Quando, qualche mese fa, ho sentito la réclame della distribuzione, in banded-deal con Libbbero, degli ennesimi "Diari Quasi Autenticissimi" di Mussolini, mi è venuta in mente la fuffa che da anni Dell'Utri cerca di smerciare a chiunque. Sempre quella, sempre bollata da tutti gli storici seri come autentica fuffa. Mai avrei sospettato che avrebbero provato a spacciare ancora quella roba, sempre quella, ormai abbondantemente scaduta...
Quale non è stata la mia sorpresa nello scoprire, da questo [articolo di Mimmo Franzinelli su l'Unità]che invece siamo ancora, e di nuovo, alla vendita della Fontana di Trevi? Ecco cosa scrive Franzinelli:
"...se un imprenditore alimentare distribuisse un prodotto adulterato, verrebbe incriminato per procurato avvelenamento. In campo editoriale, a quanto pare, si può impunemente diffondere merce contraffatta, purché l’imprenditore abbia l’accortezza di precisare, sulla confezione, che gli ingredienti sono «veri o presunti». Bompiani stampa I diari di Mussolini (veri o presunti) che in realtà - come dimostro in "Autopsia di un falso" - furono scritti nel dopoguerra da due signore vercellesi condannate nel 1962 a due anni di reclusione per falso e truffa; viene così inaugurato un singolare precedente: la pubblicazione di una fonte storica presentata dallo stesso editore come di dubbia autenticità.
Un filone limitato al mercato italiano, poiché nessun editore straniero ha accettato di tradurli: all’estero è infatti ben risaputo il carattere fraudolento di questo materiale, che ha girato mezza Europa nella vana ricerca di un acquirente, prima di venire «scoperto» dal senatore Dell’Utri. Assai eloquente il raffronto con i diari della Petacci, stampati da Rizzoli (come Bompiani, del gruppo Rcs) e diffusi in una quantità di edizioni straniere. Claretta batte Benito? No: a fare la differenza è l’autenticità del materiale. A una settimana dalla comparsa di "Autopsia di un falso" l’editor di Bompiani, Elisabetta Sgarbi (sorella di Vittorio, per la cronaca - NdR), non ha commentato, mentre autorevoli esponenti del gruppo Rcs dichiarano in conversazioni private di essersi convinti dell’inautenticità delle agende 1935-39, che tuttavia verranno egualmente pubblicate, considerato che il mercato ne assorbe comunque alcune migliaia di copie. L’editore è peraltro vincolato al contratto con Dell’Utri, che per l’appunto prevede la stampa in 6 volumi dei suoi diari (di Dell’Utri, non del duce).
L’ispiratore dell’operazione diaristica (disinvolta o truffaldina), annuncia imminenti perizie calligrafiche: quelle stesse che secondo logica avrebbe dovuto attuare prima di intraprendere la pubblicazione. Se la Bompiani tace, Libero - che in queste settimane distribuisce a dispense l’agenda fasulla del 1939 - si difende a spada tratta, alternando interventi tonitruanti a sottili distinguo: il giornale milanese nega di avere affermato l’originalità del materiale distribuito. Per Francesco Borgonovo, «né Dell’Utri né Bompiani né Libero che allega i fascicoli hanno mai sostenuto che si trattasse sicuramente di originali» (...insomma, si tratterebbe di presunti, supposti, puòdarsisti originali... NdR)
Affermazioni smentite dal comunicato pubblicitario di Libero riprodotto fotograficamente a p. 82 di Autopsia di un falso: sotto il ritratto di Feltri e Belpietro campeggia la scritta Libero regala i diari di Mussolini, con lo slogan La storia scritta di suo pugno. Più chiaro di così Borgonovo ha scritto con Nicholas Farrell I diari del Duce. La storia vista da un protagonista (non è chiaro se il protagonista sia Farrell o Mussolini), distribuito a fine 2010 con Libero per preparare l’uscita in fascicoletti del fatidico diario. Pubblicazione fantasiosa, come traspare dalla presentazione di retrocopertina: «Misteri, colpi di scena, protagonisti straordinari nella grande caccia al Santo Graal del fascismo». Il centro del libriccino trascrive carteggi e documenti che lo storico statunitense Brian Sullivan consegnò in copia a Farrell: le pagine 29-71 riguardano infatti Sullivan o le sue carte.
Per il rimanente si tratta di un centone irrilevante, con la ricopiatura di chilometrici articoli su telenovele diaristiche che imperversano da mezzo secolo. Il teorema del libretto è strampalato: «Questi diari sono stati copiati nel dopo guerra da falsari che avevano in mano una delle tre copie in microfilm originali»; gli autori s’ispirano ad una boutade di Vittorio Sgarbi per concludere in un modo indicativo più che altro della loro nullità storiografica: "La fiction è più interessante della realtà". Sgarbi, come quasi sempre, uomo perverso ma geniale, ha ragione. Ma la differenza fra la fiction e la realtà, nel caso dei diari, dove si trova?. Ebbene, oggi i due colleghi dimostrano una curiosa forma di strabismo: secondo Borgonovo, «Ci sarebbe molto da discutere sulla tesi di Franzinelli secondo cui i diari sarebbero stati scritti dalle signore Rosetta e Mimì Panvini Rosati di Vercelli, madre e figlia.
Ma non è questo il luogo, torneremo nei prossimi giorni sull’argomento» (Libero, 7 aprile); Farrell rivendica nientemeno la paternità delle tesi presentate da "Autopsia di un falso" e il suo articolo è comicamente intitolato: "Franzinelli prima mi critica, e poi mi copia senza dirlo" (Libero, 10 aprile). In realtà è lui che ha copiato, e malamente, da Sullivan: significativa, nel lungo articolo, l’omissione del nome dello storico statunitense, da parte dello smemorato Farrell, cui non piace ammettere i suoi debiti. Da notare che Sullivan, cui inviai in anteprima stralci dell’Autopsia di un falso, riconosce oggi di essersi sbagliato e si dice convinto che quelle agende siano fasulle. I quattro interventi di Libero dal 7 al 12 aprile non portano una sola argomentazione a sostegno dell’autenticità dei diari.
Essi comprovano in compenso l’abilità nel rimuovere argomentazioni «scomode», l’anguillesco spostamento della discussione su temi estranei, selezionati sulla base della rispondenza a finalità polemiche: costituito il bersaglio ideale, si apre un fuoco di copertura che nasconde i veri problemi. Per concludere, sarebbe eccesso di ottimismo sperare in una pubblica discussione sui Diari 1939 (veri o presunti) con gli artefici dell’operazione disinformativa: hanno persino rifiutato la pubblicazione di una mia puntualizzazione. Resto comunque in attesa che Bompiani, Dell’Utri e i giornalisti di Libero vogliano replicare all’analisi sviluppata in modo circostanziato nelle 280 pagine di Autopsia di un falso, dove si dimostra - con una quantità di riscontri interni al testo e con la comparazione su fonti d’epoca - l’origine truffaldina delle agende pseudomussoliniane in via di pubblicazione in volume e nelle dispense allegate al quotidiano milanese.
Rei conFessi
L'autore - Mimmo Franzinelli, studioso dell’Italia del '900, si è occupato dell’epurazione («L’amnistia Togliatti»), della crisi politica del 1946 («Il Piano Solo») e della strategia della tensione («La sottile linea nera. Neofascismo e servizi segreti da piazza Fontana a piazza della Loggia»). Per Bollati Boringhieri ha pubblicato «I tentacoli dell’Ovra», sui servizi segreti del regime fascista, «Rock & servizi segreti» e ha curato scritti inediti di Salvemini, Rossi e Gasparotto.
L'indagine - Come si falsifica la storia e manipola l’opinione pubblica: «Autopsia di un falso. I Diari di Mussolini e la manipolazione della storia» di Mimmo Franzinelli (pp. 278, euro 16, Bollati Boringhieri): le prove della falsità dei diari.
Disclaimer: questo post potrebbe essere vero o presunto, e basarsi su dati verificati o presunti. Potrei averlo scritto io, o presuntemente copiato da qualcuno che ha scritto cose vere o presunte. Quindi non rompetemi le balle con minacce di querele. Vere o presunte. Tafanus
"Presto ci saranno indagati". Formalmente, spiega il dirigente della Digos Bruno Megale, "non c'è ancora alcun indagato" ma è un'ipotesi più che probabile che nelle prossime ore qualcuno verrà iscritto nell'apposito registro. "Stiamo ancora lavorando", aggiunge, lasciando intuire che presto potrebbero esserci nuovi sviluppi sul caso. Le persone ascoltate sono dipendenti di alcune società che distribuiscono i manifesti contestati [...]
Il Processo a Berlusconi: Ruby e i suoi "segreti" - Le carte per una falsa identità. Le proposte indecenti sue e di Mora. Le cene ad Arcore con Tarantini. Parla la ragazza che ospitò Karima
La super-testimone del caso Ruby rompe il silenzio. Michelle Conceicao Oliveira, brasiliana trapiantata a Milano, è una bella donna che da oltre un anno custodisce segreti di Silvio Berlusconi. Ha ospitato per più di un mese Karima El Mahroug, alias Ruby Rubacuori, proprio mentre la minorenne marocchina passava le notti a casa del premier e intascava decine di migliaia di euro. E il 27 maggio 2010, quando Ruby viene fermata per furto e il capo del governo racconta una balla alla polizia pur di farla rilasciare (spacciandola per la nipote di Mubarak), è sempre lei che accetta di riprendersi in casa quella mina vagante.
Interrogata dai magistrati, Michelle ha raccontato poco o nulla. La settimana scorsa, intervistata da La7, ha confermato le sue reticenze: "Io so tutto, ma ai pm non ho detto tutta la verità". Ora ha deciso di rivelare a l'Espresso una parte delle sue verità. C'è la storia di Lele Mora che le offre denaro per regalare una notte di piacere a un ministro. Ruby che le racconta i sexy-festini di Arcore e intanto la invita a "prostituirsi con altri clienti a Milano". Silvio Berlusconi che scherza su decine di ragazze che lo chiamano papi già all'inizio del 2009, mentre è a cena con Giampaolo Tarantini, il quale ne approfitta per chiedergli "un aiuto per gli affari". C'è pure "un politico del Pd pugliese" che ci prova: sesso in cambio di soldi. E un plico di misteriosi "documenti d'identità in bianco", descritti come "moduli per cambiare generalità", che vengono distrutti da Ruby il 5 giugno 2010, al culmine della sua lite finale con Michelle.
Altre storiacce, come l'esistenza di foto della minorenne seminuda ad Arcore o bunga bunga con leader stranieri la brasiliana non vuole confermarle, per ora, ma non le smentisce. E rinvia tutto al tribunale: "Lì dovrò giurare di dire tutta la verità. E il pm Ilda Boccassini non è una che si fa prendere in giro. Non rischierò il carcere per salvare altri".
Nata a Rio de Janeiro nel 1978, Michelle vive in un triste appartamentino al piano terra nella fascia sud di Milano. Padre ufficiale della Marina brasiliana, madre cresciuta in un povero villaggio dell'Amazzonia, ha un figlio "amatissimo" che vive coi nonni ed è arrivata in Italia a 25 anni, al seguito di un immobiliarista lombardo di cui è diventata l'amante fissa. A l'Espresso risulta che sia figlio di un imprenditore che fece affari con Berlusconi negli anni della prima accumulazione edilizia delle sue fortune. Michelle chiede di "non fare il nome". Occhi neri, pelle ambrata, spiega perché ha taciuto con i pm tormentandosi i capelli: "Avevo paura. Ricevevo ogni notte telefonate e minacce anonime. Ora ho capito che sono davvero in pericolo solo finché resto l'unica a conoscere certi segreti".
Il primo appartiene ai misteri gaudiosi: qual è il segreto del successo di Lele Mora? Michelle racconta un'esperienza personale: "L'anno scorso, tra giugno e luglio, ero a cena a casa sua. Lele mi ha preso da parte e mi ha messo mille euro nella borsetta. Voleva che andassi a letto con un politico molto importante, uno del governo, in un albergo vicino a Milano dove c'era una convention. Diceva che era tutto pronto: "Ti porta il mio autista". Avrei dovuto salire in camera senza lasciare documenti, bussare e presentarmi così: "Sono il regalo di Lele". Naturalmente ho rifiutato". E Mora? "Era arrabbiatissimo. Ora capisco meglio il perché: voleva comprare il mio silenzio".
In quei giorni, in effetti, Michelle era diventata per la prima volta l'anti-Ruby. Un problema nato il 5 giugno. Una lite tra le due ragazze provoca l'arrivo della polizia. È quello l'imprevisto che fa arrivare in Procura il primo fascicolo: il 27 maggio infatti i vertici della questura avevano taciuto ai pm che, per quella marocchina, si era mobilitato il premier. Davanti alla volante, le due ragazze "si accusano reciprocamente di prostituzione". Ora Michelle aggiunge che "quella notte Ruby ha distrutto documenti: erano moduli da compilare in italiano, con cui le avevano promesso di crearle una nuova identità. Li ha fatti a pezzi e buttati nel water". Come li aveva avuti? "Il 29 maggio è uscita di casa: quando è rientrata, aveva una busta con 5 mila euro e quei documenti". Il ricordo di Michelle potrebbe essere il classico tassello mancante. L'estate scorsa Ruby raccontò ai pm un dettaglio rovinoso per Berlusconi: il premier avrebbe saputo che lei era minorenne già dalla sua seconda nottata ad Arcore, cioè tra febbraio e marzo 2010. Stando a quei verbali che ora Ruby smentisce (aspettando di incassare "cinque milioni", stando alle intercettazioni), il Cavaliere voleva donarle una casa in via Olgettina, accanto alle altre papi-girls, ma lei rispose che non poteva intestarsela, vista l'età. È allora che il premier le suggerisce di spacciarsi per "nipote di Mubarak". E le promette di sistemarla con "nuovi documenti". Ora Michelle è la prima che può confermare: "Ho visto i falsi documenti in mano a Ruby". Poi, la rissa fa saltare tutto: la volante segnala il caso ai pm.
Quella lite, secondo la brasiliana, spiega anche la proposta indecente di Lele: per comprarla, si prova a "offrirla a un ministro". Anche Ruby la tentava: "Mi chiamava di notte, voleva dividere con me i clienti a cui si vendeva in due alberghi di Milano. Parlava anche di Arcore, ma non ci credevo". Michelle è in lacrime: "Sono disperata. Ho perso il mio lavoro d'indossatrice, ormai ho il marchio di prostituta: è falso ma nessuno mi difende". Si rimprovera di aver capito tardi che Lele era fin dall'inizio il burattinaio di tutto lo scandalo: "È stato Mora a convincere la mia amica Caterina Pasquino a denunciare Ruby per furto. Ha manovrato tutti per farsi dare tantissimi soldi dal presidente".
Sui rapporti con Berlusconi, dall'inchiesta giudiziaria finora emergeva solo che Michelle aveva i numeri telefonici del premier e probabilmente ha passato una serata ad Arcore, fino alle tre di notte. Lei non nega una frequentazione intensa: "Conosco il presidente Berlusconi da almeno cinque anni. È molto amico del mio ex fidanzato, ad Arcore ci andavamo insieme". Quante volte: una, dieci, venti? Michelle si concentra: "Più di venti volte". Nel febbraio 2009 ci va accompagnata da un imprenditore che lei registra come "Joao Paulo Berluscone". Un nome che ora pronuncia così: "Giampaolo". Insomma, proprio lui, "Tarantini", l'affarista sanitario pugliese che riforniva di escort il premier nei mesi caldi del caso D'Addario. E di cosa parlavano, quella sera, Silvio e Giampi? "Di donne. Scherzavano sulle Mini regalate da Berlusconi alle ragazze: "È come avere 24 figlie". Tarantini però voleva parlargli di lavoro, aveva portato documenti. Berlusconi ha dato un'occhiata: "Li leggerò dopo"". Affari di Giampi all'attenzione di Silvio: anche questa è una bella novità.
Michelle non nega di sapere molto di più. "Ma finché posso, non dirò nulla contro il presidente. Lui è veramente buono ed è stato generoso con me". Soldi? "Mi ha aiutato quando il mio ex mi ha lasciato". Quanti euro? Michelle ride: "Segreto. Però mi ha fatto anche regali". La brasiliana scavalca il suo bulldog francese e torna dalla camera con un mucchio di pacchetti. "Ecco la collana con la farfalla: l'ambra è la sua pietra preferita. Quell'elefantino di diamanti è antico e prezioso. Poi ci sono i bracciali, i cd di Apicella... Questo è l'orologio speciale del Milan con la dedica a "Silvio Berlusconi campione del mondo"". La ragazza ne è orgogliosa, eppure sa che doni identici sono trovati dalla polizia a casa delle più collaudate papi-gils. Ma allora l'ultimo segreto è che anche Michelle ha quantomeno assistito a qualche bunga bunga? Risata. "A questo risponderò in tribunale". Ma tacere non è un rischio? "Ho paura solo di Lele Mora. Ma ho imparato a difendermi: se dovesse succedermi qualcosa, c'è qualcuno che tirerà fuori tutto".
La scritta "Via le Br dalle procure" appesa davanti al Palazzo di Giustizia di Milano evoca alla memoria immagini che hanno segnato una generazione. Il corpo del giudice Emilio Alessandrini, massacrato dai proiettili di Prima Linea nel centro di Milano, dopo aver accompagnato il figlio a scuola.
Il sangue di Vittorio Bachelet, assassinato dalle Br, sparso sulle scalinate della Sapienza di Roma. Lo sguardo delle mogli, dei figli, dei genitori ai funerali dei tanti magistrati uccisi dal terrorismo. Il presidente del Consiglio, teorico dell'equazione fra magistrati e brigatisti, ha di sicuro l'età, ma non la decenza, per ricordare quei fatti. Per quanto, certo, all'epoca fosse già molto distratto dai propri affari.
Mentre i suoi coetanei magistrati rischiavano e a volte sacrificavano la vita nella lotta per la democrazia, contro la mafia e il terrorismo, Berlusconi infatti si portava in casa un boss mafioso e trafficava con l'assistenza del fido Marcello Dell'Utri a caccia di capitali. Ma perfino un personaggio così, che la stampa estera definisce "tragico clown", potrebbe ogni tanto fare appello alla propria natura di uomo, quindi di padre, fratello, per capire che quella propaganda è uno schiaffo al dolore di altri padri, figli, fratelli, colpiti da un lutto terribile.
In fondo, anche i brigatisti avevano cominciato con le parole, le scritte davanti a Palazzo di Giustizia, i volantini contro i magistrati "servi della borghesia" e "boia di Stato". Le pallottole sono arrivate dopo anni di violenza verbale. Una volta stabilito che i magistrati erano uguali ai boia, agli assassini, perché non agire di conseguenza? Ma non è nemmeno questo il punto.
...ISTIGAZIONE A DELINQUERE...
...sarà un caso, questa affissione sullo stesso "spazio" della Moratti?...
La questione è che abbiamo nostalgia di una politica che ispiri sentimenti normali. Normali per la politica, dov'è contemplato la polemica, anche la più aspra, con l'avversario. Ma non la vergogna e il ribrezzo che suscitano questi spettacoli. Il presidente del Consiglio ha da molto tempo un conto aperto con la giustizia. Non potendo difendersi nei processi e avendo la fortuna (per lui) di vivere nel paese più corrotto dell'Occidente, si difende dai processi con ogni mezzo. Dispone di una maggioranza cortigiana disposta a votare qualsiasi legge ad personam e finanche a dichiarare agli atti il falso, come nel caso della "nipote di Mubarak", pur di mantenersi al potere.
A tutto questo siamo ormai abituati. Non rassegnati, ma abituati. Quello a cui non si riesce ad abituarsi è alla pretesa dei delinquenti d'infangare gli onesti, alla volontà dei ladri di mettere in galera le guardie. Al rovesciamento totale della realtà, che è la premessa di ogni regime totalitario. Gli animali che accusano di brigatismo le prime vittime del terrorismo, i magistrati, non sono moralmente tanto lontani dai razzisti che accusavano gli ebrei di tramare lo sterminio degli ariani. Sono soltanto, per fortuna, assai più ridicoli.
Oggi e domani a Mosca semifinale di Fed Cup, in stile "mission impossible (privi, come siamo, delle nostre due più forti giocatrici). Comunque la speranza è sempre l'ultima a morire. E poi, come diceva il Trap con una delle sue frasi cult, "non dire gatto se non l'hai nel sacco". E poi - tanto per continuare a stare nelle catalanate, la palle è rotonda (qualche volta). Per dire... la settimana scorsa a Marbella tale Irina Camelia Begu (n° 139) ha eliminato Svetlana Kuznetsova (n° 13), nostra avversaria in Fed Cup...
L'incontro sarà trasmesso in diretta, su RaiSport1, a partire dalle ore 12:00
Questo il programma previsto:
La prima giornata prevede Zvonareva-Errani (pronostico chiuso) e Kuznetsova-Vinci (difficile, ma non impossibile: l'ultima partita, 2010 a Pechino, l'ha vinta la Vinci). Il giorno dopo, a giocatrici invertite, vincere uno dei due singolari sarebbe un miracolo, però la palla è tonda (e speriamo che sia anche tonta...).
Se dovesse succedere, tutto sarebbe rinviato al doppio, che dovrebbe essere costituito da Brianti e Camerin. Ma io ho il sospetto che se dovessimo arrivare a questo, la coppia chiamata a disputare il doppio ridiventerebbe quella dei successi italiani degli ultimi anni (Errani-Vinci), ed allora tutto diventerebbe possibile... Ricordo che Roberta Vinci detiene un record mondiale: ha disputato 15 incontri di doppio in Fed Cup, senza mai perderne uno!
Auguri! Tafanus
P.S.: tanto per proseguire la mia simpatica polemica tennistica col sig. Rossi di Repubblica, mi spetta l'obbligo di informarlo che sul cartaceo di oggi invano si cercherebbe UNA SOLA PAROLA sulle semifinali di Fed Cup. Niente nel corpo del giornale, niente nelle pagine dello sport, niente nelle brevi di sport (quel colonnino alto 10 cm.), e niente neanche nella pagina dei programmi TV. Trovate invece tutto sull'anticipo Livorno-Crotone.
Io ho sentito la notizia del rapimento e dell'ultimatum ieri sera, su RaiNews 24. Non ci volevo credere. Con Vittorio c'erano stati sporadici contatti epistolari. Mi aveva contattato quando il Tafanus aveva fatto una serie di posts sui bambini arsi vivi a Gaza. Comunità di sentimenti quasi sempre, ma a volte differenze nel modo di trattare i problemi.
C'era stima reciproca, solidarietà fra bloggers "da battaglia": più monotematico e duro il suo Guerrilla Radio, forse più ironico e generalista il mio.
Stamattina, come per un presentimento, mi sono svegliato tardi, e con una certa reticenza ho accesso la TV su RaiNesw24, ed ho sentito ciò che non avrei voluto sentire. E' una di quelle notizie che fanno male. In primo luogo per Vittorio (che per me arriva, per inciso, dopo Enzo Baldoni...)
In secondo luogo perchè credo che d'ora in poi, quando parleremo dei palestinesi di Gaza, anche noi saremo portati a fare delle differenze... I salafiti, ammazzando come un cane uno che da anni spende la sua vita per aiutare i palestinesi (senza ulteriori specificazioni) di Gaza, hanno danneggiato in misura irreparabile il supporto sincero che molti di noi hanno sempre dato a costoro. D'ora in poi, qualunque cosa accada a Gaza, saremo costretti a fare, seppur inconsciamente, dei distinguo. E questo non mi piace.
Grazie, Vittorio, per quello che hai fatto per Gaza. Io forse, anche se avessi avuto la tua gioventù, non ne sarei stato capace. Antonio
Nel 2004 Lega e Berlusconi hanno vinto le elezioni all’insegna dell’anti-Europa: l’euro era la fine del mondo, la crisi economica era colpa dell’euro. L’Europa è una gabbia che punisce i popoli e, guarda caso, quello «padanotto» (cioè il nulla) si sarebbe staccato e inneggiavano alla Sciozia, ai Catalani, ecc.
Poi venne la politica militare: l’Europa era restia ad entrare in guerra con l’Iraq, ma Berlusconi doveva andare nel ranch del Texas del bovaro Bush a scodinzolare e tanto disse e tanto fece che da solo andò in guerra con gli Usa e senza Europa, rompendo la diplomazia estera. Poi venne l’Afghanistan e ancora una volta Berlusconi sceglie l’asse preferenziale con gli Usa, da solo, senza Europa, vista come un impedimento.
Poi venne la crisi economica e solo l’Italia andava bene, mentre tutti gli altri paesi europei andavano malissimo – parola del bugiardo Berlusconi, faccia di tolla e malato mentale – e ancora una volta l’Europa da una parte e l’Italia dall’altra. Infine, per abbreviare, venne la politica estera formale, e contro il parere dell’Europa unanime, Berlusconi inizia le processioni sulle vie dei dittatori: Ben-Ali in Tunisia, Mubarak in Egitto, Gheddafi in Libia e Lukashenko in Georgia. Riesce ad irritare anche gli Usa per la sua predilezione per il vero erede dei comunisti del KGB, Putin pur di avere uno strapuntino in tv, ed ubriacarsi di «granditudine» che per lui è come una droga.
Maroni (un altro «con gli oni» [copyright Benigni]) sputa ogni giorno dispari e pari sull’Europa, Bossi vuole la secessione addirittura dall’Italia, figuriamoci dall’Europa, e non si accorgono di essersi bevuti il cervello, le fegatella e la trippa per i gatti.
Oggi, davanti ad una manciata di migranti che scappano da dove scappano, dopo avere creato il caso ad arte per aizzare la loro gente perversa e cattolicheggiante, incapaci e impreparati ad affrontare un solo problema, si appellano all’Europa come la panacea dei loro mali e delle loro incapacità. L’Europa ha detto picche: fino ad ora ci avete sempre sputato addosso e ora venite a scaricare le vostre incompetenze su di noi? Nella guerra del Kosovo, nel 2008, la Germania da sola in un solo colpo ha preso 460 mila immigrati: li ha inseriti nel ciclo produttivo e oggi la Germani corre come un treno ad alta velocità, lasciando Berlusconi a piedi e Maroni a rifarsi baffi e pizzetto spelacchiato.
Mai l’Italia era caduta così in basso, con incompetenti incapaci: e dire che era un imprenditore «ghe pensi mi»; e se non fosse stato un imprenditore, dove saremmo? forse a vendere sabbia calda nel deserto tra la Libia e la Tunisia, là dove sono morte migliaia di persone per conto del governo italiano che pagava perché Gheddafi li facesse fuori.
L’Europa in sostanza ha detto al leghista xenòfobo ministro dell’interno di non essere ridicolo, e di non coprire di ridicolo l’Italia di fronte al mondo. Cosa fa il leghista «autarchico»? Minaccia di rompere il vetro e scappare via. Forse nessuno gli ha spiegato che non può andare da alcuna parte, perchè un imbecille dovunque vada riesce a perdersi da solo, anche in una rotonda in centro città.
Ormai, in questo stabbiaio che è diventata la nostra, una volta, "società" italiana, può succedere di tutto, e nulla più fa scandalo: tutto viene divorato dalla cronaca onnivora di una quotidianità sempre più squallida.
L'affondo di Castelli, ex-ministro, ex-italiano ed ex-uomo, stanno lì, come monumento dell'idiozia dominante, come incapacità a vedere al di là del nostro gretto e ristretto perimetro personale. Miopia ormai congenita che ci impedisce di vedere l'altro.
Qualche tempo fa, alla domanda:"perchè l'altro deve riguardarci?", Cacciari propose una risposta radicale e decisiva: «L'altro é in noi»!
Nessun uomo è un io semplice e indiviso, in ciascuno c'è una società di individui che non possono ignorarsi. Il rapporto con gli altri diventa allora necessario per comprendere se stessi. Chi non si accorge di questo si rinchiude nella sfera del privato, pensa solo a se stesso. I Greci avevano trovato una parola per definirlo: idiota!
Mentre fascicolavo i fogli per il libretto della Via Crucis di venerdì prossimo per la comunità di Antrosano, non riuscivo a capacitarmi di questi balordi che chiamano onorevoli. Mi scoppiava dentro una rabbia che non vi racconto. E ben mi veniva incontro la citazione di Anton Cecov che ho riportato in ultima pagina del fascicolo. E' mia, e ve la propongo come vostra.
Aldo Antonelli
Noi non vediamo e non udiamo coloro che soffrono: tutto ciò che è spaventoso si svolge dietro le quinte.
Tutto sembra calmo, appare piacevole; protestano solo le silenziose statistiche
E questa situazione sembra necessaria; apparentemente l'uomo felice sta bene soltanto perché gli sventurati sopportano in silenzio il loro fardello; senza questo silenzio, la felicità sarebbe impossibile.
E' un'ipnosi generale. Bisognerebbe che dietro la porta di ciascun uomo soddisfatto e felice ci fosse qualcuno armato di un piccolo martello, i cui colpi ricordassero incessantemente che esistono gli sventurati.
I fotografi di 'Chi' hanno beccato Daniela Santanché e Mortimer Sallusti, direttore del 'Giornale', che felici passeggiano per le strade di Milano nel giorno del compleanno (50 anni) della sanguigna e botuligna sottosegretaria berlusconiana. Nonostante abbiano spesso smentito la loro relazione, i due si tengono la mano mentre girano per i negozi del centro [...]
Con il titolo "The Fight against Organized Transnational Crime and Terrorism. An Italian Perspective", era stato annunciato per questa mattina in pompa magna l'intervento del ministro della Giustizia italiano Angelino Alfano, nella Senaatsaal della Humboldt Universität nella sede centrale di Unter den Linden.
Alfano doveva parlare agli studenti tedeschi di come l'Italia combatte contro il crimine organizzato. Un giorno dopo l'approvazione in parlamento del polemico processo breve. Ad aspettarlo nella sala una contestazione vivace, con numerosi cartelli di protesta, in italiano e tedesco, con messaggi di vario tono: “L'aquila breve”, “basta mafia”, “Alfano teorico ed esecutore del tagliaprocessi” , “vergogna” “il tuo capo bunga bunga ti ringrazia” “più giudici, più personale, più soldi, più tecnologia vere riforme” [...]
Lo chiarisco in anticipo: non è un pezzo razzista. Perlomeno non nei confronti dei profughi in arrivo... Attendo da più di un mese che un qualunque buffone, dei circa 600 comodamente piazzati in parlamento e dei circa 300 occupanti il senato della repubblica, decida graziosamente di comunicarci cosa diavolo intendano fare riguardo alla situazione (chiara da mesi a qualunque essere intelligente, elemento che evidentemente esclude il ministro degli esteri e del consiglio, peraltro chiaramente affaccendato in altre occupazioni) dei continui sbarchi di immigrati sulle coste lampedusane.
Al di là del fatto che una condizione del genere era ampiamente immaginabile, e quindi il fatto che questo governo di buffoni abbia permesso una vergogna come quella per cui 5.000 persone abbiano sofferto fame e freddo ed altre 5.000 siano state lasciate da sole ad affrontare questa emergenza (mi riferisco alla maggior parte dei Lampedusani) è di per sé una vergogna che dovrebbe imporre le immediate dimissioni; i politicanti incapaci lamentano una sostanziale inerzia della Comunità Europea relativa alla mancata accettazione dei “profughi” nelle loro nazioni.
Il ministrello Maroni, evidentemente poco informato delle regole di ingresso determinate nel Trattato di Schengen, nonché delle regole dettate dalla sentenza della Corte di Cassazione Sezione 1 Civile, 20 dicembre 2007, n. 26822, che recita “Presupposti per il riconoscimento dello "status" di rifugiato politico sono la condizione socio politica normativa del Paese di provenienza e la correlazione di questa con la specifica posizione del richiedente, senza che la prima possa fondarsi sul ricorso al notorio e che possa ricavarsi sillogisticamente la seconda dalla prima, rilevando, invece, la situazione persecutoria di chi (per l'appartenenza ad etnia, associazione, credo politico o religioso, ovvero in ragione delle proprie tendenze o stili di vita) rischi verosimilmente specifiche misure sanzionatorie a carico della sua integrità fisica o libertà personale. Nella specie la S.C. ha confermato il decreto di diniego del giudice di merito, motivato sull'inidoneità di indeterminate fonti di stampa e sulla mancanza di documentazione efficace, a costituire la ragionevole prova della discriminazione dei curdi in Turchia e sulla mera asserzione dell'appartenenza del richiedente a tale etnia e del conseguente pericolo.”
In altri termini, viene riconfermato il punto 1 del trattato di Schengen, che prevede la libera circolazione per l’extracomunitario avente le seguenti caratteristiche:
-1) E’ in possesso di uno o più documenti di viaggio validi che consentano di attraversare la frontiera;
-2) E’ in possesso di un visto valido, se necessario in base al paese di provenienza;
-3) Giustifica lo scopo e le condizioni del soggiorno previsto e dispone dei mezzi di sussistenza sufficienti, sia per la durata prevista del soggiorno sia per il ritorno nel paese di origine o per il transito verso un paese terzo nel quale l'ammissione è garantita, ovvero essere in grado di ottenere legalmente detti mezzi. La valutazione dei mezzi di sussistenza si effettua in funzione della durata e dello scopo del soggiorno e con riferimento ai prezzi medi vigenti nello o negli Stati membri interessati di vitto e alloggio in sistemazione economica, moltiplicati per il numero di giorni del soggiorno. Inoltre è indicato che tale valutazione può basarsi sul possesso di contanti, assegni turistici e carte di credito. E' anche previsto e regolamentato il caso di ospitalità (definita come "dichiarazione di presa in carico") fornita da un cittadino del paese in cui l'extracomunitario entra;
-4) Non è segnalato nel SIS (Sistema di Informazioni di Sicurezza) ai fini della non ammissione;
-6) Non è considerato una minaccia per l'ordine pubblico, la sicurezza interna, la salute pubblica o le relazioni internazionali di uno degli Stati membri.
La sentenza della cassazione conferma quindi, quale conditio sine qua non per il riconoscimento dello status di rifugiato, che l'extracomunitario possa certificare la propria nazionalità tramite un documento di riconoscimento.
Ora, domandatevi cosa avviene in qualunque altra parte del mondo se un italiano si presenta senza documenti, senza passaporto e dichiarando che viene maltrattato dal suo governo: io posso dirvi solo che personalmente, giunto a Beijing con un visto di ingresso considerato non valido, sono stato rimesso su un aereo per Hong Kong con tanta gentilezza ed altrettanta decisione.
Provate ad entrare negli accoglientissimi Stati Uniti con un barcone o a piedi: verrete immediatamente arrestati con l’accusa di immigrazione irregolare ed altrettanto velocemente rimpatriati (se disponete del denaro necessario) o condannati entro 24 ore a tre mesi di prigione (che vi farete, chiaramente) e successivamente spediti fuori dagli States.
Provate ad entrare in Spagna attraverso Gibilterra, dove verrete immediatamente bloccati e rispediti al mittente: in effetti nel 2007 alcuni sbarchi sull’isola di Palma de Mallorca sono stati velocemente risolti tramite espulsioni immediate (vedi El Mundo) http://www.elmundo.es/elmundo/2007/06/01/espana/1180686746.html
E vi ricordate gli Australiani ? Qualche anno fa hanno rispedito in mare un barcone di profughi dall’Indonesia, che hanno vagabondato a lungo prima di ottenere viveri ed assistenza medica oltre che una scorta… per tornare sulle coste di provenienza, scortati da un incrociatore Aussie. E vaja con Dios, buena suerte.
Non parliamo di Malta: là i profughi sono stati addirittura mitragliati un paio di volte, con il risultato (evidente) che i barconi passano oltre e si fermano a Lampedusa.
Andate a Dubai o ad Abu Dhabi e tentate di introdurvi di nascosto: ammesso che ce la facciate, la media delle permanenze irregolari da quelle parti è pari a tre giorni… In effetti, dopo qualche tempo di sana galera (che non è esattamente identica al Burj Al Arab) verrete spediti al vostro paese di origine. Direttamente, e senza passare dal via.
Al contrario, ottenere un visto in tutti questi paesi è decisamente facile, una volta che si abbiano le caratteristiche richieste: in altri termini, lavorare regolarmente è tutto sommato facile all’estero, come ben sanno molti connazionali sparsi in tutto il mondo. In Italia, no.
In Italia invece si arriva sui barconi per un semplice motivo: l’incapacità del governo e la devastante ignoranza della scrittura della cosiddetta legge “Bossi-Fini” hanno permesso e permettono agli immigrati di sbarcare, ricevere un foglio e successivamente girare in lungo e largo l’Italia senza di fatto trovare alcun controllo sul territorio.
In altri termini, avete mai visto una vera verifica relativa agli immigrati, in Italia ? Dovete sapere che siccome la suddetta legge sull’immigrazione prevede che vi sia un processo per l’immigrazione irregolare (che deve essere contestata al momento della sua realizzazione, sottolineo), un extracomunitario che viene fermato dalle forze di Polizia viene solo identificato (se possibile, ovviamente) e gli viene consegnato un foglio di via obbligatorio.
A chi? Ma naturalmente al nome dichiarato al momento del fermo: quindi se la stessa persona viene fermata dopo tre giorni e dichiara una differente identità… ciccia, altro foglio di via e la giostra ricomincia.
Disponete di uno o più documenti falsi ? Beh, allora il gioco è ancora più semplice: basta consegnare ogni volta un documento diverso, e la permanenza è garantita, in barba alla “identificazione certa” da effettuarsi con la fenomenale e ben nota disponibilità economica garantita dal nostro governucolo alla forze dell’ordine.
Sottolineo che questa serie inenarrabile di scemenze, che non scriverebbe nemmeno un decerebrato con un QI pari a 30, sono invece state messe nero su bianco da due ministri della repubblica, di cui uno è addirittura diventato la terza carica dello stato.
Orbene, vorrei sottolineare che chiaramente il sottoscritto è tutt’altro che dell’avviso di applicare il concetto “föra di ball”, ma semplicemente di tutelare sia il diritto internazionale che la buona convivenza civile. Invece, il “governo del fare”, paladino della legalità, in questa maniera riesce nel difficile salto carpiato di incrementare il già non basso livello di criminalità importando galeotti tunisini che potranno facilmente iniziare un interessante cammino imprenditoriale nel nostro paese, rispettando lo spirito del presidente del consiglio, tutto ciò grazie all’acquisizione dello status di cittadino europeo graziosamente regalato dai decerebrati di cui sopra a chiunque arrivi in Italia, e solo per levarsi il problema.
Ovviamente, e qui Maroni ha dimostrato il suo ineffabile acume da tastierista varesotto (niente contro i tastieristi, ovviamente) il ministrello si lamenta in quanto “noi abbiamo aiutato Grecia e Portogallo” e loro “se ne tirano fuori”. Siccome evidentemente questo giullare non ci arriva, chiariamogli un paio di punti:
-1) Il default della Grecia o del Portogallo avrebbe fatto fallire anche noi. Tremonti, lo spieghi al “ministro”. Chissà se riesce a metterglielo in testa.
-2) Il fatto che si sia derogato ad un controllo di accesso alla comunità europea tramite un permesso di ingresso al buio crea problemi di sicurezza enormi per tutta Europa. E questo perché a nessuno è saltato in mente che il flusso di profughi si arresta con la dimostrazione del rispetto delle regole di ingresso che sconsiglierebbe traversate a chi non dispone delle necessarie caratteristiche. Scommettete che adesso con l’obbligo di rimpatrio per i Tunisini nessuno arriverà più dichiarandosi di quella nazionalità? Quindi altri 200 milioni di euro buttati nel cesso con un accordo che si doveva fare per forza, giusto per evitare una (ennesima) figuraccia al buffone capo…
-3) La comunità Europea applica trattati controfirmati proprio dal Governo Italiano. Il ministro degli esteri (ammesso che li conosca un minimo) dovrebbe spiegare al ministrello che l’accesso in qualunque nazione deve essere controllato strettamente, sennò non siamo noi a pensare di uscire dall’Europa, ma l’Europa che ci sbatte fuori a calci nel sedere per manifesta incapacità.
-4) Esistono procedure ben precise che regolano la procedura di richiesta dello status di rifugiati. Regole che prevedono obbligatoriamente l’identificazione univoca del richiedente, pena l’invalidità della richiesta, e che dovrebbero essere chiarissime al ministro degli interni. Evidentemente non lo sono per il ministrello. Una banda di incapaci.
Alla vigilia di una semifinale di Fed Cup contro la Russia, forse compromessa per la sua assenza e per l'assenza della Schiavone, Flavia Pennetta, che sprizza sempre simpatia e vitalità, ci parla del suo infortunio, dei tempi di rientro, e di altro ancora. Noi non possiamo fare altro che augurarle di guarire presto e bene. Il tennis italiano ha ancora bisogno di lei.
La Fed Cup si giocherà a Mosca i giorni 16 e 17, alle 14:00 ora locale, e sarà trasmessa su RaiSport1 in diretta. Barazzutti ha convocato Maria Elena Camerin, Alberta Brianti, Roberta Vinci e Sara Errani.
P.S.: Piccola notizia privata - Marisa ed io saremo a Londra il 20 giugno, per i primi giorni di Wimbledon ma non solo... Tafanus
La fertilità del PdL nel partorire scienziati non finisce di stupirci. Dopo la rivelazione di Gabriella Carlucci, esperta in "fisica della particella", oggi è emersa Beatrice Lorenzin, diploma di Maturità Classica, esperienza persino come Segretaria di Paolo Bonaiuti (l'annuitore ufficiale di Berlusconi). E' stata una rivelazione. In TV glielo ha spiegato lei, a quei sedicenti esperti di centrali nucleari e di medicina nucleare, come funzionano realmente le cose... E' per l'ammirazione che la sua comparsata televisiva ha destato in me, che ho deciso di scriverle... Tafanus
Cara Onorevolessa Lorenzin,
stamattina, passando per caso su RaiUno (ci posso passare solo per caso o per errore, su quella rete...) sono rimasto ipnotizzato, folgorato. Stava intervenendo lei, con un argomento che ho sentito circa mille volte (quindi un argomento solido a furor di popolo - sia pure di popolo ignorante); l'argomento era: "che senso ha non fare le centrali in Italia, visto che la Francia è piena di centrali ad un passo dall'Italia"?
Vorrei fare un eroico tentativo di far capire a lei, e a tutti i nuclearisti con titolo di Maturità Classica o inferiore, l'enormità di questa minchiata, ma deve sforzarsi di seguirmi. L'argomento non è facilissimo, ma proverò a spiegarlo a prova di scemo.
-1) Le "vicine centrali francesi" non sono così vicine. Le più vicine sono nel Var (Marcoule, Tricastin, Cruss, Phoenix); vicino - tanto per farle capire - più a Marsiglia e ad Aix-en-Provence che a Ventimiglia. Diciamo, ad occhio, a 400/500 chilometri da Milano, in linea d'aria.
-2) Per riferimento, vorremmo farle capire (basta un atlante geografico) che Caorso è invece a 70 chilometri in linea d'aria da Milano. Trino Vercellese è a 100 chilometri.
-3) Col suo "consenso informato", se dovesse succedere un incidente nucleare alle porte di casa mia, sarei molto più tranquillo se succedesse a 500 chilometri, piuttosto che a 70.
-4) Se si prende la briga di guardare un atlante - e magari anche una carta dei venti predominanti nel Mediterraneo), scoprirà che i venti predominanti nel Var soffiano da maestrale (per gli ignoranti: da N-W verso S-E). Ora passi sull'atlante: scoprirà una cosa molto interessante: i venti del Var, in gran parte, prima di andare a sbattere sull'Italia, vanno a sbattere sulla Corsica, e marginalmente sulla Sardegna. Quindi, dopo una corsetta di circa 600/700 chilometri dal Var, incontrano il Lazio e la Campania.
-5) La teoria della diffusione della scorreggia: poniamo che io vada a Marsiglia, e da li io lanci una potentissima scorreggia (lasciamo perdere la concentrazione dei radionuclidi, perchè capisco che forse neanche Bonaiuti potrebbe bonaiutarla a venirne fuori...). Dunque, diciamo 1000 gr. di molecole puteolenti (ho mangiato fagioli con le cotiche). Poi mi sposto a Caorso, e lancio una scorreggia di analoga potenza. Problema: quando la mia scorreggia si sarà espansa per cerchi concentrici, quale sarà la concentrazione della mia scorreggia marsigliese, e di quella di Caorso, a Milano?
-6) Non dia risposte affrettate... rifletta. La prima risposta che tutti i "nuclearisti 'de noantri" mi danno è: elementare! La scorreggia di Caorso (70 kms) arriverà con una concentrazione pari a circa sei volte la scorreggia di Marsiglia (400 kms). Niente di più sbagliato. Perchè le distanze crescono in maniera lineare, mentre le superfici che la scorreggia è costretta a coprire crescono in funzione del quadrato della distanza. In altri termini, la mia scorreggia di Caorso, quando sarà arrivata a Milano, avrà coperto una superficie di 15.385 kms quadrati (70x70x3,14); invece la mia scorreggia marsigliese, quando sarà arrivata a Milano, si sarà dispersa su un'area di 502.400 hms quadrati (400x400x3,14).
-7) Afferra, signoramia? la scorreggia di Caorso arriva a Milano (a parità di materia puteolente emessa) con una concentrazione pari a 33 volte quella di Tricastin. Quale scorreggia preferisce, signoramia? Ci faccia sapere. Io, personalmente (ma sa... sono un fissato...) preferisco la scorreggia di Tricastin, che arriva attenuata di 33 volte.
Mi faccia sapere, signoramia, se le serve un supplemento di spiegazione, o se per il momento può bastare così. Suo umile ammiratore, Tafanus
P.S.: Signoramia, lei non è molto fortunata... Non aveva ancora finito di sparare il suo pistolotto imparaticcio sul nucleare, che la Tepco ha inviato questa ferale notizia: non solo la zona di evacuazione deve passare RAPIDAMENTE da 20 a 40 chilometri, ma è ormai quasi certo che quest'area sarà "non abitabile" per almeno vent'anni. Afferra, signoramia? Poichè i giapponesi hanno avuto il culo di ritrovarsi co Fukushima costruita sulla costa est (guardi ancora il suo atlante) la superficie coinvolta non è un cerchio, ma un semicerchio. Se il raggio passa da 20 a 40 chilometri, la superficie passa da 628 kmq a 2512 kmq. A 900 abitanti per kmq, stiamo parlando del potenziale esodo biblico di oltre 2 milioni di persone... Vede, signoramia, il nucleare è qualcosa di più complesso di un talk-show in TV. Non faccia lo stesso errore della sua collega Carlucci, che si è resa protagonista di una memorabile figura di merda per una disputa sulla "fisica della particella" col prof. Maiani, candidato al Nobel per la Fisica...
Altre due ragazze raccontano ai pm i dettagli sulle serate nella villa di Berlusconi. Ci andarono il 22 agosto 2010, il giorno dopo essere state "provinate" da Emilio Fede. Le barzellette sconce del premier, i giochini a sfondo erotico, i balli delle giovani seminude, la lap dance della Minetti. Tutto alla presenza della presunta "fidanzata" del premier
Chiara Danese
Altre due ragazze raccontano l'autentica "eleganza" delle notti di Arcore. A questo punto ci sono cinque giovanissime donne - testimoni dirette - che smentiscono la narrazione minimalista e fantasiosa di Silvio Berlusconi, il premier a giudizio per concussione e prostituzione minorile. Sono tutte e cinque estranee al giro della Dimora Olgettina, al mondo dello spettacolo e alla "scuderia" di Lele Mora. Le ultime due, in ordine di tempo, sono giovanissime. Si chiamano Ambra Battilana e Chiara Danese. Sono invitate a Villa San Martino il 22 agosto del 2010. Quel giorno, Ambra, che è nata il 15 maggio 1992, ha diciotto anni, tre mesi e sette giorni. Chiara, nata il 30 giugno 1992, ha diciott'anni, un mese e ventidue giorni.
Quando le incontra, Silvio Berlusconi le chiamerà "le mie bambine". Il 4 aprile scorso Ambra e Chiara, con i loro avvocati, hanno presentato alla procura della Repubblica di Milano una "memoria" su quanto è avvenuto quella notte. Hanno confermato i loro ricordi in un interrogatorio, lunedì. Bisogna subito raccontare perché - solo ora e dopo otto mesi - Ambra e Chiara decidano di uscire allo scoperto, consapevoli "di essere finite - sono le loro parole - in fatti più grandi di noi". Ascoltiamole. Chiara: "Io non avevo alcuna intenzione di parlare. Mi sono sentita costretta dal clamore che ha assunto il caso e soprattutto dal fatto che nel mio paese, che è Gravellona, in provincia di Verbania, sono ingiustamente considerata una escort. È una denigrazion...
MILANO - Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato a larga maggioranza una mozione che invita la giunta a regolamentare la professione degli acconciatori, in modo da evitare fenomeni di abusivismo e lavoro nero, molto diffusi per esempio tra gli immigrati cinesi. Tra i firmatari c'è anche Nicole Minetti, consigliere regionale Pdl, indagata nell'ambito del caso Ruby.
Io avrei una proposta... quella di estendere le regolamentazioni anche ad altre "arti e mestieri". Per esempio, anche la professioni di procacciatrice di puttane andrebbe regolamentata, ed assoggettata alla frequenza di appositi corsi di formazione... Tafanus
Il Tafanus (anche se la notizia non è riportata dai maggiori media internazionali) questa settimana compirà 5 anni di vita. E' nato infatti in coincidenza con le politiche del 2006, come costola de "La Rassegna Stanca", che alcuni fra gli amici di più vecchia data ricorderanno.
Associo questa occasione alla nostra consuetudine di fornire trimestralmente i dati sull'andamento del blog, per integrare in un unico post gli aggiornamenti, ed annoiare così una volta sola.
Non è facile, nel web, né raggiungere, né mantenere certe posizioni. Secondo l'ultimo rapporto di Technorati sullo stato della blogosfera, oggi esistono nel mondo circa 70 milioni di blogs, con una tendenza al raddoppio del loro numero ogni 320 giorni. In questo contesto, è già un miracolo non retrocedere. Il Tafanus sembra esserci riuscito: non solo non ha perso visitatori, ma ha continuato, fra alti e bassi, nella sua tendenza alla crescita:
Abbiamo voluto confrontare la posizione del Tafanus sia con alcuni siti online di quotidiani politici molto noti (ricchi di contributi pubblici, sedi, redazioni, direttori e quant'altro), sia con alcuni noti siti politici online, alcuni dei quali, anche recentemente, ci hanno gentilmente spiegato come si faccia un buon sito di successo (tanto per non far nomi, prossimaitalia.it, il sito dei c.d. rottamatori). Il confronto è stato effettuato sugli ultimi tre mesi di diffusione, prendendo i dati da alexa.com, il motore di controllo della blogosfera appartenente ad Amazon.
Grande è stata la nostra sorpresa nello scoprire che diversi blasonatissimi siti, che non esiterebbero a chiederci il pedegree prima di permetterci di conferire con loro, arrancano dietro (e a volte in misura imbarazzante) rispetto al Tafanus:
N.B.: Liberazione è sostenuto da Rifondazione Comunista, Europa dalla Margherita, Rinascita da Sinistra Democratica, Nichi Vendola da SEL, il secolo dall'ala AN del PdL, The Daily Week da Mario Adinolfi e dai suoi cari, L'Opinione da Arturo Diaconale e da Berlusconi, Liberal da Adornato e dall'UDC, Prossimaitalia dalla corrente "rottamatori" dei sedicenti PD (Matteo Renzi e Giuseppe Civati), Matteo Renzi dall'omonimo sindaco di Firenze, Tafanus dal sottoscritto e da "quattro amici al bar".
Interessante anche il capitolo "finanziamento pubblico". Quasi tutti i siti citati hanno infatti alle spalle un'edizione cartacea, per la quale ricevono strabilianti finanziamenti pubblici. Forniamo una piccola lista (valori in milioni di €):
Liberazione 3,9 Europa 3,6 Il Secolo 3,0 Il Riformista 2,5 Rinascita 2,5 L’Opinione 2,0 Liberal 1,2
Da valutazioni molto attendibili, questi giornali ricevono un cadeau variabile fra i 3 ed i 4 € per ogni copia STAMPATA (stampata, non venduta!). Tanto per dare un'idea... Se i siti e i giornali online avessero una frazione minima di quanto viene regalato ai giornaletti di partito, potrebbero diventare dei media di tutto rispetto...
Volete una valutazione? Ebbene, il Tafanus, che attualmente gira intorno al milione di visite uniche all'anno, potrebbe incassare 3,5 milioni di euro all'anno, e finanziare una redazione di ben 140 giovani giornalisti! Lo so, fa ridere, ma di questo stiamo parlando. Se invece dovesse essere finanziato non già con questa cifra, ma con l'1% di questa cifra, potrebbe assumere un giovane alter-ego, potenziare la piattaforma, abbonarsi a qualche agenzia di stampa ed a qualche database professionali, avere qualche redattore part-time, preparare la successione...
Invece i soldini li diamo ad Arturo Diaconale, che pubblica, sul suo "L'Opinione (delle Libertà)" - questo il nome della testata per esteso - le veline in arrivo dalla bassa Brianza (bassa in tutti i sensi...) Tafanus
P.S.: Colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta, di cuore, i "quattro amici al bar" che collaborano al Tafanus, e che con le loro competenze, e la loro opera appassionata, hanno contribuito al raggiungimento di questi risultati
La politica e le canzoni, l’Italia e l’America, il nostro passato e uno sguardo al futuro: ieri sera, al Teatro Storchi, si è ricordato Edmondo Berselli nel primo anniversario della scomparsa.
Il compagno Molotov, quello del patto con Ribbentrop, a Bologna, tra servizi sociali e lasagne; i giovani del ’68, quelli dei cortei e della protesta, che, all’improvviso, lasciato Lenin si ritrovano in pieno riflusso sulle note di “Piccola Ketty”; la storia dell’America contemporanea, quella risorta dalla grande Depressione, passata per il Maccartismo, inzuppata di beat-generation, che approda alla modernità, intesa come consumo. Tutto questo è rivissuto, ieri sera, sul palcoscenico del Teatro Storchi di Modena nel corso della serata organizzata in occasione del primo anniversario della morte del giornalista e scrittore Edmondo Berselli.
Ennio Fantaschini, insieme a regista e produttori, ha proposto un assaggio dello spettacolo “Quel gran pezzo dell’Italia, cronache di un paese provvisorio”, testo che la moglie Marzia ed Andrea Quartarone, hanno tratto dall’opera di Berselli: debutterà il 15 e il 16 aprile prossimi a Bologna. Shel Shapiro, amico di lunga data, invece, in “Beatnix”, storpiatura da Sputnik, ha raccontato in musica, canti e parole le tre Americhe, quella del ’29, quella del secondo dopoguerra e quella dell’oggi.
Insomma un tributo agli interessi ed agli argomenti “berselliani” per eccellenza, quelli a cui lo stesso giornalista aveva dedicato saggi, scritti e articoli. Nelle parole di Anna Carlucci, la più giovane delle celebri sorelle, regista televisiva, l’incontro, tardivo, tra Berselli e la televisione. Il ricordo del collega è stato affidato a Michele Smargiassi di Repubblica, nelle inedite vesti di “bravo presentatore”, mentre l’editore milanese Gianarturo Ferrari ha raccontato il Berselli forse più modenese di tutti, quello consacrato al lavoro, come valore assoluto di una vita.
...io di Berselli preferisco ricordare quello di "Venerati Maestri", un libro che ho tenuto sul comodino, a mo' di bibbia laica, ogni sera cvonsumandone parsimoniosamente un pezzetto, e gustando le descrizioni dei maestri, il suo prenderli garbatamente in giro, ma in un modo lieve, tutto suo, che comportava anche il prendere in giro se stesso, ed il suo amore per i venerati maestri stessi. Preferisco ricordare i suoi tormentoni sulla "ammirazione dovuta" ad Einaudi ed alla Adelphi, la fatica di pagare le rate dei libri scritti dai veberati maestri...
Venerato Maestro egli stesso, grande giornalista, e personaggio umanissimo, che non disdegnava di mischiare letteratura pesante e musica leggera, sacro e profano, politci e politicanti, avendo sempre però ben presenti le differenze. Edmondo Berselli è stato importante, per me, e gli sono e gli sarò sempre grato per quello che, inconsapevolmente, mi ha donato. Tafanus
La comunicazione dalla Tepco e dal governo: è stato innalzato al "livello 7" l'incidente nucleare, il massimo raggiungibile. Ma le emissioni sono solo il 10% di quelle registrate nel 1986. "Effetti considerevoli su salute e ambiente". Nuova forte scossa: evacuata la centrale
Lo scrive [La Repubblica] di oggi, ma la notizia, per quanto fresca e terrorizzante, è già stata superata dagli eventi... Andiamo con ordine:
-1) ancora molti giorni dopo l'inizio della tragedia di Fukushima, la Tepco e l'Agenzia Giapponese per la Sicurezza Nucleare si ostinavano a classificare l'incidente alla centrale di "livello 5" nella scala INES. Vediamo come è definito questo livello:
"incidente con possibili conseguenze all'esterno dell'impianto. Rilascio all'esterno di materiale radioattivo, in quantità radiologicamente equivalente ai valori compresi tra 100 e 1000 TBq, richiedente una parziale attuazione di pianificate contromisure. Danni gravi al nocciolo del reattore o alle barriere protettive".
-2) Solo la settimana scorsa, con uno sforzo immane, l'agenzia giapponese ha innalzato l'incidente al livello 6: "... incidente grave. Significativo rilascio all'esterno di materiale radioattivo, in quantità radiologicamente equivalente a valori compresi fra 1 e 10 PBq di iodio-131, tale da richiedere la completa attuazione di pianificate contromisure facenti parte di un piano di emergenza esterno al fine di limitare gravi effetti sulla salute della popolazione..."
-3) Stanotte, finalmente, l'ammissione che l'incidente è grave quanto quello di Chernobyl, e l'innalzamento della classificazione al livello massimo (il livello 7): "...Incidente catastrofico. Rilascio all'esterno di un impianto di grandi dimensioni di ingenti quantità di materiale radioattivo (maggiori di 10 PBq equivalenti di iodio-131) in un'area molto vasta, con conseguenti effetti acuti sulla salute della popolazione esposta e conseguenze gravi sull'ambiente..."
Abbiamo finito? No, non abbiamo finito. Perchè alcune ore fa la Tepco ha ammesso che che la storia finirà con l'essere più grave, complessivamente, di quella di Chernobyl:
"...la perdita radioattiva non si è ancora arrestata completamente, e la nostra preoccupazione è che possa anche superare Chernobyl". L'agenzia ha comunque precisato che il livello delle emissioni radioattive registrato dall'inizio dell'incidente equivale solo al 10% di quelle misurate nel 1986 dopo la catastrofe presso la centrale situata in Ucraina..."
Piccolo particolare: la Tepco ha già ammesso, da giorni, che per fermare la fuoriuscita di materiale radioattivo ci vorranno "molti mesi". Quanti, la Tepco non dice. Non può dire, perchè nessuno sa esattamente cosa fare, e come farlo.
Aggiunge Repubblica: Questa mattina si è registrata una nuova forte scossa dopo il terremoto del settimo gradi di ieri. La magnitudo è 6,3, con epicentro proprio nella prefettura di Fukushima. La Tepco, il gestore della centrale nucleare, ha ordinato ai lavoratori di evacuare l'impianto. E un incendio si è sviluppato questa mattina in uno degli edifici della centrale di Fukushima, ma è stato rapidamente spento. Lo ha reso noto la Tepco, società che gestisce l'impianto colpito. Le fiamme si sono sviluppate in un edificio vicino al serbatoio d'acqua del reattore numero 4, e, secondo Tepco, non hanno provocato mutamenti nel livello di radiazioni emesse dalla centrale. Dall'11 marzo scorso, i sistemi di raffreddamento abituali dei reattori di Fukushima sono guasti, cosa che ha comportato esplosioni e fughe radioattive nell'atmosfera e nell'oceano pacifico. Circa 80.000 persone sono state evacuate in un raggio di 20 chilometri attorno alla centrale.
Solo a titolo di cronaca (e di lezione di modestia e prudenza agli esperti "nuclearisti" misteriosamente spariti dal Tafanus), vogliamo ricordare, senza alcun piacere, ma per rispetto della verità, che esattamente una settimana fa avevamo pubblicato un post dal titolo: [Fukushima? peggio di Chernobyl], che forse varrebbe la pena di ripassare. Da allora, la situazione non ha fatto che aggravarsi, ora dopo ora. Tafanus
La Lega dei ticinesi vince le elezioni cantonali. Primo punto del programma: cacciare un pò di frontalieri italiani. Cioè un po' di leghisti lombardi.
Militanti della Lega dei Ticinesi festeggiano la vittoria elettorale
Visto che in Italia quasi nessuno la pubblica, parrebbe trattarsi di una notizia da poco, un fatterello estero che può interessare solo qualche straniero. Ma non è così, anzi è vero il contrario. In quella terra di confine che è il Canton Ticino, dove la gente parla italiano con inflessioni lombarde come a Como e Milano, si è votato per il rinnovo delle cariche regionali, Governo e Parlamento. Per la prima volta, a spese dei liberali, ha vinto la Lega. Niente da stupirsi, si dirà. Che nel Paese delle autonomie locali prevalga un partito localista è cosa del tutto normale. Difatti. Solo che c’è un dettaglio per cui, oltre agli svizzeri, sono toccati da vicino molti italiani.
Chiunque frequenti le alte vallate lombarde conosce il fenomeno dei frontalieri. Sono quei nostri connazionali che passano la frontiera al mattino a rientrano la sera, oppure si trattengono fino al week-end. Fior di lavoratori, apprezzatissimi sul posto, non clandestini ma dotati di ogni possibile autorizzazione, non ignoranti ma acculturati, gente che ha in comune con gli imprenditori elvetici la lingua, le abitudini, l’educazione. Bene, anzi male. E’ grazie a una campagna contro questi lavoratori che la Lega dei Ticinesi ha costruito il proprio successo. Attualmente i frontalieri lombardi sono 42 mila. Nei manifesti sui muri di Lugano si legge: “Prima i ticinesi. 35.000 frontalieri bastano”.
Hanno un suono ben noto, queste parole. Appunto un suono leghista. Quante volte da noi si è detto che gli immigrati portano via il lavoro agli italiani (un genere di lavoro, anche questo lo sappiamo, che gli italiani non vogliono più fare). Adesso tocca agli svizzeri: via settemila posti, tanto per cominciare. Un pesante taglio, da consolidare nel tempo. E qui il dramma per tante famiglie sconfina nel grottesco, visto che una robusta quota dei frontalieri vota proprio Lega: non quella ticinese ma quella di Bossi.
A questo portano gli egoismi locali. Da noi si rifiutano gli immigrati africani, che per mille motivi sentiamo distanti dalla nostra mentalità. Nel Canton Ticino si rifiutano gli immigrati lombardi, per costumi e dialetto indistinguibili dai ticinesi. Orrendo contrappasso. Pare che Bossi abbia telefonato per congratularsi con i capi ticinesi. A nome di chi? Certo, non dei frontalieri leghisti.
Che bella notizia! Giuliano Ferrara torna in RAI! - Che bella notizia! Dovrebbero essere contenti i telespettatori di Rai1, e soprattutto le telespettatrici. Giuliano Ferrara, infatti, è un giornalista intelligente. Come non ricordare le sue battaglie intelligenti e i suoi discorsi intelligenti? Nel 2005 si batté strenuamente a difesa della "libertà" degli embrioni, a scapito della libertà delle donne. Nel mese di novembre dello stesso anno, durante la trasmissione Matrix, affermò per ben tre volte che l'aborto è uno schifo, il che significa che le donne le quali, magari per disperazione, per necessità, abortiscono, fanno una cosa schifosa e quindi fanno schifo. Intelligente e raffinato, Giuliano Ferrara. Poi aggiunse: "Partorire è salute della donna, abortire è malattia". Profondità difficilmente raggiungibile. Consapevole del suo valore, il 23 aprile del 2006, nella trasmissione Report, poiché un giornalista gli faceva notare che percepiva uno stipendio suppergiù uguale a quello di Antonio Padellaro, replicava: «Ma io valgo di più di Antonio Padellaro; io sono Giuliano Ferrara!». Intelligente, raffinato, modesto. Il 27 settembre 2006, durante la trasmissione Otto e mezzo, poiché si parlava di accanimento terapeutico, chiese a Rodotà se la sofferenza secondo lui aveva un senso, quasi come se un'eventuale legge su questa materia, dovesse dipendere dal senso della sofferenza: se stabiliamo che la sofferenza di un malato terminale ha senso, ce ne laviamo le mani, altrimenti provvediamo a fare una legge che possa permettergli di porre fine al suo tormento. Il 14 febbraio 2007, nella trasmissione Otto e mezzo, affermò che reputare l'omosessualità peccato, è cosa da non scandalizzare giacché il termine peccato è presente nel nostro vocabolario. Nel dicembre dello stesso anno propose una moratoria universale sull'aborto. Giuliano Ferrara è un giornalista intelligente. Lo dicono tutti. Elisa Merlo
Le donne difendono la propria persona - Come il solito, Antonio Socci, quando affronta argomenti religiosi, non ne azzecca una. Certissimo che la ragazzine di oggi abbiano ancora pregiudizi medioevali, e siano persuase che sessualità, soprattutto se femminile, e peccato, s'indentifichino, ha deciso che la brutta vicenda della sventurata tredicenne di Brembate sia identica a quella di Maria Goretti (articolo su Libero del 1 marzo). Intanto ha stabilito lui, prima degli inquirenti, che l'assassino abbia ucciso perché rifiutato dall'adolescente. Può darsi, ma che cosa c'entra mai Maria Goretti, la quale si difese perché temeva di fare peccato? Il suo assassino, Alessandro Serenelli, racconta che la Santa, capite le sue intenzioni, prese a dirgli: “No, no, Dio non vuole, se fai questo vai all’inferno”. Ecco, occorre davvero tanta fantasia per immaginare che una ragazzina dei tempi d'oggi, rifiuti le prepotenze di un uomo, perché teme che Dio non voglia. Significa offendere la loro dignità. Le donne, fatte oggetto di prepotenze da parte degli uomini, difendono la propria persona. Scrive, il nostro: "E' eroico oggi essere cristiani. Come è eroica la purezza". Ma che dice? Miriam Della Croce
Lo scienziato De Matteis ha bestemmiato - C'è chi, adirato per qualcosa che non è andato per il verso giusto, se la prende coscientemente con Dio e l'offende. C'è, invece, chi offende Dio senza saperlo, senza rendersene minimamente conto. Bestemmia per colpevole ignoranza. L'ignoranza è colpevole, quando si ha la possibilità di conoscere, di capire, e non lo si fa. Un esempio di questa ultima bestemmia, l'ha offerto recentemente Roberto De Mattei, vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che ha parlato ai microfoni di Radio Maria, dichiarando che il disastro naturale che ha colpito il Giappone, è una punizione divina. Ora, ritenere che il Dio della misericordia possa volere la sofferenza e la morte di persone innocenti, soprattutto di creaturine innocenti, significa non aver capito nulla del Vangelo. Significa bestemmiare. "Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi...Il Vangelo della vita, risuonato al principio con la creazione dell'uomo a immagine di Dio per un destino di vita piena e perfetta, viene contraddetto dall'esperienza lacerante della morte che entra nel mondo e getta l'ombra del non senso sull'intera esistenza dell'uomo. La morte vi entra a causa dell'invidia del diavolo" (Evangelium vitae, n. 7). Giovanni Paolo II attribuisce al diavolo la causa del male nel mondo. Lo scienziato De Mattei, l'attribuisce a Dio. E bestemmia. Francesca Ribeiro
Il Cristo flagellato su La7 - Da bambino, al tempo di guerra, mi capitava d'incontrare uomini privi di una gamba o di un braccio, e bastava questo per turbarmi. La visione m'immalinconiva e mi restava a lungo impressa nella mente. Oggi i tempi sono cambiati, i bambini sono abituati a vedere un po' di tutto in Tv, e non so se restano turbati da ciò che vedono. Però, nel dubbio, cercherei di evitare loro la visione non di persone mutilate, ovviamente, bensì di scene raccapriccianti, o di crudeltà efferate compiute da uomini su altri uomini. Anche perché gli adulti danno un peso diverso alla finzione, e alla realtà, ma accade la stessa cosa ai bambini? Da diversi giorni La7 trasmette la pubblicità del film di Mel Gibson, "La passione di Cristo", in ore in cui bambini e ragazzi possono trovarsi davanti al televisore. E quale scena mostra? Quella del Cristo ridotto in condizioni orribili dopo la flagellazione. Ce n'è proprio bisogno? Tra l'altro, la scena è forse realistica, ma si allontana dal Vangelo, giacché il messaggio del sacrificio del Cristo per gli uomini, è stato trasmesso tramite l’amore di coloro che lo conobbero, e che non indugiarono mai nella descrizione minuziosa insistente gratuita delle sue sofferenze. Attilio Doni – Genova
Correva il mese di luglio dell'anno scorso - Berlusconi scherzava con i presenti definendosi "un playold e non più un playboy", annunciava di aver inaugurato la "politica del cucù, che voleva dire essere aperti agli altri e all'amicizia"...
Berlusconi rivendica i rapporti di profonda amicizia che, a suo giudizio, lo legano con tutti i capi di Stato e di governo dei paesi del Mediterraneo. "E questo - precisa il Cavaliere - facilita il rapporto, perché con una telefonata si risolvono tutti i problemi". Il premier si sofferma quindi sulla proposta di tassare le banche «portata all'attenzione del G8 e del G20 da un solo Paese» e «che è passata nel dimenticatoio». «Lasciate che l'Italia si prenda il merito - prosegue - non si è parlato di tasse su banche né di tassazione delle transazioni finanziarie. Era una gabbia, non si deve pensare che la finanza sia solo degenerazione».
Il Cavaliere appare in grande forma e scherza anche sulla vittoria degli spagnoli ai mondiali di calcio. "Bisogna ricordare che siamo campioni del mondo... Mediterraneo, area unica, la Spagna ha vinto il titolo di Campione del mondo, quindi è un po' merito di tutti noi" (?). Poi, rivolgendosi ai tanti diplomatici presenti in platea, li invita a portare "qualche bella ragazza". "Qualche volta portate pure qualche bella ragazza signori ambasciatori, perché so che anche questo è un merito che tutti quanti siete molto orgogliosi di portare avanti: noi lo apprezzeremmo molto perché noi siamo latini".
...ma la "politica del cucù" e la tamarraggine del "mobilée de la Briansa" non sono conciliabili...
I risultati della politica del cucù
LUSSEMBURGO - La Ue ha respinto la proposta italiana di protezione temporanea per gli sfollati dai Paesi del Nord Africa. La Commissaria per gli Affari Interni Cecilia Malmstrom ha dichiarato "prematura" l'attivazione della direttiva 55/2001 per far fronte all'emergenza immigrazione. E dello stesso avviso è stata la maggioranza dei ministri degli Interni che hanno partecipato alla riunione svoltasi a Lussemburgo. Condizione necessaria è infatti che ci sia una fortissima pressione di migranti da Paesi in conflitto: "Non ci troviamo ancora in una situazione tale da far scattare il meccanismo", ha ribadito Malmstrom. Che in serata ha risposto al ministro dell'Interno italiano Maroni, fortemente polemico sulla decisione Ue. "Dispiace se il ministro Maroni è deluso. L'Italia è un patrimonio per l'Europa e nessuno vuole che l'Italia abbandoni la Unione Europea", ha detto Malmstrom.
L'Ue non darà consigli all'Italia. A margine dell'incontro, Malmstrom ha sottolineato che "non spetta alla Commissione europea il compito di dare consigli all'Italia su come gestire il flusso di immigrati". La commissaria ha ricordato che l'Europa "ha dato assistenza, messo a disposizione stanziamenti, e inoltre ci sono i fondi strutturali che possono essere utilizzati a Lampedusa. Siamo in contatto continuo con le autorità italiane. Hanno deciso di concedere permessi di soggiorno temporanei, hanno tutti i diritti e i titoli per farlo". Malmstrom ha quindi precisato che affinché tali permessi siano validi per circolare nello spazio Schengen, "devono rispettare i criteri previsti".
Intanto da Parigi arriva l'annuncio che i tunisini non in regola saranno respinti: "Continueremo a rimandare in Italia gli immigrati tunisini che vengono in Francia senza rispettare le regole della convenzione di Schengen", ha ripetuto il ministro dell'Interno francese Claude Gueant.
Germania: "Italia infrange Schengen". A Maroni risponde il ministro degli Interni tedesco Hans-Peter Friedrich: "L'Italia sta infrangendo lo spirito dell'accordo di Schengen". E poi: "Ci aspettiamo che l'Italia rimandi in Tunisia gli immigrati irregolari. In Europa abbiamo un problema di immigrazione, e l'Italia non può reclamare la solidarietà degli altri Paesi se non c'è un problema di immigrazione di massa". "La solidarietà in Europa deve essere applicata quando un Paese è veramente colpito da un fenomeno di immigrazione di massa. Questo non è il caso dell'Italia in questo momento", ha concluso il ministro tedesco.
Maroni: "Meglio soli che male accompagnati". Al termine della riunione, il ministro dell'Interno italiano Roberto Maroni non ha nascosto la sua irritazione. Dopo aver definito "deludente" l'incontro, ha attaccato con toni durissimi l'Unione: "E' passata la linea secondo cui l'Italia deve fare da sola. Mi chiedo se ha senso rimanere nell'Unione europea. Meglio soli che male accompagnati". E ancora: "La riunione si è conclusa con un documento, sul quale c'è stata la mia astensione, che non prevede alcuna misura concreta. Noi, quando c'è stato bisogno, abbiamo espresso la nostra solidarietà verso la Grecia, l'Irlanda e il Portogallo. Ma a noi, in questa situazione di grave emergenza, è stato detto 'cara Italia, sono affari tuoi e devi fare da sola'. L'Unione europea è un'istituzione che si attiva subito solo per salvare banche e per dichiarare guerre, ma quando si tratta di esprimere solidarietà a un Paese come l'Italia, si nasconde". (Repubblica.it)
ULTIM'ORA - Superati i primi momenti di sorpresa e di smarrimento, il nostro governo avrebbe preso la decisione irrevocabile di uscire dall'EU, dall'area dell'euro, dall'area Schengen, e forse anche dalla NATO e dalla UEFA. Inoltre, considerando che più di metà della Sicilia (per non parlare di Pantelleria e di Lampedusa) è più a Sud della costa settentrionale della Tunisia, abbiamo aperto trattative con con la UA (Unione Africana) per chiedere l'ingresso dell'Italia nell'unione stessa.
Il Governo non nasconde che esistono resistenze al nostro ingresso da parte di molti paesi africani, date le condizioni economiche dell'Italia, e la bassissima classifica in termini di libertà democratiche del nostro Paese. Tuttavia esistono fondate speranze di accoglimento della nostra richiesta, visti gli ottimi rapporti personali fra Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi, che è stato presidente della UA fino al 31 Dicembre 2010. A questo magnifico trattato abbiamo dedicato [un nostro post] molto esaustivo. Tafanus
The government will expand the evacuation zone around the Fukushima No. 1 nuclear power plant because concerns are rising about the cumulative, long-term risk of radiation exposure, Chief Cabinet Secretary Yukio Edano said Monday.
Under the nuclear disaster law, residents in certain municipalities outside the current 20-km evacuation zone will be "instructed" to leave in around a month. The areas include Katsurao, Namie, Iitate and part of Kawamata and Minamisoma, all in Fukushima Prefecture.
Those in the area "do not need to evacuate immediately" but will be instructed to leave in a month, given rising concerns over long-term radiation exposure, Edano said.
"...li cunti (o "cunta", o "cùntura") ponnu èssiri cunti veri, di fatti accaduti rialmenti, o cunti fàusi, di fatti mmintati di la genti. Li cunti veri e chiddi fàusi a voti vèninu ammiscati, picciò cu li cunti nun sempri si canusci la viritati. A voti li cunti sù cuntati pi nzignamentu..." (fonte... improbabile)
Depilescion - Si arricchisce di sempre più crude suggestioni la deriva corporale del Rubygate, in mirabile corrispondenza con la fase terminale del berlusconismo.
Dopo la carne fresca, il sedere flaccido, il dente mancante e il cerottone in esposizione, ecco che il presidente del Consiglio dei ministri, fuori del tribunale di Milano, ha spiegato di aver speso una certa quantità di denaro, da 45 mila a 60 mila euro, perché la giovane marocchina potesse “perfino” entrare a far parte di un centro estetico recandovi un apparecchio laser per la depilazione, appunto.
Inutile dire che, rispetto al bunga bunga minorile, la tecno-rasatura si configura come una pratica non solo lecita, ma del tutto innocente. E tuttavia, considerando le questioni aperte (immigrazione, Europa, disoccupazione, processo breve, rapporti del governo con il Quirinale e con la Confindustria) vedersi aprire la settimana politica con un’evocazione depilatoria supera qualsiasi anche onirica fantasia.
Tutto comunque sembra proseguire all’insegna della consumazione, tanto del potere che della curiosità. Solo che il ricorso al laser segna un’indubbia slancio verso ciò che nel complesso rapporto che tra produzione e consumo si definisce il “finish“. E dunque: ora & sempre depilescion!
Nota di aggiornamento.
Siccome tra realtà e fantasia del consumo esistono nessi quasi più complessi di quelli che s’intrecciano tra patacche e verità è irresistibile aggiungere – come da acuto e prezioso suggerimento – che esiste una macchina depilatrice laser dal nome “Ruby”.
Arcore featuring San Patrignano - Eccola, finalmente, la verità. Berlusconi se l’è tenuta in serbo per mesi, e ora che è impossibile negare i generosi bonifici a Ruby rivela che l’ha ricoperta di soldi per toglierla dallo schifoso mondo della prostituzione. Si va ad Arcore, insomma, come a San Patrignano.
Secondo la procura di Milano e secondo centinaia di intercettazioni che parlano da sole anche questa è una clamorosa balla, come quella della nipote di Mubarak. Anche perché – come segnala giustamente un lettore – sembra perlomeno singolare che la nipote di un presidente in Egitto faccia invece la prostituta a Milano.
Ma per spirito di patria, solo per un attimo, ammettiamo pure che sia vero. In questo caso, ci troviamo di fronte a un presidente del Consiglio che per salvare una ragazza dalle alcove a pagamento non le regala un lavoro o una borsa di studio, ma collanine di diamanti, decine di migliaia di euro in contanti e numerosi appuntamento con Lele Mora.
Dunque, delle due l’una. O il premier è un favoreggiatore della prostituzione minorile, e ci penseranno i giudici. Oppure è il peggior rieducatore che si sia visto in circolazione, e allora si spera ci pensino gli elettori. (di Marco Bracconi)
Il Re Austriaco del Battone e Ruby alla Festa delle Debuttananti
...chi di noi non è stato ossessionato almeno una volta, da bambino, dal problema della vasca da bagno?
"...assumiamo che la vasca da bagno contenga 150 litri d'acqua; che il rubinetto versi 2,4 litri al minuto, ma che lo scarico abbia una perdita di 0,23 litri al minuto. Quanto impiegheremo a riempire la vasca?..."
Chissà perchè, il problema della vasca da bagno mi è tornato in mente ieri, quando ho sentito che l'accordo epocale fra il governo (?) di Tunisi e Maroni prevede rimpatri, solo per tunisini espatriati dopo l'accordo epocale, e solo nella misura massima di 60 persone al giorno... Allora, mentalmente, ho così riformulato il problema della vasca da bagno:
"...assumiamo che in Italia ci siano 25.000 tunisini non rimpatriabili; che continueranno ad arrivarne 300 al giorno dal rubinetto, e che lo scarico ne faccia uscire 60 al giorno. Calcoli l'alunno in quanti giorni i 25.000 tunisini saranno diventati 50.000..."
Ogni giorno tutti i tg, compreso il Tg3, sono costretti a ospitare un siparietto di Berlusconi che fa le mossette, dice volgarità e attacca magistratura e Costituzione. Casualmente (o forse no) l’altro giorno lo psichiatra Giovanni Battista Cassano, ospite di Augias su Raitre, descriveva l’esaltazione e il delirio di onnipotenza di certe personalità patologiche. Era un ritratto perfetto di Berlusconi e del suo male, denunciato al Paese dalla ex moglie, alla quale dobbiamo l’allerta sul quadro clinico del sultano.
Ma ormai è un Titanic vivente: mentre cola a picco nei sondaggi, balla e canta, incapace di contenersi. E, come disse sempre la signora Veronica, nessuno di quelli che gli stanno vicino fa niente per salvarlo da se stesso: sono tutti troppo impegnati ad approfittare delle ultime opportunità. Chissà quanto ci avrà messo il Titanic a colare a picco. Diciamo molte ore, o forse addirittura un giorno intero, mentre l’affondamento di Berlusconi dura da anni e ha creato un gorgo tale che rischia di trascinare a fondo anche quelli che lo contrastano.
(di Maria Novella Oppo - Fronte del Video) via www.unita.it
...si, ma molti iniziano ad accorgersi dell'affondamento, e corrono alle scialuppe di salvataggio, che non bastano per tutti... In questi giorni è un fiorire di correnti e correntine... Tutti contro il "delfino autocertificato" Tremonti; tutti a chiedere un congresso "vero" subito dopo le amministrative; ex DC, PSI, ed ex qualsiasicosa che vogliono porzioni più grosse; tutti a preparare le barricate contro Angelino Alfano, erede naturale per meriti giudiziari.
Ma mentre tutti si azzannano per strapparsi a morsi pezzetti di preda, la preda (lo dicono tutti i sondaggi, tranne quelli di cui è in possesso un nostro amico) è sempre più magra e insipida. Stamattina, vedere in TV, davanti al Palazzo di Giustizia, quei quattro stronzetti col cappellino bianco "Forza Silvio", fornito dalla Real Casa, metteva una tristezza infinita... Comparse di "Amici" si nasce, e costoro lo nacquero. Senza vergogna. Tafanus
...era da molti giorni che avrei voluto cercare e mettere insieme un'antologia del vendolismo, cioè di quel linguaggio che Miriam Mafai ha definito "affabulazione" insignificante, cioè priva di contentuo significante. Poi, sapete com'è... la pigrizia, la scelta di altre priorità, le orecchiette con le cime di rape... Noël oblige...
Per fortuna, sono capitato sul blog "Cerazade", di Claudio Cerasa, che ci aveva già pensato, e quindi mi sono permesso di rubargli queste perle di vendolismo. Alcune davvero imperdibili. Avvertenza: queste perle sono dei campioni gratuiti, non in vendola. Tafanus
Le migliori vendolate del 2010
-1) "Roma è stata assediata da una vera e propria tenaglia militare, che ricorda altre epoche e altre capitali: Roma blindata e sequestrata come Santiago del Cile ai tempi di Pinochet". Nichi Vendola, 30 novembre 2010
-2) "Le primarie sono una vera spinta di vita, immettono un alito profumato nel centrosinistra che dice parole che sono in sintonia con la società". Nichi Vendola, 30 novembre 2010
-3) "Vorrebbe che il centrosinistra riprendesse in mano la questione morale con una capacità di autobonifica sconosciuta all'innocentismo 'a prescindere' della destra". Nichi Vendola, 30 novembre 2010
-4) "Perché ho l'orecchino? Mi piaceva l'idea di firmare il mio corpo, inserire una micro-mutazione nella mia corporeità". Nichi Vendola, invasioni barbariche, 26 novembre 2010
-5) “Le primarie sono come il bambino che si porta all’orecchio la conchiglia per ascoltare il rumore del mare: sono il rumore della vita”. Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”
-6) "Ovviamente non sono la persona deputata alle risposte. Posso solo allargare l'ambito delle domande" Nichi Vendola, 3 maggio 2010
-7) “Cos’è il machismo? E’ l’elaborazione dell’angoscia dell’impotenza che il genere maschile si porta dalla notte dei tempi appresso”. Nichi Vendola, 20 settembre 2010
-8) "La soluzione ai problemi non la troviamo se ci sediamo attorno a un tavolo noi che siamo portatori di codici criptati. Noi abbiamo bisogno di fare l’alleanza fuori da questo tavolo con quei soggetti sociali che per esempio si arrampicano sui tetti". Nichi Vendola, 27 novembre 2010
-9) “Ricordo la sensazione di infinita libertà nell’andare a cercare un orecchino adeguato alle mie tasche, un semplice cerchietto d’oro, e il dolore del buco fatto in gioielleria, lì capii quanto la bellezza nasca nel grembo del dolore”. Nichi Vendola, 4 novembre 2010
-10) “Nella modestia materiale delle condizioni della mia famiglia, ho costruito la mia immagine attraverso la letteratura e le suggestioni estetiche che soprattutto la grande letteratura ispanica mi ispirava”. Nichi Vendola, 28 ottobre 2010
-11) “Vengo rimproverato, anzi mi viene mossa un’imputazione di reato. Io sono reo di porto abusivo di sogno e devo dire che tendenzialmente mi dichiaro colpevole”. Nichi Vendola, distico introduttivo all’invito per la presentazione del cofanetto (con dvd) “La parole del futuro - La ballata di Nichi Vendola”
-12) “Sia pure calibrando ogni verso, ogni suono, ogni stilema, ogni mitologema, con la maestria dei vecchi orologiai (e qui la poesia è tutto un danzare insieme al dio del tempo), in questa densa e rapida silloge Pino Pisicchio ci offre un lavoro persino sorprendente”. Dalla prefazione di Nichi Vendola al libro di poesie di Pino Pisicchio, Ecologa civile, Levante editore, 2010
-13) “In quest’epoca di precisione e nitidezza digitali e di dissolvenza delle condizioni e delle relazioni sociali, la domanda che ci si fa è la stessa per tutti: dove accidenti sono finito nella vicenda sociale?”. Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”
-14) “Ci troviamo in un’epoca di formidabile destrutturazione di tutti i corpi sociali, di tutte le identità collettive: invece dell’io dell’egoismo maturo marxiano prorompe un io debole, ricattabile e spaventato, bisognoso di appiccare roghi agli accampamenti di immaginari nemici”. Nichi Vendola, La Sfida di Nichi dalla Puglia all’Italia
-15) “Il capitalismo ormai non è solo incompatibile con la democrazia: è incompatibile con la vita”. Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”
-16) “Violenza significa lasciare che la brutalità dei mezzi diventi il cannibale che si mangia la bontà dei fini”. Nichi Vendola, 17 dicembre 2010
-17) Nichi, ma in che modo la libertà sessuata, per te, diventa un fattore di successo? “Attraverso la sessuazione di un processo elettorale”. Nichi Vendola intervistato da Cosimo Rossi in “La sfida di Nichi”
-18) “Il paganesimo è la nostalgia di un divino non ossificato nelle metafore del potere maschile”. Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”
-19) “Cambia molto se la democrazia è non soltanto la fotografia sincronica degli umori ideologico-culturali del presente ma se, in qualche maniera, ha una capacità, se possiamo dire così, di proiezione diacronica, di prospettazione che va oltre il limite generazionale, se il ‘bene comune’ lo preserva con lungimiranza, se assume la bisessuazione del linguaggio che la fonda come principio di realtà ed esodo dalla gabbia del neutro-maschile”. Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-20) “Viviamo davvero, come nell’apologo orwelliano, in un mondo nel quale le parole significano il loro contrario, sono gusci vuoti, fonemi e sintagmi che danzano nel vuoto, le parole sono evaporate o rinsecchite e per renderle frizzanti c’è chi le riempie di idrolitina”. Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-21) "Voglio contribuire a fare un rito di sepoltura di abitudini obsolete e uno battesimale che dia voce a una speranza che abbia gambe politiche". Nichi Vendola, "la Sfida di Nichi"
-22) “C’è quel bellissimo discorso di Obama sull’impotenza di fronte alla macchia di petrolio, che è una manifestazione emblematica di consapevolezza del limite del riformismo: dentro il recinto delle compatibilità date non esiste una risposta strutturale”. Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”
-22a) Il mio ambiente è stata una culla cattolica. Il cattolicesimo è un pezzo di Mezzogiorno che in Puglia diventa cifra di identità popolare, con una forte connotazione comunitaria, con le forme della sua pietà sempre al limite tra sacro e profano. Pagina FB
-22b) L’omosessualità è un pezzo del mio scisma dalle “due chiese”, dalla chiesa comunista e dalla chiesa cattolica. Raccontava il nocciolo duro della mia dignità e libertà e ha rappresentato lo spazio di autonomia dalle mie fedi, o insieme di verifica delle mie fedi. Pagina FB
-22c) Nel 2005 sono stato eletto Presidente della Regione Puglia. Da allora ho un anello al pollice, regalatomi da un pescatore di Mola di Bari, era la fede di sua madre. Rappresenta per me una specie di matrimonio con il popolo. Pagina FB
-23) Ci sono sempre due vocazioni in me. Il Nichi Vendola ludico, anarchico, infantile, narcisista. E quello instancabile, organizzatore, sorvegliato speciale delle sue stesse passioni, investito dei suoi doveri pubblici. Che è capace di piegare la sua indole e di scommettere le scommesse più paradossali della sua vita. Pagina FB
-24) C’è quel bellissimo discorso di Obama sull’impotenza di fronte alla macchia di petrolio, che è una manifestazione emblematica di consapevolezza del limite del riformismo: dentro il recinto delle compatibilità date non esiste una risposta strutturale. Nichi Vendola, “La sfida di Nichi”
-25) “Noi siamo entrati da alcuni decenni nell’età in cui questa capacità presuntuosa di possedere nominalisticamente tutto è venuta meno: innanzitutto perché i soggetti hanno coniugato lo spirito della libertà alla carne della storia, contestando in radice non solo i paradigmi concentrazionari ma anche le gestioni più soft di eterodirezione e di gerarchizzazione sociale; e poi perché è sorto improvvisamente, di fronte allo sguardo del filosofo, dello scienziato, il tema della complessità”. Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-25b) “Morte, bellezza, dolore. Le tre parole sono sorelle, stanno in qualche maniera dentro una danza vitale. A me ricordano il Dio che danza la vita, e danzare la vita non è un modo per fuggire dalla inquietudine del pensiero della bellezza, da...lla drammaticità (che ci rende fratelli e sorelle) dell’esperienza del dolore e dall’incombenza della morte”.Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo” (segnalato da JeSuisStephanie)
-26)“La violenza contro i corpi sociali e contro i corpi individuali è consustanziale alla modernizzazione dei tecnocrati e dei custodi della grande frode fiscale dominante”. Nichi Vendola, il manifesto, 23 dicembre 2010
-27) “Il pensiero debole è una resa senza condizioni. E’ l’idea, appunto, che ci sia una specie di felice punto di fuga dalla realtà e dalla politica, un punto di sospensione della crisi e di ricomposizione verginale nell’utero della coscienza del mondo. Insomma: il pensiero forte governa il mondo con la guerra, oggi addirittura assunta senza delimitazioni spazio-temporali, e il pensiero debole, accovacciato negli interstizi avanguardistici del sociale, cova la sua pace e la sua alternativa al potere. Ecco come la sconfitta trasmuta in poesia e qualunque tensione al cambiamento s’imbarca sulla zattera del naufragio. Francamente insopportabile!”. Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-28) Io credo che dobbiamo avere il coraggio di nominare la notte e di costruire collettivamente l’attesa dell’alba. Ma per andare incontro all’alba abbiamo bisogno di ricostruire dentro di noi la volontà soggettiva, una volontà ‘convertita’, di cercare luce. Dobbiamo ritrovare la nostalgia della luce, dobbiamo preparare una culla per quell’alba, dobbiamo andarle incontro. Speriamo che si tratti di qualcosa che potremmo raccontare in prima persona, perché vorrà dire che avremo sconfitto la catastrofe, che avremo preservato la bellezza e la decenza dalle insidie delle tenebre”. Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-29)“Morte, bellezza, dolore. Le tre parole sono sorelle, stanno in qualche maniera dentro una danza vitale. A me ricordano il Dio che danza la vita, e danzare la vita non è un modo per fuggire dalla inquietudine del pensiero della bellezza, dalla drammaticità (che ci rende fratelli e sorelle) dell’esperienza del dolore e dall’incombenza della morte”. Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-30) “Dicono che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: devono tenersi abbracciati per poter volare. Buon volo! Buon abbraccio!”. Nichi Vendola, “La ballata di Nichi: le Parole del Futuro”
-31) L’orecchino, come direbbe Roland Barthes, è il punctum: la cosa che ti punge e che ti attira. Qualcosa di irregolare, soprattutto quando vive nell’asimmetria della sua solitudine, lui che era nato per essere simmetrico con il suo gemello. Io lo volevo, e lo dissi a mia madre”. Nichi Vendola, 28 ottobre 2010
-32) “Avrei voluto essere con voi lì, amici e amiche che ancora immaginate la poesia come un rendiconto, come un percorso utile, come un foglio di carta che diventa un foglio di coscienza. Avrei voluto essere lì con voi: scambiare parole, scambiare qualche grammo di disperazione; scambiare qualche grammo di illusione; ma poi, insieme a voi, intrecciando parole, costruendo ghirlande di parole, e immaginare anche attraverso la ritualizzazione della parola la possibilità di costruire, ciascuno per conto proprio, tutti insieme, una via d’uscita: perché si possa ritrovare il mondo in cui la luce illumina il bene ed il male; e ci rende capaci di discernimento. Buona poesia a tutti voi”. Nichi Vendola, “Per calpestare l’oblio: cos’è, per me, la poesia”
-33) “Che cos’è la poesia? E’ la denuncia dello scandalo di un mondo senza poesia. E’ rifuggire dalla dimensione commerciale della rima leggera e dei facili costumi. E’ scardinare il marchingegno dell’oblio programmato. E’ come una lampadina tascabile: aiuta noi a non essere prigionieri di questo smarrimento prosaico, di un mondo calcolistico e irrazionale; di un mondo di dissipazioni in cui, cari amici, l’unica letteratura possibile è quella del cinismo”. Nichi Vendola, “Per calpestare l’oblio: cos’è, per me, la poesia”
-34) “Mentre per anni hanno, e ancora ora, sfilato e sfilano processioni di improvvisatori che sembrano davvero dilettanti allo sbaraglio, di alimentatori di un divertimentificio che è un’opera sapiente di morfinizzazione intellettuale, cito Gramsci, Checco Zalone, va detto, è un professionista a tutto tondo”. Nichi Vendola, intervistato il 13 gennaio 2011 sull’edizione pugliese di Repubblica.
-35) “Lo confesso: a me piace molto la parola 'partita' perché, come mi insegnano i ragazzi delle Fabbriche, è il femminile della parola partito”. Nichi Vendola, “Riaprire la partita”
-36) “Dopo una lunga stagione di modernità orwelliana, di inversione semantica del significato delle parole, una manipolazione del linguaggio e dei segni continuo e permanente, abbiamo bisogno di creare un nuovo vocabolario che ci restituisca il significato autentico delle parole: quel significato umano delle parole che arricchisce il vocabolario del cambiamento. Un vocabolario libero dall’inganno lessicale che abbiamo vissuto in questi anni: buono per un’antropologia di normodotati”. Nichi Vendola, “C’è un’Italia migliore”
-37) “Perché ho l’orecchino? Soprattutto perchè mi ricorda le storie della mia terra, le storie dei carrettieri”. Nichi Vendola, a “le Iene”
-38) “No, io non scrivo per definire una poetica, non chiedo a nessuno di scrivere secondo precetti. Perché la poesia non è una deontologia. Semplicemente, la poesia ‘è’”. Nichi Vendola intervistato dalla rivista “Più libri”
-39) “Alla scacchiera della mia esistenza, ho usato spesso la mossa del cavallo per giocare il mio futuro”. Nichi Vendola, “Il Volto nuovo della sinistra”
-40) “Il lavoro fondamentale da fare è lo scavo nel suolo delle parole. Il centrosinistra oggi è un palcoscenico che non ha parole”. Nichi Vendola, 10 ottobre 2010
-41)“L’orecchino è stato il completamento del mio corpo. Il tocco che c’ho messo io, una firma. Questa firma mi aiuta a uscire da me stesso”. Nichi Vendola, 4 novembre 2010
-42)“Ho sempre scritto filastrocche. Fin da bambino. Scrivevo filastrocche su quel che vedevo, che mangiavo, che succedeva intorno a me, anche sulle tovaglie di carta delle trattorie, quando andavo in giro per l’Italia”. E allora, Nichi, buona poesia a te… “Buon volo a tutti!”. Nichi Vendola intervistato da Cosimo Rossi in “La fabbrica di Nichi”
-44) “Non posso proprio fare a meno di immaginare di avere a disposizione un certo numero di salti esistenziali, di mosse del cavallo, per cui spero ancora di inventarmi nuove vite. E avendo accumulato molte adolescenze, mi propongo di accumulare molte vecchiaie”. Nichi Vendola, “Il volto nuovo della sinistra”
-45) “La ri-nominazione del mondo è un punto fondamentale anche per restituire al principio speranza quel profumo di verità che lo distingue dal puzzo di merce contraffatta dei trafficanti di speranze di tele-vendite. La speranza è tensione verso il futuro attraverso l’abbraccio con il mio prossimo. Avanti il prossimo, potremmo dire: che non è il seguente, ma è il vivente nella sua interezza”. Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-46) “La verità è che io continuo a pensare scritturalmente”. Nichi Vendola, “Il volto nuovo della sinistra”
-47) “Io voglio vincere presentandomi come sono sempre stato: non mimetizzandomi in una risistemazione estetica che cambi il segno prevalente della mia pratica politica”. Nichi Vendola intervistato da Cosimo Rossi sul Manifesto
-48) “E la poesia? Che ruolo ha avuto nella mia vita? E’ la mia parte carsica, la mia parte notturna”. Nichi Vendola intervistato su Liberazione
-49) “Bisogna dire che c’è un dolore anche inedito nella percezione della dissipazione irreparabile di vita e civiltà che si consuma nell’oltraggio alla biodiversità e nell’aggressione mercificainte alla natura. E qui, compagni, c’è il vuoto drammatico della sinistra”. Nichi Vendola, “Manifesto per Sel”
-50) “Bisogna dire che c’è un dolore anche inedito nella percezione della dissipazione irreparabile di vita e civiltà che si consuma nell’oltraggio alla biodiversità e nell’aggressione mercificainte alla natura. E qui, compagni, c’è il vuoto drammatico della sinistra”. Nichi Vendola, “Manifesto per Sel”
-51) “La questione morale non coincide con l’invocazione di un angelo sterminatore che uccide il drago dell’immoralità”. Nichi Vendola, intervistato dall’Espresso il 12 febbraio 2009
-52) “La verità è che quello che si sta determinando è una società in cui il lavoratore e la lavoratrice sono soli come un astronauta sperduto tra le stelle dentro un mercato del lavoro che li considera come un atomo”. Nichi Vendola, 30 dicembre 2010, videomessaggio di “Auguri per un buon 2011”
-53)“La politica si è inscheletrita. Si è desertificata. Io credo che la contumelia non sia uno strumento per il cambiamento. E sono spaventato quando qualcuno immagina che c’è una via più breve che è quella fatta della bestemmia purificatrice”. Nichi Vendola ad Annozero, 10 febbraio
-54) “Il popolo sovrano di oggi è la costruzione mediatica e commerciale del popolo”. Nichi Vendola, Annozero, 10 febbraio 2011
-55) “Amavo Leonardo da Vinci e dunque, sa, sono un innamorato della flessibilità”. Nichi Vendola, Annozero, 10 febbraio 2011
-56) "Credo non sia più accettabile questo concretismo privo di respiro". Nichi Vendola, Annozero, 10 febbraio 2011
-57) “Mi spiace, ma in nessun’altra parte del mondo esiste la stessa dittatura della volgarizzazione del nostro paese” Nichi Vendola, Annozero, 10 febbraio 2011
-58)“La sinistra deve cominciare a lavorare sui pregiudizi del nostro antico storicismo: deve ricominciare a interrogare la vita”. Nichi Vendola, Annozero, 10 febbraio 2011
-59)“Il nostro è un paese in cui la democrazia è mutilata dalla presenza della voce della libertà delle donne”. Nichi Vendola, “Annozero”, 10 febbraio 2011
-60)“Abbiamo tutti quanti bisogno di essere meno arroccati nei fortilizi delle nostre antiche convinzioni ideologiche: abbiamo bisogno di andare in mare aperto: e di costruire un’alternativa in connessione con un popolo: con quelli che salgono sui tetti, quelli che si arrampicano sulle gru”. Nichi Vendola, “Annozero”, 10 febbraio 2011
-62) “Non mi considero affatto alla stregua di una pillola eccitante, né la mossa del cavallo sulla scacchiera. La mia, piuttosto, la definirei una candidatura di società”. Nichi Vendola intervistato il 23 ottobre 2004 sulla Gazzetta del Mezzogiorno
-63) “L’americanizzazione è particolarmente drammatica in un contesto di evaporazione di contenuti alternativi quando la scelta è fra idealtipi di candidati identificati per il pedigree moderato, per i titoli imprenditorial-borghesi, per la speculazione sui presunti effetti tranquillizzanti per i moderati”. Nichi Vendola intervistato su Rinascita il 28 gennaio 2005
-64) “C’è una cosa impudica e volgare in quella foto di 32 anni fa pubblicata dal Giornale di famiglia, e sono i tre segni neri che cancellano il sesso. Mi hanno ricordato i bacchettoni del Seicento che coprivano le pitture di Michelangelo. Io ero in costume adamitico, corretto dunque dal punto di vista vetero-testamentario”. Nichi Vendola intervistato sulla Stampa il 28 febbraio 2010
-65) “Sarà una storia così lunga da essersi depositata nel Dna maschile: governare l’istinto di uccidere appartiene al sapere degli uomini, un sapore bellico, di morte. Per questo odio la parola patria e amo la parola matria: mia madre l’ho messa anche sui manifesti elettorali”. Nichi Vendola intervistato sul Venerdì di Repubblica il 3 giugno 2005
-66) “Coniugando virilità e tenerezza, ho spezzato il rapporto gerarchico tra piazza e potere, ho parlato di me e delle mie debolezze come ho parlato della mia gente delle sue debolezze. E il passo più coinvolgente durante i comizi, non a caso, era il racconto del perché non fumo più”. Nichi Vendola intervistato dal Venerdì di Repubblica il 3 giugno 2005
-67) “La vera sfida di oggi è riscoprire la geografia dei lavori analizzando le conseguenze antropologiche della precarizzazione della società e le mutate cognizioni spazio temporali nell’era di Facebook”. Nichi Vendola intervistato sul Secolo il 19 febbraio 2009
-68) “Il prossimo – la parola me la suggerisce Franco Cassano – è anche ‘approssimazione’, perché contiene dentro di sé una specie di doppiezza significativa. Non soltanto il ‘farsi prossimo’ della profezia cristiana, assai simile alla fascinazione comunista della parola ‘compagno’, che vuol dire spezzare il pane insieme. Ma la parola ‘approssimazione’ dà conto anche del carattere approssimativo della ricerca di ciascuno di noi e della nostra verità. Perché mentre ‘mi faccio prossimo’ assumo l’altro e, insieme, intuisco ed elaboro la parzialità della mia verità”. Nichi Vendola, “I dilemmi della speranza: un dialogo”
-69) “E com’era il Nichi bambino?”. “Buono: mai dato uno schiaffo. Ho rotto amicizie con bambini che accendevano le miccette in bocca alle lucertole. Forse sono diventato comunista pensando ai diritti degli animali”. Nichi Vendola intervistato su Oggi il 4 agosto 2010
-70) “Guardare agli occhi che avevamo quando guardavamo l’altro da noi è un modo non solo per capire come eravamo, ma per capire oggi quali sono i nostri doveri nell’Euromediterraneo”. Nichi Vendola intervistato dal sito ghigliottina.it
-74) “Sogno una sinistra plurale, globale, felicemente orgogliosa, capace di creare modelli nuovi di consumo e di socialità necessari a migliorare la vita dei popoli e quella del pianeta: ed è proprio per questo che sono arrivato sin qui su Facebook”. Nichi Vendola, “Anch’io su facebook”
-75)“Contro l’inadeguatezza che pervade l’intero centrosinistra occorre costruire un’apertura larga alle onde dei linguaggi, delle culture, delle domande sociali delle giovani generazioni: quelle onde possono essere percepite come una minaccia, ma io penso che la minaccia sia invece la calma piatta di questo oceano di degrado e di decadimento della vita. Perché noi dobbiamo non solo non temere le onde ma anzi cercare con ansia la curva: la voce delle onde”. Nichi Vendola intervistato sugli Altri
-79)Nichi, ma la politica può dare la felicità, o deve limitarsi a garantire la libertà? “La verità è che si enfatizza troppo l’oralità oracolare di cui io sarei protagonista semplicemente perché è passata l’idea che la politica sia unicamente amministrazione, e che la sinistra non possa che essere un paradigma adattivo”. Nichi Vendola intervistato da Elisabetta Ambrosi nel libro “Chi ha paura di Nichi Vendola?”
-80)“Immaginare la sinistra come trascendimento della realtà oggi sembra rappresentare una variante del tema della trascendenza. E questo avviene però non perché io sono immaginifico, ma perché la politica, come assalto al cielo, come luogo delle alternative forti è stata desertificata”. Nichi Vendola intervistato da Elisabetta Ambrosi nel libro “Chi ha paura di Nichi Vendola?”
-82) “La competizione ha a che fare con il codice della comunicazione tra gli esseri umani. E’ l’ideologia della competizione che ha una vocazione nichilista, la competizione portata al suo approdo estremo, che diventa autocannibalismo, e quindi va necessariamente messa in relazione organica con un’altra parola: cooperazione”. Nichi Vendola intervistato da Elisabetta Ambrosi nel libro “Chi ha paura di Nichi Vendola?”
-84)“La nostra società ha trasformato la libertà in materia gassosa e in un’attitudine mercantile”. Nichi Vendola citato da Elisabetta Ambrosi in “Chi ha paura di Nichi Vendola?”
...Nichi... sienteme a mme... riprendi a fumare...Tafanus
With Libya and Syria filling the headlines, Japan’s nuclear crisis was nudged into the shadows of the American consciousness last week. But, now, alas, it’s clear that this tragedy is very much unfinished. On Wednesday, Tokyo Electric Power Company read the last rites to four of the six reactors at its wounded nuclear plant, acknowledging an economic and engineering loss in the billions of dollars. The news—and a seventy-eight per cent drop-off in the stock price since the March 11th quake and tsunami—was sufficiently overwhelming to the company’s president, Masataka Shimizu, that he drove himself to the hospital and checked in for high blood pressure (continua sul "New Yorker")
Può darsi (anzi è quasi certo) che l'avvertimento dei paesi governati dalla destra (Germania e Francia), inviato al prode Maroni, sia frutto di egoismo nazionale. Ciò non toglie che sul diritto o meno di produrre osmosi legali di migranti dall'Italia agli altri paesi dell'area Schengen, solo grazie all'operazione furbetta di concedere un permesso di soggiorno temporaneo, sul piano della legge formale hanno ragione Sarkozy e la Merkel, ed hanno torto marcio i nostri governanti alquanto sprovveduti... Vediamo cosa dice il trattato di Schengen.
L'ingresso dei cittadini di "paesi terzi" in un paese dell'area Schengen è regolato dall'art. 5 del regolamento 562/2006, noto come "Codice delle Fronitiere Scgengen". In base a questo accordo, per poter entrare in un paese dell'area Schengen, un extracomunitario deve soddisfare alcune condizioni: per un soggiorno non superiore a tre mesi nell'arco di sei mesi", è necessario che gli extracomunitari rispondano ai seguenti requisiti:
-1) essere in possesso di uno o più documenti di viaggio validi che consentano di attraversare la frontiera;
-2) essere in possesso di un visto valido, se necessario in base al paese di provenienza;
-3) giustificare lo scopo e le condizioni del soggiorno previsto e disporre dei mezzi di sussistenza sufficienti, sia per la durata prevista del soggiorno sia per il ritorno nel paese di origine o per il transito verso un paese terzo nel quale l'ammissione è garantita, ovvero essere in grado di ottenere legalmente detti mezzi. La valutazione dei mezzi di sussistenza si effettua in funzione della durata e dello scopo del soggiorno e con riferimento ai prezzi medi vigenti nello o negli Stati membri interessati di vitto e alloggio in sistemazione economica, moltiplicati per il numero di giorni del soggiorno. Inoltre è indicato che tale valutazione può basarsi sul possesso di contanti, assegni turistici e carte di credito. E' anche previsto e regolamentato il caso di ospitalità (definita come "dichiarazione di presa in carico") fornita da un cittadino del paese in cui l'extracomunitario entra.
-4) non essere segnalato nel SIS (Sistema di Informazioni di Sicurezza) ai fini della non ammissione
-5) non essere considerato una minaccia per l'ordine pubblico, la sicurezza interna, la salute pubblica o le relazioni internazionali di uno degli Stati membri.
Queste condizioni sono dure, ma chiare. Francesi e tedeschi saranno pure - secondo il punto di vista di molti - condizionati da egoismi e contingenze elettorali (...ah... i sondaggi...), ma è indubbio che sul piano formale questi paesi abbiano ragione, e la furbatina dei nostri "oni" (Berlusconi e Maroni) sia invece - per l'appunto - solo una furbatina, e neanche troppo ben costruita. Quindi i nostri "oni" depongano l'indignazione, ed evitino di minacciare, come fa imprudentemente e velleitariamente il maghetto di Arcore, improbabili uscite dall'Europa. Il giorno in cui lo dovessimo fare, avremmo in Europa la stessa rilevanza del Montenegro o dell'Albania. Tafanus
I media italiani ne parlano poco, ma a distanza di un mese dallo tsunami la situazione nella centrale nucleare di Fukushima appare sempre più critica. Scenari ricostruisce i precedenti, gli errori della Tepco societa’ di gestione, parla delle difficolta’ a indicare una soluzione. Allarma poi la presenza del plutonio, punto di collegamento fra nucleare militare e civile [...]
Uno scenario allucinante, di cui nessuno parla. Un salto nel passato, quando gli USA sperimentavano su inconsapevoli civili gli effetti del plutonio. Nessuno che sembra sapere cosa fare per fermare il mostro. Chi ancora avesse dei dubbi sul nucleare, guardi per intero e con attenzione il filmato...
"Questa norma priverà della giustizia sia i morti che i vivi. Per noi sarà un nuovo lutto: chiediamo a tutti i parlamentari di riflettere, prima di votare una legge indecente"
L'AQUILA - "Il giorno in cui passerà la legge sul processo breve, e potrebbe essere il prossimo mercoledì, sarà un lutto cittadino, per noi aquilani e per tutti quei genitori che da tutta Italia avevano mandato i loro figlio a 'studiare a L'Aquila, non a morirvi". Antonietta Centofanti, zia di Davide, uno dei ragazzi morti nella tragica notte del 6 aprile del 2009 a L'Aquila, a nome per conto del Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente, dell'Associazione Vittime Universitarie Sisma e dei Familiari Vittime del Convitto Nazionale scrive una lettera inviata ad Articolo21 e diretta ai deputati. "Chiediamo a tutti i parlamentari di riflettere, prima di votare una norma indecente che priverà della giustizia i morti e i vivi".
Le false promesse del premier. Gli errori di Maroni. Le figuracce all'estero. Il caos organizzativo. Cronaca di un fallimento
La barzelletta che Silvio Berlusconi non racconta è quella di cui è protagonista. Avanti e indietro tra Roma, Lampedusa e Tunisi per far credere che con un accordo fermerà gli sbarchi di immigrati. È questa la bugia più grossa tra quelle raccontate. Non i campi da golf a Lampedusa, il casinò, l'acquisto della villa annunciato mentre migliaia di tunisini erano costretti a vivere all'aperto in mezzo ai loro escrementi. Le relazioni tra Stati vanno sempre incoraggiate. Ma con la caduta della dittatura filoitaliana di Ben Ali, la Tunisia ha perso 100 mila su 150 mila poliziotti: si sono tolti la divisa per paura di ritorsioni. E anche se arriverà l'intesa, chi pattuglierà le coste visto che il premier Beji Caid Essebsi ha escluso che lo possano fare gli italiani?
Serviranno mesi. Bisognerà attendere (e sostenere) la crescita della Primavera araba, il consolidamento delle istituzioni a Tunisi, la fine della guerra civile in Libia e la ripresa economica. Di questo sono consapevoli i diplomatici che da anni puntellano con suggerimenti e contatti personali i rapporti tra Italia e Nord Africa. La politica ufficiale però, quella proclamata in tv, tira da tutt'altra parte. Dovremmo forse imparare dai tunisini. Capiremmo come un popolo in difficoltà, in piena rivoluzione sociale e politica, sia in grado di ospitare e sfamare alle porte del deserto i profughi in fuga dal disastro libico. Una massa che cresce di giorno in giorno e che ha ormai superato 160 mila persone.
Il traballante governo di Tunisi è riuscito dove l'Italia ha dimostrato grande disorganizzazione. La pessima figura davanti al Maghreb e all'Europa non è dovuta soltanto alle promesse fantasiose del presidente del Consiglio. Ma a una strategia voluta dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che ha riempito il Sud Italia di immigrati irregolari. E ha portato alla crisi i rapporti tra la Lega e Berlusconi in persona. Il primo sintomo risale a qualche giorno fa: le dimissioni del sottosegretario al ministero dell'Interno, Alfredo Mantovano, che con Umberto Bossi e Gianfranco Fini ha firmato l'omonima legge sull'immigrazione. "Quello che abbiamo visto a Lampedusa e nel Sud fino a questa settimana è stato gestito direttamente dal ministro dell'Interno", confermano a "l'Espresso" alcuni funzionari del Viminale. A cominciare dall'allestimento dei campi di assistenza. I vigili del fuoco sono stati inviati in Puglia e in Sicilia a montare le tendopoli, sguarnendo di uomini alcuni importanti comandi regionali come quello di Roma.
L'intervento della Croce Rossa è limitato all'aspetto sanitario. Le procedure di identificazione e di vigilanza sono finite per giorni nella confusione più totale. Con la farsa delle fughe in massa: "Se queste persone devono essere lasciate libere, tanto valeva identificarle e dare loro un permesso provvisorio", dice un sottufficiale di un reparto mobile della polizia, mandato di rinforzo in Puglia. Per l'Italia non sarebbe la prima volta. Basta andare a rileggersi le cronache dell'inverno tra il 1998 e il '99, quando almeno cinquantamila profughi kosovari sbarcarono in Puglia per sfuggire alla pulizia etnica della Serbia di Slobodan Milosevic. Il premier di allora, Massimo D'Alema, affidò la gestione al sottosegretario Franco Barberi che mobilitò la Protezione Civile. "I profughi ottenevano subito un permesso di soggiorno temporaneo", spiega uno dei responsabili di quell'operazione: "Non furono montate tendopoli. L'emergenza iniziale venne affrontata prendendo in affitto i campeggi e affidando la loro gestione ai volontari delle associazioni e delle parrocchie. Molti kosovari proseguirono il viaggio. Andavano in Germania o in Svizzera. Finita la crisi, la maggior parte se ne tornò in Kosovo".
Una soluzione, quella dei permessi temporanei, che alla fine Bossi è stato costretto ad accettare sull'onda delle figuracce di Berlusconi e Maroni a Tunisi. Ma non si poteva fare subito? "È evidente che Maroni non si è comportato da ministro di tutti gli italiani", commenta Paola La Rosa, avvocato e volontaria a Lampedusa: "Si è comportato da ministro del Nord e ha costretto migliaia di migranti, noi lampedusani e tutta l'isola a sopportare la vergogna che abbiamo visto. Ecco perché hanno ritardato i trasferimenti. I tunisini non dovevano arrivare nelle regioni dove la Lega e Maroni prendono voti".
Sarebbe stata una grande occasione per mettere alla prova la presunta efficienza del federalismo verde. Le norme che avrebbero consentito l'identificazione e la regolarizzazione temporanea già esistono. Sono contenute nell'articolo 20 del Testo unico delle leggi sull'immigrazione. Norme imposte dalla direttiva europea attuata in Italia con il decreto legislativo numero 85 del 7 aprile 2003, quando al governo c'era sempre Berlusconi. "Di questa normativa fingono di non sapere sia gli Stati dell'Unione Europea, sia i loro organismi", dice Gianfranco Schiavone, consigliere dell'Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione: "Questo genera una situazione di grave confusione, foriera di reazioni xenofobe abilmente sfruttate". Un po' quello che sta accadendo in Italia con la Lega. E in Francia con il Fronte nazionale di Marine Le Pen che erode consensi al presidente Nicolas Sarkozy. Proprio a Nizza, Sarkozy si gioca parte della sua reputazione con l'amico ex ministro e ora sindaco della città, Christian Estrosi. Il piano di Estrosi è un déjà vu: accuse di inefficienza alla magistratura, 624 telecamere montate ovunque, 355 poliziotti locali. Ma nemmeno Nizza è riuscita a fermare le migliaia di tunisini entrati illegalmente dall'Italia.
Il permesso temporaneo avrebbe consentito loro di raggiungere tranquillamente i familiari, cercare eventualmente lavoro, vivere senza nascondersi. Il caos provocato dai no affidati dalla Lega al ministro Maroni rischiano invece di alimentare il solito mercato nero: quello del caporalato, dei tuguri, degli impieghi stagionali senza garanzie. "Le norme", spiega Schiavone, "sono state elaborate proprio allo scopo di gestire flussi massicci di persone che fuggono da una situazione di grave instabilità. Persone il cui rimpatrio in condizioni stabili e sicure risulta momentaneamente impossibile. Inoltre il regime della protezione internazionale consentirebbe a ogni Stato dell'Ue di accogliere una quota. Il governo italiano invece si lamenta di essere stato lasciato solo da Bruxelles: perché non chiede ufficialmente di attivare ciò che Bruxelles potrebbe fare?". Lo stesso vale per la Francia.
Il piano immigrazione di Silvio Berlusconi esce così demolito dalla caduta dei due regimi che lo sostenevano: Ben Ali in Tunisia, dove il 24 luglio si terranno le elezioni e Muammar Gheddafi in Libia, dove la rivolta è diventata guerra. "I migranti finora sbarcati non vogliono fermarsi in Italia", conferma Abbes Abbes, 49 anni, presidente tunisino del Tribunale dell'immigrato a Milano: "Tutti sanno che qui di lavoro ce n'è poco". Eppure qualcosa dev'essere saltato nelle previsioni del governo italiano. Nei giorni scorsi Berlusconi e Maroni hanno chiuso le procedure per far entrare altri centomila stranieri. Proprio mentre promettevano senza successo di rimpatriare migliaia di tunisini già in Italia.
Baciapile per Gheddafi - E se Gheddafi riuscisse a riprendere il potere sulla Libia? Se tutto tornasse come prima, e magari un giorno il folle dittatore venisse a farci una nuova visita di cortesia con i suoi bei cavalli berberi? Gli faremmo le nostre scuse per non esserci schierati dalla sua parte, e anziché cinquecento signorine da convertire all'Islam, gliene faremmo trovare mille, e al posto del baciamano, ci sarebbe il "baciapiede". Elisa Merlo
Io penso ai bambini del Giappone - Io penso a bambini del Giappone. Penso ai bambini che sono scampati alla furia dello tsunami, ma che non scamperanno alla ottusità degli adulti. Penso ai bambini che si ammaleranno di tumori alla tiroide, di leucemia, a causa delle radiazioni. Penso ai bambini che, secondo quanto riferiscono gli scienziati, sono i più esposti. Ai bambini che non hanno colpe, che non hanno deciso di costruire centrali nucleari, che non possono raccogliere firme, che non possono andare in piazza a protestare, che non si recano alle urne a scegliere chi deciderà il loro futuro. Penso a tutti i bambini del mondo. Ai bambini che avremmo il dovere di amare e di proteggere, ai bambini per i quali dovremmo essere disposti a sacrificare anche la vita. Ai bambini ai quali consegniamo invece un mondo guasto, corrotto, malato. Penso ai bambini, e penso a coloro i quali ai bambini non pensano. O che forse, chissà, ci pensano, ma non gliene frega niente. Francesca Ribeiro
Dolore, sorrisi e libertà di pensiero - Io penso a bambini del Giappone. Penso ai bambini che sono scampati alla furia dello tsunami, ma che non scamperanno alla ottusità degli adulti. Penso ai bambini che si ammaleranno di tumori alla tiroide, di leucemia, a causa delle radiazioni. Penso ai bambini che, secondo quanto riferiscono gli scienziati, sono i più esposti. Ai bambini che non hanno colpe, che non hanno deciso di costruire centrali nucleari, che non possono raccogliere firme, che non possono andare in piazza a protestare, che non si recano alle urne a scegliere chi deciderà il loro futuro. Penso a tutti i bambini del mondo. Ai bambini che avremmo il dovere di amare e di proteggere, ai bambini per i quali dovremmo essere disposti a sacrificare anche la vita. Ai bambini ai quali consegniamo invece un mondo guasto, corrotto, malato. Penso ai bambini, e penso a coloro i quali ai bambini non pensano. O che forse, chissà, ci pensano, ma non gliene frega niente. Veronica Tussi
“Chi sono io per giudicare mortalmente?” - Per l’appunto... - Giuliano Ferrara al Teatro Dal Verme di Milano: "Chi sono io per giudicare moralmente?", e scroscia l'applauso, e nessuno gli risponde: "Per l'appunto, Giulianone, chi sei tu per esprimere pesanti giudizi morali su alcuni magistrati, paragonati ad inquisitori spagnoli che spiano e origliano; e su milioni di persone che non approvano il comportamento disinvolto (giudizio garbato) del presidente del Consiglio?". Il fatto è, caro Giuliano, che fai un po' di confusione tra giudicare (esprimere giudizi, approvare o disapprovare), e condannare. Condannare è compito dei giudici. Giudicare noi stessi e il fratello è diritto e dovere di tutti. Gesù quando dice: "Non giudicate...Perché osservi la pagliuzza che sta nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che sta nel tuo?", vuole esprimere l'assurdità di chi si atteggia a moralizzatore delle mancanze altrui, quando egli stesso è pieno di difetti, forse anche più gravi". Ma questo non significa che non possiamo approvare o disapprovare il comportamento del nostro prossimo. Gesù stesso, infatti, dice: "Se il tuo fratello pecca, va', riprendilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai riacquistato il tuo fratello...Se non ascolterà, deferiscilo alla Chiesa e se neppure alla Chiesa darà ascolto, sia egli per te come il pagano e il pubblicano". Non sarebbe il caso, caro Giuliano, di correggerlo il fratello Silvio, anziché difenderlo a spada tratta? Miriam Della Croce
Secondo natura o contro natura? un bel pasticcio! – Per me che non sono uno scienziato, definire sempre e con esattezza quali azioni umane siano secondo natura e quali contro natura, è impresa ardua. Però, poiché m'intendo un poco di religione e di morale, trovo assurdo stabilire la norma: naturale = morale; innaturale = immorale. Mangiare un piatto di spaghetti aglio olio e peperoncino a mezzanotte, quando il nostro fisico non ha per niente bisogno, è secondo natura oppure contro natura? Dovrebbe essere contro natura. Nessuno però si sogna di affermare che è azione immorale. Così come nessuno si sogna di sostenere che sia immorale fumare ogni tanto una sigaretta. Desiderare ardentemente di unirsi alla persona amata, ma astenersi dall'amplesso per non procreare, dovrebbe essere contro natura.
Decidere di restare vergini per tutta la vita, pure dovrebbe essere contro natura. Però la Chiesa Cattolica consiglia di astenersi dall'amplesso nei periodi fecondi al fine di una maternità e paternità responsabili (cf Catechismo, n. 2370). E considera una virtù la verginità (cf Catechismo, n. 1618). Se poi andiamo al n. 2357 del Catechismo, vediamo che gli atti d’omosessualità sono immorali poiché "contrari alla legge naturale". Un bel pasticcio! Alle volte gli atti contro la legge naturale sono considerati morali, altre volte immorali. E la masturbazione, condannata dalla Chiesa? Secondo natura o contro natura? E l'atto nefando, riprovevole, senza dubbio immorale, dello stupro? Secondo natura o contro natura? Va contro la persona, però in qualche modo va a vantaggio della specie. Insomma, mi sembra troppo chiaro che non possiamo giudicare la moralità di un atto in base al fatto che vada contro la legge naturale, oppure l'assecondi. Attilio Doni – Genova
L'uomo lavorava con la Mediolanum, che presenterà un esposto in Procura, e da qualchegiorno ha fatto perdere le proprie tracce. Nell'oratorio la riunione fra un centinaio di truffati
Qualcuno lo chiama già "il Madoff delle Orobie". Il promotore finanziario ha chiuso l'ufficio, svitato le insegne, portato via i mobili e, insieme con quelli, anche almeno 24 milioni di euro dei suoi 520 clienti. Teatro di quella che ha tutte le caratteristiche della maxitruffa è Brembate di Sopra, il paese da mese sotto i riflettori della cronaca per il caso di Yara Gambirasio. E dove un centinaio di truffati si è dato appuntamento in oratorio per fare il punto della situazione causata da un promotore finanziario della Mediolanum.
Le prime avvisaglie del caso sono partite alla fine di marzo, quando uno dei clienti si è trovato il conto svuotato e si è rivolto a un avvocato. La voce ha cominciato a diffondersi e molti dei 520 clienti del promotore hanno scoperto di essersi trovati il conto semisvuotato, con fidi che non avevano mai richiesto o mutui sottoscritti su consiglio del promotore per poter "prelevare senza toccare gli investimenti". Di fronte alle perplessità dei clienti sulla discrepanza fra i documenti che consegnava e le risultanze al computer, il promotore diceva che era colpa dei ritardi della banca. Molti, però, lo vedevano portarsi a casa grosse somme in contante. Ancora poche settimane fa, a chi subodorava qualcosa mandava sms per dire che tutto era a posto. Ma la banca gli aveva vietato di contattare i clienti.
Ora è sparito, non si sa nemmeno quando, e con lui il suo portafogli di 24 milioni. Mediolanum gli ha revocato il mandato il 28 marzo, ora si costituirà come parte lesa in un eventuale procedimento giudiziario, ha già segnalato il caso alla Consob e agli inquirenti e presenterà un esposto in Procura. Ma non è in grado di dire quanto del denaro consegnato al promotore sia sparito senza mai essere passato dalla banca.
Ricordiamo, per comodità dei lettori, le promesse fatte solo il 30 Marzo dal Miracoliere di Arcore a Lampedusa. C'erano impegni, ma anche fatti dati per acquisiti...
TUTTO VERO! Abbiamo riportato fedelmente ed integralmente tutte le minchiate sparate da Berlusconi in un posto e in un giorno solo. Ha addirittura sbaragliato il "minchiatario" de l''Aquila... un'impresa epocale! Noi ci impegniamo a pubblicare mensilmente questo elenco, mettendo il timbro "Fatto!" su ogni passo compiuto.
Chiediamo anche a qualche eventuale lettore lampedusano di farci da "corrispondente" da Lampedusa, per tenerci tempestivamente informati sui progressi delle singole minchiate. Grazie. Tafanus
# Lampedusa ai lampedusani: "In 48-60 ore Lampedusa sarà abitata solo dai lampedusani". E per farlo ci saranno sei navi - forse sette - che provvederanno allo sfollamento di massa dei migranti, trasferendone 1.400 per volta a Taranto. Reduced
# "Chiederemo per l'isola il Nobel per la pace" Non pervenuto
# Concedere a Lampedusa "una 'moratoria fiscale, previdenziale e bancaria' almeno per un anno Non pervenuta
# Trasformeremo Lampedusa in zona franca Non pervenuta
# Rilanceremo il turismo a Lampedusa, attraverso servizi in tv pro isola di cui abbbiamo incaricato Rai e Mediaset Non pervenuta
# Lampedusa sarà sede di un casinò Non pervenuto
# Sarà realizzato un campo da golf Irrealizzabile
# Sarà realizzata una scuola ?
# Saranno realizzate strutture sanitarie ?
# Io stesso mi ci sono comprato una villa. Ed è proprio così: la notte scorsa, per una cifra inferiore ai due milioni di euro, il premier ha comperato su internet una villa a Cala Francese. Cancelled
# La Tunisia ha confermato che non partiranno più persone Non pervenuta
# I migranti che arriveranno sulle banchine del porto di Lampedusa saranno subito imbarcati sulle navi con destinazione Tunisia o altri centri", ha detto il premier, specificando che gli immigrati andranno da Lampedusa in tutta Italia Cancelled
# Abbiamo ottenuto di far controllare i porti e le coste per non consentire nuovi sbarchi Failed
# Abbiamo comprato pescherecci affinché non possano essere utilizzati per le traversate. Così quando sarò fuori dalla politica li userò io" per mettere in piedi un'attività "per il pesce fresco" Non avvistati
# Berlusconi ha assicurato anche l'avvio dell'operazione 'Lampedusa pulita', affidata al genio civile. "Stiamo ripulendo la collina della vergogna. Ci sono già 140 uomini del genio civile e se ne aggiungeranno altri" Non pervenuti
# Suggerisco al sindaco di dotare l'isola di un po' più di colore e di verde", ricordando di aver fatto una cosa simile "in un paese della Lombardia", dove fra poco sara inaugurata l'Università della Libertà ?
# In alcune case mancava l'intonaco o i muri erano scrostati e io ho realizzato una situazione di colori che ricorda Portofino. Mi piacerebbe attuare questo piano colore anche nella vostra isola ?
# Ho notato anche un degrado del verde, mi impegno per un piano del verde e di rimboschimento della vostra isola Non pervenuto
# Più tardi il premier ha detto di pensare al porto dell'isola come alla ''perla Lampedusa'' in stile Portofino in modo che non si presenti più ''nel disordine e incuria attuali'' Non pervenuto
Lo sappiamo, lo sappiamo... Persino Dio ci ha impiegato una settimana per creare il mondo, e alcune cose, per la fretta, non gli sono riuscite neanche tanto bene... prendete Brunetta, o Scilipoti, o Capezzone, la Gelmini, Stracquadanio, Vespa, Sallusti, Cicchitto, Emilio Fede, Liguori... Quindi calma, e non mettiamogli fretta. Vedrete che in un anno Lampedusa sarà il playground del Mediterraneo... altro che Portofino! Noi, per conto nostro, faremo un piccolo controllo mensile, ma siamo ottimisti... E dedichiamo ad eventuali lampedusani scettici questa bella iniezione di ottimismo... Tafanus.
Il 5 aprile il Tafanus ha pubblicato un post dal titolo "Aiutiamo la lista waka-waka della Moratti. Ne ha bisogno" (vedi post)
Questa lista, che si chiama "Milano al Centro", è di sostegno alla (ri)candidatura a sindachessa della Moratti, e raccoglie un circo Barnum di personaggi "vari ed eventuali". Fra questi personaggi c'è anche Marina Ferrari, sulla quale tutta la stampa faceva questa presentazione (da noi fedelmente ripresa):
"...Marina Ferrari - Promoter del brand Cangiari, fashion brand che combatte la 'ndrangheta con stile e creatività... Manualità calabrese portata su livelli stilistici moderni e tessuti biologici sono il simbolo della griffe: obiettivo lanciare un messaggio che parla di diritti umani, equità, partecipazione, bene comune, legalità, ecologia e nonviolenza..." (...insomma, politichetta, fashion e cha cha cha... NdR).
Oggi ricevo una email datata 7 aprile, mittente il "Consorzio Sociale GOEL" (da noi mai citato), che parla a nome, evidentemente, del brand "Cangiari". La riportiamo integralmente:
Alla cortese attenzione dell'amministratore del blog "il Tafano" - In riferimento alla news da lei pubblicata in data 4 aprile 2011 dal titolo " Aiutiamo la lista waka-waka della Moratti. Ne ha bisogno", si comunica che il brand CANGIARI ed il Consorzio Sociale GOEL sono estranei a qualsiasi coinvolgimento nella lista civica “Milano al Centro” e che la Sig.ra Marina Ferrari non ricopre alcun ruolo di rappresentanza in CANGIARI e in GOEL, avendo rinunciato al suo incarico di addetta al marketing. Si chiede, pertanto, di rettificare quanto pubblicato e di tenerne conto per eventuali future pubblicazioni. Cordialmente,
Ufficio Comunicazione - Consorzio Sociale GOEL
Questa la mia risposta:
Spett. Consorzio Sociale GOEL,
premesso che le parole sono pietre, respingo al mittente la richiesta di "rettificare" alcunché. Rettificare significa correggere una notizia imprecisa o falsa, e la nostra notizia non era né imprecisa, né falsa. Al momento in cui è stata data, la signora Ferrari era, per sua stessa ammissione, promoter del brand "Cangiari", qualunque cosa questo significasse. Lo era talmente tanto, che solo nei giorni successivi, per motivi che non mi interessano, è giunta alla determinazione di lasciare questo incarico (che quindi ricopriva), e di informarmi personalmente, ieri, attraverso una email:
"Io sottoscritta, Marina Ferrari nata a La Spezia il 24/05/73, comunico con la presente di rinunciare all'incarico di addetta al marketing del Gruppo Cooperativo GOEL e di non potere, dunque, più svolgere attività di promozione per il marchio CANGIARI", causa mia partecipazione alla Lista Civica Milano al Centro. Cordialmente. Marina Ferrari"
Non ho difficoltà a pubblicare il vostro comunicato, ma nessun accesso a vostre richieste di "rettifica". "Aggiornamento" mi sembra un termine più adeguato, visto che la notizia da noi data, nel momento in cui è stata data, corrispondeva in pieno alla verità. E' quindi la realtà che subisce "rettifiche", non le notizie.
Cordialmente, Antonio Crea - Gestore del blog "Tafanus"
P.S.: Ho correttamente inviato la mia risposta al Consorzio GOEL, ma costoro non si preoccupano neanche di tenere in condizioni di normale efficienza la loro casella di posta. Ecco cosa mi risponde il mail-provider:
Hi. This is the qmail-send program at w435.widhost.net. I'm afraid I wasn't able to deliver your message to the following addresses. This is a permanent error; I've given up. Sorry it didn't work out.
<[email protected]>: Recipient's mailbox is full, message returned to sender. (#5.2.2)
Ieri sera è arrivato a Lampedusa un peschereccio con a bordo 500/600 passeggeri provenienti dalla Tunisia. Da nostre fonti confidenziali, apprendiamo che il peschereccio fa parte della flotta recentemente acquistata da Berlusconi, e ceduto in charter, a prezzi molto remunerativi, agli scafisti tunisini. Tafanus
Mercoledì speciale su Daniele Capezzone a "Chi l'ha visto?" Daniele manca all'affetto dei suo cari, e dagli archivi online dei principali quotidiani italiani, ormai dal 2 marzo 2011 (cinque settimane), senza che nessuno ne abbia denunciato la scomparsa. Solo grazie alla vigile attenzione del Tafanus è stato possibile aprire il caso.
Toshiba hopes to decommission reactors in 10 years
Kyodo News (Japan Times)
Toshiba Corp. has proposed decommissioning four troubled nuclear reactors at the Fukushima No. 1 power plant in about 10 years, much shorter than the 14 years needed to dismantle the Three Mile Island nuclear plant in Pennsylvania, industry sources said Friday.
Toshiba believes it can rely on the U.S. firms' experience of the 1979 Three Mile Island accident to decommission Tepco's Fukushima reactors.
According to the proposal, it will take about 10 years to remove the fuel rods in the containers and the spent nuclear fuel rods in the storage pools from the four reactors, as well as demolish various on-site facilities and improve the soil condition.
Chubu Electric Power Co. is currently working on decommissioning two reactors at the Hamaoka nuclear plant in Omaezaki, Shizuoka Prefecture, with work scheduled to end by March 2037.
Spero che il senso sia chiaro anche per chi non padroneggia perfettamente l'inglese: a Fukushima, secondo la Toshiba, lo smantellamento dei 4 reattori "danneggiati" sarà portato a termine entro soli 10 anni (anzichè i 14 che ci hanno impiegato gli americani a smantellare uno dei due reattori di Three Mile Island).
Molto più precisa la Chubu EPC., che si è impegnata a smantellare la centrale di Hamaoka (della quale fin qui nessuno ha parlato) esattamente entro Marzo 2037. Solo 26 anni, ed è fatta.
Nulla ci hanno detto le due aziende sui costi del decommissioning (ve lo dico io: costa fra le tre e le quattro volte la costruzione), né circa il destino delle scorie residue. Allegria.... Qualcuno inoltri a Chicco Testa ed al Rag. Scajola. Tafanus
...concedici di non doverci vergognare tutti i santi giorni...
[... davanti ad una platea di ventenni e trentenni, il premier si sente a suo agio. Ricorda quando anche lui era giovane e bacchetta un neolaureato poco intraprendente che dice di volere fare solo "un po'" di carriera. "Solo un po' di carriera? Così cominci male - lo sgrida il Cavaliere - devi dire un carrierone. Sei tu che devi importi agli altri, non sono gli altri che devono accettarti". Ed eccolo il Berlusconi che invoca ottimismo e ambizione. E che dice ai ragazzi "di girare con il sole in tasca pronto per essere donato agli altri con gioia". Per poi gonfiare il petto: "Sentivo incredulità e anche scherno intorno a me quando fissavo dei traguardi, ma li ho sempre raggiunti..." [...]
Il meglio, però, deve ancora arrivare. Ovvero la fase a luci rosse. Si comincia così. Due ragazze laureate salgono sul palco. Il Cavaliere le accoglie in questi termini: "Siete così brave che mi viene voglia di invitarvi al bunga bunga" [...]
Finale con barzelletta. Pochi secondi e si scopre che ruota intorno al sesso orale, con un dibattito italo-tedesco se sia meglio dedicarcisi con birra o champagne. La platea sorride con qualche imbarazzo. Finisce così. Senza un accenno all'emergenza immigrazione, alla rivoluzione ai vertici delle Generali e a tutte le questioni che segnano pesantemente la vita del Paese. Forse perché parlando di cose del genere si ride poco.
La Lega in campo: "La uccidono un'altra volta" (...ma va!?!?...) (Il "Geniale")
Madrid - Le norme processuali in vigore in Spagna rischiano di far liberare il presunto assassino di Federica Squarise, la ragazza italiana violentata e uccisa nell’estate del 2008 a Lloret De Mar. Subito si muove la Lega con Massimo Bitonci: ha presentato la richiesta al governo di intervenire sulla Spagna perché eviti la scarcerazione (...in base a quale norma di legge, sfugge ai più... NdR)
Il Gordo a un passo dalla libertà L’assassino, reo confesso, si chiama Victor Diaz Silva, uruguaiano, soprannominato "El Gordo". Commise il delitto dopo che la giovane si era rifiutata di avere rapporti sessuali con lui. Il 10 giugno prossimo dovrà essere liberato e sembra molto improbabile che in poco più di due mesi i giudici spagnoli possano emettere la sentenza di condanna. Secondo la procedura penale spagnola, ci sono due anni di tempo dal momento dell’arresto per trattenere in prigione l’imputato in attesa della sentenza di primo grado.
E' possibile ottenere una proroga di altri due anni per i casi più gravi. Gli avvocati della famiglia Squarise hanno già attenuto la proroga che non è più rinnovabile. Il rischio che l’assassimo possa essere rimesso in libertà e fuggire, secondo gli avvocati, è dunque molto alto. In seguito al grave episodio di Lloret De Mar, Massimo Bitonci ha presentato una proposta di legge per il patrocinio gratuito all’estero nei processi a favore di tutte le vittime di violenza.
Zaia: "Così la uccidono un'altra volta" "Se l’assassino e violentatore di Federica tornasse libero sarebbe un’immane vergogna, sarebbe come se venisse uccisa un’altra volta", commenta il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ricordando che "fu una vicenda crudele e raccapricciante". "Lasciò un profondo segno di dolore e di sgomento in tutti noi, che provammo e proviamo tutt’oggi un forte bisogno di giustizia - continua Zaia - ci troviamo di fronte a formalismi e cavilli che non possono snaturare il senso della giustizia così com’è percepito dalla gente" (...ma va???). "Se ciò dovesse accadere sarebbe gravissimo - conclude il presidente del Veneto - e per questo, nell’esprimere la mia vicinanza alla famiglia ed ai cari della povera Federica, mi auguro davvero che sia possibile evitarlo e non dubito che in questo senso sarà fatto tutto il possibile".
...e bravi bitorzoli e zaia... ma si preparino ad indignarsi spesso, perchè è esattamente ciò che succederà in Italia, per molti reati anche gravi ed infamanti, grazie al "processo breve anzi brevissimo". Le stime sulle vittime italiane di delitti di vario tipo che non avranno mai giustizia, né risarcimento dei danni, si conteranno a decine di migliaia. Cosa faranno, bitorzoli e Zaia, si indigneranno anche per i massacrati della Diaz, e per gli arsi vivi della Thyssen? Ci facciano sapere. Tafanus
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