Scoppia la bomba Fukushima, e non affossa solo l'economia giapponesre, ma mette una pietra tombale sul nucleare in Italia, in Germania, in tutto l'Occidente. In Italia il tutto accade, comme d'habitude, con contorno di figure di merda assortite... "Statisti" che hanno già capito che ormai il nucleare italiano è solo una barzelletta raccontata male, ma provano a raccontarla ancora, a raccontarla meglio, a spiegare... Col contorno di "fuori-onda" che ormai sputtanano tutto e tutti... Quello che segue è l'articolo di oggi di [Repubblica], da cui apprendiamo che l'inossidabile Prestigiacomo...
Veronesi: "Riflettiamo" - E la Prestigiacomo... Clamoroso fuori onda del ministro dell'Ambiente: "Basta, non possiamo perdere le elezioni per il nucleare". Prende posizione, Veronesi, Presidente dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare (e si da una calmata: serve una pausa di riflessione). Il ministro Romani: "Non obbligheremo nessuno a ospitare centrali"
Nucleare, ora la parola d'ordine è "riflessione". E l'agenzia Dire cattura un dialogo fra il ministro Prestigiacomo, il portavoce del premier Bonaiuti e Tremonti: "...è finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese..."
Per giorni il governo ha insistito sulla bontà della politica delle centrali, soprattutto per bocca del ministro dell'Ambiente. Ma a poco a poco sono affiorati i distinguo, anche sull'onda delle resistenze dei Governatori. Ma il vero punto di svolta è arrivato nel giorno della festa dei 150 anni, con una nota a firma di Umberto Veronesi. E cioè del celebre oncologo ed ex senatore del Pd, che ha lasciato Palazzo Madama per diventare presidente dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare.
Veronesi ha dettato una lunga dichiarazione: "Le gravi vicende dei quattro reattori giapponesi impongono inevitabilmente a chi, come me, ha deciso di occuparsi di sicurezza degli impianti nucleari e di salvaguardia della popolazione, di mettere da parte lo sgomento e prendersi una pausa di riflessione profonda. Le caratteristiche di eccezionalità degli eventi giapponesi, dove al terremoto si è associato lo tsunami e poi l'incidente atomico, ha risvegliato in tutti noi paure ataviche e visioni apocalittiche, oltre che dolore e solidarietà sincera per la gente e per gli eroi, tecnici e scienziati, che tentano in ogni modo
di salvarla. Io rimango convinto che il mondo non può fare a meno del nucleare per sopravvivere, tenendo conto che petrolio, carbone e gas hanno i decenni contati e che sono nelle mani di pochissimi Paesi, che stiamo avvicinandoci ai 7 miliardi sul Pianeta con bisogni sempre maggiori di energia, e che le altre fonti di energia non sono attualmente sfruttabili in modo tale da assicurare la copertura del fabbisogno.
Dopo l'incidente delle centrali nipponiche tuttavia non posso evitare di pormi degli interrogativi. A cominciare dai sistemi di sicurezza delle centrali di Fukushima: perché non sono stati in grado di essere attivati con efficacia? Dobbiamo concludere che erano insufficienti? Mi domando poi se i modernissimi reattori di terza generazione avanzata di cui vorremmo dotarci avrebbero resistito a uno tsunami di quella portata, e se siamo sicuri che sia più opportuno e più sicuro avere pochi reattori di grande taglia, piuttosto che dotarci di una rete di minireattori. Per rispondere a queste e ad altre domande, vorrei personalmente approfondire e riesaminare i piani ( che peraltro ho sempre ritenuto eccellenti) di sviluppo nucleare del nostro Paese, anzi dell'Europa. Noi abbiamo il vantaggio di ripartire da zero e di poter fare scelte libere da vincoli e siamo quindi nelle condizioni migliori per decidere con coscienza, prudenza, intelligenza, e senza fretta".
E prima della parola dello scienziato, è arrivata quella del politico. "Non obbligheremo nessun territorio ad ospitare una centrale nucleare, anche se la legge lo consentirebbe" ha affermato il ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani. "Il tema della riflessione sul nucleare - ha spiegato il ministro - deve contemplare anche la condivisione delle scelte. Maggioranza, opposizione e comunità locali devono condividere il processo e devono essere informate sui processi di sicurezza. Nessuno, quindi sarà obbligato ospitare eventuali centrali. C'è ovviamente una grande preoccupazione, ma mi pare prematuro parlare di uno stop definitivo". Per il presidente dei Verdi Bonelli, le parole di Romani sono un inganno: "Solo per far calmare le acque".
Questo è quanto. La parolaia di Siracusa, che appena vedeva accesa la lucina di una telecamera assumeva posizioni talebane (andiamo avanti!), dopo un giorno passa all'adelante, Pedro, con juicio, ed oggi viene smascherata. Si sta cagando addosso, come tutto il cenrtro-destra, per i quasi certi effetti politici dell'insistenza sul nucleare. Dell'ambiente non gliene fotte una sega. Le interessa solo fare retromarcia senza graffiare il paraurti dell'auto blu.
Ieri un fuori-onda transalpino aveva beccato Sarkò, che spiegava preoccupato all'interlocutore: non riusciremo mai più a vendere le nostre centrali... E poi, riferendosi all'amico Silvio: "...chissà se comprerà le centrali che ci ha promesso di comprare..."
Di Chicco Testa abbiamo detto: dopo la rottura e la riparazione del primo generatore, aveva già scolpito: "...ecco, non è successo niente. Era solo un generatore. Adesso è tutto normale..." Adesso Chicco ha urgente bisogno almeno di una moratoria nel numero e nella veemenza delle sue esternazioni.
E mentre scrivo, sento che c'è stato oggi un incidente di una certa gravità in una centrale canadese. Who's next?
...e mentre metto su una bella Messa da Requiem per il Nucleare di Tutte le Generazioni, mi chiedo, seriamente, se sia il caso di "battere sul ferro caldo" del referendum per raggiungere il quorum, o se non valga la pena di privare Silvio e i suoi cari dell'alibi referendario, affinchè debba decidere senza poter dare la colpa ai comunisti brutti, sporchi e cattivi, che - ancora una volta - gli hanno impedito di governare. Si accettano pareri. Tafanus
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