La Corte di Giustizia del Lussemburgo considera la pena della reclusione per gli irregolari, introdotta nella normativa italiana con il pacchetto sicurezza del 2009 (Bossi-Fini), in contrasto con la direttiva comunitaria sui rimpatri "nel rispetto dei diritti fondamentali". L'organismo invita il giudice nazionale a disapplicare la legge. Il ministro: "Altri Paesi non sono stati censurati"
BRUXELLES - La Corte di Giustizia della Ue boccia la norma italiana che prevede il reato di clandestinità, introdotto nell'ordinamento italiano nel 2009 nell'ambito del "pacchetto sicurezza". Punendo la clandestinità con la reclusione, la norma è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri degli irregolari, spiegano i giudici europei, la cui più importante prerogativa è garantire che la legislazione Ue sia interpretata e applicata in modo uniforme in tutti i paesi dell'Unione. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni si dice "insoddisfatto" della sentenza, perché "ci sono altri Paesi europei che prevedono il reato di clandestinità e non sono stati censurati. In seconda battuta, l'eliminazione del reato accoppiata a una direttiva europea sui rimpatri rischia di fatto di rendere impossibili le espulsioni". Oliviero Forti, responsabile nazionale immigrazione della Caritas, si aspetta invece "risposte adeguate da parte del governo italiano. E cioè, che venga recepita la direttiva dell'Unione europea sui rimpatri e sia rispettata la sentenza europea" [...]
(continua su www.repubblica.it)
SOCIAL
Follow @Tafanus