La figura di merda di Rita Dalla Chiesa, l'ammiratrice rea confessa di Berlusconi e Bertolaso, la ricostruttrice dell'Aquila, si aggrava ad ongi parola che questa oca giuliva aggiunge a sua discolpa. Ecco cosa scrive [Il Fatto] di ieri:
"...poi la conclusione “Ho concluso la trasmissione dicendo che non siamo sul posto e la verità solo gli aquilani la possono sapere. Non pensavo di essere messa in mezzo a un discorso politico che non c’entra niente. La signora ha espresso sue idee, il marito altre. Non accetto i ‘vergogna’, non accetto tiriate fuori nome di mio padre che non c’entra nulla. L’Aquila è nei nostri cuori, gli aquilani sanno bene. Il passaparola su internet è un passaparola inutile e crudele contro di noi che con il problema politico non c’entriamo niente”. Insomma, Rita Dalla Chiesa scarica tutte le responsabilità sui due attori del penoso recital e neppure si accorge che l’intera farsa è persino visibile sul sito Mediaset. Ma soprattutto non chiede scusa agli Aquilani oltraggiati.
Nel frattempo, l’astioso dibattimento rimbalza anche alla Camera. E’ mistero, infatti, sul commento apparso in risposta ad un articolo della testata Quotidiano D’Abruzzo e scritto il 26 marzo a nome dell’ufficio stampa del capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: “Avverto tutti coloro che hanno postato commenti diffamanti sull’operato del Governo e del presidente Silvio Berlusconi, che i vostri Ip sono registrati e che verranno trasmessi alla polizia postale“. Ci auguriamo che si tratti di una bufala ingegnata da qualche troll supporter di Berlusconi..."
Signora Dalla Chiesa, dalla sua mente ormai obnubilata, incapace di distinguere il mondo reale dalla fiction, la verità dalla menzogna, non riesce ad estrarre neanche l'elementare concetto che la gente non ha "tirato fuori il nome di suo padre" per insultarlo, ma per insultare LEI, indegna portatrice di quel cognome. Si vergogni, e la smetta.
Signor Cicchitto, io ho postato, posto e posterò "commenti diffamanti" sul suo padrone, e su chiunque li meriti (appartenga o meno al milieu della P2). Se la sua minaccia è frutto di un trappolone, chieda alla Polizia (e non solo a quella postale) di scoprire chi sta cercando di farla passare per un novello capo del MinCulPop. Se invece la notizia è vera, ce la confermi, non nasconda la mano. Il tal caso, per sollevare la polizia postale da gravose indagini (che magari sottrarrebbero tempo a più serie indagini su pedofilia, traffico di stupefacenti e di esseri umani, puttane), le invio il mio IP, dal quale partono numerosi commenti "diffamanti" sul suo padrone e su di lei, affinchè non faccia sprecare in minchiate il prezioso tempoi della Polizia Postale: il mio nome è Antonio Crea, il mio IP è 151.47.172.143
Ed ora resterò in intrepida attesa della punizione di Castiglion Fibocchi.
Tafanus
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