È la probabilità di un evento catastrofico. Su questi dati l’Enel basa il “Rinascimento Nucleare”.
L’energia nucleare è sicura. Chi temesse che quanto sta accadendo in Giappone possa mettere in dubbio questa certezza, dando fiato ai pregiudizi di chi è privo di conoscenze scientifiche, può tranquillizzarsi leggendo lo studio "Il nucleare per l’economia, l’ambiente e lo sviluppo" (...titololo che è già, da solo, un manifesto programmatico... NdR). L’ha pubblicato sei mesi fa l’Enel. In 295 pagine c’è la summa delle conoscenze di cui l’Italia dispone in materia, mentre si avvia a costruire nuove centrali in nome del Rinascimento Nucleare.
A pagina 7 c’è scritto: “Il nucleare è una tecnologia sicura. Con le norme e gli standard attuali, incidenti come quello avvenuto a Chernobyl non possono più ripetersi”. Più avanti specifica che le probabilità di un evento catastrofico di quel tipo sono una ogni cento milioni di anni.
Lo studio, commissionato allo Studio Ambrosetti, non è un documento di parte. È disponibile sul sito [ambrosetti.eu]. Dichiara di assumere “una prospettiva strategica e indipendente”, e di rispondere alla “volontà di offrire ai decisori del Paese e all’opinione pubblica una base informativa completa e imparziale che possa essere di supporto per un confronto informato e consapevole”. Spiega all’inizio che “occorre iniziare a parlare di nucleare al di là dei pregiudizi, non come è stato fatto in passato”.
Che ci sia una probabilità di grave incidente nucleare ogni 100 milioni di anni non è quindi un pregiudizio, ma una valutazione scientifica. A questi calcoli scevri da emotività hanno collaborato i migliori specialisti italiani. Tra essi: Emanuele Borgonovo, direttore del centro di ricerca Eleusi dell’Università Bocconi; Clara Poletti e Arturo Lorenzoni dello Iefe (ricerche economiche sull’energia) della stessa Bocconi; Mauro Mancini, professore di Project management al Politecnico di Milano; Marco Ricotti, professore di reattori nucleari al Politecnico di Milano; Lanfranco Senn, direttore del centro di ricerca sull’econo – mia regionale, dei trasporti e del turismo ancora alla Bocconi.
Le conclusioni sulla sicurezza sono queste: “Oggi, nel mondo, in oltre 14 mila anni-reattore di funzionamento, vi sono stati solo due incidenti molto gravi, di cui solo quello di Chernobyl ha avuto come conseguenza la perdita di vite umane e la contaminazione della regione circostante. Va al riguardo sottolineato che si è trattato di un incidente reso possibile dalla tecnologia di quel reattore, adottato solo nell’ex Urss e che non potrebbe in alcun modo aver luogo nei reattori di tecnologia occidentale (LWR). Il secondo, Three Mile Island, pur avendo comportato danni materiali molto gravi al reattore, non ha dato luogo a emissioni radioattive significative all’esterno del contenimento e non ha avuto alcun impatto sanitario sulle popolazioni locali. Eventi di questo tipo – causati da carenze progettuali, errori umani e organizzativi – con le centrali di terza generazione avanzata e con le attuali modalità di gestione e funzionamento sono sostanzialmente irripetibili (probabilità di evento catastrofico pari a meno di un caso ogni 100 milioni di anni)” (...peccato, davvero peccato, che le centrali di "terza generazione e mezza" per ora esistano solo nel bagaglio culturale del rag. Scajola da Imperia... NdR)
Una previsione che si spinge così in là nel tempo difficilmente può essere intaccata da una novità (Fukushima) che si è presentata dopo soli sei mesi dalla formulazione. Rimane dunque valida la considerazione che segue: “I moderni criteri di progettazione e le procedure di sicurezza adottate consentono alle centrali nucleari di resistere perfettamente a situazioni estreme, quali: calamità naturali, come dimostra il caso del Giappone, uno dei Paesi a maggior rischio sismico, ma con una lunga tradizione di sviluppo nucleare civile; attacchi terroristici, a difesa dei quali (l’errore di grammatica è nel testo) le centrali sono dotate di stringenti norme di sicurezza per l’accesso del personale e progettate per resistere anche a eventi come l’impatto con un aereo commerciale”.
Implicitamente lo studio rivela che fino a un po’ di tempo fa, per esempio quando in Italia si votò per il referendum sul nucleare (1987), nonostante le assicurazioni dei responsabili non è che si guardasse tanto alla sicurezza. Adesso per fortuna le cose sono cambiate: “La grande attenzione che oggi viene data alla sicurezza nelle centrali nucleari, grazie alle tecnologie utilizzate e alla competenza richiesta al personale tecnico e alle procedure di verifica (nuclear safety oversight), rende di fatto impossibile il ripetersi di incidenti di estrema gravità”. (...che autogoal, lasciarsi scappare una simile minchiata appena sei mesi prima di Fukushima... I committenti del rapporto dovrebbero farsi ridare indietro i compensi dagli estensori della minchiata... NdR)
Come è calcolata la probabilità di un evento catastrofico ogni 100 milioni di anni? Semplice. Gli impianti, affermano gli scienziati incaricati dall’Enel, devono essere realizzati “alla luce dei requisiti progettuali e costruttivi previsti per le società elettriche europee (EUR – European Utility Requirement)”, che prescrivono appunto quegli “obiettivi probabilistici di sicurezza”: una probabilità di incidente molto grave ogni 100 milioni di anni (...traduciamo? le probabilità di incidente grave sono di una ogni cento milioni di anni, perchè così è scritto che dev'essere nel "Manuale delle Giovani Marmotte Nucleariste". NdR)
Non è uno scherzo, non facciamoci prendere dall’emotività. È proprio così. Un organismo europeo ha ordinato alle società elettriche di fare centrali che diano problemi seri solo una volta ogni cento milioni di anni. Per gli scienziati che hanno fatto lo studio per l’Enel da quella prescrizione discende la certezza che un incidente tipo Chernobyl può accadere solo una volta ogni cento milioni di anni.
(Giorgio Meletti, 17-03-2011) © Il Fatto Quotidiano
Fantastici, questi nuclearisti... Chicco Testa (ex ambientalista e promotore del referendum antinuclearista dell'87) che ci bacchetta: "...ma che cazzo dite??? a Fukushima non è successo niente! In fondo si è solo rotto un generatore! L'abbiamo subito sostituito, e adesso tutto è normale...". Si, Chicco... adesso "tutto è normale". Salvo il fatto che 600 persone si stanno ammazzando nella centrale, consapevolmente, per salvare le mie e le tue chiappe. E che la centrale dev'essere chiusa, ma nessuno sa come farlo e quanto costerà, visto che ormai c'è la merda radioattiva nella falda freatica, in perenne movimento verso il mare...
Fantastici, questi nuclearisti, per i quali il rischio è di un incidente grave ogni cento milioni di anni, pur avendone avuti tre in 32 anni...
Fantastici, questi nuclearisti. Fantastici e sfigati, perchè questo studio di sei mesi fa non ha fatto in tempo a conteggiare Fukushima... Dunque, rifacendo i conti per bene, gli "incidenti gravi" non avvengono ogni 100 milioni di anni (questo è solo un obiettivo), e nemmeno ogni 14.000 anni/reattore. Gli incidenti sono tre e non due, gli incidenti sono uno ogni 9333 anni/reattore, e non ogni 14.000 anni/reattore.
Fantastici, questi nuclearisti, perchè vogliono quadruplicare in vent'anni l'incidenza del nucleare, portandola dal 5% al 20%. Quindi vogliono portare le centrali da 439 a 2200. Quando tutto questo sarà realizzato, gli incidenti gravi passeranno da uno ogni 11 anni, ad uno ogni 4 anni e tre mesi. Una pacchia. Non faremo in tempo ad uscire da una Chernobyl, che saremo già immersi in una Fukushima...
Fantastici, questi nuclearisti, perchè parlano di centrali di "terza generazione avanzata" come di un fatto esistente e collaudato. Qualcosa che FORSE ci sarà nel 2040.
Fantastici, questi nuclearisti, infine, perchè continuano a trascurare il fatto che le riserve d'uranio sono al lumicino, e che nessuno conteggia, nel costo dell'energia da nucleare, il costo (enorme) del decommissioning delle centrali dismesse. E men che meno il costo della gestione delle scorie (che peraltro nessuno sa come gestire).
Fantastici, questi nuclearisti.
Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus