La «catastrofe di apocalittiche dimensioni» ha irrimediabilmente segnato l'inizio di una nuova era - Stanziati miliardi di euro per usare le fonti rinnovabili
FRANCOFORTE - «Più presto la Germania uscirà dal nucleare meglio sarà». Lo ha detto la cancelliera Angela Merkel, a Francoforte. La Germania è l'unica tra le maggiori nazioni del mondo ad essere determinata ad abbandonare l'energia nucleare per i rischi correlati a questa tecnologia. La maggiore economia europea sta stanziando miliardi di euro per usare le fonti rinnovabili in modo da soddisfare i suoi bisogni. Era programmato che la transizione avvenisse per gradi nei prossimi 25 anni, ma il disastro alla centrale di Fukushima ha accelerato il processo.
NUOVA ERA - Il cancelliere Angela Merkel ha detto che la «catastrofe di apocalittiche dimensioni» ha irrimediabilmente segnato l'inizio di una nuova era. La decisione di Berlino di spegnere temporaneamente 7 dei suoi 17 reattori per controlli di sicurezza fornisce un'idea di cosa cambierà per un Paese industrializzato quando, rinunciando al nucleare, si perde un quarto dell'energia a propria disposizione.
(Corsera, 23/03/2011)
...si vede che la Merkel è un'ignorante, o che, quanto meno, che non dispone dei supporti scientifici di cui dispone l'Italia, grazie a Scajola, alla Santanché, ed al nostro lettore esperto nel settore delle scorregge calde... Altrimenti non sarebbe stata così frettolosa nello spegnere "temporaneamente" 7 reattori su 17 (...si sa... non c'è niente di più definitivo del provvisorio...). Nel frattempo ha stanziato somme enormi per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. Ma non lasciatevi ingannare. E' solo un diversivo... Tafanus
Riteniamo utile inserire anche l'analisi, molto più approfondita, di Andrea Tarquini su Repubblica
BERLINO - L'energia atomica va abbandonata, più presto lasciamo l'atomo e meglio è. Non lo ha detto un leader dei Verdi o di Greenpeace: chi ha parlato così poco fa a Francoforte, a una conferenza economico-finanziaria internazionale, è la cancelliera federale Angela Merkel. La numero uno della coalizione libralconservatrice di centrodestra che guida la prima potenza economica europea e quarta potenza economica mondiale ha annunciato per la prima volta che l'addio al nucleare è una sua priorità. Sullo sfondo del dramma giapponese e del crescente nervosismo del governo per le difficili elezioni di domenica nel ricchissimo Baden-Wuerttemberg, lo Stato del sudovest dove la Cdu della Merkel rischia di perdere e i Verdi sperano di conquistare per la prima volta un incarico di governatore, la Germania ripensa il suo modello di energia, di società e di sviluppo.
Più presto lasciamo l'energia nucleare e meglio sarà, ha insistito Angela Merkel. L'addio all'atomo, ha continuato la cancelliera, va fatto e gestito in modo razionale. Senza frette isteriche che potrebbero creare problemi nell'approvvigionamento, e soprattutto senza mettersi nella condizione di diventare la prima potenza economica che spegne tutti i reattori nucleari, ma poi importa energia elettrica prodotta dai paesi vicini (come Francia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Svezia, Svizzera) con centrali atomiche. Ma in ogni caso, ha sottolineato ancora la leader tedesca, il nucleare è una tecnologia di transizione. E' urgente pensare alla formula del mix energetico del futuro prossimo del dopo-atomo. La tragedia di Fukushima, ha detto ancora la Merkel, ha scosso il mondo, e lo cambierà.
Giorno dopo giorno, il suo governo di Berlino dà segnali sempre più forti della decisione di accelerare l'addio al nucleare. E' una svolta a 180 gradi: fino a prima della catastrofe in Giappone, il centrodestra tedesco era restato fedele alla sua decisione di prolungare la vita operativa dei 17 reattori accesi in Germania, dal 2026 posto come scadenza dall'addio all'atomo che era stato deciso dal governo di sinistra (Spd-Verdi) di Gerhard Schroeder e Joschka Fischer, al 2035. Dopo Fukushima, è cambiato tutto. Angela Merkel e il suo ministro dell'Ambiente Norbert Roettgen hanno imposto una moratoria di tre mesi in cui tutti i reattori tedeschi verranno controllati e la loro sicurezza sarà verificata. In quella moratoria il prolungamento del ciclo di vita operativo delle centrali è sospeso, il che secondo la maggioranza delle fonti politiche e degli osservatori vuol dire che al minimo si tornerà alla scadenza di chiusura delle centrali che era stata decisa dalle sinistre. Nel frattempo durante la moratoria i sette reattori più vecchi verranno spenti, e un ottavo reattore è comunque già spento per difetti e riparazioni.
Non è finita: a maggio altri cinque reattori verranno provvisoriamente spenti per controlli e manutenzione di routine, quindi la quarta potenza economica mondiale si troverà per un po' con soli 4 reattori accesi. Il che vuol dire tra l'altro che in quel periodo la percentuale di elettricità prodotta con energie rinnovabili (già oggi al 17 per cento contro il 22 per cento prodotto quando tutti i 17 reattori sono accesi) supererà quella prodotta con l'atomo civile. E in quel periodo arriverà così la grande prova generale della vita economica quasi senza atomo, per una delle economie più competitive e moderne del mondo. Angela Merkel è l'unico capo dell'esecutivo conservatore che si schiera con totale decisione per l'addio all'atomo, quindi in modo contrario a Cameron, Sarkozy o Berlusconi. Inoltre ha appena deciso di costituire due commissioni indipendenti di saggi per studiare tempi e modi dell'addio al nucleare. Inviterà nelle commissioni esperti, tecnici, accademici, esponenti dei partiti e delle Ngo, ecologisti, ma non i rappresentanti delle aziende produttrici di centrali atomiche o di energia ricavata dai reattori. (23 marzo 2011)
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