La Francia ha già fatto sapere a Maroni che se pensava di trasferire in Francia i tunisini sbarcati in Italia, con il passepartout del "permesso di soggiorno provvisorio", ha sbagliato i conti. In primo luogo perchè la possibilità di movimento all'interno dell'area Schengen è legata non solo al rilascio del permesso da parte di un paese, ma alla stipula di accordi bilaterali cogli altri paesi. E l'Italia non ha nessun accordo bilaterale con la Francia.
In secondo luogo, perchè anche in termini di regole sui rimpatri, l'Italia è inadempiente nei confronti dell'Europa. Non ha infatti ancora recepito la Direttiva Comunitaria n° 115 del 2008, che regolamenta i rimpatri, perchè avrebbe dovuto rinnegare la Bossi-Fini, nota legge-spot. L'Italia - ci fanno sapere informalmente dall'Europa - non può invocare l'Europa e le sue regole solo quando la cosa fa comodo, e fregarsene di norma. La cosa non funziona. Cerchiamo di capire quale sia il problema da un estratto dell'articolo di Silvia D'Onghia sul "Fatto" del 5 aprile:
La Direttiva Europea sui rimpatri che l’Italia non vuole recepire
Dal 24 dicembre scorso, per l’ennesima volta, l’Italia è fuori legge rispetto all’Europa. È scaduto infatti il termine per recepire la direttiva comunitaria sui rimpatri (varata da Bruxelles nel 2008), quella che mette in crisi la Bossi-Fini (e per questo Maroni non la vuole), ma che potrebbe contribuire a risolvere l’emergenza immigrazione. Nel pomeriggio di oggi (del 5, per chi legge - NdR) l’aula di Montecitorio sarà chiamata a pronunciarsi sugli emendamenti presentati dai Radicali per il recepimento del testo: un’analoga operazione al Senato prima di Natale è fallita a causa della Lega, che all’ultimo momento, con il parere favorevole del governo, ha eliminato dalla legge comunitaria (che annualmente deve recepire le indicazioni europee) proprio l’emendamento sulla direttiva rimpatri. Perché tanta ostilità?
“Il punto fondamentale è che l’Europa considera la reclusione degli immigrati irregolari come l’estrema ratio, e non la prima, cosa che fa invece la Bossi-Fini – spiega il segretario radicale, Mario Staderini –. All’irregolare viene offerta invece la possibilità del rimpatrio volontario entro 30 giorni, poi scattano misure coercitive meno lesive della dignità personale: l’obbligo di presentarsi periodicamente alle autorità, la costituzione di una garanzia finanziaria adeguata, la consegna di documenti o l’obbligo di dimorare in un determinato luogo. Se fosse recepita, la direttiva smaltirebbe il sovraccarico delle Procure, che si trovano a dover gestire decine di migliaia di procedimenti per immigrazione clandestina (quasi 20 mila quelli avviati dalla Procura di Agrigento proprio in seguito agli sbarchi dell’ultimo periodo, ndr). Un reato che l’Unione europea non ammette”.
Già, perchè la Corte europea di Giustizia si pronuncerà a breve anche su questo, dopo il ricorso presentato da un immigrato. Il mancato recepimento della direttiva negli ultimi mesi ha creato un grande caos: molte Procure l’hanno ritenuta immediatamente applicabile e hanno così scarcerato decine di irregolari. Lo stesso hanno fatto gli investigatori, tanto che a dicembre il capo della Polizia, Antonio Manganelli, è stato addirittura costretto ad emanare una circolare per spiegare alle Questure come comportarsi. Maroni a gennaio ha annunciato di voler “disinnescare” la direttiva con un decreto legge, cosa che poi naturalmente non ha fatto.
“È una situazione paradossale – prosegue Staderini –: i magistrati sono stracarichi di lavoro, almeno duemila persone affollano le carceri italiane per il solo fatto di essere clandestine e andranno incontro a un processo. E ci sono in giro circa 500 mila irregolari che, se fossero presi, dovrebbero essere rinchiusi nei Centri di Identificazione ed Espulsione. Il governo non ha né le risorse né il personale di polizia per attuare la legge e per questo, al di là di qualche retata spot davanti alle mense della Caritas, li lascia liberi. Recepire la direttiva 115 del 2008 servirebbe invece a garantire un percorso legale anche per gli stessi rimpatri, aprendo nello stesso tempo alla possibilità che gli stranieri vengano ospitati in strutture private, senza l’impiego delle forze dell’ordine”. Per questo i Radicali lanciano un appello, “alle opposizioni, prima di tutto – conclude il segretario – , ma anche ai membri cattolici della maggioranza: così potete salvare il governo dalla situazione allucinante in cui si è messo”.
(da "Rassega Stampa")
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