(di Marco Bracconi - Repubblica)
“Bisogna impedire il massacro dei civili in Libia, ma bisogna anche evitare che si replichino copioni tragici”. E poi: “Dobbiamo impedire che Gheddafi completi la sua macelleria civile, ma anche vigilare con cautela perchè l’opzione militare non si trasformi in qualcosa di imprevedibile”.
Chiamato ad esprimersi sulla crisi libica, Nichi Vendola si produce in un esercizio di equilibrismo che anche al più raffinato esegeta rischia di risultare alquanto ostico.
“Due bisogna” e due “ma anche” in quattro righe, con il risultato che non si capisce bene se contro Gheddafi serve la forza militare oppure no.
L’imbarazzo del leader della sinistra poetica è comprensibile. Lo sono meno tutti quelli che ne cantano entusiasti le gesta, indicandolo come un uomo politico dall’identità chiara e limpida, a fronte della confusione del Pd.
Costruire una identità giocando su emozioni e delusioni del popolo di sinistra è una cosa. Farlo quando si tratta di governare un Paese, con tutto ciò che governare comporta, tutt’altra.
Marco Bracconi
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