Quando l'incompetenza si associa alla disonestà, al servilismo, alla totale mancanza di senso dello stato, il risultato non può che essere un pastrocchio immondo e puteolente. Ma andiamo con ordine.
Da anni, questo governo di cabarettisti straparla di ritorno al nucleare, affidando la materia ad esperti e disinteressati del calibro del presidente bunga-bunga, del filosofo Chicco Testa, della tardo-laureata in Amministrazione Pubblica Stefania Prestigiacomo, del Rag. Scajola, della astronoma Margherita Hack, dell'oncologo Veronesi. Rigorosamente tenuti fuori ingegneri nucleari, geologi, vulcanologi, esperti in energie alternative rinnovabili. Avrebbero potuto disturbare.
Non ho mai creduto, neanche per un attimo, che si sarebbe mai fatta, in Italia, una sola centrale nucleare. Innanzitutto perchè "accà nun ce stà 'na lira"; in secondo luogo, perchè appena dalla teoria si è passati alla pratica (scelta delle locations per le centrali e per il sito unico per lo stoccaggio delle scorie), puntuale come la cometa è scoppiata la sindrome nimby: "not in my backyard". Le centrali sono bellissime, ma per piacere fatele lontane da casa mia. Formigoni non le vuole in Lombardia, Zaia non le vuole in Veneto, Cota non le vuole in Piemonte, Berlusconi non le vuole ad Arcore, Scajola non le vuole ad Imperia, e la Prestigiacomo le vorrebbe lontane da Agrigento. Ci siamo?
Poi, accade ciò che non avrebbe dovuto accadere: Fukushima. Si scopre che la centrale era stata progettata per resistere a terremoti di 7,5 gradi Richter. Inutile ricordare che il terremoto (che ha innescato il terribile tsunami) ha raggiunto magnitudo 8,9. Si scopre che, pur essendovi già stati in tempi relativamente recenti, tsunami che nell'area hanno raggiunto l'altezza di 13 metri, la diga di contenimento a Fukushima era di soli.... 6 metri. Si scopre che i piani di emergenza erano risibili e vecchi come il cucco. Addirittura lo strumento principe per lanciare eventuali allarmi e richieste di soccorso era... il fax. Non è una battuta, è verita. Il fax. Qualcuno ha ancora un fax in casa o in ufficio, nell'era della posta elettronica? E perchè non, magari, una bella "telescrivente" a nastri perforati, di quelle grosse quanto un trumeau?
Nelle ore immediatamente successive all'incidente di Fukushima alcuni (fra cui noi) avevano esattamente inquadrato la gravità dell'accaduto. Non i nostri esperti nuclearisti di governo che, con la boria che contraddistingue gli imbecilli, continuavano a ripetere "non cambia niente, andiamo avanti". Scende in campo il laureato in filosofia Chicco Testa, una volta "verde", comprato alla causa del nucleare, che minaccia fuori onda di spaccare la faccia al geologo Tozzi, reo di non pensarla come lui. Insiste con la stronzata che a Fukushima non è successo niente (...solo un generatore rotto... adesso è stato sostituito, e in un attimo tutto tornerà come prima...). Arriva l'illuminato parere della para-ragioniera Prestigiacomo: "...le centrali nucleari sono ecologiche, perchè non producono CO2...". Nessuno ha trovato il modo di fermarla, di avvertirla che molte centrali non sono raffreddate ad acqua, ma a CO2... Ci salviamo (ma solo per un pelo) dall'illuminato parere della esperta in "fisica della particella" Gabriella Carlucci. E magari anche da un "instant book" di Scilipoti.
Ma a questo punto, per completare l'opera, sono mancate solo alcune frasi celebri dello stupidario fascista. Concedetemi un intervallo:
Chi si ferma è perduto.
Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi.
Beffo la morte e ghigno
Bisogna volere. Fortemente volere!
Chi osa vince!
Fermarsi significa retrocedere.
Nessuno ha potuto fermarci...nessuno ci fermerà!
Noi tireremo dritto!
Vincere e vinceremo!
Con le nostre macchine, come, soprattutto, col nostro popolo e con la nostra fede, andremo sicuramente verso la vittoria.
...lo stupidario potrebbe proseguire, ma la ricreazione è finita...
Passano i giorni, ed arrivano, a rate, le ammissioni cangianti della Tepco. I ridicoli tentativi di dominare la situazione lanciando secchielli d'acqua di mare nelle centrali, dagli elicotteri. Arrivano persino gli idranti dei pompieri. Per la Tepco, ogni giorno è tutto sotto controllo. Per gli esterni (francesi, americani), no. Col passare dei giorni la Tepco entra in stato confusionale. L'AIEA alza il livello di gravità dell'incidente da 5 a 7 (il massimo: medaglietta che fino ad oggi aveva avuto solo Chernobyl). Si parla di mesi e mesi (ma nessuno sa esattamente quanti) di continue emissioni di radionuclidi nell'aria e nella falda freatica, e da questa al vicinissimo mare... Si parla di evacuare un'area di 20 kms di raggio, poi di 30, poi di 40, poi di 100... Arriva la notizia che le zone evacuate non saranno abitabili prima di vent'anni, e che le emissioni continue di radionuclidi alla fine supereranno le emissioni "in un botto solo" di Chernobyl. Traduciamo? Fukushima PEGGIO di Chernobyl.
Situazione gravissima, ma con alcuni effetti collaterali positivi: Chicco Testa si placa, e smette di andare in giro a spaccar facce e a dire idiozie; Scajola è virtualmente desaparecido; Veronesi dice che "ci vuole una pausa di riflessione". Alla fine, anche il Governo si arrende alla pausa di riflessione. Questo accade esattamente un mese fa. Leggiamo dal Sole24Ore:
Stop di un anno per il nucleare. Il governo oggi vara il rinvio del piano per le nuove centrali
ROMA - Sul ritorno al nucleare scatta la moratoria di un anno. È Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico, a ufficializzare una decisione che è lentamente maturata nell'ultima settimana quando il governo, dopo le prime dichiarazioni nel segno della continuità, ha dovuto fare i conti con i timori sempre più diffusi per il disastro alla centrale giapponese di Fukushima. L'avvicinarsi delle elezioni amministrative e soprattutto il timore per il referendum in programma il 12 giugno hanno fatto il resto, fino al consiglio dei ministri europei dell'Energia che lunedì a Bruxelles ha sancito, attraverso gli stress test sulle centrali più vecchie, una linea di prudenza e accertamento dei livelli minimi di sicurezza. Pesa ancora come un macigno del resto il precedente del disastro di Cernobyl, che fiaccò le speranze dei nuclearisti nel referendum del 1987.
(di Carmine Fotia - IlSole24Ore - 22/03/11)
Ma intanto a Fukushima le cose continuano a peggiorare. Quanto? Quanto basta perchè si decida che l'unica cosa da fare è "seppellire il mostro", anche se nessuno sa come farlo. L'8 Aprile - scusate l'autocitazione - il Tafanus pubblica [un suo post] una terrificante notizia, tratta dal quotidiano monitoraggio del "Japan Times":
[...] Spero che il senso sia chiaro anche per chi non padroneggia perfettamente l'inglese: a Fukushima, secondo la Toshiba, lo smantellamento dei 4 reattori "danneggiati" sarà portato a termine entro soli 10 anni (anzichè i 14 che ci hanno impiegato gli americani a smantellare uno dei due reattori di Three Mile Island). Molto più precisa la Chubu EPC., che si è impegnata a smantellare la centrale di Hamaoka (della quale fin qui nessuno ha parlato) esattamente entro Marzo 2037. Solo 26 anni, ed è fatta. Nulla ci hanno detto le due aziende sui costi del decommissioning (ve lo dico io: costa fra le tre e le quattro volte la costruzione), né circa il destino delle scorie residue. Allegria.... Qualcuno inoltri a Chicco Testa ed al Rag. Scajola. Tafanus
Il resto è storia degli ultimi giorni. Da Fukushima in poi, l'avversione al nucleare sale con la velocità della luce, e fra meno di due mesi si votano tre referenda: contro la privatizzazione dell'acqua, contro il ritorno al nucleare, e... per l'abrogazione della legge sul legittimo impedimento. Finora l'esecutivo non si è preoccupatoo molto.
Permettetemi un'altra citazione del Tafanus, e di [un suo post del maggio 2009], molto istruttivo. Si può vedere l'andamento di lungo termine dell'affluenza ai voti referendari, e si può vedere come l'ultima volta che un referendum ha raggiunto il quorum, correva l'anno 1995... D'altronde il governo ha assunto le sue precauzioni. Niente election day con l'accorpamento di amministrative e referenda; voto referendario fissato al 12 di giugno. Scuole chiuse, mogli in vacanza, mariti che durante il fine settimana raggiungono la famigliola. I più sfigati - quelli che non possono permettersi la moglie in vacanza fin da metà giugno - fanno comunque la gita mordi e fuggi ai laghi, al mare, in campagna. Il muro di protezione contro i referenda è alzato. Come sempre, funzionerà.
Poi, però, i sondaggi sull'affluenza al voto referendario, trascinato dal montante terrore sul nucleare, gelano i nostri nani della politica. Il quorum potrebbe essere superato tranquillamente, e in tal caso per TUTTI i referenda vincerebbe il si. Passi per il nucleare (che tanto non si sarebbe mai fatto); peccato per l'acqua (c'erano tanti begli affari in vista, ma non mancheranno altri affari sostitutivi...); ma l'abrogazione della legge sul legittimo impedimento, perdio, NO! Come direbbe Sconcy... "toglietegli tutto, ma non il suo ombrell.."
Bisogna disinnescare i referenda, riportando la gente al mare, come succede da 16 anni. Uccidere il referendum sul nucleare - che sta diventando trainante - significa uccidere anche quello sul legittimo impedimento. Inoltre, come certificato dai giornali d'oggi, nasce una santa alleanza con Confindustria, la quale non piangerebbe se fallisse il referendum sull'acqua. E le parole di fuoco (fatuo) pronunciate in questi giorni dalla Marcegaglia contro il governo? Suvvia... un momento di impazienza possono averlo tutti. Scurdammuce 'o passato... Tu mi dai l'acqua a me, io ti do il legittimo impedimento a te. OK, il prezzo è giusto.
Ma almeno questi osceni scambi fra interessi della Confindustria ed abituali "leggi paraculo" pro Berlusconi ci metteranno al riparo per sempre dal nucleare?
No. Ecco cosa prevede l'elendamento ammazza-referendum:
Con un emendamento all'articolo cinque del decreto legge omnibus l'Esecutivo propone «l'abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari». Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, si legge nell'emendamento, «non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare».
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L'imbroglio è tutto qui, clear as fresh water... Cosa succederà DOPO aver "acquisito ulteriori evidenze scientifiche"? che tutto riprenderà da dove ci siamo lasciati ieri. NdR)
L'emendamento, dopo aver definito nel dettaglio i vari punti da abrogare del testo del governo sulla moratoria nucleare per un anno, riafferma che "entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge il consiglio dei ministri adotta la strategia energetica nazionale nella definizione della quale il consiglio dei ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione Europea e a livello internazionale in materia di scenari energetici e ambientali".
Insomma, una cosa da magliari della politica. L'emendamento rinvia la decisione, ma il referendum non verteva sulla data, ma sul fatto - tout court - se l'Italia dovesse o meno tornare al nucleare, A PRESCINDERE da qualsiasi valutazione di qualsiasi tipo. Quindi adesso è tutto chiaro. Se il governo riuscirà a tenere lontani dalle urne il 50% degli italiani, fingendo di rinunciare al nucleare, il nano avrà salva la sua legge sul legittimo impedimento, e la Confindustria potrà rimettere le mani su quel bene prezioso che è l'acqua.
Per piacere! non facciamoci inculare ancora una volta! Andiamo a votare COMUNQUE, per sconfiggere il governo non solo su due leggi-monstre, ma anche sul piano politico. Facciamo circolare queste considerazioni. Togliamo al nano il suo "ombrell", e togliamo le mani della casta e delle cricche dall'acqua, bene prezioso. Togliamo a Maroni, ed alla Lega Ladrona, il vizio di buttare nel cesso 400 milioni alla volta per lo svolgimento dei referenda in date separate dalle amministrative. L'istituto referendario è l'unico strumento di decisione che ci resta. Ora che - per fortuna e per stanchezza - Pannella ha smesso di demolirlo, presentandone 23 a botta, e creando nausea e rigetto nella gente, riappropriamoci di questo istituto. Rianimiamolo.
E chiediamo ai nostri politici di impegnarsi, quando e se riusciranno a ritornare la governo, a varare una nuova legge di regolamentazione del voto referendario, che abolisca la trappola del quorum
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