...era da molti giorni che avrei voluto cercare e mettere insieme un'antologia del vendolismo, cioè di quel linguaggio che Miriam Mafai ha definito "affabulazione" insignificante, cioè priva di contentuo significante. Poi, sapete com'è... la pigrizia, la scelta di altre priorità, le orecchiette con le cime di rape... Noël oblige...
Per fortuna, sono capitato sul blog "Cerazade", di Claudio Cerasa, che ci aveva già pensato, e quindi mi sono permesso di rubargli queste perle di vendolismo. Alcune davvero imperdibili. Avvertenza: queste perle sono dei campioni gratuiti, non in vendola. Tafanus
Le migliori vendolate del 2010
-1) "Roma è stata assediata da una vera e propria tenaglia militare, che ricorda altre epoche e altre capitali: Roma blindata e sequestrata come Santiago del Cile ai tempi di Pinochet".
Nichi Vendola, 30 novembre 2010
-2) "Le primarie sono una vera spinta di vita, immettono un alito profumato nel centrosinistra che dice parole che sono in sintonia con la società".
Nichi Vendola, 30 novembre 2010
-3) "Vorrebbe che il centrosinistra riprendesse in mano la questione morale con una capacità di autobonifica sconosciuta all'innocentismo 'a prescindere' della destra".
Nichi Vendola, 30 novembre 2010
-4) "Perché ho l'orecchino? Mi piaceva l'idea di firmare il mio corpo, inserire una micro-mutazione nella mia corporeità".
Nichi Vendola, invasioni barbariche, 26 novembre 2010
-5) “Le primarie sono come il bambino che si porta all’orecchio la conchiglia per ascoltare il rumore del mare: sono il rumore della vita”.
Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”
-6) "Ovviamente non sono la persona deputata alle risposte. Posso solo allargare l'ambito delle domande"
Nichi Vendola, 3 maggio 2010
-7) “Cos’è il machismo? E’ l’elaborazione dell’angoscia dell’impotenza che il genere maschile si porta dalla notte dei tempi appresso”.
Nichi Vendola, 20 settembre 2010
-8) "La soluzione ai problemi non la troviamo se ci sediamo attorno a un tavolo noi che siamo portatori di codici criptati. Noi abbiamo bisogno di fare l’alleanza fuori da questo tavolo con quei soggetti sociali che per esempio si arrampicano sui tetti".
Nichi Vendola, 27 novembre 2010
-9) “Ricordo la sensazione di infinita libertà nell’andare a cercare un orecchino adeguato alle mie tasche, un semplice cerchietto d’oro, e il dolore del buco fatto in gioielleria, lì capii quanto la bellezza nasca nel grembo del dolore”.
Nichi Vendola, 4 novembre 2010
-10) “Nella modestia materiale delle condizioni della mia famiglia, ho costruito la mia immagine attraverso la letteratura e le suggestioni estetiche che soprattutto la grande letteratura ispanica mi ispirava”.
Nichi Vendola, 28 ottobre 2010
-11) “Vengo rimproverato, anzi mi viene mossa un’imputazione di reato. Io sono reo di porto abusivo di sogno e devo dire che tendenzialmente mi dichiaro colpevole”.
Nichi Vendola, distico introduttivo all’invito per la presentazione del cofanetto (con dvd) “La parole del futuro - La ballata di Nichi Vendola”
-12) “Sia pure calibrando ogni verso, ogni suono, ogni stilema, ogni mitologema, con la maestria dei vecchi orologiai (e qui la poesia è tutto un danzare insieme al dio del tempo), in questa densa e rapida silloge Pino Pisicchio ci offre un lavoro persino sorprendente”.
Dalla prefazione di Nichi Vendola al libro di poesie di Pino Pisicchio, Ecologa civile, Levante editore, 2010
-13) “In quest’epoca di precisione e nitidezza digitali e di dissolvenza delle condizioni e delle relazioni sociali, la domanda che ci si fa è la stessa per tutti: dove accidenti sono finito nella vicenda sociale?”.
Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”
-14) “Ci troviamo in un’epoca di formidabile destrutturazione di tutti i corpi sociali, di tutte le identità collettive: invece dell’io dell’egoismo maturo marxiano prorompe un io debole, ricattabile e spaventato, bisognoso di appiccare roghi agli accampamenti di immaginari nemici”.
Nichi Vendola, La Sfida di Nichi dalla Puglia all’Italia
-15) “Il capitalismo ormai non è solo incompatibile con la democrazia: è incompatibile con la vita”.
Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”
-16) “Violenza significa lasciare che la brutalità dei mezzi diventi il cannibale che si mangia la bontà dei fini”.
Nichi Vendola, 17 dicembre 2010
-17) Nichi, ma in che modo la libertà sessuata, per te, diventa un fattore di successo? “Attraverso la sessuazione di un processo elettorale”.
Nichi Vendola intervistato da Cosimo Rossi in “La sfida di Nichi”
-18) “Il paganesimo è la nostalgia di un divino non ossificato nelle metafore del potere maschile”.
Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”
-19) “Cambia molto se la democrazia è non soltanto la fotografia sincronica degli umori ideologico-culturali del presente ma se, in qualche maniera, ha una capacità, se possiamo dire così, di proiezione diacronica, di prospettazione che va oltre il limite generazionale, se il ‘bene comune’ lo preserva con lungimiranza, se assume la bisessuazione del linguaggio che la fonda come principio di realtà ed esodo dalla gabbia del neutro-maschile”.
Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-20) “Viviamo davvero, come nell’apologo orwelliano, in un mondo nel quale le parole significano il loro contrario, sono gusci vuoti, fonemi e sintagmi che danzano nel vuoto, le parole sono evaporate o rinsecchite e per renderle frizzanti c’è chi le riempie di idrolitina”.
Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-21) "Voglio contribuire a fare un rito di sepoltura di abitudini obsolete e uno battesimale che dia voce a una speranza che abbia gambe politiche".
Nichi Vendola, "la Sfida di Nichi"
-22) “C’è quel bellissimo discorso di Obama sull’impotenza di fronte alla macchia di petrolio, che è una manifestazione emblematica di consapevolezza del limite del riformismo: dentro il recinto delle compatibilità date non esiste una risposta strutturale”.
Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”
-22a) Il mio ambiente è stata una culla cattolica. Il cattolicesimo è un pezzo di Mezzogiorno che in Puglia diventa cifra di identità popolare, con una forte connotazione comunitaria, con le forme della sua pietà sempre al limite tra sacro e profano.
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-22b) L’omosessualità è un pezzo del mio scisma dalle “due chiese”, dalla chiesa comunista e dalla chiesa cattolica. Raccontava il nocciolo duro della mia dignità e libertà e ha rappresentato lo spazio di autonomia dalle mie fedi, o insieme di verifica delle mie fedi.
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-22c) Nel 2005 sono stato eletto Presidente della Regione Puglia. Da allora ho un anello al pollice, regalatomi da un pescatore di Mola di Bari, era la fede di sua madre. Rappresenta per me una specie di matrimonio con il popolo.
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-23) Ci sono sempre due vocazioni in me. Il Nichi Vendola ludico, anarchico, infantile, narcisista. E quello instancabile, organizzatore, sorvegliato speciale delle sue stesse passioni, investito dei suoi doveri pubblici. Che è capace di piegare la sua indole e di scommettere le scommesse più paradossali della sua vita.
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-24) C’è quel bellissimo discorso di Obama sull’impotenza di fronte alla macchia di petrolio, che è una manifestazione emblematica di consapevolezza del limite del riformismo: dentro il recinto delle compatibilità date non esiste una risposta strutturale.
Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”
-25) “Noi siamo entrati da alcuni decenni nell’età in cui questa capacità presuntuosa di possedere nominalisticamente tutto è venuta meno: innanzitutto perché i soggetti hanno coniugato lo spirito della libertà alla carne della storia, contestando in radice non solo i paradigmi concentrazionari ma anche le gestioni più soft di eterodirezione e di gerarchizzazione sociale; e poi perché è sorto improvvisamente, di fronte allo sguardo del filosofo, dello scienziato, il tema della complessità”.
Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-25b) “Morte, bellezza, dolore. Le tre parole sono sorelle, stanno in qualche maniera dentro una danza vitale. A me ricordano il Dio che danza la vita, e danzare la vita non è un modo per fuggire dalla inquietudine del pensiero della bellezza, da...lla drammaticità (che ci rende fratelli e sorelle) dell’esperienza del dolore e dall’incombenza della morte”.Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo” (segnalato da JeSuisStephanie)
-26) “La violenza contro i corpi sociali e contro i corpi individuali è consustanziale alla modernizzazione dei tecnocrati e dei custodi della grande frode fiscale dominante”.
Nichi Vendola, il manifesto, 23 dicembre 2010
-27) “Il pensiero debole è una resa senza condizioni. E’ l’idea, appunto, che ci sia una specie di felice punto di fuga dalla realtà e dalla politica, un punto di sospensione della crisi e di ricomposizione verginale nell’utero della coscienza del mondo. Insomma: il pensiero forte governa il mondo con la guerra, oggi addirittura assunta senza delimitazioni spazio-temporali, e il pensiero debole, accovacciato negli interstizi avanguardistici del sociale, cova la sua pace e la sua alternativa al potere. Ecco come la sconfitta trasmuta in poesia e qualunque tensione al cambiamento s’imbarca sulla zattera del naufragio. Francamente insopportabile!”.
Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-28) Io credo che dobbiamo avere il coraggio di nominare la notte e di costruire collettivamente l’attesa dell’alba. Ma per andare incontro all’alba abbiamo bisogno di ricostruire dentro di noi la volontà soggettiva, una volontà ‘convertita’, di cercare luce. Dobbiamo ritrovare la nostalgia della luce, dobbiamo preparare una culla per quell’alba, dobbiamo andarle incontro. Speriamo che si tratti di qualcosa che potremmo raccontare in prima persona, perché vorrà dire che avremo sconfitto la catastrofe, che avremo preservato la bellezza e la decenza dalle insidie delle tenebre”.
Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-29) “Morte, bellezza, dolore. Le tre parole sono sorelle, stanno in qualche maniera dentro una danza vitale. A me ricordano il Dio che danza la vita, e danzare la vita non è un modo per fuggire dalla inquietudine del pensiero della bellezza, dalla drammaticità (che ci rende fratelli e sorelle) dell’esperienza del dolore e dall’incombenza della morte”.
Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-30) “Dicono che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: devono tenersi abbracciati per poter volare. Buon volo! Buon abbraccio!”.
Nichi Vendola, “La ballata di Nichi: le Parole del Futuro”
-31) L’orecchino, come direbbe Roland Barthes, è il punctum: la cosa che ti punge e che ti attira. Qualcosa di irregolare, soprattutto quando vive nell’asimmetria della sua solitudine, lui che era nato per essere simmetrico con il suo gemello. Io lo volevo, e lo dissi a mia madre”.
Nichi Vendola, 28 ottobre 2010
-32) “Avrei voluto essere con voi lì, amici e amiche che ancora immaginate la poesia come un rendiconto, come un percorso utile, come un foglio di carta che diventa un foglio di coscienza. Avrei voluto essere lì con voi: scambiare parole, scambiare qualche grammo di disperazione; scambiare qualche grammo di illusione; ma poi, insieme a voi, intrecciando parole, costruendo ghirlande di parole, e immaginare anche attraverso la ritualizzazione della parola la possibilità di costruire, ciascuno per conto proprio, tutti insieme, una via d’uscita: perché si possa ritrovare il mondo in cui la luce illumina il bene ed il male; e ci rende capaci di discernimento. Buona poesia a tutti voi”.
Nichi Vendola, “Per calpestare l’oblio: cos’è, per me, la poesia”
-33) “Che cos’è la poesia? E’ la denuncia dello scandalo di un mondo senza poesia. E’ rifuggire dalla dimensione commerciale della rima leggera e dei facili costumi. E’ scardinare il marchingegno dell’oblio programmato. E’ come una lampadina tascabile: aiuta noi a non essere prigionieri di questo smarrimento prosaico, di un mondo calcolistico e irrazionale; di un mondo di dissipazioni in cui, cari amici, l’unica letteratura possibile è quella del cinismo”.
Nichi Vendola, “Per calpestare l’oblio: cos’è, per me, la poesia”
-34) “Mentre per anni hanno, e ancora ora, sfilato e sfilano processioni di improvvisatori che sembrano davvero dilettanti allo sbaraglio, di alimentatori di un divertimentificio che è un’opera sapiente di morfinizzazione intellettuale, cito Gramsci, Checco Zalone, va detto, è un professionista a tutto tondo”.
Nichi Vendola, intervistato il 13 gennaio 2011 sull’edizione pugliese di Repubblica.
-35) “Lo confesso: a me piace molto la parola 'partita' perché, come mi insegnano i ragazzi delle Fabbriche, è il femminile della parola partito”.
Nichi Vendola, “Riaprire la partita”
-36) “Dopo una lunga stagione di modernità orwelliana, di inversione semantica del significato delle parole, una manipolazione del linguaggio e dei segni continuo e permanente, abbiamo bisogno di creare un nuovo vocabolario che ci restituisca il significato autentico delle parole: quel significato umano delle parole che arricchisce il vocabolario del cambiamento. Un vocabolario libero dall’inganno lessicale che abbiamo vissuto in questi anni: buono per un’antropologia di normodotati”.
Nichi Vendola, “C’è un’Italia migliore”
-37) “Perché ho l’orecchino? Soprattutto perchè mi ricorda le storie della mia terra, le storie dei carrettieri”.
Nichi Vendola, a “le Iene”
-38) “No, io non scrivo per definire una poetica, non chiedo a nessuno di scrivere secondo precetti. Perché la poesia non è una deontologia. Semplicemente, la poesia ‘è’”.
Nichi Vendola intervistato dalla rivista “Più libri”
-39) “Alla scacchiera della mia esistenza, ho usato spesso la mossa del cavallo per giocare il mio futuro”.
Nichi Vendola, “Il Volto nuovo della sinistra”
-40) “Il lavoro fondamentale da fare è lo scavo nel suolo delle parole. Il centrosinistra oggi è un palcoscenico che non ha parole”.
Nichi Vendola, 10 ottobre 2010
-41) “L’orecchino è stato il completamento del mio corpo. Il tocco che c’ho messo io, una firma. Questa firma mi aiuta a uscire da me stesso”.
Nichi Vendola, 4 novembre 2010
-42) “Ho sempre scritto filastrocche. Fin da bambino. Scrivevo filastrocche su quel che vedevo, che mangiavo, che succedeva intorno a me, anche sulle tovaglie di carta delle trattorie, quando andavo in giro per l’Italia”. E allora, Nichi, buona poesia a te… “Buon volo a tutti!”.
Nichi Vendola intervistato da Cosimo Rossi in “La fabbrica di Nichi”
-44) “Non posso proprio fare a meno di immaginare di avere a disposizione un certo numero di salti esistenziali, di mosse del cavallo, per cui spero ancora di inventarmi nuove vite. E avendo accumulato molte adolescenze, mi propongo di accumulare molte vecchiaie”.
Nichi Vendola, “Il volto nuovo della sinistra”
-45) “La ri-nominazione del mondo è un punto fondamentale anche per restituire al principio speranza quel profumo di verità che lo distingue dal puzzo di merce contraffatta dei trafficanti di speranze di tele-vendite. La speranza è tensione verso il futuro attraverso l’abbraccio con il mio prossimo. Avanti il prossimo, potremmo dire: che non è il seguente, ma è il vivente nella sua interezza”.
Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-46) “La verità è che io continuo a pensare scritturalmente”.
Nichi Vendola, “Il volto nuovo della sinistra”
-47) “Io voglio vincere presentandomi come sono sempre stato: non mimetizzandomi in una risistemazione estetica che cambi il segno prevalente della mia pratica politica”.
Nichi Vendola intervistato da Cosimo Rossi sul Manifesto
-48) “E la poesia? Che ruolo ha avuto nella mia vita? E’ la mia parte carsica, la mia parte notturna”.
Nichi Vendola intervistato su Liberazione
-49) “Bisogna dire che c’è un dolore anche inedito nella percezione della dissipazione irreparabile di vita e civiltà che si consuma nell’oltraggio alla biodiversità e nell’aggressione mercificainte alla natura. E qui, compagni, c’è il vuoto drammatico della sinistra”.
Nichi Vendola, “Manifesto per Sel”
-50) “Bisogna dire che c’è un dolore anche inedito nella percezione della dissipazione irreparabile di vita e civiltà che si consuma nell’oltraggio alla biodiversità e nell’aggressione mercificainte alla natura. E qui, compagni, c’è il vuoto drammatico della sinistra”.
Nichi Vendola, “Manifesto per Sel”
-51) “La questione morale non coincide con l’invocazione di un angelo sterminatore che uccide il drago dell’immoralità”.
Nichi Vendola, intervistato dall’Espresso il 12 febbraio 2009
-52) “La verità è che quello che si sta determinando è una società in cui il lavoratore e la lavoratrice sono soli come un astronauta sperduto tra le stelle dentro un mercato del lavoro che li considera come un atomo”.
Nichi Vendola, 30 dicembre 2010, videomessaggio di “Auguri per un buon 2011”
-53) “La politica si è inscheletrita. Si è desertificata. Io credo che la contumelia non sia uno strumento per il cambiamento. E sono spaventato quando qualcuno immagina che c’è una via più breve che è quella fatta della bestemmia purificatrice”.
Nichi Vendola ad Annozero, 10 febbraio
-54) “Il popolo sovrano di oggi è la costruzione mediatica e commerciale del popolo”.
Nichi Vendola, Annozero, 10 febbraio 2011
-55) “Amavo Leonardo da Vinci e dunque, sa, sono un innamorato della flessibilità”.
Nichi Vendola, Annozero, 10 febbraio 2011
-56) "Credo non sia più accettabile questo concretismo privo di respiro".
Nichi Vendola, Annozero, 10 febbraio 2011
-57) “Mi spiace, ma in nessun’altra parte del mondo esiste la stessa dittatura della volgarizzazione del nostro paese”
Nichi Vendola, Annozero, 10 febbraio 2011
-58) “La sinistra deve cominciare a lavorare sui pregiudizi del nostro antico storicismo: deve ricominciare a interrogare la vita”.
Nichi Vendola, Annozero, 10 febbraio 2011
-59) “Il nostro è un paese in cui la democrazia è mutilata dalla presenza della voce della libertà delle donne”.
Nichi Vendola, “Annozero”, 10 febbraio 2011
-60) “Abbiamo tutti quanti bisogno di essere meno arroccati nei fortilizi delle nostre antiche convinzioni ideologiche: abbiamo bisogno di andare in mare aperto: e di costruire un’alternativa in connessione con un popolo: con quelli che salgono sui tetti, quelli che si arrampicano sulle gru”.
Nichi Vendola, “Annozero”, 10 febbraio 2011
-62) “Non mi considero affatto alla stregua di una pillola eccitante, né la mossa del cavallo sulla scacchiera. La mia, piuttosto, la definirei una candidatura di società”.
Nichi Vendola intervistato il 23 ottobre 2004 sulla Gazzetta del Mezzogiorno
-63) “L’americanizzazione è particolarmente drammatica in un contesto di evaporazione di contenuti alternativi quando la scelta è fra idealtipi di candidati identificati per il pedigree moderato, per i titoli imprenditorial-borghesi, per la speculazione sui presunti effetti tranquillizzanti per i moderati”.
Nichi Vendola intervistato su Rinascita il 28 gennaio 2005
-64) “C’è una cosa impudica e volgare in quella foto di 32 anni fa pubblicata dal Giornale di famiglia, e sono i tre segni neri che cancellano il sesso. Mi hanno ricordato i bacchettoni del Seicento che coprivano le pitture di Michelangelo. Io ero in costume adamitico, corretto dunque dal punto di vista vetero-testamentario”.
Nichi Vendola intervistato sulla Stampa il 28 febbraio 2010
-65) “Sarà una storia così lunga da essersi depositata nel Dna maschile: governare l’istinto di uccidere appartiene al sapere degli uomini, un sapore bellico, di morte. Per questo odio la parola patria e amo la parola matria: mia madre l’ho messa anche sui manifesti elettorali”.
Nichi Vendola intervistato sul Venerdì di Repubblica il 3 giugno 2005
-66) “Coniugando virilità e tenerezza, ho spezzato il rapporto gerarchico tra piazza e potere, ho parlato di me e delle mie debolezze come ho parlato della mia gente delle sue debolezze. E il passo più coinvolgente durante i comizi, non a caso, era il racconto del perché non fumo più”.
Nichi Vendola intervistato dal Venerdì di Repubblica il 3 giugno 2005
-67) “La vera sfida di oggi è riscoprire la geografia dei lavori analizzando le conseguenze antropologiche della precarizzazione della società e le mutate cognizioni spazio temporali nell’era di Facebook”.
Nichi Vendola intervistato sul Secolo il 19 febbraio 2009
-68) “Il prossimo – la parola me la suggerisce Franco Cassano – è anche ‘approssimazione’, perché contiene dentro di sé una specie di doppiezza significativa. Non soltanto il ‘farsi prossimo’ della profezia cristiana, assai simile alla fascinazione comunista della parola ‘compagno’, che vuol dire spezzare il pane insieme. Ma la parola ‘approssimazione’ dà conto anche del carattere approssimativo della ricerca di ciascuno di noi e della nostra verità. Perché mentre ‘mi faccio prossimo’ assumo l’altro e, insieme, intuisco ed elaboro la parzialità della mia verità”.
Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-69) “E com’era il Nichi bambino?”.
“Buono: mai dato uno schiaffo. Ho rotto amicizie con bambini che accendevano le miccette in bocca alle lucertole. Forse sono diventato comunista pensando ai diritti degli animali”.
Nichi Vendola intervistato su Oggi il 4 agosto 2010
-70) “Guardare agli occhi che avevamo quando guardavamo l’altro da noi è un modo non solo per capire come eravamo, ma per capire oggi quali sono i nostri doveri nell’Euromediterraneo”.
Nichi Vendola intervistato dal sito ghigliottina.it
-74) “Sogno una sinistra plurale, globale, felicemente orgogliosa, capace di creare modelli nuovi di consumo e di socialità necessari a migliorare la vita dei popoli e quella del pianeta: ed è proprio per questo che sono arrivato sin qui su Facebook”.
Nichi Vendola, “Anch’io su facebook”
-75) “Contro l’inadeguatezza che pervade l’intero centrosinistra occorre costruire un’apertura larga alle onde dei linguaggi, delle culture, delle domande sociali delle giovani generazioni: quelle onde possono essere percepite come una minaccia, ma io penso che la minaccia sia invece la calma piatta di questo oceano di degrado e di decadimento della vita. Perché noi dobbiamo non solo non temere le onde ma anzi cercare con ansia la curva: la voce delle onde”.
Nichi Vendola intervistato sugli Altri
-79) Nichi, ma la politica può dare la felicità, o deve limitarsi a garantire la libertà?
“La verità è che si enfatizza troppo l’oralità oracolare di cui io sarei protagonista semplicemente perché è passata l’idea che la politica sia unicamente amministrazione, e che la sinistra non possa che essere un paradigma adattivo”.
Nichi Vendola intervistato da Elisabetta Ambrosi nel libro “Chi ha paura di Nichi Vendola?”
-80) “Immaginare la sinistra come trascendimento della realtà oggi sembra rappresentare una variante del tema della trascendenza. E questo avviene però non perché io sono immaginifico, ma perché la politica, come assalto al cielo, come luogo delle alternative forti è stata desertificata”.
Nichi Vendola intervistato da Elisabetta Ambrosi nel libro “Chi ha paura di Nichi Vendola?”
-82) “La competizione ha a che fare con il codice della comunicazione tra gli esseri umani. E’ l’ideologia della competizione che ha una vocazione nichilista, la competizione portata al suo approdo estremo, che diventa autocannibalismo, e quindi va necessariamente messa in relazione organica con un’altra parola: cooperazione”.
Nichi Vendola intervistato da Elisabetta Ambrosi nel libro “Chi ha paura di Nichi Vendola?”
-84) “La nostra società ha trasformato la libertà in materia gassosa e in un’attitudine mercantile”.
Nichi Vendola citato da Elisabetta Ambrosi in “Chi ha paura di Nichi Vendola?”
...Nichi... sienteme a mme... riprendi a fumare... Tafanus
[L'intervista di Fabio Fazio a Nichi Vendola]
FUORI SACCO:
Bisogna stellare la notte e bisogna forzare l'aurora a crescere credendoci. L'ha detta Nichi? no! Matteo Renzi - Margherita Giorgi - Venezia
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