Giuliano Ferrara e le “inclinazioni naturali - Giuliano Ferrara, al Teatro Dal Verme, ha detto che la magistratura confonde "le inclinazioni naturali con i reati". Ferrara finge d'ignorare che le inclinazioni naturali, se fuori controllo, possono indurre a commettere reati. Poi ha detto: "E' stato un errore quello di Berlusconi, di telefonare alla questura, ma ci hanno fatto sopra una battaglia puritana. E' stata una telefonata di cortesia. Ci è stato costruito addosso un romanzo per entrare nelle vite degli altri, e siccome ogni uomo ha un punto debole, e loro lo sanno, spiano e guardano dal buco della serratura". Ed è ovvio che Giuliano Ferrara, non essendo uno sciocco, a questo punto una segreta domanda non avrà potuto fare a meno di porsela: se Berlusconi, che sciocco non è, si sentiva perseguitato dalla magistratura, se sapeva che qualcuno avrebbe potuto guardare dal buco della serratura, perché non lo ha tappato quel buco? Perché si è esposto tanto? E la risposta, che Ferrara ben sa, è appunto che il Cavaliere sulle inclinazioni naturali non ha controllo. Ovviamente sarà la magistratura a stabilire se l'errore commesso sia reato.
Attilio Doni
Tutti distratti questi angeli - Non riesco a capire come persone intelligenti, colte, possano credere all'esistenza dell'angelo custode che proteggerebbe ogni persona. Mi sembra ovvio che un cristiano, poiché nelle Scritture si parla chiaramente di angeli, creda nell'esistenza di queste creature, ma ciò che mi stupisce è la credenza di alcuni che gli angeli possano intervenire nella vita degli uomini. Una signora di mia conoscenza, colta, intelligente, che s'intende di politica, di economia, e persino di psicologia, è persuasa d'avere più volte nella sua vita "incontrato" l'angelo custode, il quale l'avrebbe tratta da difficoltà, anche banali. Una volta ebbe a raccontarmi che l'angelo le fu prezioso, una vigilia di Natale, nel farle trovare in un negozio il regalo per una persona cara, quando ormai aveva perso ogni speranza. Riflettevo su questo, leggendo della disperazione di quella madre privata di due piccole gemelle, da un uomo certamente non sano di mente, e quindi non libero. L'angelo custode avrebbe potuto illuminarlo, restituendogli anche per poco la libertà perduta. Gli angioletti custodi delle due bimbe avrebbero potuto avvertire l'angelo custode della mamma. L'angelo custode della povera mamma...Niente! Tutti distratti questi angeli, tranne quelli delle persone colte e intelligenti, ma anche non colte e non intelligenti, persuasissime della presenza sulla terra delle alate creature di Dio.
Francesca Ribeiro
Arti a confronto - L'arte della Chiesa: "Si moltiplicano notizie che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro e si esibiscono squarci, veri o presunti, di stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza, mentre qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l'ingente mole di strumenti di indagine...passando da una situazione abnorme all'altra, è l'equilibrio generale che ne risente in maniera progressiva, nonché l'immagine generale del Paese" (Angelo Bagnasco). L'arte di Dio: "Sia il vostro linguaggio: sì, sì; no, no; il superfluo procede dal maligno"; "Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, poiché siete come sepolcri imbiancati che all'esterno appiono belli a vedersi, dentro invece sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine"; "Ma guai a voi che siete ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che adesso siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete tristi e piangerete" (Gesù di Nazaret). Non volevo fare commenti, ma sugli ultimi versetti, uno brevissimo è d'obbligo: non li sentirete mai citare dal Papa a Piazza San Pietro, oppure dai sacerdoti nelle chiese dei quartieri ricchi delle nostre città.
Miriam Della Croce
Riflessioni per credenti dalle certezze incrollabili - Il priore Enzo Bianchi, intervistato da Daria Bignardi (La 7 - 28 gennaio), poiché è persona religiosissima ed intelligente e non vive di certezze incrollabili, ha parlato della difficoltà della fede, delle domande "senza risposta" (da qui la difficoltà) che un cristiano si pone davanti alla sofferenza, segnatamente degli innocenti. Ma riguardo a questo problema tanto dibattuto, ha aggiunto una considerazione particolarmente interessante. Ha affermato che spesso la sofferenza abbrutisce l'uomo, anziché elevarlo spiritualmente. Concetto particolarmente interessante se lo si confronta con quello espresso da Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica Salvifici doloris (1984): "Attraverso i secoli e le generazioni è stato costatato che nella sofferenza si nasconde una particolare forza che avvicina interiormente l’uomo a Cristo, una particolare grazia". E si aggiunge a quello di Renato Pierri che critica la Salvifici doloris nel libro "La sposa di Gesù crocifisso" (Kaos edizioni - 2001), e trattando il tema più ampiamente in un articolo su Italialaica (10 nov. 2010), scrive: "Moltissimi uomini si abbrutiscono proprio a causa della sofferenza...Spesso la sofferenza è distruttiva non solo del fisico ma anche dello spirito...Nulla dice Giovanni Paolo II, riguardo alla sofferenza dei bambini. Anche i bambini scoprono il senso salvifico della sofferenza?". Resta difficile immaginare che nella sofferenza si nasconda una "particolare grazia", giacché riguarderebbe solo alcuni fortunati individui adulti. Salvificus dolor solo per alcuni? Questo dovrebbe far riflettere tutti quei credenti dalle certezze incrollabili, che si ostinano a vedere la mano di Dio anche nella sofferenza.
Elisa Merlo
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