Nel decreto mille proroghe è stato aggiunto un geniale trafiletto che di fatto affossa le prospettive dell’unico comparto che aveva fatto segnare dei trend positivi negli ultimi anni, garantendo circa 200.000 posti di lavoro nonché un certo raggiungimento di obiettivi di generazione di potenza elettrica rinnovabile in Italia.
Di fatto il decreto stoppa gli incentivi al fotovoltaico a 8 GW di fatto, bloccando il mercato al 2013: al di là della mazzata alle aziende del settore, vale la pena di capire per quale motivo si sia deciso di sparare su un settore in notevole crescita, abbattendo ulteriormente l’economia.
Si è detto che la crescita esponenziale del fotovoltaico sarebbe causato da incentivi che non hanno uguali in tutto il mondo: ovviamente una delle innumerevoli bugie di questo governucolo.
Sappiate che in Francia (la Francia del nucleare, sottolineo) EDF eroga ben 0,478 euro per ogni chilowatt prodotto da fotovoltaico, contro gli 0,377 attualmente previsti in Italia: la Germania, per fare un esempio, ne eroga 0,4091 mentre la Spagna 0,31.
Va però detto che la Germania oggi dispone di un parco fotovoltaico pari a circa 30 GW contro i complessivi 3 installati in Italia (che dovrebbero diventare 7 entro giugno, un valore però che difficilmente potrà venire raggiunto stante il fatto che in dieci anni sono stati installati circa 1,7 GW di potenza, e che ne dovrebbero venire installati altri 6 in sei mesi…), ed i circa 8 funzionanti in Spagna.
Per chiarire però il motivo di un simile salto mortale dobbiamo chiarire come funziona il sistema di incentivazione per il fotovoltaico: in pratica sulla nostra bolletta elettrica esiste una “tassa”, detta CIP6, che viene prelevata per l’incentivazione delle cosiddette “energie rinnovabili”, valutabile in circa 1,7 euro per 100 euro di bolletta: in totale, cioè, per tale incentivazione la famiglia Italiana media spende circa dai 12 ai 17 ero l’anno.
Dovete inoltre sapere che nella sua precedente edizione questo governo ha ben deciso di trasformare la definizione di detta tassa da “energie rinnovabili” a “energie rinnovabili o assimilate” grazie al famigerato Decreto attuativo n. 181 del 5 agosto 2005: e dovete sapere che per “assimilate” sono state dichiarate tipologie di produzione energetica quali la cogenerazione tramite combustione di residui di raffinazione del petrolio.
Cioè esattamente il contrario di quello che dovrebbe essere una logica “rinnovabile”: il governo ha dato cioè ai signori del petrolio, Moratti in testa, la possibilità di bruciare porcheria (che necessitava di un costoso smaltimento) addirittura sovvenzionandoli. Per anni…
E questo, oltretutto, in parallelo ad aumenti oggettivamente ingiustificati dei combustibili. Una vera genialata, che ha permesso utili mostruosi a scapito di tutti gli utenti elettrici italiani.
Ma la chicca arriva oggi: poiché i termini economici del contributo CIP6 rimangono identici, a differenza di quanto detto da svariate parti che sembrano interessate a che gli incentivi fotovoltaici vadano a finire, dovremmo farci qualche domandina legata a dove potranno finire i circa 2 miliardi annui oggi destinati al fotovoltaico.
Sappiate che nella logica del CIP6 vanno a finire saldi che direttamente o indirettamente possano diminuire le emissioni in CO2 derivanti dalla produzione di energia, quali eolico, fotovoltaico e… naturalmente nucleare.
Ma guarda un po’.
Il governo lancia un bel programma di realizzazione di centrali nucleari ed immediatamente si affossa il fotovoltaico perché, per dirla con il premier “non si può spendere così tanto per il fotovoltaico”.
Però si deve spendere invece per il nucleare, magari quello di “terza generazione” alla Scajola, che non sa nemmeno di cosa sta parlando, atteso che la “quarta generazione” di centrali nucleari è ben al di là dal venire per stessa ammissione degli scienziati francesi che dovrebbero venderci la loro attuale tecnologia Superphenix.
Francesi che, oltretutto, concedono incentivi su energie rinnovabili maggiori di quelli disponibili in Italia: come mai ?
Pare che sia in sviluppo uno studio che certifica il ciclo complessivo di costruzione, funzionamento e smantellamento di un sito produttivo, e verifichi come in realtà le centrali nucleari rappresentino emissioni in CO2 enormemente maggiori delle tecnologie cosiddette “pulite”.
Questo comporterebbe una impossibilità di raggiungimento dei risultati necessari al cosiddetto 20-20-20 (cioè l’abbattimento entro il 2020 di almeno il 20% di emissioni in CO2).
Senza poi parlare dei geni della lampada che dall’alto della loro “competenza” ci raccontano della assoluta sicurezza delle stesse centrali nucleari, e della facile stoccabilità delle barre di materiale fissile esaurito.
Per la cronaca, chiari studi dimostrano che l’attuale tecnologia non garantisce una sicurezza certa oltre i 50 anni che poi sono quelli che abbiamo di esperienza di scorie nucleari: ne sanno qualcosa gli abitanti Siberiani che dispongono di tranquille (…) discariche di materiale fissile en plen air (vedi [scanziamolescorie.org]
Senza contare che la cosiddetta “sicurezza” delle stesse è tutt’altro che garantita: in questi istanti si parla proprio di uno stato di emergenza nucleare a seguito del terremoto in Giappone.
Al di là di queste valutazioni, però, una certezza: questo governo, pur di poter gestire la torta rinnovabile da solo (e poter quindi sovvenzionare le centrali nucleari che, va chiarito a tutti, verranno pagate coi soldi di tutti per poi generare utili agli azionisti ENEL) manda a fondo circa 120.000 lavoratori.
Il ministero per le attività produttive non ha nulla da dire a questo proposito?
Ing. Alessandro Cariani
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Stanno giocando col loro futuro
Il crudele gioco della vita e della morte. In questi giorni si sta decidendo, per estrazione a sorte, se questi cuccioli vivranno, se moriranno di iodio 131 o di cesio 137... Ho tante considerazioni da fare, ma non ora... Le aggiungerò quando e se potrò. Ora ho solo un profondo senso di stanchezza e di abulìa. E non è la febbre... Tafanus
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