Poichè dopo le elezioni, tanto per cambiare, ho sentito dire che aveva vinto l'antipolitica (Grillo? Il Popolo Viola? i Rottamatori?), avevo prodotto un'analisi del risultato del voto (artigianale), avvalendomi anche delle analisi sui flussi della [Demos di Ilvo Diamanti].
Ieri è uscito il solito, magistrale editoriale di Eugenio Scalfari, che ha analizzato i risultati in una chiave meno numerica e più qualitativa. Le conclusioni sono le stesse, a prescindere dal tipo di approccio all'analisi: ha vinto la Politica, non il qualunquismo. Voglio selezionare alcuni significativi passaggi dell'editoriale di Scalfari, che meritano la più attenta meditazione:
"...venticinquemila persone hanno formato una lunghissima fila a Milano per poter stringere la mano al neo sindaco Giuliano Pisapia nel giorno del suo insediamento a Palazzo Marino. Un fatto simile non era mai accaduto né a Milano né altrove anche perché una fila lunga chilometri non somiglia ad una piazza affollata e urlante di passione e di insiemità. La fila invece è silenziosa e ciascuno sta con se stesso e con i propri pensieri tra i quali domina la decisione di testimoniare che un cambiamento è avvenuto e che il testimone l'ha vissuto con civica partecipazione.
Segnalo questo episodio per rispondere a coloro che subito dopo i ballottaggi del 30 maggio si sono posti la domanda su chi abbia perduto e su chi abbia vinto le elezioni amministrative. La loro sentenza ha avvistato come perdente Silvio Berlusconi e la coalizione da lui guidata, ma non ha trovato alcun vincitore. O meglio, un vincitore secondo loro c'è stato ed è il popolo delle astensioni, schifato dalla politica e dalla casta che accomuna in un unico disprezzo la destra, il centro e la sinistra. Il vincitore sarebbe stato insomma Beppe Grillo e chi la pensa come lui.
Coloro che hanno emesso questo responso non si sono forse accorti che il suddetto comico, subito dopo avere appreso i risultati elettorali, è esploso in una rabbiosa invettiva contro i vincitori manifestando la sua delusione. Dunque il vincitore non era lui. La verità è che ha vinto lo spirito civico contro chi finora aveva manipolato le istituzioni e le coscienze. Ha vinto a Milano, a Torino, a Napoli, a Bologna, a Cagliari, a Trieste, a Vicenza, a Novara, a Mantova, a Crotone, a Macerata e in tanti altri luoghi e con esso hanno vinto le forze politiche che si sono identificate con quel risveglio delle coscienze e del civismo, hanno lavorato per farlo emergere, si sono offerti come sostegni, strutture organizzative, punti di riferimento politici.
Non è l'antipolitica grillina ad aver vinto ma la Politica, una volta tanto con la P maiuscola. Capisco che a molti Soloni da strapazzo questa lettura oggettiva dei fatti non piaccia; capisco che il rabbioso sfogo di Grillo li imbarazzi e ancor più il fatto della presenza di molti grillini che hanno inneggiato a Pisapia in piazza del Duomo, a Fassino in piazza San Carlo e a de Magistris in piazza Plebiscito; ma così sono andate le cose e a questa vittoria della politica dovete rassegnarvi..." [...]
I referendum del 12 e 13 giugno possono infliggere - a distanza di due settimane - un secondo colpo ancor più micidiale al centrodestra, provocandone la definitiva implosione. Siamo ora in attesa della decisione che la Corte Costituzionale prenderà domani sul quesito che riguarda il referendum sull'energia nucleare dopo la pronuncia della Cassazione che ha giudicato tuttora in piedi la richiesta referendaria confermando la consultazione del 12 giugno prossimo.
Se la pronuncia della Consulta sarà conforme a quella della Cassazione, se i referendum raggiungeranno il quorum "del 50 per cento più uno" e se i "sì" avranno la meglio sui "no" verrebbero cancellati tre aspetti fondamentali della politica di centrodestra attinenti all'energia, all'ecologia e alla giustizia.
Il governo aveva tentato nei giorni scorsi di de-politicizzare l'appuntamento referendario, ma venerdì ha deciso di cambiare rotta opponendosi con un ricorso alla Corte costituzionale alla consultazione referendaria. Ha in tal modo imboccato la stessa strada e ripetuto lo stesso errore che aveva compiuto nelle elezioni amministrative politicizzando al massimo anche quella referendaria [...] Se questo avverrà, sarà molto difficile per il Pdl continuare ad appellarsi all'autorità che gli deriva da un popolo che gli ha dato torto per la seconda volta nell'arco di un mese [...]
(Eugenio Scalfari - Repubblica.it)
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