Il nucleare non è diventato, per noi, “l’assoluta idiozia”, solo dopo i tanti disastri già avvenuti, e col senno di poi. Oltre il 70% delle centrali in esercizio si avvia a superare il livello critico di quarant'anni di attività, e sta per entrare nella fase in cui i guasti sono la norma, e non l'eccezione. Molti benpensanti hanno invidiato la Francia per le sue 58 centrali, che forniscono il 70% del fabbisogno energetico francese a "basso costo". Pochi si ricorderanno che le centrali francesi sono state sviluppate principalmente per poter costruire la grandeur della Francia, la force de frappe di De Gaulle, e le bombette atomiche.
Energia a basso costo? e come si fa a definire se il costo di una centrale sia basso o alto, non conoscendo il costo reale di "decommissioning" di una centrale? Secondo recenti calcoli, il costo per la dismissione di una centrale nucleare può raggiungere tre volte il suo costo di costruzione. Ma, una volta moltiplicato il costo di costruzione di una centrale per quattro (per includere il costo del decommissioning), resta ancora fuori il piccolo problema che NESSUNO AL MONDO è in grado di stimare i costi di stoccaggio in sicurezza, per l'eternità, di porcherie quali il plutonio. Questo è un terno al lotto. Il giorno in cui l'ambiente dovesse presentare il conto, molte aziende sarebbero condannate al fallimento. Ma, essendo già presumibilmente liquidate da un pezzo, lascerebbero i costi in eredità alla collettività.
Nucleare come energia a basso impatto ambientale? Ma stiamo scherzando??? Quanti sanno che in Francia il 40% di tutta l'acqua consumata viene assorbita dal raffreddamento delle centrali nucleari, e quindi sversata, sempre calda, e spesso radioattiva, in fiumi e laghi? Con quali effetti sul riscaldamento globale?
L'altro giorno quella grande idiota che ci ritroviamo come Ministro dell'Ambiente ha scolpito che "il nucleare non inquina" perchè non produce CO2. Questa grande idiota, oltre a non aver capito che si può inquinare anche "semplicemente" col plutonio, non è stata informata che in molte centrali la CO2 è esattamente scelta come prodotto di scambio termico e di raffreddamento del reattore, al posto dell'acqua. Ma queste tizie, affette ormai da demenza giovanile, le lasciano andare fuori casa da sole, senza la badante?
Da alcuni anni l'industria nucleare si è inventata l'esigenza di portare la quota di nucleare nel mondo dall'attuale 5% al 20%, e questi traguardi sono diventati un mantra acriticamente accettato. Senza che NESSUNO al mondo si sia armato di pallottoliere, per smontare la bufala del millennio, al cui confronto la fine del mondo e il millennium bug sono delle verità scientifiche assodate. Facciamo due conti?
Attualmente, per produrre ben il 5% di nucleare, nel mondo operano 439 centrali nucleari. Se vogliamo portare in vent'anni la quota di nucleare al 20%, e ammesso che nel corso degli anni non aumenti il fabbisogno di energia, dovremo quadruplicare il numero di centrali attive, portandole dalle attuali 439 a 1756 (a parità di potenza media installata).
Tutto qui? No, perchè nei prossimi vent'anni oltre il 70% delle centrali attualmente in opera (307 circa) supereranno abbondantemente il loro ciclo di vita, e dovranno essere "decommissioned". Fatti i conticini? Fra vent'anni, delle 439 centrali oggi in uso, FORSE ne potremo usare - ancora per poco - circa 132. Quindi dovremo averne costruite altre 1624, per arrivare alle 1756 necessarie a coprire il 20% di energia col nucleare.
Facciamo un altro conticino? Costruiamo 1624 centrali al costo unitario di 5 miliardi; facciamo il decommissioning di 307 centrali al costo unitario di 15 miliardi. Siamo alla bazzecola di circa 13.000 MILIARDI di euro. Costo del servizio delle scorie "not included", e addirittura sconosciuto, visto che non si conosce neanche il sistema per attuare un serio "waste disposal" duraturo nei secoli dei secoli.
E' impossibile smaltire le scorie - La rivoluzione della tecnologia nucleare è iniziata sessant’anni fa e non sappiamo ancora come trasportare e smaltire gli scarti nucleari. Oggi la maggior parte delle scorie è conservata vicino alle centrali, in attesa di una soluzione per lo smaltimento. I governi sostengono che le scorie vanno sepolte in siti sotterranei molto profondi, ma a tutt’oggi non esiste alcun sito funzionante. Negli Usa, sono stati spesi 18 anni e 9 miliardi di dollari per costruire un tunnel, sotto la montagna Yucca, in cui depositare i rifiuti con l’idea che ci sarebbero rimasti per 10.000 anni. Questo tunnel non è ancora aperto e sta già crollando con 10.000 anni d’anticipo…
Costruire centrali al ritmo di samba - Attualmente i tempi per la messa in opera di una centrale sono stimati in 14 anni: sette per la progettazione, sette per la costruzione (sempre che non vi siano in agguato intoppi, e raddoppi dei costi in corso d'opera... Finlandia docet). Quindi se partiamo domani mattina col "progetto 20%", abbiamo sei anni (dal 2025 al 2031), per aprire le 1624 centrali dei sogni. Dovremmo mettere in cantiere (e completare nei tempi previsti) 1624 centrali in 6 anni; 271 centrali all'anno; 23 centrali al mese.
Per piacere, non svegliateli, non contradditeli. Il mondo è piano di pazzi che credono di essere Garibaldi, di 75enni che credono di essere affascinanti, e di Ministri e Ministre convinti di essere diventati, per nomina governativa, anche intelligenti ed esperti.
Ma non è finita qui: secondo l'AIEA, ci sono riserve di uranio a prezzi ragionevoli, e con L'ATTUALE NUMERO DI CENTRALI, al massimo per circa 80 anni. Però è chiaro che, se quadruplichiamo il numero di centrali, gli 80 anni diventeranno 20. In altri termini, secondo questi geniali imbecilli di governanti, dovremmo mettere in cantiere e costruire 1624 centrali che, quando saranno completate, potranno al massimo essere convertite per funzionare a Barbera o Dolcetto di pessima qualità. O, in alternativa, cremando ministri.
E' altissimo il rischio di disastri nucleari - C'è il problema del rischio "naturale" per guasti (anche a Fukushina è successo ciò che in teoria era assolutamente escluso che potesse accadere), c’è il problema del terrorismo, c'è il problema delle guerre. C'è, soprattutto, il problema che quando un guasto può uccidere migliaia di persone "in diretta" e centinaia di migliaia di persone in differita, non esiste alcun fattore di rischio su base percentuale che possa essere accettato. Semplicemente, quando si giocherella col plutonio, il fattore di rischio dev'essere dello 0,0000000%. E questo livello del fattore di rischio non esiste in natura.
Quindi, carissimi Berlusconi, Romani, Presti-a-Giacomo, Scajola, Veronesi, Chicco Testa eccetera: cambiate gioco. Lasciate perdere il nucleare, che non è roba per voi, e fatevi regalare da Silvio il Piccolo Chimico. Alla Presti-a-Giacomo anche il "Dolceforno". A Silvio, per ricambiare, potremmo regalare, per Pasqua, una troia brand-new.
Tafanus
Fonti: Joseph Eugene Stiglitz, Michael Pollan, Jeremy Rifkin, Lester Russell Brown, Mathis Wackernagel, Wolfgang Sachs
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