a stare a guardia del bidone nucleare... Tafanus
Non è un bel momento per l’industria nucleare. Il disastro di Fukushima ha reso l’opzione atomica impopolare in tutto il mondo. A guardar bene, però, i segnali che giustificano qualche dubbio sulla fattibilità del ritorno alle centrali in Italia sono già chiari da tempo. L’ultimo in ordine di tempo riguarda il caso Saluggia. E getta un’ulteriore ombra sulla sorte delle scorie che ne deriverebbero, perché fa tornare in mente che non siamo ancora riusciti a sistemare definitivamente quelle prodotte prima del 1987.
La Sogin, la società statale che si occupa del decommissioning nucleare, pagata dai contribuenti direttamente nella bolletta dell’elettricità, ha annullato “in autotutela” la procedura di appalto per i lavori di realizzazione dell’impianto di cementazione di soluzioni liquide radioattive definito Cemex. Una gara da 145 milioni che avrebbe garantito la costruzione delle strutture necessarie a solidificare le scorie liquide presenti all’interno dell’Eurex, il vecchio polo per il riprocessamento del combustibile, ex Enea, situato a Saluggia, in Piemonte. E il loro successivo trasporto in altro luogo più idoneo, probabilmente all’estero (...dove, ovviamente, non ce le avrebbero tenute in pensione a gratis... NdR)
La società statale, che dal 1999 si occupa dello smaltimento delle scorie del vecchio programma nucleare italiano, e conta circa 700 dipendenti, non è nuova a battute d’arresto di questo tipo, ma è corsa immediatamente ai ripari. Con una nota, il 24 marzo, ha spiegato di avere già approntato un nuovo bando e di averlo inviato alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. La nuova gara, dice Sogin, partirà da una base più bassa, 135 milioni, e prevederà un tempo di realizzazione dei lavori più veloce.
La soluzione del Cemex è caldamente appoggiata anche dagli ambientalisti e dai combattivi comitati della zona, che non vedono l’ora di togliersi dal giardino di casa l’80% dei rifiuti radioattivi liquidi italiani. I residenti vivono con angoscia questo ennesimo ritardo nella storia infinita delle scorie nucleari di casa nostra.
«E’ chiara l’urgenza di costruire l’impianto che permetterebbe di solidificare quei rifiuti per cui abbiamo il primato in Italia – spiega a "Il Fatto Quotidiano.it" Gian Piero Godio, responsabile Energia di Legambiente Piemonte – e trasportarli in un luogo un po’ meno demenziale di questo, a 20 metri dalla Dora Baltea e meno di 2 km dai pozzi del più grande acquedotto del Piemonte. Sono 30 anni che attendiamo una soluzione».
«Abbiamo annullato la procedura di gara avendo individuato nella documentazione amministrativa alcuni elementi che avrebbero pregiudicato il corretto e celere espletamento dell’iter, ma è imminente il riavvio» è stata la motivazione fornita dalla Spa statale, che però non ha fornito particolari indicazioni sugli ulteriori “elementi” che hanno mandato tutto a monte. Dal 28 di marzo sul sito di Sogin, tuttavia, dovrebbe essere presente il nuovo bando con le norme di partecipazione e tutti gli allegati. Osservazioni piuttosto critiche sulla società guidata da Giuseppe Nucci, quest’estate erano state formulate dalla Corte dei Conti.
«Devo dire che non ero a conoscenza della cosa – nota Andrea Fluttero, segretario della Commissione ambiente del Senato – l’impianto è molto importante per solidificare i liquidi e renderli più sicuri anche dal punto di vista dello stoccaggio, mi auguro che l’annullamento sia un fatto meramente tecnico e non comporti l’ulteriore allungamento dei tempi per realizzare l’impianto». Una speranza condivisa da molti. Ma la sorte dei rifiuti derivanti in parte dal vecchio nucleare italiano rimane confinata in un limbo di incertezza.
Un discorso strettamente collegato a quello del cosiddetto deposito nazionale delle scorie di cui si parla da anni, che dovrebbe essere individuato al più presto, anche in virtù del piano nucleare del governo, come stabilito dal decreto legislativo 31/2010. «I criteri sono in fase di definizione – spiega Fluttero – e io mi auguro che il sito venga individuato al più presto, per dare una degna localizzazione ai materiali provenienti dal decommissioning e dal biomedicale, anche a prescindere dalle nuove centrali» [...]
...insomma, in questo monòpoli del nucleare all'italiana, c'è ancora qualcuno che, come in un mega Forum di Rita Dalla Chiesa, fa finta di credere a ciò che si dice... Questa volta non si tratta dell'avvenuta ricostruzione dell'Aquila, ma della imminente partenza del nucleare italiano, e delle sue magnifiche sorti e progressive... Tafanus
La impagabile finta terremotata pagata 300 euro da Rita Dalla Chiesa si scusa, inguaiando ancora di più se stessa, la conduttrice, la TV del Padrone. E la Pezzopane pensa di querelare Forum...
Sisma, la finta terremotata di Forum: "Chiedo scusa a tutti gli aquilani"
Qualcuno molto potente ha fatto sparire da youtube il video, ma noi ve lo riproponiamo "da altra fonte":
"Non immaginavo di scatenare questo putiferio, chiedo scusa all'Aquila e all'Abruzzo". Marina Villa, 50 anni di Popoli, chiede perdono per le frasi dette durante la trasmissione televisiva Forum, condotta da Rita Dalla Chiesa su Canale 5. La figurante interpretava la parte di una "terremotata aquilana e commerciante di abiti da sposa" in separazione dal marito. Marina, oltre che interpretare il ruolo assegnatole nella finta causa, è andata oltre e ha fatto il punto sulla ricostruzione: "L'Aquila è ricostruita"; "Ci sono case con giardini e garage"; "La vita è ricominciata"; e soprattutto quel "ringraziamo il presidente..." che ha fatto scappare le polemiche. Parole che [...] nessuno mi ha detto di dire, le ho dette di mia iniziativa per rendere la cosa più vera", ma di cui ora chiede scusa pubblicamente (intervista di Claudio Lattanzio)...
Ora attendiamo a pié fermo che i nuclearisti de noantri alla "ilsanta" ci impartiscono l'ennesima lezioncina sulle centrali nucleari, per la gioia di Emanuele Porco, che potrà scrivermi: "ilsanta ti ha fatto fare una figura di merda..."
Dunque, all'esterno della centrale, è apparsa la pistola fumante: il maledetto Plutonio 239, emivita di 24 millenni. Letal-dose: un microgrammo. Un grammo può annientare Milano. Significa non solo che in un reattore (probabilmente il 2) è iniziata la fusione del nucleo, e che la struttura della "tartaruga" (l'ultima barriera fra le barre di combustibile in fusione ed in mondo esterno) ci sia ormai via libera.
A rate, la Tepco ammette. Intanto chiede aiuto ai tecnici di Areva, che non possono certo fare i miracoli. Ma intanto Areva ha già detto che si dovrebbe portare la zona di evacuazione da 30 a 100 chilometri dalla centrale.
Ed ora fate due conticini... cento chilometri di raggio, al quadrato, per 3,14: sono 31.400 chilometri quadrati. In quell'area la densità di popolazione in Giappone è di 900 abitanti per chilometro quadrato. Stiamo parlando di oltre 28 milioni di persone... Che facciamo, li distribuiamo fra le case di Chicco Testa, del Berluska, di Scajola, di Veronesi, del "santa" e di Emanuele Porco?
L'esito potrà essere esplosivo (come a Chernobyl: tutto il danno subito), o una perdita continua, in crescendo, se le lesioni della tartaruga sono abbastanza importanti da impedire l'accumulo "esplosivo" di calore. Come preferite morire? di colpo, o un poco alla volta? Tafanus
Rita dalla Chiesa si giustifica (si fa per dire...): la toppa peggiore del buco
Questo il video youtube che mostra la "giustificazione" di Rita Dalla Chiesa. Una giustificazione che peggiora, se possibile, la sua posizione. Come si deduce da pot-pourri di commenti che stanno piovendo a centinaia su questo video. Rita, un consiglio. La pianti. Non c'è NULLA che sia giustificabile. Chieda umilmente scusa, e poi esca dalla comune. Lo faccia per suo padre. Smetta di infangare il suo nome. Tafanus
I COMMENTI dei LETTORI
FALSA, IPOCRITA jlfrank59
ho letto che la finta aquilana ha scritto sul suo facebook che è stata pagata 300 euro e che ovviamente era tutto finto. Che schifo, venduta per 300 euro. La peggiore delle puttane di B. anedonia8
Signora Dalla Chiesa risponda a questa domanda: Avete dato si o no 300 euro all'"attrice" per leggere un copione?? SI o no? E le ricorderei che qui in Italia qui c'era gente che alle 3.00 di notte rideva dopo il terremoto, quindi ci eviti il predicozzo inutile!!!! Giangio19
Ma ci vuole veramente una faccia di culo pazzesca a "rispondere" di fronte a ciò che è andato in onda... HWWork
Oh oddio poverina i commenti volgari ... hai ragione, gli aquilani dovevano da bravi signori rigraziare lei e forum per averli presi per il culo in diretta tv, e dopo magari mettersi una scopa nel culo e a pulire tutti la stanza... HWWork
Ma nessuno le ha detto che anche se la puntata non l'abbiamo vista esiste internet?!... Io l'ho visto l'intervento di quella "signora"... è stato vergognoso! Noi tutti possiamo vedere le foto reali di cosa è L'Aquila oggi! Internet esiste e da molte informazioni.. basta cercare! IlSuperTacco
Tuo padre si sta rivoltando nella tomba !!! Povero Carlo Alberto morirebbe una seconda volta a sapere che sei una venduta agli amici dei mafiosi (cioè Berlusconi che ospitò Mangano). zdanov1917
Fate davvero schifo. La Dalla Chiesa che cade dal pero peggiora solo la situazione. Pagare una persona per raccontare una valanga di bugie è penoso oltre che molto scorretto. Gli autori e la presentatrice dovrebbero andarsene a casa e rimanerci. Vergognatevi, non si specula così solo per parlare bene del governo e di berlusconi. Vergognatevi!!! MrChinaski074
Rita, se avevi ancora la possibilità di sembrare una persona come si deve (cosa di cui dubito, il tuo atteggiamento normale è di un irriverente quasi diabolico), con questo intervento hai perso tutta la tua credibilità. ivanosky76
Sono vent'anni che ci rompi i coglioni con tuo padre. E che cazzo c'entra con quello che fai tu? Un bel niente; stipendiata da un mafioso, ma come cazzo fai a guardarti allo specchio alla mattina... RefurbishedBrain
La signora Dalla Chiesa dovrebbe tacere, vergognarsi e prendere le distanze da questa farsa messa in piedi dalla solita tv fasulla che fa capo al presidente del consiglio. Tentare di giustificarsi non fa altro che renderla ancor più ridicola patatunfete
Capra berlusconiana, Mediaset negli ultimi 20 anni ha rincoglionito una nazione, filtra sistematicamente le notizie e ci fa apparire l'Italia del Cavaliere come un fantastico mondo dei balocchi, dove non succede nulla di grave e le cose funzionano perfettamente, e quando non funziona qualcosa è sempre per colpa dei comunisti (!) Taufox
Cara Dalla Chiesa, nessuno mette in dubbio che anche a voi stia a cuore il destino de L'Aquila, solo sembra quanto mai vergognoso che vengano inscenati teatrini puramente a scopi politici e di propaganda riguardo a calamità così ancora vive nella memoria e tragiche....e lo dico da sostenitore del centrodestra... prandolas
La toppa peggiore del buco: è chiaro che tuo padre non c'entri niente con te, ma è ancora più chiaro che TU non c'entri niente con tuo padre. Altra razza. Hai lasciato dire (o sei stata parte attiva?) un sacco di minchiate propagandistiche ad una mitomane, senza controllare. Non si firmano delle liberatorie, in Mediaset? Hai lasciato impunemente dire che l'Aquila è rinata, e che ci sono 300 sfollati profittatori, ormai, che VOGLIONO vivere da parassiti e sfollati. Vergognati. tafanarius(...sono io...)
Smetto qui, altrimenti vomito. Chi volesse vedere l'opera omnia dei commenti alla toppa dell'ineffabile Rita Dalla Chiesa, trova il tutto sul link a youtube, nei commenti al video. Tafanus
Sull'onda dell'avanzata dei verdi in Germania, il ciwati si lancia nel consueto attacco al PD, il partito dal quale incassa la pagnotta. Lui, il ciwati, si che è uno moderno! Mica come quel PD nel cui piatto continua a pucciare il pane! Il civati, pensate, aveva capito il valore dell'ambientalismo già nel 2007... Un precursore. Leggete cosa scrive sul suo blog, con sprezzo del ridicolo, DOPO la vittoria degli ambientalisti tedeschi durante questo week-end...
"...Il motivo è semplice: del tutto inascoltato da un ceto politico un po' passatista, da anni ormai sostengo che il tema dell'ambiente è di alto valore strategico, soprattutto per un grande partito di governo che vuole cambiare le cose, come dovrebbe essere il Pd. Se n'era parlato nel 2007, quando Veltroni lanciò l'«ambientalismo del fare», che fu però letto (e vissuto) da molti come uno slogan e poco più, con una leggera sfumatura ossimorica che non aiutava..."
Vorrei spiegare al ciwati che l'ambientalismo esiste, nel mondo, da circa tre lustri prima che il ciwati vedesse la luce, e da circa 44 anni prima che il ciwati e wuolter... Ecco un estratto di cosa scrive [Wikipedia]:
"...Sulla spinta degli effetti inquinanti dello sviluppo industriale nacquero negli anni sessanta i primi dibattiti politici. Nel 1962 Rachel Carson pubblicò il libro Silent Spring (Primavera silenziosa) che criticava l'uso indiscriminato che si faceva allora dei pesticidi, destò notevoli polemiche e interesse fra la gente comune, e stimolò il nascere di una legislazione - fino ad allora assente - orientata alla tutela dell'ambiente.
I primi movimenti ambientalisti cominciarono ad organizzarsi politicamente negli anni settanta. Il primo Partito Verde della storia nacque in Australia nel 1972, precisamente in Tasmania, era il "Gruppo Tasmania Unita" (United Tasmania Group, U.T.G.) mentre in Europa il primo partito ambientalista fu fondato in Gran Bretagna nel 1973 (dapprima nominato People, poi Ecology Party ed infine Green Party).
La coscienza ambientalista ricevette una spinta propulsiva dopo la pubblicazione, nel 1972, del Rapporto sui limiti dello sviluppo, a cura del Club di Roma, che prediceva pessime conseguenze sull'ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della specie umana a causa della crescita della popolazione mondiale e dello sfruttamento di risorse correlato. (Questo celeberrimo rapporto, pietra miliare dell'ambientalismo ragionato e non ideologico, vide la luce tre anni prima che lo spermatozoo rivoluzionario- rottamatore si trasformasse in persona fisica... NdR) [...]
In Italia il partito dei Verdi fece la sua comparsa nel 1985, andando poi a costituire la Federazione dei Verdi (il ciwati aveva ben 13 anni, e forse frequentava da seconda media inferiore... NdR)...
Ora attendiamo con impazienza il parere del ggiovane Renzi... come farà a mettersi di traverso contro il suo socio rottamatore Ciwati? ma in fondo gli riuscirà difficile anche mettersi contro il suo nano di riferimento, padre, insieme a Scajola, del nuclearismo 'de noantri... Ma ecco che Renzi Scavolini, il più amato dagli italiani, anche sul nucleare riesce a dire il nulla assoluto, e a dirlo anche male... Tafanus
Renzi ed il nucleare: un uomo, una supercazzola con scappellamento a destra...
Quello che è successo l’altra sera alla trasmissione di Rita Dalla Chiesa fa rabbrividire. Una finta terremotata descrive la notte del terremoto, una paura mai in realtà provata, problemi mai avuti e alla fine ringrazia, con inchino, il presidente (”il governo”, corregge la conduttrice) per tutto quello che ha fatto eccetera eccetera.
Fa rabbrividire perché è un oltraggio a chi quella notte è morto, ha perso i propri cari, la propria casa. Fa rabbrividire perché, l’uso di figuranti per adulare il governo è un segno di enorme degrado civile e politico.Fa rabbrividire perché c’è qualcuno che ha scritto questo copione e che continuerà a fare il proprio mestiere.
E siccome non voglio proprio credere che una cosa del genere sia stata ordinata dall’alto (cioè in ultima istanza dal “presidente”) sarebbe una bella cosa, per tutti coloro che il 6 aprile 2009 hanno davvero sofferto e continuano a soffrire, che chi ha pensato e messo in onda questa sconcezza venga rimosso. Subito.
Piervittorio Buffa
Ieri, dopo aver scritto il post sulla Dalla Chiesa, ho ricevuto molti commenti e messaggi di apoprezzamento, ma anche alcuni (pochi) messaggi di dissenso. Troppo duro con la Dalla Chiesa, e poi cosa c'entra, tirare in ballo il padre? Lo rispiego: c'entra, perchè ad aver gestito, organizzato, condotto (o quanto meno avallato) questa ignobile marchetta è stata, e lo ripeto, la figlia di un uomo ucciso dalla mafia mentre serviva lo stato. Ucciso da quella stessa mafia che non ha mai fatto mancare, da 17 anni a questa parte, il suo affettuoso sostegno a quella parte politica dalla quale Rita Dalla Chiesa ha ricevuto generosamente gloria (?) e ricche prebende.
Oggi, dopo aver visto il filmato che mostra questa ben pasciuta "signora" mentire spudoratamente per un bancomat, la nausea trabocca. Questa signora si cala con levità nella parte di sciacalla per 300 euro, raccontando di sofferenze che non sono mai state sue. Una marchetta. Una piccola, miserabile marchetta da ben pasciuta sciacalla. Sarà la "predisposizione" al mestiere, visto che nella vita reale gestiste un'agenzia di pompe funebri.
Oggi la mia indignazione nei confronti di Rita Dalla Chiesa diventa ribrezzo allo stato puro. Non voglio sapere di chi siano le maggiori o minori responsabilità. So che TUTTO lo staff di questo ignobile programma ora dev'essere raso al suolo come da uno tsunami. Autori, conduttori, produzione, responsabile di rete. Non si può vivere con la bocca piena di peluzzi di culi flaccidi. Vadano via tutti, si tolgano e ci tolgano da un insostenibile imbarazzo.
L'altro giorno, in albergo, non ancora completamente sveglio, sfogliavo i giornali cartacei. L'occhio mi si posa su un titolo, che per un attimo mi fa sentire cittadino europeo: "Via dalla Rai il DG Masi: ha fallito nel suo compito". Caspita, mi sono detto... stiamo ridiventando un paese normale? Masi cacciato per il crollo di share della Rai? per il naufragio dei conti? per l'eccesso di servilismo nei confronti di Berlusconi?
Poi prendo il primo caffè, mi stropiccio gli occhi, leggo il corpo dell'articolo, e di colpo capisco che no, è stato tutto un sogno... Masi (che ha già detto "io non mi dimetto"), dovrebbe essere cacciato, nel corso del prossimo CdA, non già per aver fallito gli obiettivi economici e di servizio della RAI (di cui non frega niente a nessuno), ma per aver mancato l'obiettivo di cacciare, in blocco, Floris, Santoro, Fabio Fazio, e Milena Gabanelli. Sic. Ecco... mi sembrava... No, non siamo tornati in Europa. Stiamo affondando sempre più le radici nel Grande Suk RaiSet.
Si fanno già i nomi dei sostituti.
Uno dei nomi che corrono è quello di Lorenza Lei, da anni capo dello staff della direzione generale. Nominata da Agostino Saccà, all'epoca in cui era direttore, la Lei è stata poi confermata nell'incarico sia da Flavio Cattaneo che da Alfredo Meocci. Una donna per tutte le stagioni, purchè berlusconiane. Precedentemente era stata anche capostruttura di Raiuno e responsabile organizzativa della struttura Rai per il Giubileo. Sono già segnalate, in entrata, fiumi di telefonate di "disinteressato sostegno" da parte delle "gerarchie ecclesiastiche".
L'altro nome che corre è, se possibile, ancora più ignobile. Si tratta di Antonio Verro. Chi era costui? per ricostruire, devo correre con la memoria alla fine degli alli '60, quando Berlusconi completa (e deve vendere) il Centro Residenziale Edilnord di Brugherio. Ottocento appartamenti distribuiti su 18 palazzoni di otto piani, di cui un palazzone del "Condominio dei Cedri" totalmente abusivo, così come abusivi sono tutti i piami attici di TUTTI gli altri palazzoni. In totale, un centinaio di appartamenti di pregio (attici e superattici) totalmente abusivi. Niente paura. Silvio "sana" tutto col comune di Brugherio, regalando al Centro un asilo ed una scuola elementare che sono poco più che dei prefabbricati, per un totale di meno di dieci aule complessive. Valore stimato: non più di 5 di quei cento appartamenti abusivi.
OK, il prezzo è giusto. Paghi 5, sani 100. Nell'Edilnord di allora muovevano i primi passi, accanto a Silvio, l'attuale senatore Comincioli, di cui leggiamo su Wikipedia:
"...Compagno di scuola e poi manager, amico di Silvio Berlusconi, per i suoi rapporti con banda della Magliana venne imputato a Roma, poi assolto. Accusato poi di bancarotta fraudolenta, è stato latitante per alcune settimane. Infine imputato nel processo per le false fatture di Publitalia. È uno dei rappresentanti di Forza Italia al Senato della Repubblica, dove ha attualmente raggiunto i tre mandati..."
Manager??? Comincioli, negli anni '60, faceva il venditore di appartamenti al Centro Edilnord. Ma almeno era qualcuno, con la sua gallonata tenuta da portiere del Negresco... Negli stessi anni muoveva i primi passi, all'interno della Edilnord SaS, questo Antonio Verro, tanto per cambiare siciliano, amico di Dell'Utri. Io ne ricordavo il nome, ma non le funzioni, che evidentemente non avevano lasciato traccia nella mia testa. Così ho chiesto in giro, a gente che con l'Edilnord aveva avuto a che fare più e prima di me. Verro manager? Per piacere!!! a fine anni '60 Verro aveva poco più di vent'anni, e l'unica definizione del suo ruolo professionale che sono riuscito a raccogliere è stata quella di "galoppino" della Edilnord sas.
Poi, come tanti, è rimasto nell'orbita berlusconiana, e quando Silvio è "sceso in campo", per salvare il paese che ama, è finito nel calderone dei venditori Pubblitalia, militarmente inquadrati da Marcello Dell'Utri, finiti nel partito di plastica, traghettati in parlamento, e poi in ruoli di sottogoverno. E' nel 2006, nel corso della sua resistibile ascesa, che Antonio Verro finisce, per meriti di fedeltà al capo, nel CdA della RAI. Dove si distingue per i feroci attacchi a tutti i nemici di Silvio, e per la strenua, ma difficile difesa delle porcherie che hanno riguardato un certo direttore di TG, e l'uso disinvolto delle carte di credito aziendali. Ora, il nome di Antonio Verro è fra i più gettonati come futuro DG della RAI. Se possibile, persino peggio di Saccà, di Cattaneo, di Meocci, di Masi... E' proprio vero che al peggio non c'è mai limite. Pensi di aver toccato il fondo con Masi, ma puoi sempre metterti ad approfondire la buchetta...
Intanto il Direttorissimo Augusto Minzolini, sulla faccenda delle carte di credito, si avvia a mollarci un sonoro "ceffone morale". Ha annunciato che, per farci vedere di che stoffa è fatto, restituirà quanto speso con le carte aziendali. Un uomo tutto d'un pezzo. Non ci spiega perchè abbia speso 11 volte il plafond fissato dall'azienda per i direttori di TG, e sostanzialmente rispettati sempre, da tutti, tranne che da lui. Non ci spiega come facesse, a volte, ad essere in un luogo ma anche in un altro. Non ci spiega come abbia speso 80.000 euro anzichè 7.000... Però ci da una grande lezione morale: precedendo una quasi certa mozione di condanna della Corte dei Conti, ha deciso: ci sbatterà in faccia questi soldi. Così impariamo.
Li restituirà di tasca sua? Dipende... perchè la RAI, in deroga ad una regola osservata SEMPRE, ha autorizzato Minzolini a scrivere editoriali per un giornale esterno alla RAI. Quale? Beh... avete indovinato: per "Panorama", settimanale di "famigghia" del Presidente Bunga Bunga. A quanto ammonti la remunerazione concordata non è dato sapere. I maligni pensano che non si andrà lontani dal vero ipotizzando un compenso complessivo intorno agli 80.000 euri. Per pura combinazione, cifra vicina a qualla che Augusto Minzolini si accinge a sbatterci sdegnosamente sul grugno. Insomma, paga Mondadori. E pagheranno anche gli azionisti privati di Mondadori, visto che stiamo parlando di un'azienda quotata.
L'authority per la comunicazione ha niente da dire? e la Consob, potrebbe emettere un sospiro? E il fatto che qualcuno restituisca (previo un aiutino del premier e degli ignari azionisti Mondadori) l'eventuale maltolto, estingue eventuali reati collegati? Ma vedrete... chiunque verrà dopo Masi, farà senz'altro piena luce sull'oscuro episodio. Amen. Tafanus
Il coordinatore di Futuro e Libertà intervistato da Fazio a Che tempo che fa sulla sua presunta relazione con il ministro delle Pari opportunità e sull'intervista rilasciata dalla moglie a Vanity Fair
ROMA - "Colgo l'occasione per chiedere scusa per gli errori che ho commesso". Così Italo Bocchino, coordinatore di Fli, intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa sulla vicenda della sua presunta relazione con il ministro Mara Carfagna e sull'intervista rilasciata 1 qualche giorno fa da sua moglie, Graziella Bontempo.
"Quando siamo andati allo scontro così coraggioso contro una macchina da guerra dal punto di vista dei mezzi a disposizione di Berlusconi - dice l'esponente di Futuro e libertà - sapevamo che sarebbe stato un periodo molto duro e che saremmo stati attaccati duramente. Non mi aspettavo però che si arrivasse addirittura a far leva sugli affetti per cercare di creare problemi. Questo l'ho sofferto molto".
Quanto all'intervista concessa dalla moglie a Vanity Fair, Bocchino afferma: "A prescindere dal merito che riguarda il privato di alcune persone, c'è da dire che nel momento in cui ho letto quell'intervista non ho potuto non tener conto che è un elemento di forte sofferenza di mia moglie. Se mia moglie soffre io come marito e come padre ho il dovere di capire il perché e ho il dovere di chiedere scusa. Quindi colgo l'occasione per chiedere scusa degli errori che ho commesso".
In quell'intervista Graziella Bontempo aveva ammesso di essere a conoscenza della relazione tra il marito
e Mara Carfagna: "Roberto d'Agostino qualche settimana fa mi ha detto: sai, gira voce di foto di tuo marito con la Carfagna, foto un po' intime?. Io gli ho risposto: 'Se ci sono, pubblicale. Tanto non è che non lo so che lui ha questa relazione'". E ancora: "lo sapevo da due anni e mezzo. Italo sostiene di averla troncata. Per carità, l'avrà troncata: lei si è fidanzata, ora dice che si sposa".
...ma come... la Carfagna non è quella che si "autocertificava", sul suo sito e in interviste pubbliche, come tifosa della triade "Dio, Patria, Famiglia"? Questa soubrette prestata alla politica non finirà mai di stupirci... NdR
Oltre 14mila contatti fino alle 16 di domenica per la brutta storia di Forum e decine e decine di commenti, fra cui, alle 12,56, anche quello di Rita Dalla Chiesa che in due righe chiede di scriverle all'indirizzo della trasmissione: "Scrivetemi a [email protected]". Replica del direttore Del Giudice: ci scriva lei e ci spieghi. Cittadini e Associazioni invitano la famosa presentatrice: venga a L'Aquila a vedere le cose come stanno. L'Aquila, l'Abruzzo e l'Italia indignati e offesi da quello che hanno visto e sentito durante una trasmissione che ha dato un esempio di pessima informazione travestita da spettacolo, a 10 giorni dal secondo anniversario del terremoto del 6 aprile 2009. Ricordiamo i fatti raccontati nel servizio di Monica Di Fabio, pubblicato venerdì sera dopo la scoperta. Eccoli.
Da copione dovevano essere aquilani e sposati, con due figli grandi. La prima cosa che li tradisce è l'accento, che di aquilano non ha granché. La loro vicenda di terremotati raccontata a Forum ha fatto sussultare la comunità dei veri aquilani che da ieri su Facebook si trasmettono indignazione e rabbia di profilo in profilo, perché quella coppia ha detto che a L'Aquila tutti hanno le case, che a L'Aquila non c'è più la paura, che solo 300 aquilani sono rimasti fuori e "mangiano e bevono a spese dello Stato", lanciandosi in sperticate descrizioni di una ricostruzione che a L'Aquila non esiste e che, probabilmente, non hanno nemmeno vissuto, come non hanno vissuto la scossa del 6 aprile 2009 a L'Aquila che avrebbe "staccato i termosifoni dalle pareti", come raccontano.
Di lei la rete dice che potrebbe essere originaria di Popoli. Lui di certo vive in un paese del Chietino, con la passione per lo spettacolo. I nomi di battesimo, forse, sono l'unico frammento di verità che loro concedono alla puntata che sull'Aquila e sul suo presente finisce col dipingere un panorama irreale. Peggio, surreale.
La donna chiede a quello che dice ex marito 25.000 euro per rimettere in piedi la sua attività, dice di fare la sarta. Lo fa ringraziando il presidente Berlusconi per le cose fatte alla "sua" città: «Non ci ha fatto mancare niente, ha dato a tutti case con giardini, garage e tutti lavorano. Voglio quei soldi perché tutte le attività hanno riaperto, tranne la mia. L'Aquila è in piena ricostruzione, sta tornando come prima».
Mentre Rita Dalla Chiesa ricorda il valore dell'intervento della protezione civile e di Bertolaso, la sedicente sarta è un fiume in piena: «Sono rimasti fuori solo 300/400 persone, stanno in hotel perché gli fa pure comodo, mangiano, bevono e non pagano nulla, pure io ci vorrei andare». Sono cose pesanti da digerire per un aquilano e anche per chi a L'Aquila non vive, ma vede come vanno le cose. E le mail che ricordano le vittime, Davide Centofanti, uno dei ragazzi della Casa dello studente, gli interventi del pubblico che dicono che la realtà non è esattamente come la descrive la signora, non riescono a restituire un'immagine realistica della situazione aquilana, anche perché l'ultima mail letta in puntata è quella di Anna di Pescara, lavora a L'Aquila e dice che lì la gente è un po' vittimista.
«Ho scritto alla Dalla Chiesa e la inviterò a L'Aquila - annuncia l'assessore all'Assistenza alla Popolazione del Comune dell'Aquila Stefania Pezzopane (lettera in allegato sotto) -questa storia a meno di una settimana dal secondo anniversario del tragico sisma è andata su una trasmissione televisiva a larghissimo pubblico, è uno sgarbo gravissimo agli aquilani. Racconta storie non vere, una fiction con finti aquilani che si spacciano per tali, sono rimasta profondamente meravigliata che tale messaggio sia passato da un programma di Rita Dalla Chiesa, una donna colpita nella sua vita e che dovrebbe sapere cosa significa l'isolamento e quali sono i rischi dell'isolamento, per aver vissuto direttamente una tragica storia d'Italia. La invito a venire a L'Aquila a parlare con aquilani veri, a venire negli alberghi dove vivono ancora circa 40.000 sfollati e fra questi c'è una grossa percentuale che muore, che non rientra ancora nella propria casa».
Colpiti dalla rappresentazione di una tragedia lontana: «Della sartoria della signora a L'Aquila non c'è mai stata ombra - continua la Pezzopane - se avessero voluto raccontare storie vere, qui ne abbiamo tante. Il fatto che si sia voluto rappresentare un dramma con una storia finta la dice lunga sulle intenzioni di certi mezzi di informazione che hanno oscurato L'Aquila per mesi e ora, alla vigilia del secondo anno, quando sono attesi mezzi di informazione da tutta Europa in città, cercano di "ridimensionare" un presente che non è quello raccontato».
«E' la cosa più spiacevole che potesse capitare a un passo dal secondo 6 aprile - dice Stefano Cencioni, uno dei tanti cittadini che la domenica vanno in centro a togliere le macerie - Scriverò a Rita Dalla Chiesa per invitarla a L'Aquila, deve venire a rendersi conto. Non possono passare spot come quello passato ieri. Scriverò anche a Chiodi, perché protesti su quello che è accaduto: non possiamo essere descritti in questo modo da chi non conosce la nostra situazione e non vive giorno per giorno la ricostruzione aquilana».
Stefania Pezzopane scrive a Rita Dalla Chiesa
L'assessore alla Cultura e alle Politiche sociali Stefania Pezzopane, dopo la puntata della trasmissione “Forum” nella quale due ospiti hanno parlato della situazione all'Aquila, e dopo il dibattito che ne è seguito, ha scritto una lettera alla conduttrice Rita Dalla Chiesa:
“Gentilissima dottoressa Dalla Chiesa, le scrivo, da donna a donna, in ragione della stima che da sempre nutro nei suoi confronti, come persona e come professionista, nella certezza di trovare riscontro e comprensione. Lei, da persona che ha avuto un'esperienza così forte del dolore, potrà comprendere il disagio mio e di tutti i cittadini aquilani, dopo la puntata di “Forum” andata in onda ieri. Durante la trasmissione persone che, mi risulta, nulla hanno a che vedere con L'Aquila, hanno parlato della situazione attuale, facendone un quadro distorto e assolutamente non veritiero. Noi tutti che, a due anni dal sisma, di cui a giorni andremo a commemorare l'anniversario, viviamo quotidianamente il dramma e la desolazione di vedere la nostra città distrutta e abbandonata, ci sentiamo offesi e presi in giro. La nostra, oggi, è un'esistenza precaria, in case provvisorie e scuole promissorie, senza i nostri luoghi, i nostri spazi, la nostra stessa identità di comunità che fatica a ritrovarsi.
Gli anziani giocano a carte sotto le pensiline degli autobus e i bambini hanno, come spazio di gioco, solo i centri commerciali. L'economia è al tracollo, l'occupazione in affanno, e temiamo che i nostri giovani abbandonino la città se non partirà la ricostruzione, non solo quella strutturale, ma anche quella sociale ed economica. Come amministrazione comunale facciamo il possibile e anche di più, ma non è facile senza una vera autonomia, poiché il potere di decidere è nelle mani dei commissari, e senza certezza di fondi, che arrivano con il contagocce anche per l„assistenza alla popolazione. La città che vive quotidianamente tutto questo, con famiglie che hanno perso il lavoro e devono pagare i mutui sulle case crollate, si è sentita ferita e vilipesa. Per questo la invito a venire all'Aquila per vedere con i suoi occhi come si vive qui e che cos'è stato il nostro terremoto. Sono certa che il suo sguardo di giornalista acuta e intelligente e la sua sensibilità di donna sapranno cogliere e comprendere la realtà dei fatti e restituire la giusta verità al nostro dramma”. Stefania Pezzopane.
Anch'io voglio scrivere a Rita Dalla Chiesa, senza l'obbligo del "paludato rispetto" che ingessa la lettera della Pezzopane. Io non ho obblighi...
Signora Dalla Chiesa,
devo dirle che vederla gigioneggiare per anni nelle reti di Berlusconi, padrone del partito che in Sicilia sbaraglia il campo per 62-0 (in una regione dove non si muove foglia che la mafia non voglia), mi ha sempre creato un forte disagio. Suo padre è crepato, insieme a sua moglie, e all'agente Domenico Russo, per difendere la legalità in questo paese. Lei, senza pudore, flirta con le TV di colui che è sospettato (visti i risultati elettorali) di non essere poi così inviso agli assassini di suo padre. Suo fratello Nando ha fatto altre scelte di campo: più decenti, comprensibili, coerenti. Lei ha fatto una scelta di palcoscenico, più che di campo. Lo confesso... vederla "grazioseggiare" nelle TV del Presidente Bunga-Bunga, il benefattore di Marcello Dell'Utri, il fedele alleato di Totò Vasa Vasa Cuffaro, il datore di lavore dell'assassino di mafia Mangano, suscita sconcerto in TUTTE le persone perbene di questo paese (...ne esistono ancora, sa?...).
Infine, vederla sponsorizzare nella sua trasmissione la ignobile marchetta televisiva di due finti aquilani, che esaltavano una rinascita de L'Aquila che non c'è mai stata, è stata. mi consenta, un'esperienza deprimente e vergognosa. Perchè, signora mia delle due l'una: o lei è consapevolmente corresponsabile della costruzione di questo ignobile falso, e allora dovrebbe cacciarsi da sola da questo mestiere. Oppure lo ha fatto in buona fede, ma allora dovrebbe allontanare se stessa da questo mestiere per conclamanta incapacità di svolgerlo. Mi creda, non è difficile, per un'italiana di media cultura, sapere quale sia la situazione dell'Aquila. Sarebbe bastata una rapida gita, o una visita a due o tre siti, o la lettura di giornali locali online (a richiesta, le posso fornire una lunga lista di siti, ai quali non risulta che ormai L'Aquila sia rifiorita, e che solo trecento fannulloni insistono nel voler vivere a scrocco da terremotati).
Signora, L'Aquila non meritava quest'ultimo sfregio. Non meritava il suo panegirico di quella cricca (di cui parte importante era il dottor Bertolaso), di cui alcuni "soci" la notte del terremoto ridevano, al pensiero dei fiorenti affari, sporchi di sangue, che si prospettavano... Lei, signora, avrebbe il dovere umano, professionale, politico, etico di uscire dalla comune, e di liberarci una volta per tutte dalla sua imbarazzante presenza televisiva.Lo deve a noi, lo deve agli aquilani, lo deve a suo padre, lo deve innanzitutto a se stessa, che lo capisca o no.
Un nuovo studio commissionato da Greenpeace Germania a Helmut Hirsch, esperto di sicurezza nucleare, rivela che l'incidente alla centrale giapponese di Fukushima, avrebbe gia' rilasciato un tale livello di radioattivita' da essere classificato di livello 7, secondo l'International Nuclear Event Scale (INES).
Radiazioni al triplo del valore minimo per la classificazione 7 Lo studio di Hirsch, che si basa sui dati pubblicati dall'Agenzia Governativa Francese per la Protezione da Radiazioni (IRSN) e dall'Istituto Centrale di Meteorologia Austriaco (ZAMG), ha rilevato che la quantita' totale di radionuclidi di iodio-131 e cesio-137, rilasciata a Fukushima tra 11 e il 13 marzo 2011, equivale al triplo del valore minimo per classificare un incidente come livello 7 nella scala INES. Il livello 7 e' quello massimo di gravita' per gli incidenti nucleari, raggiunto in precedenza solo durante l'incidente a Cernobyl del 1986. Greenpeace ha inviato in Giappone un gruppo di esperti che da oggi inizieranno a monitorare i livelli di contaminazione radioattiva intorno alla zona di evacuazione.
Mentre a Cernobyl l'incidente aveva coinvolto un solo reattore, a Fukushima, osserva Greepeace, "si è avuto rilascio di radioattivita' da quattro reattori. I reattori 1, 2 e 3 hanno subito perdita di liquido refrigerante che ha portato alla fusione del combustibile nucleare. La piscina del reattore 4, contenente combustibile nucleare esausto, ha perso liquido refrigerante fino a produrre un incendio che ha coinvolto il combustibile. Un'esplosione di idrogeno ha infine distrutto la struttura del reattore 4". "Sommando i rilasci di radiazione da tutti i reattori dell'impianto di Fukushima-daiichi, ovvio che si raggiunto il livello 7 nella scala INES. Sono tre incidenti di scala "7" E' probabile che la quantità totale di radiazione equivale al triplo del valore minimo per classificare un incidente come livello 7. Il rilascio di radioattività, infatti, 100.000 TBq (TeraBequerel) per ogni reattore, dunque si tratta di tre incidenti di scala 7" conclude Hirsch, l'esperto tedesco che ha redatto lo studio. Greenpeace si dice particolarmente preoccupata per gli effetti che la ricaduta radioattiva avra' su un paese ad alta densita' di popolazione come il Giappone. La maggior parte della radioattivita' di Cernobyl ricaduta sulla Bielorussia, con una densita' abitativa di 40 persone per chilometro quadrato. Il Giappone ha una densita' media di 800 persone per chilometro quadrato. L'area metropolitana di Tokyo ha densita' di oltre 1200 persone per chilometro quadro. "Le implicazioni per la dose collettiva di radiazione sulla popolazione - conclude l'associazione - potrebbero essere enormi".
Tensione, ma nessun incidente, durante la cerimonia per il taglio del nastro alla nuova fermatadi Affori: fischi anche per il viceministro Castelli. I cittadini chiedono più parcheggi e meno rumore
Polemiche e tensione alla cerimonia per l'inaugurazione a Milano di quattro nuove fermate della linea metropolitana 3, che da Maciachini arriverà fino a Comasina. La festa, con tanto di simbolico taglio del nastro, è stata affiancata dalle proteste di centinaia di residenti che hanno accolto le autorità al grido di "buffoni" e "vergogna". Alcuni avevano sul volto delle maschere di Batman e ironizzano sulla vicenda della 'Bat casa' che ha coinvolto il figlio del sindaco.
Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e il viceministro delle Infrastrutture, Roberto Castelli, sono arrivati nella nuova fermata di Affori, dove la metropolitana 3 si incrocia con la linea delle Ferrovie Nord. Con loro anche il vicesindaco Riccardo De Corato. Ma il taglio del nastro per un allungamento della metropolitana atteso da anni è stato segnato dai fischi, dal suono di vuvuzela e dalle contestazioni dei cittadini, che chiedono più parcheggi e l'interramento di un tratto della linea dell'autostrada.
Sul sito del neominsitro nessuno ha aggiornato le pagine, e spuntano le dichiarazioni vergate dal neoministro prima dell'ingresso nella maggioranza e della nascita dei responsabili
ROMA - Un ingresso nel governo? "Fantasticherie, non so se piangere o ridere". Berlusconi? "Un generale 'lìder maximo'. Non sono interessato alle sue offerte". Così scriveva Saverio Romano, neo-ministro per le Politiche agricole, sul suo sito ufficiale, dal quale lanciava attacchi non solo contro il suo rivale locale, quel Raffaele Lombardo che accusava a più riprese di essere un trasformista, ma anche contro il governo e il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi.
Pagine virtuali che raccontano prima l'impegno con l'Udc (fino a settembre dello scorso anno), poi il divorzio da Pierferdinando Casini (a seguito della nascita del quarto governo siciliano Lombardo) e, infine, la nascita dei Popolari di Italia Domani e l'appoggio a Berlusconi. Eppure, sul suo blog, l'avvocato 46enne non faceva altro che ripetere di essere contro ogni forma di trasformismo, e si scagliava contro quanti intendevano la politica come "un'occupazione di poltrone".
Basta leggere l'indignazione con la quale riferisce di una proposta che, a suo dire, gli avrebbe fatto Casini. E' il 29 settembre, e il politico siciliano scrive: "Casini mi ha offerto di fare il ministro in un governo Pd-Udc in cambio di un sostegno dell'Udc Sicilia alla sua linea politica che prevede una deriva a sinistra e un accordo con D'Alema e Bersani. Credo che questa proposta di Casini possa tranquillamente configurarsi come un caso di scuola di tentata compravendita politica". Una proposta che Romano non potrebbe mai accettare, perché, sostiene, nella sua attività politica è guidato dalle "doti di onestà, generosità e lealtà che ha appreso dal padre", consapevole che "nessun prezzo può bastare per comprare la libertà di ognuno di noi". In quello stesso post (datato 11 settembre 2010) l'allora segretario dell'Udc Sicilia scriveva: "Desidero essere ricordato come uno che non ha mai cambiato bandiera".
Quando, a seguito delle sue dimissioni da segretario dell'Udc, qualcuno inizia a profetizzare un ingresso nella compagine governativa, Romano reagisce stizzito: "Leggo già da diversi giorni di un mio inserimento in una lista di futuri sottosegretari del governo, ma è evidente che si tratta di fantasticherie. E' chiaro che il premier ha tutto l'interesse a cavalcare l'onda del dissenso che ho espresso all'interno dell'Udc, ma la mia è una posizione politica dettata dalla voglia di dare un contributo alla crescita del nostro Paese. Non so quindi se piangere o ridere davanti a ciò che hanno scritto i giornali in questi giorni" (24 settembre). Il titolo del post è ancora più netto: "Non sono interessato alle offerte di Berlusconi".
Per lui, il trasformismo è il vero nemico della politica e della democrazia, ed è questo uno dei punti cardine dei Popolari di Italia Domani (Pid), la nuova formazione presentata ufficialmente il 7 ottobre: "Respingiamo al mittente le accuse di chi ci ha definiti dei venduti: chi ci ha accusato si era appena venduto per ambizioni personali e per qualche poltroncina", tuonava l'11 ottobre dal suo sito personale il futuro capogruppo alla Camera dei Reponsabili. Pochi mesi prima, lo stesso rivolgeva un appello, dal suo sito, ai parlamentari nazionali della Sicilia, "a non votare la finanziaria di Berlusconi" (26 luglio), perché i suoi tagli avrebbero prodotto "effetti nefasti in particolare sul Mezzogiorno".
La guida dei Responsabili è ancora molto lontana, e Romano, nel settembre del 2009, può ironizzare sul fatto che Berlusconi si sia paragonato ad Alcide De Gasperi: "E' infatti nota la sobrietà di Berlusconi, il suo rispetto per le istituzioni dello Stato e per l'opposizione ma di Berlusconi ammiriamo anche il suo elogio del pluralismo dell'informazione, i toni pacati ed equilibrati dei suoi discorsi politici, il suo interesse per lo sviluppo del Mezzogiorno, la lungimiranza della sua politica estera fatta essenzialmente di pacche sulla spalla a Putin, Gheddafi e George W. Bush. Tutte doti che De Gasperi non aveva e che Berlusconi invece possiede".
La bocciatura dell'operato del governo è netta, e l'allora segretario regionale dell'Udc coglie persino una "deriva autoritaria e plebiscitaria, ideata, voluta e predisposta nei minimi dettagli da un uomo che si chiama Silvio Berlusconi" (maggio 2009). Romano punta il dito contro il partito costruito dal premier: "Quale idea di partito ha il leader del Pdl se è vero come è vero che in quello di cui è padrone non è concepibile pensarla diversamente da lui? Ad un regime autoritario si può arrivare anche con una subdola forma di democrazia e laddove viene si cerca di squalificare il ruolo del Parlamento innestando un rapporto diretto, mediatico, personalista e carismatico con il popolo. E' con queste credenziali e con questo modo di concepire la politica che Berlusconi si presenta al cospetto del partito popolare europeo, in cui sta facendo confluire i post fascisti che oggi fanno parte del suo partito".
Tanti gli attacchi riservati alla Lega, accusata di tenere in ostaggio il governo: "Qual è il numero esatto dei ricatti che Berlusconi dovrà subire dalla Lega pur di non far cadere il governo? Mi piace pensare, anche se nutro molti dubbi in tal senso, che Berlusconi e il Pdl la pensino diversamente dalla Lega di Bossi e che si limitino a chinare loro la testa per bieco calcolo elettorale e per garantire la sopravvivenza del governo. Mi riferisco, in questo caso, alla politica xenofoba e razzista che non più tardi di oggi il Premier ha legittimato, assecondando un modello sociale che non considera la ricchezza della società multietnica - che nel nostro Paese è una realtà consolidata - e che mira a creare nel Paese una spinta verso l'odio razziale (11 maggio 2009)". Tra i provvedimenti governativi contestati dall'allora esponente dell'Udc, c'è lo scudo fiscale, che viene ribattezzato "scudo penale" ("Siamo di fronte ad un colpo di spugna mascherato messo in atto con un provvedimento vergognoso sui reati tributari. Viene favorito non solo chi ha portato illecitamente i capitali all'estero ma anche chi vorrà portare in Italia capitali dall'estero, anche se all'estero non li ha, per ottenere un'assoluzione a buon mercato", scriveva sul sito). Un provvedimento che rende "demagogica" la "lotta alla criminalità organizzata", tanto che Berlusconi viene accusato di "favorire il riciclaggio di Stato".
Sono tutte certezze che evaporeranno col passare dei mesi, quando Romano diventerà l'animatore di quella terza gamba che permetterà al governo di ottenere la fiducia. Nello stesso blog, l'attuale ministro, indagato per mafia e corruzione, sbaglia anche a prevedere l'epilogo della vicenda giudiziaria che vede per protagonista il suo grande amico, l'ex governatore Totò Cuffaro, condannato definitivamente a sette anni per favoreggiamento a Cosa Nostra. Cuffaro, scriveva Romano nell'ottobre del 2009, è un uomo "che la verità giudiziaria restituirà pienamente alla sua vita, politica ed affettiva, e ai danni del quale pesa un accanimento giudiziario tanto autoreferenziale da alimentarsi autonomamente, a prescindere dalla esistenza di riscontri e di prove". E si dice pronto "a mettere la mano sul fuoco circa la sua innocenza": è il 29 gennaio del 2010. Un anno dopo, il 22 gennaio, per Cuffaro si apriranno le porte del carcere di Rebibbia.
Un aforista di cui non ricordo il nome, negli anni sessanta aveva creato una prova diagnostica indiscutibile: "...il primo, tragico segno dell'arrivo dell'estate? L'italiano in canotta, che guida la seicento col gomito grassoccio e peloso fuori dal finestrino...".
Stamattina, Lucca, Hotel Best Western. Mi sveglio sufficientemente rincoglionito da un pesantissimo sonno ristoratore. Mi infilo sotto la doccia, e ne vengo fuori dopo qualche minuto coi capelli che mai ebbi così soffici e vaporosi. Sembravo quello della "réclame" di Libera e Bella, versione maschietto.
Solo a cose fatte, e dopo qualche risatina, mia moglie (che è molto buona d'animo) mi informa che avevo ottenuto lo splendido risultato usando non già la boccettina targata "shampoo", ma quella targata "intimate care". La cosa tragica, è che la boccettina "igiene intima" abbia ottenuto sulla mia testa un risultato fantastico.
Prova di una incipiente, inarrestabile forma di "testadicazzismo"? Ho usato, per errore, il prodotto giusto? Tafanus
“Bisogna impedire il massacro dei civili in Libia, ma bisogna anche evitare che si replichino copioni tragici”. E poi: “Dobbiamo impedire che Gheddafi completi la sua macelleria civile, ma anche vigilare con cautela perchè l’opzione militare non si trasformi in qualcosa di imprevedibile”.
Chiamato ad esprimersi sulla crisi libica, Nichi Vendola si produce in un esercizio di equilibrismo che anche al più raffinato esegeta rischia di risultare alquanto ostico.
“Due bisogna” e due “ma anche” in quattro righe, con il risultato che non si capisce bene se contro Gheddafi serve la forza militare oppure no.
L’imbarazzo del leader della sinistra poetica è comprensibile. Lo sono meno tutti quelli che ne cantano entusiasti le gesta, indicandolo come un uomo politico dall’identità chiara e limpida, a fronte della confusione del Pd.
Costruire una identità giocando su emozioni e delusioni del popolo di sinistra è una cosa. Farlo quando si tratta di governare un Paese, con tutto ciò che governare comporta, tutt’altra.
L'Agenzia per la sicurezza nucleare non esclude di portare al penultimo gradino della scala di valutazione l'incidente alla centrale. Il governo invita alla "evacuazione volontaria" fino ai 30 chilometri dall'impianto. Oltre 27 mila morti e dispersi
TOKYO - Prima l'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare indica che potrebbe rialzare da 5 a 6 su una scala di 7 il livello di gravità dell'incidente alla centrale di Fukushima. Poi arriva la notizia che potrebbe essere stato danneggiato il contenitore delle barre di combustibile del reattore numero 3. La situazione rimane critica, tanto che il governo nipponico invita alla "evacuazione volontaria" fino ai 30 chilometri dall'impianto, sostenendo che l'obiettivo è "migliorare la qualità della vita quotidiana" e che la scelta non è "legata a motivi di sicurezza".
L'Agenzia per la sicurezza nucleare (Nisa) aveva assegnato un rating provvisorio di 5 ("incidente con più ampie conseguenze") lo scorso 18 marzo, a una settimana dal sisma e dallo tsunami che hanno messo fuori uso l'impianto di raffreddamento della centrale e causato gravi danni ad alcuni dei suoi reattori. Ora, dopo la raccolta di dati sui livelli di radioattività nelle zone limitrofe, pensa di portarlo a 6 ("grave incidente"). "Il rating attuale e provvisorio si basa sulle informazioni disponibili al momento della valutazione", ha spiegato Hidehiko Nishiyama, portavoce della Nisa, in una conferenza stampa. "La situazione rimane fluida e per la valutazione finale è necessario attendere che la situazione si stabilizzi e che tutti i dati sulle radiazioni diventino disponibili", ha concluso (continua su www.repubblica.it )
Sulla casa dell'Ater, su quella dell'Inpdap. E sulle lacune nella sua versione dei fatti. E' il momento in cui il governatore del Lazio deve davvero chiarire
La furbetta del quartierino, s'intitolava l'inchiesta della scorsa settimana che "l'Espresso" ha dedicato a Renata Polverini. L'articolo dimostrava che il governatore del Lazio ha vissuto per 15 anni in una casa popolare dell'Ater a San Saba, e che il marito risiede ancora lì. Per quattro vani più bagno e cucina in uno dei più bei quartieri di Roma la coppia pagava un affitto agevolato (380 euro al mese), senza però averne alcun diritto: le abitazioni di via Bramante sono infatti destinate a persone povere che non possono permettersi un affitto di mercato. La famiglia Polverini-Cavicchioli guadagnava molto di più del limite stabilito dalla legge, tanto che nei registri Ater risultava "occupante abusivo non sanabile". Non solo: l'inchiesta evidenziava che, mentre Renata risparmiava sull'affitto, acquistava altre case in giro per la capitale, comprando a prezzi stracciati immobili della Banca Vaticana e di altri enti pubblici come l'Inpdap. Oggi le sue proprietà valgono milioni di euro.
"Nessun favoritismo, è un attacco personale e strumentale, lasciate stare mio marito", ha replicato sdegnata la Polverini. Il governatore ha rilasciato interviste a pioggia e una lunga nota ufficiale per spiegare la sua versione. Che fa acqua da tutte le parti, tanto che l'opposizione ha chiesto le sue dimissioni e la Procura aperto un'inchiesta.
Alla Polverini "l'Espresso" rivolge ora dieci domande, perché possa davvero chiarire la vicenda della casa popolare e spiegare come ha fatto "un'indigente" a comprarsi cinque appartamenti e una mezza dozzina di box di pregio in quattro anni.
-1) Polverini ha ammesso di essere andata a vivere a via Bramante nel 1989, dopo le nozze, e di esserci rimasta fino al 2004. "Mio marito ha l'ossessione della legalità. Escludo che ci possa essere qualcosa di irregolare", ha però detto al "Messaggero". Allora come mai all'Ater suo marito risulta "occupante abusivo non sanabile", tanto che paga un "canone sanzionatorio"?
-2) "Quella casa fu assegnata legittimamente ai nonni di Cavicchioli negli anni Venti" ha ribadito Polverini al "Corriere". Quando muoiono gli assegnatari con diritto, però, se i familiari guadagnano troppo devono lasciare l'abitazione a chi ne ha più bisogno (oggi nelle liste d'attesa ci sono 20 mila domande inevase). Perché Polverini ha omesso di ricordare che le case dell'Ater non si tramandano per diritto ereditario?
-3) Attualmente il limite di reddito per poter rimanere in una casa Ater è di 40 mila euro lordi. Morta la nonna Clementina a fine anni Ottanta, Massimo e Renata restano soli nell'appartamento. Cumulano un reddito troppo alto, tanto che nel 1996 l'Ater manda a Cavicchioli un primo preavviso di decadenza dall'assegnazione della casa. "Nessuno ci chiese di andar via", ha detto invece la Polverini. Perché, una volta ricevuto l'avviso, lei e il marito hanno continuato a vivere in una casa con affitto agevolato?
-4) Il marito del governatore del Lazio, risulta a "l'Espresso", fa il bancario e guadagna circa 75 mila euro l'anno. La Polverini oggi prende oltre 10 mila euro al mese. In passato ha dichiarato cifre più contenute (in un'intervista a Daria Bignardi confidò di prendere 3.500 euro netti al mese, mentre una dichiarazione dei redditi del 2008 segnalava 140 mila euro l'anno), ma sempre molto alte. Il governatore può dimostrare che dal 1989 al 2004 la somma dei redditi suoi e del marito erano conformi ai limiti stabiliti dalla legge regionale?
-5) "Se noi avevamo i requisiti? Delle questioni burocratiche si è sempre occupato mio marito...", ha sorvolato Renata alla "Repubblica". Dal 1989 al 2004 la Polverini ha fatto carriera nell'Ugl. Responsabile delle relazioni internazionali, poi segretario generale della Federazione del terziario, dal 1999 al 2005 numero due del sindacato. Anche Cavicchioli è stato sindacalista della Cgil: sembra difficile che i due non sapessero che il requisito fondamentale per l'Ater è il reddito. "Ora lo so", ha detto la Polverini. Premettendo che l'ignoranza non è ammessa dalla legge, è normale che il neogovernatore del Lazio, che controlla l'Ater, non conosca le regole base di un'agenzia regionale?
AVVISO AI NAVIGANTI: da oggi e fino a domenica o lunedì Marisa ed io saremo in Toscana per un giretto, e per incontrare alcuni vecchi, cari amici. Pertanto potrò seguire il blog saltuariamente. Mi scuso in anticipo. Tafanus
Sfida pubblica al drago infernale - La Chiesa è persuasa che il diavolo possa impossessarsi di una persona, e farla parlare e agire come lui vuole; parlare lingue nuove, mostrare una forza eccezionale, bestemmiare, scalciare, mordere, graffiare, ecc. Gli esorcisti hanno il difficile compito di salvare l'indemoniato, scacciando da lui la bestia immonda. Ora, siccome il diavolo, essendo diavolo, è per sua natura furbissimo, e sa bene dell'esistenza degli esorcisti, perché mai dovrebbe dare segni così evidenti della sua presenza? Non è più logico pensare che vada a nascondersi in persone che l'esorcista non potrebbe mai avvicinare, oppure in persone al di sopra di ogni sospetto, che non scalciano né graffiano? Supponiamo che il drago infernale si nasconda, tanto per fare un esempio, in persone come Gheddafi, o Lukashenko, potrebbe mai un sacerdote avvicinarli ed irrorarli d'acqua santa e olio esorcizzato? E potrebbe ritenere indemoniati, per fare un altro esempio, così a caso, vescovi papi preti e cardinali? In queste persone il diavolo potrebbe dormire fra due guanciali. Io però sono assolutamente convinta che Dio non possa permettere al diavolo di impossessarsi di una sua creatura; talmente convinta che sfido pubblicamente il demonio ad impossessarsi di me. Se mi vedrete scalciare, sputare, mordere e graffiare, vuol dire che mi sarò sbagliata, e quindi chiamate subito Milingo, oppure don Gabriele Amorth. Veronica Tussi
Somigliano a Berlusconi - Anche le donne? - Franca Rame su L'Unità del 30 gennaio: "Ma la cosa che mi spaventa di più è che l'italiano medio vorrebbe essere come Berlusconi, ne invidia la ricchezza, il potere e l'uso delle donne...". E' un po' un ritornello: gli italiani danno il loro consenso a Berlusconi perché somigliano o vorrebbero somigliare a Berlusconi. Anche le donne? Le donne che applaudivano Mussolini erano o volevano essere come Mussolini? La donne napoletane entusiaste di Maradona, erano o volevano essere come Maradona? Il fatto d'essere affascinati, incantati da una persona, non significa necessariamente che si sia come quella persona e si sogni di diventarlo. Può darsi che un certo numero di uomini siano o vorrebbero assomigliare a Berlusconi, ma non per questo votano per lui, e sono certo che pochi, pochissimi, trovandosi al suo posto, si comporterebbero alla stessa maniera per quanto riguarda le donne. Lo stesso Berlusconi, se avesse maggiore capacità di autocontrollo, avrebbe diverso comportamento. E' ovvio che cerca di dissimulare il disagio. Potrebbe fare altrimenti? Ma non credo gli faccia piacere d'essere disapprovato apertamente da Veronica Lario e dalla figlia Barbara, segretamente da non pochi politici del suo partito, e d'essere messo alla berlina dalla stampa estera. Attilio Doni – Genova
Atei, credenti, e l’inquietudine che suscita il mistero - Un ateo può essere vicino ad un credente più di quanto possa essere un credente ad un altro credente. Ad accomunare un ateo e un credente può essere il senso religioso. Daria Bignardi, nella sua trasmissione del 28 gennaio, ignorando probabilmente che qualcosa li accomunava, ha intervistato prima un credente e poi un ateo: il priore Enzo Bianchi, e Corrado Augias, ateo per l'appunto. Ma si potrebbe dire che Augias è un "ateo religioso", giacché si pone continuamente domande sul senso della vita e della morte, sul senso dell'esistenza. Un ateo che "sente" il mistero che avvolge l'uomo e l'intero universo. E giacché si pone domande, evidentemente non ha incrollabili certezze. Così come non ha incrollabili certezze il priore Enzo Bianchi, il quale, durante la trasmissione, ha parlato della difficoltà della fede in certi momenti, delle domande che restano senza risposta. Neppure il priore vive d'incrollabili certezze. Ad accomunare i due personaggi, è appunto il senso religioso. Esistono, per contro, atei e credenti (beati loro!) che vivono tranquillamente nelle loro incrollabili certezze, che non hanno dubbi, che non si pongono domande, ingnari dell'inquietudine che suscita il mistero. Elisa Merlo
Un piccolo sindaco leghista dal grande cuore - Luca Telese, su Il fatto Quotidiano del 4 febbario, racconta la storia di un piccolo sindaco leghista di un piccolo paese del Veneto, il quale trova il modo di farsi pubblicità ricorrendo ad una grande cattiveria a danno di una piccola bimba. La maestre dell'asilo frequentato dalla piccola, avevano rinunciato a turno al loro pasto. a favore della bimba la cui famiglia non era in grado di pagare la mensa. Il piccolo sindaco del piccolo paese, lo viene a sapere, e si oppone. Un piccolo sindaco leghista, con un grande cuore. Avrebbe potuto chiudere un occhio, oppure trovare lui il modo di non privare la bimba della mensa. Ma i gesti generosi oggi non fanno notizia. Le cattiverie fanno notizia. Se continuiamo su questa strada, un giorno le cattiverie non faranno più notizia; diventeranno normalità. Così, una volta assuefatti ad una società crudele, diventati magari anche noi crudeli, o perlomeno indifferenti, vivremo felici e contenti, e voteremo anche noi per la Lega. E' questione di tempo. Ad una sola crudeltà dobbiamo opporci con forza: che non tolgano il crocifisso dalle aule scolastiche. Questo non possiamo permetterlo, ché anche il Crocifisso deve abituarsi alle nostre cattiverie, e chissà che un giorno non resti anche lui indifferente? Questione di tempo. Miriam Della Croce
Il Cavaliere è come Dio: imperscrutabile - Non penso proprio che un uomo forte, anche se piccolo di statura, come il nostro Cavaliere, un uomo pieno di grinta, virile, molto molto virile, possa essere un vigliacco. Non lo penso per niente. Ci mancherebbe altro. Però, quando ho sentito che non telefona ad un amico che si trova nei guai, per non disturbarlo, non ho potuto fare a meno di pensare che Gheddafi avrà esclamato: "Che vigliacco!". Io però, ripeto, non credo che il Cavaliere sia un vigliacco. Certamente avrà le sue buone ragioni. Il Cavaliere, il mio amato Cavaliere, è come Dio: imperscrutabile. Francesca Ribeiro
Un immenso Outlet nel quale Lui usa fare shopping a volte comprando ma spesso rubando.Una sorta di sagra paesana nella quale Lui ricatta e concute, blandisce e minaccia, promuove ed esclude.Un privato lupanare casereccio (Arcore) aperto anche a minorenni, purché belle, a fronte di una una "Casa Chiusa" (Parlamento) riservata ai puttani di turno, purché mafiosi.
Questa l'Italia che mi è venuta in mente stamane alzandomi dal letto.In compenso, aprendo la posta, dal Brasile mi viene questa preghiera che è stata la mia preghiera e che vorrei fosse anche la vostra. Buona Giornata. Aldo Antonelli
"...abbiamo il vizio di abituarci a tutto. Non ci indignano più le bidonville; né la schiavitù dei raccoglitori di caucciù; né fa più notizia l’apartheid, né i milioni di morti di fame, ad ogni anno. Ci abituiamo, limiamo gli spigoli della realtà, per non ferirci, e la inghiottiamo tranquillamente.
Ci disintegriamo. Non è solo il tempo che ci scorre via, è la qualità stessa delle cose che arrugginisce. Ciò che è più esplosivo diventa routine e conformismo; la contraddizione della croce è ormai soltanto un ornamento su una scollatura mondana, o sul giubbotto di un Hitler.
Signore, abbiamo l’abitudine di abituarci a tutto; anche ciò che vi è di più doloroso finisce per ossidarcisi. Vorremmo vedere sempre le cose per la prima volta; vorremmo una sensibilità non cauterizzata, per meravigliarci e ribellarci.
Facci superare la malattia del tradizionalismo, cioè, la mania di mettere il nuovo nei vecchi paradigmi. Liberaci dalla paura dello sconosciuto.
Il mondo non può andare avanti nonostante i tuoi figli, ma grazie a loro. Spingili.
Gesù, dacci una spiritualità di iniziativa, di rischio, che abbia bisogno di revisione e di neologismi.
Non vogliamo vedere le cose solo dal di dentro, abbiamo bisogno di avere un amico eretico o comunista.
Per essere anticonformisti come te, che fosti crocifisso dai conservatori dell’ordine e della routine.
Insegnaci a ricordare che Tu, Gesù Cristo, hai sempre rotto le coordinate del prevedibile. E soprattutto, fa che non ci abituiamo a vedere le ingiustizie, senza che divampi in noi l’ira e la volontà di agire..."
...trovare "sexy" questo video di Serena Williams???? Ci vuole o un collezionista di bauli in cuoio borchiato dei primi del '900, o un collezionista di madie in noce massello del '600...
La «catastrofe di apocalittiche dimensioni» ha irrimediabilmente segnato l'inizio di una nuova era - Stanziati miliardi di euro per usare le fonti rinnovabili
FRANCOFORTE - «Più presto la Germania uscirà dal nucleare meglio sarà». Lo ha detto la cancelliera Angela Merkel, a Francoforte. La Germania è l'unica tra le maggiori nazioni del mondo ad essere determinata ad abbandonare l'energia nucleare per i rischi correlati a questa tecnologia. La maggiore economia europea sta stanziando miliardi di euro per usare le fonti rinnovabili in modo da soddisfare i suoi bisogni. Era programmato che la transizione avvenisse per gradi nei prossimi 25 anni, ma il disastro alla centrale di Fukushima ha accelerato il processo.
NUOVA ERA - Il cancelliere Angela Merkel ha detto che la «catastrofe di apocalittiche dimensioni» ha irrimediabilmente segnato l'inizio di una nuova era. La decisione di Berlino di spegnere temporaneamente 7 dei suoi 17 reattori per controlli di sicurezza fornisce un'idea di cosa cambierà per un Paese industrializzato quando, rinunciando al nucleare, si perde un quarto dell'energia a propria disposizione.
...si vede che la Merkel è un'ignorante, o che, quanto meno, che non dispone dei supporti scientifici di cui dispone l'Italia, grazie a Scajola, alla Santanché, ed al nostro lettore esperto nel settore delle scorregge calde... Altrimenti non sarebbe stata così frettolosa nello spegnere "temporaneamente" 7 reattori su 17 (...si sa... non c'è niente di più definitivo del provvisorio...). Nel frattempo ha stanziato somme enormi per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. Ma non lasciatevi ingannare. E' solo un diversivo... Tafanus
BERLINO - L'energia atomica va abbandonata, più presto lasciamo l'atomo e meglio è. Non lo ha detto un leader dei Verdi o di Greenpeace: chi ha parlato così poco fa a Francoforte, a una conferenza economico-finanziaria internazionale, è la cancelliera federale Angela Merkel. La numero uno della coalizione libralconservatrice di centrodestra che guida la prima potenza economica europea e quarta potenza economica mondiale ha annunciato per la prima volta che l'addio al nucleare è una sua priorità. Sullo sfondo del dramma giapponese e del crescente nervosismo del governo per le difficili elezioni di domenica nel ricchissimo Baden-Wuerttemberg, lo Stato del sudovest dove la Cdu della Merkel rischia di perdere e i Verdi sperano di conquistare per la prima volta un incarico di governatore, la Germania ripensa il suo modello di energia, di società e di sviluppo.
Più presto lasciamo l'energia nucleare e meglio sarà, ha insistito Angela Merkel. L'addio all'atomo, ha continuato la cancelliera, va fatto e gestito in modo razionale. Senza frette isteriche che potrebbero creare problemi nell'approvvigionamento, e soprattutto senza mettersi nella condizione di diventare la prima potenza economica che spegne tutti i reattori nucleari, ma poi importa energia elettrica prodotta dai paesi vicini (come Francia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Svezia, Svizzera) con centrali atomiche. Ma in ogni caso, ha sottolineato ancora la leader tedesca, il nucleare è una tecnologia di transizione. E' urgente pensare alla formula del mix energetico del futuro prossimo del dopo-atomo. La tragedia di Fukushima, ha detto ancora la Merkel, ha scosso il mondo, e lo cambierà.
Giorno dopo giorno, il suo governo di Berlino dà segnali sempre più forti della decisione di accelerare l'addio al nucleare. E' una svolta a 180 gradi: fino a prima della catastrofe in Giappone, il centrodestra tedesco era restato fedele alla sua decisione di prolungare la vita operativa dei 17 reattori accesi in Germania, dal 2026 posto come scadenza dall'addio all'atomo che era stato deciso dal governo di sinistra (Spd-Verdi) di Gerhard Schroeder e Joschka Fischer, al 2035. Dopo Fukushima, è cambiato tutto. Angela Merkel e il suo ministro dell'Ambiente Norbert Roettgen hanno imposto una moratoria di tre mesi in cui tutti i reattori tedeschi verranno controllati e la loro sicurezza sarà verificata. In quella moratoria il prolungamento del ciclo di vita operativo delle centrali è sospeso, il che secondo la maggioranza delle fonti politiche e degli osservatori vuol dire che al minimo si tornerà alla scadenza di chiusura delle centrali che era stata decisa dalle sinistre. Nel frattempo durante la moratoria i sette reattori più vecchi verranno spenti, e un ottavo reattore è comunque già spento per difetti e riparazioni.
Non è finita: a maggio altri cinque reattori verranno provvisoriamente spenti per controlli e manutenzione di routine, quindi la quarta potenza economica mondiale si troverà per un po' con soli 4 reattori accesi. Il che vuol dire tra l'altro che in quel periodo la percentuale di elettricità prodotta con energie rinnovabili (già oggi al 17 per cento contro il 22 per cento prodotto quando tutti i 17 reattori sono accesi) supererà quella prodotta con l'atomo civile. E in quel periodo arriverà così la grande prova generale della vita economica quasi senza atomo, per una delle economie più competitive e moderne del mondo. Angela Merkel è l'unico capo dell'esecutivo conservatore che si schiera con totale decisione per l'addio all'atomo, quindi in modo contrario a Cameron, Sarkozy o Berlusconi. Inoltre ha appena deciso di costituire due commissioni indipendenti di saggi per studiare tempi e modi dell'addio al nucleare. Inviterà nelle commissioni esperti, tecnici, accademici, esponenti dei partiti e delle Ngo, ecologisti, ma non i rappresentanti delle aziende produttrici di centrali atomiche o di energia ricavata dai reattori. (23 marzo 2011)
Ripresosi dal dolore per i guai dell'amico Gheddafi, Silvio Berlusconi è tornato alla sua attività abituale: sottrarsi alla giustizia. Nulla lo ferma. Né guerre, né tsunami. Il lunedì "consente" che il processo Mills vada avanti in sua assenza, il martedì fa votare una norma che quel processo lo disintegra. Ed ecco serviti quanti si erano bevuti la balla della “riforma epocale”. Di epocale c'è solo la faccia di bronzo di un premier che si è chiuso in un bunker dove i sondaggi hanno la stessa funzione dei radar della contraerea.
Il terrore del confronto - giudiziario, parlamentare, elettorale - è il filo che lega le scelte di Silvio Berlusconi. Che ora, unico leader al mondo, ha fatto sapere che non si presenterà alle Camere per parlare della crisi libica. E, nella stessa giornata, si è inventato una “moratoria” di un anno del programma nucleare. Se poi, in prossimità del referendum, si dovesse scoprire che il rischio del quorum è serio, si potrà sempre trasformare la “pausa di riflessione” in legge ed evitare le urne. La “moratoria”, infatti, è arrivata poco dopo un sondaggio che aveva gettato nello sconforto i paladini dell’atomo.
L’agonia del berlusconismo è un leader populista terrorizzato dal popolo.
Giuliano Ferrara e le “inclinazioni naturali - Giuliano Ferrara, al Teatro Dal Verme, ha detto che la magistratura confonde "le inclinazioni naturali con i reati". Ferrara finge d'ignorare che le inclinazioni naturali, se fuori controllo, possono indurre a commettere reati. Poi ha detto: "E' stato un errore quello di Berlusconi, di telefonare alla questura, ma ci hanno fatto sopra una battaglia puritana. E' stata una telefonata di cortesia. Ci è stato costruito addosso un romanzo per entrare nelle vite degli altri, e siccome ogni uomo ha un punto debole, e loro lo sanno, spiano e guardano dal buco della serratura". Ed è ovvio che Giuliano Ferrara, non essendo uno sciocco, a questo punto una segreta domanda non avrà potuto fare a meno di porsela: se Berlusconi, che sciocco non è, si sentiva perseguitato dalla magistratura, se sapeva che qualcuno avrebbe potuto guardare dal buco della serratura, perché non lo ha tappato quel buco? Perché si è esposto tanto? E la risposta, che Ferrara ben sa, è appunto che il Cavaliere sulle inclinazioni naturali non ha controllo. Ovviamente sarà la magistratura a stabilire se l'errore commesso sia reato. Attilio Doni
Tutti distratti questi angeli - Non riesco a capire come persone intelligenti, colte, possano credere all'esistenza dell'angelo custode che proteggerebbe ogni persona. Mi sembra ovvio che un cristiano, poiché nelle Scritture si parla chiaramente di angeli, creda nell'esistenza di queste creature, ma ciò che mi stupisce è la credenza di alcuni che gli angeli possano intervenire nella vita degli uomini. Una signora di mia conoscenza, colta, intelligente, che s'intende di politica, di economia, e persino di psicologia, è persuasa d'avere più volte nella sua vita "incontrato" l'angelo custode, il quale l'avrebbe tratta da difficoltà, anche banali. Una volta ebbe a raccontarmi che l'angelo le fu prezioso, una vigilia di Natale, nel farle trovare in un negozio il regalo per una persona cara, quando ormai aveva perso ogni speranza. Riflettevo su questo, leggendo della disperazione di quella madre privata di due piccole gemelle, da un uomo certamente non sano di mente, e quindi non libero. L'angelo custode avrebbe potuto illuminarlo, restituendogli anche per poco la libertà perduta. Gli angioletti custodi delle due bimbe avrebbero potuto avvertire l'angelo custode della mamma. L'angelo custode della povera mamma...Niente! Tutti distratti questi angeli, tranne quelli delle persone colte e intelligenti, ma anche non colte e non intelligenti, persuasissime della presenza sulla terra delle alate creature di Dio. Francesca Ribeiro
Arti a confronto - L'arte della Chiesa: "Si moltiplicano notizie che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro e si esibiscono squarci, veri o presunti, di stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza, mentre qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l'ingente mole di strumenti di indagine...passando da una situazione abnorme all'altra, è l'equilibrio generale che ne risente in maniera progressiva, nonché l'immagine generale del Paese" (Angelo Bagnasco). L'arte di Dio: "Sia il vostro linguaggio: sì, sì; no, no; il superfluo procede dal maligno"; "Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, poiché siete come sepolcri imbiancati che all'esterno appiono belli a vedersi, dentro invece sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine"; "Ma guai a voi che siete ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che adesso siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete tristi e piangerete" (Gesù di Nazaret). Non volevo fare commenti, ma sugli ultimi versetti, uno brevissimo è d'obbligo: non li sentirete mai citare dal Papa a Piazza San Pietro, oppure dai sacerdoti nelle chiese dei quartieri ricchi delle nostre città. Miriam Della Croce
Riflessioni per credenti dalle certezze incrollabili - Il priore Enzo Bianchi, intervistato da Daria Bignardi (La 7 - 28 gennaio), poiché è persona religiosissima ed intelligente e non vive di certezze incrollabili, ha parlato della difficoltà della fede, delle domande "senza risposta" (da qui la difficoltà) che un cristiano si pone davanti alla sofferenza, segnatamente degli innocenti. Ma riguardo a questo problema tanto dibattuto, ha aggiunto una considerazione particolarmente interessante. Ha affermato che spesso la sofferenza abbrutisce l'uomo, anziché elevarlo spiritualmente. Concetto particolarmente interessante se lo si confronta con quello espresso da Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica Salvifici doloris (1984): "Attraverso i secoli e le generazioni è stato costatato che nella sofferenza si nasconde una particolare forza che avvicina interiormente l’uomo a Cristo, una particolare grazia". E si aggiunge a quello di Renato Pierri che critica la Salvifici doloris nel libro "La sposa di Gesù crocifisso" (Kaos edizioni - 2001), e trattando il tema più ampiamente in un articolo su Italialaica (10 nov. 2010), scrive: "Moltissimi uomini si abbrutiscono proprio a causa della sofferenza...Spesso la sofferenza è distruttiva non solo del fisico ma anche dello spirito...Nulla dice Giovanni Paolo II, riguardo alla sofferenza dei bambini. Anche i bambini scoprono il senso salvifico della sofferenza?". Resta difficile immaginare che nella sofferenza si nasconda una "particolare grazia", giacché riguarderebbe solo alcuni fortunati individui adulti. Salvificus dolor solo per alcuni? Questo dovrebbe far riflettere tutti quei credenti dalle certezze incrollabili, che si ostinano a vedere la mano di Dio anche nella sofferenza. Elisa Merlo
Intorno alla mezzanotte il Tafanus ha superato i 3 milioni di visitatori unici, ma io dormivo... Quindi ringrazio tutti, uno per uno, con imperdonabile ritardo... Tafanus
Visto che sull'argomento "successo del Tafanus" ha ritenuto di dover intervenire ancora una volta "Emmanuelle" PercoLato, fan di prossimaitalia, per spiegarci che il successo del Tafanus dipende dall'aver pubblicato, 27 mesi fa, un post satirico su Ilaria d'Amico, che ha portato al Tafanus ben 32 visite in 27 mesi, e visto l'andamento da depressione cronica di Prossimaitalia, voglio offrire alla riflessione di Emmanuelle l'andamento, secondo Alexa.com, dei due "competitors" (si fa per dire, visto che non c'è proprio lotta...)
Potrebbe suggerirlo ai suoi referenti rottamatori... Magari mettono una foto di Renzi nudo, e compiono il salto di qualità... Che ne dice Emmanuelle? E qualche sciocchezza in meno, no???
...fate uno screen-shot di questo grafico, prima che uno dei due componenti finisca fuori dal quadro...
Ricevo questa lettera da don Aldo Antonelli, con gli allegati indicati. Inizio col pubblicare l'articolo di Rossana Rossanda sul Manifesto, perchè ovviamente non posso pubblicare tutti gli scritti in un unico post, che rischierebbe di diventare molto "ingombrante". Pubblicherò quindi a rate gli articoli più interessanti. Senza escludere a priori che eventuali, traumatiche variazioni della situazione, possano rendere molti scritti obsoleti. Tafanus
"Sembra che la capacità di ragionare ci sia venuta meno", scriveva Rossana Rossanda sul Manifesto dell'altro ieri.Non solo, ci viene meno anche la forza e la capacità di agire.Gli avvenimenti sono così repentini, così violenti, così mediaticamente predeterminati e necessitati che noi, semplici cittadini, restiamo schiacciati dall'"evento", inchiodati alla nostra impotenza, e, nel caso della Libia, strattonati tra opposte sponde. Ho comunque lì'impressione che noi ci si ritrovi sempre di fronte a dei nodi intrigati e complessi che la politica sporca dell'interesse ha nel tempo costruito e solo la spada, a breve termine, può sciogliere, magari costruendone altri e peggiori.
Quando ci si interroga sul "che fare?" è sempre troppo tardi. I problemi, purtroppo, si propongono o si impongono sempre quando sono già diventati cancrenosi. Purtroppo "si affrontano le questioni quando diventano insolubili" denuncia Gino Strada, e, aggiunge, la guerra rischia di diventare una necessità "quando non si fa nulla per anni, anzi per decenni"!
Vi allego una serie di articoli "pro" e "contro": Rossana Rossanda, Gino Strada, Paolo Flores F'Arcais, Massimo Fini, Giorgio Bocca, Valentino Parlato.A me sembra che le parole più VERE ci vengano dal presidente di Pax Christi Italia, il vescovo Mons. Giovanni Giudici (sempre in allegato).
don Aldo Antonelli
Libia: parlare chiaro - (di Rossana Rossanda, da "Il Manifesto")
Al "Manifesto" non riesce di dire che la Libia di Gheddafi non è né una democrazia né uno stato progressista, e che il tentativo di rivolta in corso si oppone a un clan familiare del quale si augura la caduta. Non penso tanto al nostro corrispondente, persona perfetta, mandato in una situazione imbarazzante a Tripoli e che ha potuto andare - e lo ha scritto - soltanto nelle zone che il governo consentiva, senza poter vedere niente né in Cirenaica, né nelle zone di combattimento fra Tripoli e Bengasi.
Perché tanta cautela da parte di un giornale che non ha esitato a sposare, fino ad oggi, anche le cause più minoritarie, ma degne? Non è degno che la gente si rivolti contro un potere che da quarant'anni, per avere nel 1969 abbattuto una monarchia fantoccio, le nega ogni forma di preoccupazione e di controllo? Non sono finite le illusioni progressiste che molti di noi, io inclusa, abbiamo nutrito negli anni sessanta e settanta? Non è evidente che sono degenerate in poteri autoritari? Pensiamo ancora che la gestione del petrolio e della collocazione internazionale del paese possa restare nelle mani di una parvenza di stato, che non possiede neanche una elementare divisione dei poteri e si identifica in una famiglia?
Ho proposto queste domande sul "Manifesto" del 24 febbraio, senza ottenere risposta. Non è una risposta la nostalgia di alcuni di noi per un'epoca che ha sperato una terzietà nelle strettoie della guerra fredda. Né la nostalgia è sorte inesorabile degli anziani; chi ha più anni è anche chi ha più veduto come cambiano i rapporti di forza politici e sociali ed è tenuto a farsi meno illusioni. E se in più si dice comunista, a orientarsi secondo i suoi principi proprio quando precipitano equilibri e interessi.
Non che siamo solo noi, Manifesto, a non sapere che pesci prendere davanti ai movimenti della sponda meridionale del Mediterraneo. Il governo francese ha fatto di peggio. Quello italiano ha consegnato al governo libico gli immigranti che cercavano di sbarcare a Lampedusa e dei quali non si ha più traccia. L'Europa, convinta fino a ieri che dire arabo significava dire islamista dunque terrorista, prima ha appoggiato alcuni despoti presunti laici - Gheddafi gioca ancora questa carta - poi si è rassicurata nel vedere le piazze di Tunisi e del Cairo zeppe di folle non violente, ha accolto con piacere l'appoggio alle medesime da parte dell'esercito tunisino e egiziano, e teme soltanto una invasione di profughi.
Ma la Libia non è né l'Egitto né la Tunisia. L'esercito è rimasto dalla parte del potere e la situazione s'è di colpo fatta drammatica. Ma chi, se non l'ottusità di Gheddafi, è responsabile se l'opposizione è diventata aspra, scinde la Cirenaica, cerca armi e il conflitto diventa guerra civile? Tra forze e ad armi affatto sproporzionate? E chi se non noi lo deve denunciare? Chi, se non noi, deve divincolarsi dal dilemma o ti lasci bombardare o di fatto chiami a una terza «guerra umanitaria», giacché gli Usa non desidererebbero altro? Sembra che la capacità di ragionare ci sia venuta meno.
La sinistra non può molto. Il "Manifesto", ridotti come siamo al lumicino, non può nulla se non alzare la voce con chiarezza e senza equivoci. C'è un'area enorme che si dibatte in una sua difficile, acerba emancipazione, che ha bisogno di darsi un progetto - non dico che dovremmo organizzare delle Brigate Internazionali, ma mi impressiona che nessuno abbia voglia di offrire a questo popolo un aiuto. Ricordate le corse giovanili degli anni sessantotto e settanta a Parigi, a Lisbona, a Madrid e a Barcellona? Dall'altra parte del Mediterraneo non ha fretta di andar nessuno, salvo i tour operator impazienti che finisca presto. Almeno su a chi dare simpatie e incoraggiamento non dovremmo esitare. Non noi.
Oggi, mentre Gheddafi ci rimprovera con toni minacciosi di aver tradito i patti, non posso fare altro che riprendere "brani scelti" del mitico "Trattato di Amicizia Italo-Libico" del 30 Agosto 2010 (quello delle mega-pagliacciate romane). Non ne ripubblicherò il testo integrale (già fatto, in data 15/098/2010. Chi volesse scaricare il testo integrale, può farlo dal seguente link: [Trattato di Amicizia Italo-Libico - Testo integrale].
Qui mi limiterò ad enucleare i passaggi più idioti firmati dal nostro Presidente Bunga-Bunga. Clausole leonine, che solo un imbecille poteva firmare. Così è stato, ed ora questo patto, se non avrà riflessi civili e penali, servirà solo ad alimentare ancor più il risentimento del terrorista di Tripoli, che poi è anche quello che potrà aprire tutti i porti della Libia ai trafficanti di clandestini. Ultima Fermata, Lampedusa. Un vero capolavoro, questo trattato.Tafanus
Trattatto di Amicizia, Partenariato e Cooperazione fra la Repubblica Italiana e la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista (passi scelti)
PREAMBOLO
La Repubblica Italiana e la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista, [...] consapevoli dei profondi legami di amicizia tra i rispettivi popoli e del comune patrimonio storico e culturale; decise ad operare per il rafforzamento della pace, della sicurezza e della stabilita, in particolare nella regione del Mediterraneo; [...] impegnate, rispettivamente, nell'ambito dell'Unione Europea e dell'Unione Africana nella costruzione di forme di cooperazione ed integrazione, in grado dì favorire l'affermazione della pace [...] ritenendo di chiudere definitivamente il doloroso "capitolo del passato", per il quale l'Italia ha già espresso [...] il proprio rammarico per le sofferenze arrecate al popolo libico a seguito della colonizzazione italiana [...] esprimendo, pertanto, l'intenzione di fare del presente Trattato il quadro giuridico di riferimento per sviluppare un rapporto bilaterale "speciale e privilegiato" [...] hanno convenuto quanto segue:
Capo I - PRINCIPI GENERALI
Articolo 2 Uguaglianza sovrana - Le Parti rispettano reciprocamente la loro uguaglianza sovrana, nonché tutti i diritti ad essa inerenti compreso, in particolare, il diritto alla libertà ed all'indipendenza politica. Esse rispettano altresì il diritto di ciascuna delle Parti di scegliere e sviluppare liberamente il proprio sistema politico, sociale, economico e culturale.
Articolo 3 Non ricorso alla minaccia o all'impiego della forza - Le Parti si impegnano a non ricorrere alla minaccia o all'impiego della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica dell'altra Parte o a qualunque altra forma incompatibile con la Carta delle Nazioni Unite,
Articolo 4 Non ingerenza negli affari interni
-1) Le Parti si astengono da qualunque forma di ingerenza diretta o indiretta negli affari interni o esterni che rientrino nella giurisdizione dell'altra Parte, attenendosi allo spirito di buon vicinato.
-2) Nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l'Italia non userà, ne permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà, né permetterà, l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro l'Italia.
Articolo 5 Soluzione pacifica delle controversie - In uno spirito conforme alle motivazioni che hanno portato alla stipula del presente Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione, le Parti definiscono in modo pacifico le controversie che potrebbero insorgere tra di loro, favorendo l'adozione di soluzioni giuste ed eque, in modo da non pregiudicare la pace e la sicurezza regionale ed, internazionale.[...]
Capo II - CHIUSURA DEL CAPITOLO DEL PASSATO E DEI CONTENZIOSI
Articolo 9 Commissione Mista
Articolo 10 Iniziative Speciali - L'Italia, su specifica richiesta della Grande Giamahiria, si impegna a realizzare le Iniziative Speciali sotto riportate a beneficio del popolo libico. Le Parti concordano l'ammontare di spesa complessivo per la realizzazione di tali iniziative ed affidano ad appositi Comitati Misti la definizione delle modalità di esecuzione delle stesse ed il limite di spesa annuale da impegnare per ognuna di esse [...]
-d) Il ripristino del pagamento delle pensioni ai titolari libici e ai loro eredi che, sulla base della vigente nominativa italiana, ne abbiano diritto [...]
Articolo 12 Fondo sociale
CAPO III - NUOVO PARTENARIATO BILATERALE
Articolo 18 Collaborazione energetica
-1) Le due Parti sottolineano l'importanza strategica per entrambi i Paesi della collaborazione nel settore energetico e si impegnano a favorire il rafforzamento del partenariato in tale settore.
Articolo 19 Collaborazione nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti, all'immigrazione clandestina
-1) Le due Parti intensificano la collaborazione in atto nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina, in conformità a quanto previsto dall'Accordo firmato a Roma il 13/12/2000 e dalle successive intese tecniche, tra cui, in particolare, per quanto concerne la lotta all'immigrazione clandestina, i Protocolli di cooperazione firmati a Tripoli il 29 dicembre 2007.
-2) Sempre in tema di lotta all'immigrazione clandestina, le due Partì promuovono la realizzazione di un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, da affidare a società italiane in possesso delle necessarie competenze tecnologiche. Il Governo italiano sosterrà il 50% dei costi, mentre per il restante 50% le due Parti chiederanno all'Unione Europea di farsene carico, tenuto conto delle Intese a suo tempo intervenute tra la Grande Giamahiria e la 'Commissione Europea.
-3) Le due Parti collaborano alla definizione di iniziative, sia bilaterali, sia in ambito regionale, per prevenire il fenomeno dell'immigrazione clandestina nei Paesi di origine dei flussi migratori.
Articolo 20 Collaborazione nel settore della Difesa
-1) Le due Parti si impegnano a sviluppare la collaborazione nel settore della Difesa tra le rispettive Forze Armate, anche mediante la finalizzazione di specifici Accordi che disciplinino lo scambio di missioni di esperti, istruttori e tecnici e quello di informazioni militari nonché l'espletamento, di manovre congiunte.
-2) Si impegnano altresì ad agevolare la realizzazione. di un forte ed ampio partenariato industriale nel settore della Difesa e delle industrie militari [...]
Articolo 21 Collaborazione nel settore della non proliferazione e del disarmo
Le due Parti si impegnano a proseguire e rinsaldare la collaborazione nel settore del disarmo e della non proliferazione delle armi di distruzione di massa e dei relativi vettori e ad adoperarsi per fare della Regione del Mediterraneo una zona libera da tali armi, nel pieno rispetto degli obblighi derivami dagli Accordi e Trattati internazionali in materia [...]
Articolo 23 Disposizioni finali
-1) Il presente Trattato, nel rispetto della legalità internazionale, costituisce il principale strumento di riferimento per lo sviluppo delle relazioni bilaterali. Esso è sottoposto a ratifica secondo le procedure costituzionali previste dall'ordinamento di ciascuna delle Parti ed entra in vigore al momento dello scambio degli strumenti di ratifica.
-2) Il presente Trattato sostituisce il Comunicato Congiunto del 4 luglio 1998 e il Processo verbale delle conclusioni operative del 28 ottobre 2002, che pertanto cessano di produrre effetti.)
-3) A partire dal corrente anno, il giorno del 30 Agosto viene considerato, in Italia e nella Grande Giamahiria, Giornata dell'Amicizia italo-libica.
-4) Il presente Trattato può essere modificato previo accordo delle Parti. Le eventuali modifiche entreranno in vigore alla data di ricezione della seconda delle due notifiche con le quali le Parti si comunicano ufficialmente l'avvenuto espletamento delle rispettive procedure interne.
Debole in fondo, ma ammiratore della forza, e deciso ad apparire forte contro la sua natura. Venale, corruttibile. Adulatore. Cattolico senza credere in Dio. Corruttore. Presuntuoso: Vanitoso. Bonario. Sensualità facile, e regolare. Buon padre di famiglia, ma con amanti. Scettico e sentimentale. Violento a parole, rifugge dalla ferocia e dalla violenza, alla quale preferisce il compromesso, la corruzione e il ricatto.
Facile a commuoversi in superficie, ma non in profondità, se fa della beneficenza è per questo motivo, oltre che per vanità e per misurare il proprio potere. Si proclama popolano, per adulare la maggioranza, ma è snob e rispetta il denaro. Disprezza sufficientemente gli uomini, ma la loro ammirazione lo sollecita. Come la cocotte che si vende al vecchio e ne parla male con l’amante più valido, così predica contro i borghesi; accarezzando impudicamente le masse.
Come la cocotte crede di essere amata dal bel giovane, ma è soltanto sfruttata da lui che la abbandonerà quando non potrà più servirsene, così è lui con le masse. Lo abbaglia il prestigio di certe parole: Storia, Chiesa, Famiglia, Popolo, Patria, ecc., ma ignora la sostanza delle cose; pur ignorandole le disprezza o non cura, in fondo, per egoismo e grossolanità.
Superficiale. Dà più valore alla mimica dei sentimenti , anche se falsa, che ai sentimenti stessi. Mimo abile, e tale da far effetto su un pubblico volgare. Gli si confà la letteratura amena (tipo ungherese), e la musica patetica (tipo Puccini). Della poesia non gli importa nulla, ma si commuove a quella mediocre (Ada Negri) e bramerebbe forte che un poeta lo adulasse. Al tempo delle aristocrazie sarebbe stato forse un Mecenate, per vanità; ma in tempi di masse, preferisce essere un demagogo.
Non capisce nulla di arte, ma, alla guisa di certa gente del popolo, e incolta, ne subisce un poco il mito, e cerca di corrompere gli artisti. Si serve anche di coloro che disprezza. Disprezzando (e talvolta temendo) gli onesti , i sinceri, gli intelligenti poiché costoro non gli servono a nulla, li deride, li mette al bando. Si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, e quando essi lo portano alla rovina o lo tradiscono (com’è nella loro natura), si proclama tradito, e innocente, e nel dir ciò è in buona fede, almeno in parte; giacché, come ogni abile mimo, non ha un carattere ben definito, e s’immagina di essere il personaggio che vuole rappresentare.
Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a Mussolini... Quindi non c'è speranza per il popolo italiano...
Pagina di diario, pubblicata su Paragone Letteratura, n. 456, n.s., n.7, febbraio 1988, poi in Opere (Meridiani), Milano 1988, vol. I, pp. L-LII; e anche in Alfonso Berardinelli, Autoritratto italiano, Donzelli, 1998, pp. 29-31.
Ricevo da Nino Raviotta questo scritto di Beatrice Beccari, che riporta questa perla di Elsa Morante, che però ho sostituito con l'attuale, leggermente diversa nella forma, anche se uguale nella sostanza, p3erchè questa seconda (segnalata da Ginotaleban, che ringrazio), poggia su una precisa citazione bibliografica.
...tutto come una volta... Elsa Morante (1912 - 1985), di cui ho divorato La Storia, con la stessa ammirazione con cui solo da adulto ho riletto I Promessi Sposi, ha avuto la fortuna di morire prima che questo schifo iniziasse. Tafanus
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